Qualsiasi film può essere oggetto delle critiche più disparate. Se poi si tratta di un titolo molto in vista, la faccenda diventa ancora più complicata. Lo abbiamo visto succedere con Joker, che secondo alcuni ispirerebbe violenza, e con C'era una volta... a Hollywood, a cui la figlia di Bruce Lee ha rimproverato il ritratto negativo che emerge di suo padre. Non fa certo eccezione The Irishman, il nuovo lavoro di Martin Scorsese, uscito nelle sale italiane il 4 novembre 2019.
Passata la sfiorata polemica sul ristretto numero di battute riservate al personaggio di Anna Paquin, a prendere le difese di The Irishman tocca a Robert De Niro, uno dei più fedeli collaboratori di Scorsese e vincitore nel 1981 di un Oscar - il secondo per l'attore - proprio grazie ad un celeberrimo film del regista newyorkese, Toro Scatenato. Su The Irishman sono infatti emerse alcune critiche su cui De Niro si è poi trovato a rispondere. In particolare, al film di Scorsese (lungo tre ore e mezza) viene rimproverato di essere storicamente poco accurato.
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L'inizio: il libro di Charles Brandt
Facciamo innanzitutto un passo indietro. Sceneggiato dal premio Oscar per Schindler's List Steven Zaillian, The Irishman è basato sul libro-inchiesta di Charles Brandt I Heard You Paint Houses (2004), pubblicato in Italia da Fazi Editore inizialmente come L'irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa e poi con il medesimo titolo del film.
Lo scritto raccoglie le memorie dello stesso autore, il quale ebbe occasione di conoscere Frank Sheeran, un membro della rete statunitense di Cosa nostra noto anche come "l'irlandese". Quest'ultimo, sul letto di morte, accettò di raccontare la sua storia allo scrittore rivelando anche alcuni segreti del clan dei Bufalino.
Nel corso della narrazione Sheeran rivela inoltre di sapere cosa successe a Jimmy Hoffa, il famoso leader e fondatore dell'International Brotherhood of Teamsters, scomparso misteriosamente il 30 luglio 1975. Secondo la versione di Sheeran, fu lui stesso a uccidere Hoffa.
Il racconto dell'irlandese è stato però recentemente contrastato da Dan Moldea, un noto giornalista investigativo americano e autore del libro The Hoffa Wars, le cui dichiarazioni vengono approfondite in un lungo e dettagliato articolo apparso su The Daily Beast (argomento ripreso nei prossimi paragrafi).
Moldea ha inoltre ricordato un suo incontro con Robert De Niro (che in The Irishman interpreta Frank Sheeran) durante un evento a Washington. In questa occasione lo scrittore gli avrebbe detto apertamente che non avrebbe dovuto accettare di recitare in The Irishman perché, a suo dire, pieno zeppo di inesattezze storiche.
La risposta dell'attore non ha tardato a farsi sentire e le sue dichiarazioni sono contenute in un'intervista rilasciata a IndieWire:
Dan [Moldea] è uno scrittore molto stimato. L'ho incontrato a Washington ad un evento per scrittori che si tiene ogni anno. Mi ha detto che siamo stati presi in giro.
La versione di De Niro sul suo incontro con Moldea coincide con quella descritta dallo scrittore nelle dichiarazioni rilasciate a The Daily Beast.
De Niro, pur consapevole del parere autorevole di uno dei massimi studiosi del caso Hoffa, sottolinea come la sceneggiatura di Zaillian sia finalizzata al messaggio voluto da Scorsese. Per questo non pensa che gli eventi narrati in The Irishman abbiano una qualche pretesa di veridicità storica:
Non ho problemi con le persone in disaccordo. Naturalmente lui è un esperto di Hoffa e tutto il resto.
Come dice Marty [Scorsese], non stiamo dicendo che la storia che raccontiamo sia vera, stiamo raccontando la nostra versione.
De Niro ha poi proseguito precisando che gran parte del racconto di Sheeran corrisponde al vero.
Soltanto la morte di Jimmy Hoffa (che in The Irishman ha il volto di Al Pacino) rimane ancora oggi un mistero irrisolto:
Io so che tutte le cose che Frank ha detto, le descrizioni dei luoghi in cui si è trovato, dal come lui ne parlava, è tutto vero. Il modo in cui descrive quello che è successo a Hoffa è una qualcosa di molto plausibile per me. Certo mi piacerebbe sapere cosa gli è realmente successo.
Va detto che il caso Hoffa è stato notoriamente oggetto di infinite speculazioni e congetture, oltre che un materiale trattato da una ricca bibliografia.
Lo stesso De Niro ha ricordato un'antica teoria che afferma che il corpo del leader sindacalista venne sepolto sotto il suolo del Giants Stadium (attuale MetLife Stadium) in New Jersey. Questa ipotesi però non convince l'interprete di The Irishman:
Cioè, uno prende il corpo, lo trasporta e lo mette nel cemento? Non sembra il modo più rapido per farlo. Forse è stato fatto in modo diverso dalla stessa mala di Detroit. Tutto è possibile, credo. Sarei felice di sapere la verità vera, se ce n'è una.
