Da oltre un decennio attraverso il Marvel Cinematic Universe, ci siamo appassionati nel vedere anche sullo schermo i supereroi di carta, che da sempre ci hanno regalato grandi emozioni con le loro storie a fumetti.
Tanti racconti diversi, su quelle che da semplici persone comuni, per svariati motivi da un giorno all'altro si sono ritrovate ad avere superpoteri e abilità particolari.
Ed ecco quindi che possiamo vedere Iron Man sfrecciare nel cielo con le sue armature, Thor mentre si teletrasporta da un mondo all'altro, Wanda che altera la realtà costruendo scenari immaginari e Wasp che si rimpicciolisce o ingrandisce ogni volta che una situazione lo richiede.
Ma affinché tutto questo sia possibile, dietro c'è un grande lavoro fatto da altri tipi di eroi: gli eroi invisibili.
Come spettatori, siamo da sempre abituati a ricevere il prodotto finito, giudicando solo ciò che vediamo sullo schermo.
Ma poche volte ci soffermiamo a domandarci quante persone, quante ore di lavoro, quanti sacrifici siano stati impiegati su ogni singolo pixel; perché un puzzle, per essere completo, ha bisogno di ogni suo pezzo al posto giusto.
Questa è una regola che vale in ogni ambiente e in ogni contesto. Ma purtroppo l'era del consumismo ci ha abituati a essere troppo superficiali; e con la scusante de "il cliente ha sempre ragione", valutiamo soltanto i contenuti finali, senza mai fare un percorso a ritroso per capire la storia che c'è dietro a quel contenuto.
Ed è proprio sul binomio domanda-offerta che ruotano il mondo dell'economia e di tutti i settori annessi, incluso quello dell'intrattenimento. Perché è chiaro che se il consumatore non ottiene ciò che vuole, si rischia un flop; e di conseguenza, va sempre accontentato.
Ma fino a che punto ci si può spingere in questo senso?
Ottenere un prodotto di qualità che riesca a conquistare una larga scala di utenza, ha un costo.
E non ci riferiamo soltanto a quello economico, perché per quanto il denaro sia necessario per avviare un progetto, il grosso del lavoro viene comunque svolto dalla manodopera.
Ovvero persone reali, che impiegano la maggior parte del loro tempo a cercare di soddisfare la richiesta di mercato.
Questa richiesta purtroppo, molto spesso prende il sopravvento su ogni altra cosa, arrivando a mettere in secondo piano anche il lato umano, trasformando quello che dovrebbe essere un piacevole lavoro di squadra, in un vero e proprio incubo.
La domanda sorge quindi spontanea: è giusto sfruttare letteralmente delle persone, per accontentarne altre?
Marvel Studios è nel mirino dei lavoratori insoddisfatti
Per quanto sia un'affermazione infelice, è doveroso riconoscere che nel mondo dell'industria, tutto ruoti attorno al dio denaro.
E quindi si è disposti a tutto per guadagnare sempre di più, a discapito di molte cose. A volte, anche dei diritti umani.
Non è una novità quindi che in molti ambiti, spesso siano saltati fuori degli altarini rivelati da lavoratori che non ce la facevano più.
E tra queste vittime del sistema, ci sono anche gli addetti agli effetti visivi di Marvel Studios.
Una figura molto importante nel settore cinematografico, perché le varie acrobazie dei supereroi - e non solo - menzionate a inizio articolo, avvengono proprio grazie a questi signori. Quelli che, non a caso, abbiamo definito eroi invisibili.
Questo perché, anche il dettaglio all'apparenza più insignificante per lo spettatore, in realtà è sempre frutto di una grande mole di lavoro, suddivisa in varie fasi e gestita da tante persone.
E più si punta in alto nell'ottenere degli effetti visivi di qualità e più il lavoro chiaramente aumenta.
Quando l'incarico non viene suddiviso equamente e diventa ingestibile a livello umano, può essere ancora definito un semplice lavoro?
Essere costretti a lavorare sotto stress per tantissime ore al giorno, dover fare in due ciò che era destinato a quattro, rispettare delle scadenze brevi per realizzare qualcosa che richiede più tempo, fare modifiche improponibili a lavoro ultimato avendo le ore contate, sono soltanto alcune delle condizioni in cui, chi fa parte dell'VFX (Visual Effects), è costretto a subire.
E se queste condizioni non vengono soddisfatte, si rischia anche il licenziamento, come ha rivelato di recente a Vulture, una fonte anonima attendibile e interna ai Marvel Studios.
Secondo altre testimonianze raccolte in precedenza dalla testata Defector, questa è una situazione che sembra protrarsi fin dall'inizio del Marvel Cinematic Universe, ma negli ultimi anni è diventata veramente insostenibile.
Questo specialmente perché con l'inizio delle varie Fasi - con la Multiverse Saga si arriva alla Fase 6 - sono in programma decine di nuovi film e serie TV, che tutto sommato usciranno in tempi brevi, rispetto a quelle che dovrebbero essere le normali tempistiche di realizzazione.
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Di conseguenza la quantità di lavoro richiesta, è sproporzionata a quelle che sono le reali capacità della cosiddetta manodopera.
Tanto che come riporta ComicBook, si parla di vera e propria depressione che ha colpito la maggior parte degli artisti degli effetti visivi. I quali, conoscendo ormai bene il modus operandi di Marvel Studios, sono in crisi non solo per ciò di cui si stanno attualmente occupando, ma anche perché sanno già cosa li aspetta nell'immediato futuro.
Per questo motivo seppur a malincuore, c'è anche chi ha deciso di lasciare l'industria degli effetti visivi, per non rischiare di fare la fine di alcuni colleghi ormai giunti all'esaurimento nervoso.
Sembra dunque che Marvel Studios, per arrivare a dominare il mondo dell'intrattenimento, abbia quasi ereditato il delirio di onnipotenza di Thanos e la presunzione di ottenere tutto ciò che vuole, soltanto con uno schiocco delle dita.
Dimenticandosi però, che la loro realtà è ben diversa da ciò che avviene nel Multiverso.
E coloro che ne fanno parte, non hanno i superpoteri.
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