Speciale: tutti I segreti di Twin Peaks. Ecco chi ha ucciso Laura Palmer

Autore: Chiara Poli ,

Oltre la vita e la morte: s’intitola così l’ultimo episodio (fino a tre anni fa) di Twin Peaks, #I segreti di Twin Peaks nella versione italiana.

Advertisement

La seconda stagione aveva finalmente risposto alla domanda che tutti, in tutto il mondo, ci stavamo ponendo: chi ha ucciso Laura Palmer?

E la risposta, sconvolgente, non aveva concluso la storia. Anzi: era arrivata a un terzo della stagione, con altri 15 episodi davanti.

Utilizzati in parte per raccontare la scoperta della verità da parte della polizia e degli abitanti della cittadina, e in parte per esplorare altri aspetti di quel mondo oscuro.

Non a caso, dopo 26 anni, nel 2017 David Lynch, con il cast originale del 1990, era tornato alla carica per raccontarci altri aspetti di una storia ancora piena di misteri da raccontare.

Advertisement

Ma questa è un’altra storia.

Oggi vogliamo dedicarci alla soluzione del caso che ha tenuto milioni di persone con il fiato sospeso per due anni: l’omicidio di Laura Palmer

[tv id="1920"]

Advertisement

Il finale di serie

Allora era il finale di serie. L’ultimo episodio di Twin Peaks. Andò in onda per risolvere parte delle sottotrame sviluppate nel corso delle due stagioni firmate da David Lynch, e andò in onda così come Lynch l'aveva voluto: ricco di simboli e sequenze oniriche, a dimostrazione che la televisione non era affatto il “ripiego” di chi non era riuscito a sfondare nel cinema.

Perché di piccolo, lo schermo di Twin Peaks, non aveva mai avuto niente.

Fra naturale e soprannaturale, l’agente speciale Dale Cooper (Kyle MacLachlan) e lo sceriffo Harry Truman (Michael Ontkean) insieme al suo vice Hawk (Michael Horse), ricostruiscono tutti gli elementi che hanno a disposizione.

Elementi che mescolano sogni, visioni, indagini e testimonianze.

Il gigante, il piccolo uomo, il fuoco… Fuoco cammina con me.

Fuoco cammina con me…

Ricordo ancora a memoria le parole dell’agente Cooper, intento a ricostruire la mappa disegnata su quella lavagna nell’ufficio di Truman, pochi istanti prima di dire addio alla storia di Laura (Sheryl Lee).

Advertisement

Il cadavere della reginetta della scuola era stato ritrovato, nudo e avvolto in un telo di plastica, sulla riva del fiume.

Insieme a Truman, Cooper raggiunge Glastonbury Grove, nella foresta, dove Hawk aveva trovato le pagine del diario.

La Signora Ceppo (Catherine E. Coulson), Ronnette Pulaski (Phoebe Augustine) - la ragazza sopravvissuta alla stessa sorte di Laura e trovata in stato confusionale - Windom Earle (Kenneth Welsh), Nadine (Wendy Robie), Norma (Peggy Lipton), Ed (Everett McGill), Donna (Lara Flynn Boyle), Benjamin Horne (Richard Beymer), Audrey (Sherilyn Fenn), Shelly (Mädchen Amick) e Bobby (Dana Ashbrook) e gli altri: ci sono tutti, quando il momento della verità si avvicina. Tutti. Ma non è la verità che ci aspettiamo.

ABC Studios
Twin Peaks: Laura Palmer
Twin Peaks: Laura Palmer

Ti rivedrò ancora tra 25 anni

In uno degli episodi più tesi nella storia della TV, tutti (o quasi) i nodi vengono al pettine Uno dopo l’altro. 

Il dottor Will Hayward (Warren Frost) aggredisce Benjamin Horne per impedirgli di distruggere la sua famiglia.

Dale e Harry arrivano sul luogo dell’omicidio di Laura, ma l’agente Cooper avverte che è necessario che sia lui, e solo lui, a esplorarlo.

Senza dare spiegazioni, si allontana dallo sceriffo e finalmente la ritrova: la loggia nera. La stanza dalle tende rosse in cui il nano e il gigante hanno fatto da portavoce a Laura, che cercava di dare a Cooper tutti gli indizi necessari a trovare il suo assassino. Un posto che solo l’agente Cooper, nella sua mente, poteva raggiungere.

Dieci ore dopo esservi entrato, lo sceriffo lo sta ancora aspettando insieme ad Andy (Harry Goaz).

Mentre la mamma di Laura, Sarah Palmer (Grace Zabriskie) corre a dare un messaggio al maggiore Briggs (Don Davis) direttamente dalla loggia nera, Dale Cooper incontra Laura Palmer, che ha un messaggio per lui:

Ti rivedrò ancora tra 25 anni.

