Quel pasticciaccio brutto di Artemis Fowl dimostra ancora una volta che Disney deve imparare a lasciarsi andare

Disney si è dimostrata lungimirante nel relegare Artemis Fowl al catalogo Disney+ senza passare dalla sala: si è evitata un inutile bagno di sangue con un film che conferma la difficoltà di creare nuovi live action interessanti.

Autore: Elisa Giudici ,

Artemis Fowl è davvero un brutto film. Peggio, non è una pellicola che fallisce clamorosamente per la troppa ambizione, perché la voglia di fare tanto e bene è talmente incontenibile da farle perdere l'equilibrio in maniera spettacolare e rutilante. No, Artemis Fowl colpisce da subito per come sembri non crederci nemmeno la produzione stessa, che il film abbia qualcosa d'interessante da dire. Pur durando solo 95 minuti (a fronte di una media che ormai veleggia intorno ai 120/130 minuti anche per i prodotti di puro intrattenimento) non riesce a scampare un certo tedio, suscitando una voglia di mandare avanti veloce e arrivare al punto. 

Disney dunque ha fatto benissimo a relegarlo su Disney+, evitando il passaggio in sala e un probabile bagno di sangue al botteghino. Resta un problema di fondo: perché uno studios dovrebbe investire tempo e denaro in un prodotto che già a una prima occhiata rivela tutta la sua debolezza? L'impressione, da spettatori esterni, è che la Casa del Topo - il grande studios che sembra non sbagliare un colpo sui film importanti - almeno un paio di volte l'anno incappi in fallimenti annunciati e francamente evitabili.

Disney
Colin Farrell nei panni di Artemis Fowl senior
Si prova quasi pena per le grandi star coinvolte nell'operazione

Purtroppo le vittime di queste cadute ineludibili sono quasi sempre i film in live action per giovanissimi non legati ai classici animati o a franchise già lanciati. Verrebbe quasi da dire che è fallimentare l'idea di lanciare qualcosa di nuovo (almeno in campo cinematografico, dato che uno spunto davvero originale scritto per il cinema sembra quasi un tabù), se non fosse che il successo più luminoso di casa Disney degli ultimi anni è un certo Frozen.

Artemis Fowl è solo l'ultimo film in live action a raccogliere recensioni imbarazzanti: lo precedono titoli già dimenticati come Nelle pieghe del tempo, Into the Woods e il tutt'altro che terribile Tomorrowland - Il mondo di domani, solo per citarne alcuni. Visti da fuori sono cicliche operazioni fallimentari in cui forse Disney nemmeno si applica. Conoscendo almeno parzialmente le complicate politiche interne del colosso familiare e familista per eccellenza, si rivelano per quello che sono: progetti stritolati dalla mania di controllo dello studio. 

Artemis Fowl è un brutto film ma non per colpa sua 

L'adattamento della fortunatissima saga letteraria per ragazzi di Eoin Colfer è l'esempio perfetto di questo fenomeno. L'ultima grande serie prima che i libri per ragazzi diventassero young adult è composta da otto titoli che hanno cominciato a scalare le classifiche nel 2001. C'è un'intera generazione là fuori che ha fatto vendere ai tomi di Artemis Fowl milioni di copie ed è cresciuta con il giovanissimo genio del crimine irlandese. Primo problema: è cresciuta. Un film per ragazzi tende a funzionare meglio quando il pubblico di riferimento è ancora adolescente. Non è una regola assoluta, perché talvolta la nostalgia fa prodigi in questo senso.

Le vicende produttive che hanno (quasi) portato Artemis Fowl su grande schermo sono però molto lunghe e travagliate. In parecchi hanno carezzato l'idea dell'impresa, ma a un certo punto Disney ha messo le mani sui diritti e li ha congelati. È una strategia cara a tanti studios (vedi anche Warner Bros): accaparrarsi i diritti di una possibile hit e poi stabilire con calma se trasformarla in un film oppure no. Ogni lasciata è persa; se non blocchi tu i diritti, qualcun'altro lo farà e magari poi il film lo produrrà per davvero, creando dal nulla un successo come Harry Potter e Hunger Games. Piuttosto che lasciare alla concorrenza questa chance, meglio comprare tutto il possibile, anche ciò che non si è certi di finalizzare in un adattamento.

Disney
Artemis nel mezzo della sua casa distrutta
Difficile non pensare a una versione giovanile e sciapa di Men in Black

E qui arriva il punto spinoso: Disney non riesce a lasciare ai suoi franchise la libertà di movimento necessaria a diventare adattamenti soddisfacenti. Non è un caso se libri o fumetti molto diversi tra di loro per tono, stile e genere sono diventati lungometraggi similmente deludenti. Prima di arrivare su schermo questi spunti letterari vengono piallati di ogni imperfezione rispetto alla linda superficie familiare su cui Disney ha costruito il suo impero. Artemis Fowl però deve la sua fortuna alla sua fama di essere un libro per ragazzi politicamente scorretto, il cui protagonista è un genio del crimine, truffaldino ed elusivo, tutt'altro che un tipetto raccomandabile. 

Meglio il limbo eterno

Di tutto questo nel film di Kenneth Branagh rimane il genio e il ruolo da protagonista, tanto rifinito e rielaborato da diventare l'ennesimo ragazzino eroe che tenta di salvare il mondo e ricongiungersi alla sua famiglia. Qualche colpa nell'operazione ce l'ha anche il regista, qui particolarmente anonimo. Solo l'ultimo movimento della cinepresa rivela che c'è un certo tipo di carattere dietro la stessa e non un onesto mestierante pronto a confezionare un film di cassetta come tanti.

Di fatto Artemis Fowl è proprio questo: un adattamento di un franchise sterilizzato di ogni passaggio interessante, che non sa cosa farsene delle stelle nel suo cast (Colin Farrell e una sfortunatissima Judi Dench), che si perde in una serie anonima ed inutile di primi piani montati a casaccio e interminabili spiegazioni prima di far succedere qualcosa. 

Disney
Colin Farrell e Ferdia Shaw
La delusione dei fan in questo ed altri casi è più che prevedibile e comprensibile

Sul film in sé non c'è molto da dire, perché è esattamente tutto quello che si aspetta chi è già rimasto scottato da simili fiaschi precedenti. Rimane l'ennesima occasione persa. Non è difficile pronosticare che questo lungometraggio scontenterà enormemente i fan della serie letteraria e conficcherà l'ennesimo chiodo nella bara del cinema d'intrattenimento ben fatto per ragazzi. Inutile nascondersi dietro un dito.

Il problema non è che i giovanissimi e i loro accompagnatori non hanno più voglia di andare al cinema. Con la sterminata offerta alternativa delle piattaforme streaming, un film così deludente non vale il viaggio verso la sala e Disney lo sa. Tra franchise per adulti e ragazzi stritolati nelle lotte intestine del colosso e nell'epurazione di qualsivoglia guizzo creativo controcorrente, continua ad allungarsi la lista di franchise uccisi sul nascere da un pessimo film. A questo punto, se proprio non si può dare una chance alla concorrenza, meglio lasciare Artemis Fowl e gli altri congelati nel limbo dell'acquisizione dei diritti per sempre.

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Commento

Voto di Cpop

40
Se continua a epurare i franchise per ragazzi su cui mette le mani di tutte le parti "controverse" (in realtà caratterizzanti) Disney continuerà a incappare in fallimenti come Artemis Fowl.

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