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Le inesattezze nel libro The Irishman
Secondo quanto riferito da Moldea, in diversi punti il libro di Brandt dimostra un'evidente imprecisione. La storia di Sheeran conterrebbe infatti una serie di errori che Brandt, come avvocato e investigatore privato, avrebbe potuto facilmente controllare. Queste incongruenze sono elencate nel sopra citato articolo su The Daily Beast.
Di seguito vengono riportate tutte le inesattezze presenti nel libro che ha ispirato il film di Scorsese con relative osservazioni di Moldea:
- Sheeran ricorda di essere volato con un aereo privato all'aeroporto di Pontiac, in Michigan, a nord di Detroit. Un luogo che, secondo l'irlandese, oggi non esisterebbe più. Al suo posto sorgerebbe invece un'area residenziale.
Primo errore. Il Pontiac Municipal Airport risulta in servizio continuo dal 1928. Solo che oggi è conosciuto come Pontiac-Oakland County International Airport.
- Sheeran afferma quindi di essere salito su una macchina (le chiavi sarebbero state appositamente lasciate per lui nel parcheggio dell'aeroporto) e di aver guidato fino a una casa a nord-ovest di Detroit. Lungo la strada, avrebbe inoltre superato il Machus Red Fox Restaurant, dove Hoffa lo stava aspettando. Non era preoccupato che Hoffa potesse vederlo perché "il ristorante si trovava un bel po' lontano dal parcheggio".
Invece no. L'edificio autonomo che ospita il ristorante è separato dalla trafficata Telegraph Road soltanto da un marciapiede e da una fila di parcheggi. Se Brandt ne avesse cercato la posizione su Google Maps, avrebbe capito che il saputo si era sbagliato.
- Sheeran afferma che il gangster Salvatore Briguglio, detto "Sally Bugs" (che nel film è interpretato da Louis Cancelmi) era di casa a Detroit quando lui arrivò. L'irlandese ha inoltre descritto Briguglio come un uomo con "i capelli neri, folti e ricci".
Non proprio. I suoi capelli erano sì folti, ma color castano sabbia, non neri e né ricci. Brandt avrebbe potuto facilmente verificarlo rivedendo le foto di Briguglio già allora diffuse dai media.
- Secondo questo racconto, il figlio adottivo di Hoffa, Chuckie O'Brien, si presentò tardi all'appuntamento. Tuttavia, accompagnò Sheeran e Briguglio al ristorante a prendere Hoffa per poi riportarli a casa a Detroit.
Se questo fosse vero, Sheeran avrebbe potuto chiaramente constatare che il ristorante era vicino alla strada e non "un bel po' lontano dal parcheggio".
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- Nel libro Sheeran racconta di aver accompagnato Russell Bufalino (nel film Joe Pesci) dalla Pennsylvania a Detroit per un matrimonio previsto per il giorno dopo la scomparsa di Hoffa. Il gangster reo confesso sostiene inoltre che, la notte prima del rapimento/omicidio, rivelò a Bufalino che la mafia aveva deciso che Hoffa doveva essere fermato e gli disse quindi "cosa sarebbe successo", il che ovviamente implica che l'irlandese avesse intenzione di uccidere Hoffa.
Sheeran però non viene mai indicato nelle indagini federali come l'assassino di Hoffa o presunto tale. Non c'è nulla nella massiccia indagine dell'FBI e del Dipartimento di Giustizia, lunga diversi anni, sulla scomparsa e sul probabile omicidio di Hoffa che suggerisca che gli investigatori sospettassero che Sheeran fosse l'assassino. Soltanto Robert Garrity, agente dell'FBI incaricato del caso, fece una breve menzione di Sheeran in quello che è tuttora conosciuto come "promemoria Hoffex" (abbreviazione di "Hoffa extortion", ovvero "estorsione Hoffa"). Quest'ultimo conteneva un resoconto dei risultati di mesi di intense indagini condotte da centinaia di agenti dell'FBI.
La parola "estorsione" si riferiva alla telefonata attesa dalla famiglia di Hoffa per una possibile richiesta di riscatto. In questi documenti Sheeran è elencato come l'ultimo di sei sospettati al di fuori del Michigan. Il promemoria in sostanza afferma che Sheeran si trovasse in quella zona di Detroit al momento della scomparsa di Hoffa, un fatto questo incontestabile.
Sheeran dovrebbe quindi essere creduto? È vero che conosceva molti dei sospettati e potrebbe perfino aver avuto un ruolo periferico nella sparizione di Hoffa, come fare una telefonata o forse due, ma non esiste alcuna prova ufficiale di un suo coinvolgimento.
Tutte le questioni sollevate dal libro di Brandt potrebbero oggi essere chiarite, essendo l'autore ancora vivo, ma l'editore ha risposto ad una mail di The Daily Beast dichiarando che lo scrittore non accetta interviste.