E così è stato, con quel sequel-nuova serie-terza stagione in cui la promessa di Laura è stata mantenuta. 

Fuoco cammina con me.

Con queste parole pronunciate dal nano, l’agente Cooper - non senza difficoltà e paura, fra le grida di Laura e il suo stesso cadavere, steso a terra - esce dalla loggia nera e arriva dov’era sempre stato diretto: verso il Bob dentro di sé.

La simbologia: Bob.

Se la loggia nera, i messaggi della Signora Ceppo, le visioni di Sarah Palmer e tutto il resto hanno fatto da contorno alla storia degli abitanti di Twin Peaks, il vero fulcro del simbolismo nella serie è lui, Bob (Frank Silva).

A Bob ho dedicato un capitolo - l’ultimo, non a caso - del mio libro sui Cattivi nelle serie TV.

Perché Bob ha perseguitato i miei incubi (e quelli di molti altri) per anni. 

Perché Bob è l’emblema stesso del mondo in cui Twin Peaks ha fatto della simbologia, con cui ha disseminato ogni singolo episodio, il vero strumento di comunicazione, il tramite ultimo fra David Lynch (indimenticabile interprete del supervisore di Cooper, il direttore Gordon Cole) e lo spettatore.

Gli occhiali e i soldi che volano dopo l’esplosione alla banca, ma soprattutto la complicità di Cooper con Leland Palmer (Ray Wise) nella Loggia Nera e la sua stessa trasformazione in Bob: in un certo senso, Dale Cooper stava dando la caccia a se stesso. Semplicemente perché la risposta era sempre stata dentro di lui. Davanti ai suoi occhi.

Fuori dalla Loggia Nera, Cooper viene ritrovato da Truman insieme ad Annie (Heather Graham), ferita ma non in pericolo di vita.

Cooper ha contrattato la sua anima in cambio della vita di Annie, ma l’anima che Bob ha preso era quella di Windom Earle.

E Bob è dentro di lui, dentro Cooper, che lo vede nello specchio al posto della sua immagine riflessa, a ricordarci che la scelta di svelare l’identità dell’assassino di Laura a un terzo della stagione - osteggiata da Lynch ma voluta dal co-creatore della serie Mark Frost - aveva costretto Lynch a esplorare altri aspetti della storia per la bellezza di 15 episodi.

Cosa che portò, inevitabilmente, alla cancellazione della serie dopo 2 stagioni.

Un passo indietro: chi ha ucciso Laura Palmer? L’arresto sbagliato e la risposta giusta

Sono partita dal finale di serie perché era necessario per ricollegarmi all’episodio - indimenticabile, benché prematuro (2x07) - in cui ci veniva svelato chi ha ucciso Laura Palmer.

Grazie al ritrovamento del diario di Laura, o meglio di ciò che ne resta, la verità viene a galla. Con tutte le sue drammatiche conseguenze.

I sospetti su Benjamin Horne, che confessa alla figlia di essere stato innamorato di Laura, e la sua presenza nel diario di Laura, con la quale aveva una relazione, porta all’arresto dell’uomo.

Ben presto, però, i sospetti di Cooper lasciano presto il posto ai racconti della ragazza su Bob, “un amico del padre”, l’uomo che l’ha tormentata per tutta la vita.

Bob è un fantasma, un personaggio immaginario, un’invenzione scaturita dalla mente di una ragazzina che non voleva accettare la realtà: a molestarla, entrando in camera sua, era l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla. Suo padre, Leland Palmer.

Trasformatosi nel simbolo della difesa inconscia di Laura ma anche nell’emblema del male che alberga nell’animo degli uomini, Bob lascia spazio alla sua vera identità.

A uccidere la figlia della quale aveva abusato per anni è stato lui, Leland Palmer, il vero mostro che tutta Twin Peaks aveva sempre avuto sotto gli occhi.

E solo grazie alla sua visione del gigante che lo mette in guardia:

Attento, sta per succedere ancora

l’agente Cooper inizia a intuire di aver arrestato l’uomo sbagliato mentre di Maddy (la cugina-gemella di Laura, interpretata dalla stessa Sheryl Lee) sta per essere massacrata.

Leland Palmer si guarda allo specchio, dove compare l’immagine di Bob.

Bob e Leland sono la stessa persona. La persona che aggredisce Maddy.

La persona che ha ucciso Laura Palmer.

Bob era una proiezione della mente di Laura, ma anche altro: la rappresentazione fisica del Male.

Per molti anni i critici hanno scritto che Bob era il demone che albergava nell’animo di Leland Palmer, e che solo alcune persone potevano vedere nella sua vera forma.

Ma non è mai stato così.

Bob è sempre stato solo la manifestazione del Male puro. Un male esclusivamente, completamente, mostruosamente umano.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!