La figura del vampiro, fin dalla sua comparsa in letteratura e poi al cinema, è fra le più affascinanti di sempre.
Avvolto da un'aura di romanticisimo - poiché rappresenta la conquista dell'immortalità, con la realizzazione del più grande sogno dell'uomo - il vampiro è un essere antico, che calca la terra da secoli se non da millenni. Rappresenta la nostra memoria storica, perché spesso ha avuto occasione di assistere in prima persona a eventi epocali.
In qualità di morto vivente, ben diverso da uno zombie senza intelligenza e senza capacità di discernimento, è un essere immortale libero dalle briglie delle convenzioni sociali.
Nell'opera dello scrittore irlandese Bram Stoker, pubblicata per la prima volta nel 1897, la figura del vampiro rappresenta una ribellione contro la moralità ottusa e soffocante della società vittoriana.
Dracula è un romanzo epistolare in cui il "mostro" viene incaricato di portare con sé quella carica sensuale e quella spontaneità che la morale vittoriana censurava con determinazione.
Ispirato dalla figura storica del principe Vlad III di Valacchia, soprannominato “l’impalatore” per la crudeltà mostrata verso i nemici, il Conte Dracula. La premessa storica del film di Francis Ford Coppola intitolato Bram Stoker's Dracula e realizzato nel 1992, tuttavia, è assente dal romanzo di Stoker.
Nella pellicola in cui il vampiro ha il fascino e il talento di Gary Oldman, la premessa storica su Vlad - distrutto dal suicidio dell'amata che l'aveva creduto morto - ha lo scopo di esaltare l'aspetto romantico del mostro.
L'intera pellicola, infatti, è più una storia sull'amore che supera i confini del tempo e dello spazio che un racconto dell'orrore.
Di conseguenza, la natura stessa di gran parte dei personaggi che affollano il romanzo viene riscritta per la pellicola di Coppola - premiata con 3 Oscar e sceneggiata da James V. Hart (Hook - Capitan Uncino, Contact) - allo scopo di esaltarne gli aspetti romantici.
I principali cambiamenti apportati dal film rispetto al romanzo possono essere riassunti così:
- Introduzione di un antefatto storico sulla figura di Vlad III, figura storica che Stoker non cita espressamente e la cui presenza per Coppola ha lo scopo di sottolineare il lato umano dell'uomo noto come "l'impalatore".
- Attribuzione di un'imponente componente romantica al personaggio di Dracula, che nel romanzo viene descritto come una creatura mostruosa e senz'anima, incapace di concepire l'amore. Soprattutto dal punto di vista umano.
- Ribaltamento della figura di Mina: nel romanzo è una vittima di Dracula, e beve il suo sangue - con estremo disgusto - perché vi viene costretta; nel film, Mina viene conquistata dal romanticismo e dal cuore ferito di Dracula, prima soggiogata ma poi scegliendo di abbandonarsi ai sentimenti. Mina diventa di fatto un'alleata di Dracula, mentre nell'opera di Stoker lo odia profondamente per ciò che ha fatto all'amica Lucy e giura eterna fedeltà a Jonathan.
- Trasformazione del professor Van Helsing, uomo riflessivo nel romanzo, in un forte e combattivo cacciatore, un uomo d'azione interpretato da Anthony Hopkins.
- Stravolgimento della figura di Lucy, che per Stoker è un vero e proprio angelo innocente e per Coppola diventa una sensuale provocatrice, maliziosa ed esplicitamente ribelle contro i canoni vittoriani dell'ambientazione storica.
- Prolungamento della prigionia di Jonathan Harker al castello, nel film circondato e sedotto dalle spose di Dracula che nel romanzo non lo attaccano mai. Harker fugge dal castello non appena il Conte parte per Londra, mentre nel film vi rimane a lungo, protagonista di scene che rendono esplicita la metafora del vampirismo come espressione della sessualità vittoriana repressa.
- Nel romanzo sono Jonathan e Quincy a eliminare Dracula, mentre nel film tocca a Mina, che gli dà la pace eterna dopo che Dracula è stato ferito mortalmente.
Il significato del film
La differenza più sostanziale, che cambia profondamente la natura del romanzo una volta portato sullo schermo da Coppola, è l'incapacità del Dracula di Stoker di amare.
Il suo Dracula non ama Mina, né ha mai amato nessun'altra donna.
La premessa storica del film suggerisce che Vlad, tradito dalla sua fede nella religione cristiana (per la quale combatteva), rinneghi Dio e tutti i suoi simboli, trasformandosi nella figura del nobile decaduto, privato dell'amore e dell'eredita - il casato - e pronto a covare vendetta per secoli.
Il sangue, simbolo per eccellenza della forza vitale che scorre nelle vene degli esseri umani, al cinema diventa uno strumento per unire Dracula e le sue vittime-amanti. La metafora di Stoker sui tabù della repressiva società inglese dell'epoca diventa molto più esplicita con l'esaltazione del lato sensuale, sessuale e sentimentale del vampiro e del suo rapporto con le vittime.
Tanto da affascinare e conquistare il pubblico molto più di quanto faccia il mostro spietato del romanzo.
Numerosi critici e studiosi riconoscono nel Dracula di Stoker una preziosa testimonianza dei dilemmi morali, psicologici e sociali nell'Inghilterra di fine Ottocento.
Nonostante due interpretazioni molto differenti della stessa storia, però, il Dracula di Stoker e quello di Coppola condividono un elemento fondamentale. Dracula rappresenta, sia nel romanzo che nel film più celebre fra i molti che ne sono stati tratti, l'esatto opposto del concetto cristiano di resurrezione.
La morte dell'anima è dunque il prezzo da pagare per la vita eterna. E l'uomo, in nessun caso, può e deve sfidare le leggi della natura stabilite da Dio: facendolo, non farà altro che portarsi dietro morte e distruzione.
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