La versione di Moldea
Dan Moldea sostiene che il defunto Salvatore Briguglio sia l'uomo che ha ucciso Jimmy Hoffa con l'aiuto di suo fratello Gabe e di un tale Thomas Andretta. Briguglio fu a sua volta assassinato in perfetto "stile mafioso" a New York nel marzo 1978. Stava per essere processato insieme ad Anthony Provenzano (detto "Tony Pro") per l'omicidio di Anthony Castellito. Allora giravano voci che "Sally Bugs" stesse prendendo in considerazione l'idea di un accordo con i federali: la sua testimonianza su Hoffa in cambio di un aiuto per il caso Castellito. L'omicidio di Briguglio non è mai stato risolto.
Perché, secondo Moldea, Sheeran avrebbe dovuto addossarsi la responsabilità della sparizione di Hoffa? La risposta è arrivata dal diretto interessato:
Per i soldi. Un cinico tentativo, in fin di vita, di fare soldi da lasciare alla sua famiglia. Piuttosto che morire al verde, ha confessato un crimine che non ha commesso.
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Moldea crede inoltre che i fatti diffusi da Hollywood nei cosiddetti film con "storie vere", come appunto The Irishman, probabilmente non contino per la maggior parte delle persone e che, più in generale, per il pubblico non sia importante chi abbia davvero ucciso Jimmy Hoffa:
Vogliono solo vedere un film fantastico, e lo faranno. Sono sicuro che lo faranno.
Il caso Hoffa: teorie e indagini
Dal giorno in cui Hoffa è scomparso, l'FBI si è sempre rivelata la fonte più attendibile riguardo a quanto accaduto al noto sindacalista. L'Ufficio Federale di Investigazione ha fatto tutto il possibile: ha interrogato diverse persone e ha chiarito che era disposto a patteggiare con chiunque potesse aiutarli a catturare gli assassini di Hoffa. Sei mesi dopo la scomparsa di quest'ultimo, furono perfino mandati degli inviati speciali a Washington per una revisione del caso a partire dal cosiddetto "promemoria Hoffex".
Nel corso degli anni, in cui i media hanno ripetutamente chiesto informazioni sul caso Hoffa, l'FBI ha risposto erroneamente che l'inchiesta era ancora in corso. In realtà, l'indagine risulta svanita decenni fa.
Il defunto Kenneth Walton, il capo dell'FBI di Detroit negli anni '80, aveva rivelato ad un giornalista di aver motivo di credere che la polizia federale fosse a conoscenza della verità sull'assassinio di Hoffa, ma di essere altrettanto sicuro che il caso non sarebbe mai stato risolto.
Una teoria dell'FBI supponeva che Hoffa fosse stato portato in qualche posto appartato, non lontano dal luogo della scomparsa, privo di sensi, e poi caricato nel bagagliaio dell'auto di Anthony Giacalone, detto "Tony Jack", un temuto membro della mafia di Detroit. Il corpo sarebbe stato poi trasportato a Central Sanition, una struttura di smaltimento dei rifiuti gestita dalla mala statunitense. Gli investigatori hanno ipotizzato che fossero stati attivati dei macchinari rumorosi, Hoffa sarebbe stato colpito alla testa e il suo corpo scaricato in un inceneritore industriale ad alta intensità. Il sindacalista sarebbe quindi letteralmente svanito nell'aria subito dopo la scomparsa. Questo spiegherebbe perché nessun corpo, nessuna prova. La teoria è sorta dopo che Central Sanition è improvvisamente andata a fuoco: nello stesso periodo gli agenti dell'FBI stavano infatti effettuando alcuni controlli sul posto per via delle indagini sul caso Hoffa.
Un'altra popolare teoria dei media prevede che il corpo sia stato messo in un fusto da 55 galloni e trasportato da una compagnia chiamata Gateway Transportation in un posto in New Jersey, conosciuto come "discarica di Brother Moscato". Si riteneva infatti che quest'ultima fosse un sito di smaltimento utilizzato dalla mala per far sparire i corpi. Questo scenario presenta però un problema di credibilità, in quanto vorrebbe dire che il corpo di Hoffa avrebbe viaggiato in un camion attraverso quattro stati. A questo punto quante altre persone sarebbero coinvolte nella sua scomparsa? Inoltre avrebbe avuto davvero senso farlo? E se il camion avesse avuto un incidente? E se qualcosa fosse andato storto?
Come scrisse Robert Garrity nel promemoria Hoffex:
È ignota la ragione per cui il corpo [di Hoffa] sarebbe stato riportato in New Jersey, visto che già in passato la gente del crimine organizzato di Detroit ha dimostrato saper gestire accuratamente queste cose.
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In un'intervista rilasciata nel 1995 Garrity faceva inoltre un'altra osservazione importante a proposito di questa teoria:
I criminali sono i più vulnerabili quando sono con la vittima, quindi avrebbero cercato di farlo [sparire] da qualche parte nelle vicinanze.
Il corpo di Hoffa non è mai stato trovato. Tuttavia, alcuni test col luminol condotti nella casa a Detroit, la stessa dove Sheeran sostiene di aver assassinato Hoffa, hanno rivelato la presenza di macchie di sangue vecchie di diversi anni, il che teoricamente avrebbe dovuto avvalorare la tesi dell'irlandese. Gli esami successivi hanno però stabilito che il sangue trovato non era compatibile con il DNA del sindacalista.
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