Gangs of London: gli episodi 4 e 5 e qualcosa di mai visto prima in TV

Il quarto episodio di Gangs of London ci ha tenuti con il fiato sospeso. E il quinto ci ha colpiti in pieno viso, come un pugno sferrato all'improvviso. Un intero episodio più esplosivo - letteralmente - e sanguinario di un film di guerra...

Autore: Chiara Poli ,

Dopo lo sconvolgente episodio pilota, c’erano stati i segreti di Finn Wallace (Colm Meaney) e la guerra di suo figlio Sean (Joe Cole) per scoprire chi aveva osato toccare l’uomo più potente della criminalità londinese.

E ora, con il quarto e il quinto episodio di #Gangs of London, Sean è tormentato dai ricordi del tempo passato col padre e dalla convinzione che nessuno avrebbe osato toccarlo.

Si sbagliava. E Finn lo sapeva.

Quando sei in cima c’è sempre qualcuno che cerca di tirarti giù.

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Preoccupati dalla strage al campo nomadi, lo zio di Raheem (Shaq B. Grant) gli intima di portare via la refurtiva recuperata durante un furto a una delle gioiellerie protette dai Wallace.

Raheem ha infranto le regole, convinto che la morte di Finn fosse un’occasione.

Le fotografie della strage in Albania voluta da Finn, secondo Luan (Orli Shuka) sono la prova che l’ex capo delle gang criminali della città faceva di testa sua. Agiva senza che nessun altro, nemmeno il fidatissimo Ed (Lucian Msamati) lo sapesse.

Giochi di potere

Politica e traffici illegali sono inesorabilmente legati. Il potere legittimato deve coordinarsi con quello illegittimo per poter sopravvivere. Perché non c’è speranza che la legalità vinca, quando il crimine è così ramificato.

Nasir (Parth Thakerar), il figlio di Asif (Asif Raza Mir), è nel pieno di una campagna elettorale che senza i finanziamenti e le conoscenze del padre criminale non esisterebbe.

Elliot (Sope Dirisu) si lega sempre più a Shannon (Pippa Bennett-Warner) perché anche la seduzione, in fondo, è un gioco di potere.

Tanto quanto l’intrusione di Ed in casa di Elliot.

I giochi di potere si fondano sull’equilibrio. E l’equilibrio è sempre, costantemente precario.

Da che parte stai?

Mentre Marian Wallace (Michelle Fairley) indaga sull’amante di Finn - ricordate? Finn aspettava un figlio da un’altra donna e aveva comprato uno yacht e addirittura un’isola - Elliot viene messo alla prova.

Gangs of London ci racconta un’unica storia: una lunga, inesauribile prova di lealtà. Famigliare, politica, criminale. La lealtà è la merce di scambio più preziosa nel mondo complesso e conflittuale di tutti i personaggi coinvolti.

Floriana (Arta Dobroshi) è in catene e l’intera banda di Raheem viene massacrata. Da Elliot, che deve provare di essere affidabile e salvare suo padre da una ritorsione. Mark capisce che è un poliziotto, ma prima che possa dirlo a Sean viene ucciso per salvare Sean da un’imboscata

In un tripudio di sangue, l’attacco agli Wallace chiude un episodio straordinario… Ma mai quanto quello successivo.

Un mondo a parte

Sono organizzati. Sono spietati. E cercano l’assassino di Finn Wallace. Con personaggi nuovi, e senza i protagonisti, il quinto episodio di Gangs of London ci racconta la caccia all’uomo. La caccia a Darren (Aled ap Steffan) e a suo padre Kinney (Mark Lewis Jones), scampato alla strage al campo nomadi.

Come da copione, un copione che ormai si ripete in ogni episodio, la situazione finisce per precipitare. E non c’è modo di sfuggire all’attacco di un gruppo armato fino ai denti e addestrato. Sembra una strage dall’esito certo. Fino a quando scopriamo che la casa fatiscente in cui Darren si nascondeva è a prova di attacco… Ma non a prova di bomba.

Nessuno è a prova di bomba.

I mandanti dell’omicidio sono gli stessi che hanno ucciso dozzine di persone per eliminare il loro killer. Agli ordini di Jevan Kapadia (Ray Panthaki), l’uomo che vuole mettere Alex Dumani (Paapa Essiedu) a capo degli affari degli Wallace.

Gangs of London ci regala un episodio totalmente inaspettato. Incredibile. Con qualcosa che, poco ma sicuro, non avevamo mai visto prima in TV.

Nemmeno in Homeland, nemmeno in Over There.

Gangs of London è arrivato là, dove nemmeno James Bond si era spinto prima: Skyfall, in confronto, era stato una passeggiata...

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