Era stata preannunciata e centellinata con tanti spot mirati, piccole bombe anticipatorie che comunicavano al mondo che sarebbe stato qualcosa di scottante. L’intervista di Meghan Markle e Harry a Oprah Winfrey, in onda su CBC nel prime time del 7 marzo, ha fatto tremare la terra.
Sentendo la coppia parlare è inevitabile pensare a #The Crown, le cui stagioni sembrano legate da un filo conduttore: le regole di ferro della Corona (non delle persone, ma dell’istituzione) che soffocano le velleità personali, con la formazione di "figure-pecore nere” – ad esempio Edoardo VIII, che abdicò per amore, o Margaret, incompresa e infelice, o lo stesso Carlo – che hanno provato a opporsi ma sempre consapevoli di non poter fare altro, in un modo o nell’altro, che soccombere.
Come ha scritto qualcuno nei commenti sui social all’intervista realizzata da Oprah, in confronto a quello che racconta Meghan Markle, The Crown sembra una favoletta.
E i reali avevano preso le distanze dalla serie, giudicata “pura fiction” e molto lontana dalla verità. Ora, dopo le scioccanti dichiarazioni, il pubblico si è spaccato in due: c’è chi incolpa Meghan di arrivismo e bolla questa sua reazione come una vendetta per non aver avuto un ruolo di spicco nella monarchia e chi ritiene sia giunta l’ora di fare luce su quell’abisso oscuro che è la corona britannica.
In realtà quello che racconta la coppia è molto aderente al conflitto che in The Crown porta avanti la storia per quattro stagioni. C’è la responsabilità e la condanna (“Mio padre e mio fratello sono in trappola”, ammette Harry) di far parte della Royal Family e le regole che minano la libertà personale. Tutti hanno vissuto questo conflitto almeno una volta e in pochi sono riusciti a conviverci: prima tra tutti, la regina Elisabetta II.
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Harry ha confermato per la seconda volta, dopo l'avvallamento pubblico della serie Netflix, che la storia si ripete e The Crown, anche se forse non poteva sapere cosa si fossero dette persone reali a porte chiuse, ci ha preso sotto il punto di vista concettuale.
Non so se [gli altri] hanno provato quello che ho provato io, se hanno avuto gli stessi sentimenti o pensieri. Non ne ho idea. Ma è un ambiente-trappola in cui molti di loro sono bloccati. Hanno questa mentalità che funziona così: ‘È proprio così. È così che dovrebbe essere. Non puoi cambiarlo. L'abbiamo passato tutti’.
Meghan è lo sguardo del neofita – e nostro, del pubblico, degli esterni – che si trova a vivere in un “mondo straordinario”. L’ex duchessa non ha mai indagato sulla famiglia, perché dall’esterno viveva tutto in modo ingenuo, come se fosse una favola.
Non ho mai cercato mio marito online. Semplicemente non ne sentivo il bisogno perché tutto quello che avevo bisogno di sapere, lo stava condividendo con me. Giusto? O tutto quello che pensavamo di dover sapere, me lo stava dicendo. Non capivo completamente quale fosse il lavoro. Cosa significa essere un reale che lavora? Cosa fai?
È solo l’inizio di una catena di rivelazioni. Il matrimonio, ad esempio, era fasullo. Le vere nozze sono state celebrate tre giorni prima a casa, in presenza dell’arcivescovo di Canterbury. E, prima di quel 19 maggio 2018, Kate avrebbe fatto piangere Meghan per un problema con il vestito di Charlotte, che era la damigella. Poi la cognata si sarebbe resa conto dell’errore e scusata con un mazzo di fiori, ma poi quella storia era uscita in modo opposto, manipolata dalla stampa, come se fosse stata lei a far piangere Kate. La duchessa di Cambrige non avrebbe potuto smentire neanche se avesse voluto.
Non gliel'hanno permesso, perché è una brava persona. E penso che molto di quello che ho visto interpretare sia questa idea di polarità, dove se mi ami non devi odiarla. E se la ami, non hai bisogno di odiarmi.
Meghan assicura di aver fatto tutto quello che le era stato detto, di aver seguito le regole, a partire da quella prima riverenza alla regina. Dopo un’accoglienza gentile, però, a seguito delle nozze, tutto ha cominciato a peggiorare. C'è stata la popolarità della coppia durante il viaggio in Australia, che a quanto pare "avrebbe dato fastidio a qualcuno", un po' come succedeva a Carlo con Diana nel racconto della serie Netflix. C’è stata la bugia su Kate che è stata “avvallata” in qualche modo dal palazzo.
Sono arrivato a capire che non solo non ero protetto, ma che erano disposti a mentire per proteggere gli altri membri della famiglia, ma non erano disposti a dire la verità per proteggere me e mio marito.
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E poi c’è stata la questione di Archie, privato di qualunque titolo ancora prima della sua nascita. C’era un problema sul colore della pelle, ammette Meghan, e non specifica chi si sia espresso in questo senso.
Harry ha avuto varie conversazioni con i membri della propria famiglia su quanto sarebbe stato scuro di pelle.
Il bullismo mediatico, fomentato dalle fughe di notizie che raccontavano Meghan come se maltrattasse i membri del personale di servizio, i dissidi su Archie (privarlo del titolo gli avrebbe fatto rinunciare anche a ogni forma di sicurezza) e le tensioni hanno portato l’ex attrice addirittura a pensare al suicidio.
Mi vergognavo davvero di dirlo in quel momento e mi vergognavo di doverlo ammettere con Harry, soprattutto, perché so quante perdite ha subito. Ma sapevo che se non l'avessi detto, lo avrei fatto.
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Si è rivolta a The Institute, che si occupa delle questioni della famiglia reale, ma non le hanno permesso di andare in ospedale a farsi curare.
La principessa Diana è già apparsa in The Crown – nell’ultima, premiatissima stagione – e Harry ha confermato che il loro percorso non fa altro che ripercorrere il suo.
Penso che si sentirebbe molto arrabbiata per come è andata a finire, e molto triste. In definitiva, tutto ciò che vorrebbe è che fossimo felici. In qualche modo l’ho sentita vicina durante tutto questo. […] Sono davvero sollevato e felice di essere seduto qui a parlare con te con mia moglie al mio fianco, perché non riesco a immaginare come sia stato per lei attraversare tutto questo da sola anni fa. È stato incredibilmente difficile per noi due, ma almeno abbiamo l’un l’altra.
Una catena di dichiarazioni pericolose per la monarchia, ma che fanno attendere con ansia nuove stagioni, sempre più contemporanee, della serie Netflix sulla monarchia britannica.
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