Cosa faresti se un giorno la yakuza ti dicesse che hai un debito con loro?
Con questa premessa intrigante, Badducks si presenta a noi come un seinen originale che miscela elementi drammatici, action, fantascientifici e sovrannaturali. Pubblicata tra il 2021 e il 2022 dalla casa editrice Futabasha, questa prima opera di Toryumon Takeda è composta da quattro volumi raccolti in un box curata dalla nostrana J-POP Manga.
Takeda, al suo debutto in Italia, porta una delle proposte più intriganti dell'anno per il panorama manga, mescolando sapientemente avventura, mistero e commedia in un’opera che ha già le carte in regola per diventare un piccolo cult.
- Se dovessi perdere la mia bontà d'animo, non mi rimarrebbe più niente.
- Un mix di generi e temi profondi: a metà tra realismo e fantascienza
- Un roller-coaster di emozioni, ma al contrario.
- Uno stile che ricorda il fumetto europeo
Se dovessi perdere la mia bontà d'animo, non mi rimarrebbe più niente.
La vita non è stata affatto clemente con Morgan Gray. Divenuto orfano a soli dieci anni, abbandonato dai genitori, il giovane cresce solo e in estrema povertà, ma non si arrende ad un destino apparentemente beffardo. Trova quel che suppone essere il suo posto nel mondo quando, a trent’anni, si sente finalmente pronto a chiedere alla sua bellissima e dolcissima compagna, Olivia, di sposarlo: acquista l'anello, si reca al loro appartamento e gira il pomello, ma ciò che si trova dinanzi non è quel che si aspettava di vedere.
Ad attenderlo, seduto sul divano e con la pistola puntata alla tempia della sua amata Olivia, non vi è un amante, il netturbino, non il vicino di casa o un bambino pestifero, bensì il suo terribile e oscuro passato che, dalle profondità della malavita, torna a perseguitarlo: la Yakuza, che a Rado porta il volto di Nguyen, lo ha rintracciato per riscuotere un debito contratto dai genitori, ben 20 anni prima.
Disperato e senza alcuna via d'uscita, Morgan accetta di saldare l'intero importo vendendo il suo corpo e sottoponendosi a un intervento chirurgico sperimentale che non gli permetterà di tornare dalla sua amata: difatti, dovrà vendere i suoi organi, un'operazione che - molto probabilmente - lo ucciderà.
Giunto in un luogo fuori dal mondo e abbandonato da qualsivoglia divinità, il nostro protagonista lascia che i medici di Rado al soldo di Nguyen lo operino: chiude gli occhi, pronto ad abbandonare questo mondo, quando una luce proiettata sul suo viso lo acceca. L'uomo si sveglia.
Morgan è diventato un cyborg, un uomo-macchina vincolato ai suoi aguzzini, destinato a lavorare in Fabbrica per tutto il tempo che gli resta da vivere: al posto della morte, Nguyen gli ha offerto una seconda possibilità, vivere una vita d'inferno, impossibilitato a contattare Olivia e uscire dai confini di Rado.
Non più un essere umano, ormai, bensì un individuo privo di identità: Morgan Gray non esiste.
E' così che l'associazione criminale si assicura organi freschi e manodopera gratuita: schiavizzando povere anime appartenenti a minoranze, o individui senza carta d'identità valida, privi di un lavoro legalizzato e, pertanto, non riconosciuti dal Governo. Un gioco malavitoso coperto da polizia corrotta ed un sindaco senza scrupoli.
Tutto sembra perduto. Agli occhi di Morgan, la sua vita è ormai segnata da sofferenza. Rassegnato, si abitua pian piano alle follie di Rado, quando un giorno il suo cammino entra in collisione con quello di Lisa, una donna dalle mille risorse e ultima superstite di una razza non umana.
La donna, apparentemente una ventenne (quando in realtà ha ben 69 anni), rappresenta un prezioso gioiello sulla corona di Nguyen, tant'è che l'uomo non la perde mai di vista: dopo averle reciso le tibie, racconta Lisa, l'ha costretta a prostituirsi, malgrado il trattamento riservatole sia stato sempre di favore rispetto a quello previsto per le sue colleghe.
Tuttavia, Lisa non ci sta: non si è mai arresa all'idea di essere un raro pezzo da collezione, uccello in una gabbia dorata privato della facoltà di volare. Risoluta e senza peli sulla lingua, la donna si avvicina a Morgan e gli propone di fuggire: oltre le mura di Rado, saranno liberi e potranno vivere come fuggiaschi.
Morgan non ha scelta. O meglio, una delle due consisterebbe nel restare prigioniero di Nguyen, ma il ragazzo preferisce una vita breve da ramingo latitante, piuttosto che una lunga da prigioniero: ha inizio, così, un piano di fuga che li porterà a rubare una valigetta piena di denaro, abbastanza da permettergli di sopravvivere.
Tuttavia, il borsone contiene in sé una sorpresa: all'interno vi è un misterioso bebè, un piccolo dai capelli biondi e occhioni azzurri, figlio illegittimo e indesiderato di Erik Maier (primogenito del sindaco di Rado). Confusi e rincorsi da polizia e mafia, Lisa e Morgan discutono su quale sia la cosa giusta da fare: tenere il bambino o riconsegnarlo?
Malgrado Lisa non sia convinta e ribadisca più volte di non volver, in alcun modo, doversi occupare di un bambino così piccolo, Morgan si mostra fermo e irremovibile nella sua decisione: il bambino resta, e si chiamerà Boz.
Comincia, così, una rocambolesca fuga lunga dodici anni, con la Yakuza alle calcagna e il destino di questo bizzarro trio appeso a un filo: Nguyen non può permettersi di perdere la sua preziosa Lisa, la cui rara peculiarità non consiste nell'essere l'ultima della sua razza, bensì in qualcosa di più sinistro ed inquietante…
Riuscirà Morgan a sopravvivere alla Yakuza? Cosa nasconde realmente Lisa? Qual è il vero scopo di Nguyen?
Un mix di generi e temi profondi: a metà tra realismo e fantascienza
La storia di Takeda ci immerge in un racconto che fonde il realismo crudo di un Paese al soldo di un'associazione criminale con elementi fantascientifici, un po' steampunk, che sfidano l’immaginazione dei lettori.
Tuttavia, non lasciatevi ingannare dall’ambientazione e i toni drammatici, poiché Badducks non si configura come un semplice shonen o un seinen lacrimevole. Al centro della narrazione c’è una famiglia sui generis composta da Morgan, Lisa e Boz, tre individui agli antipodi, legati solo dall’amore che provano l'uno per l'altra: una lezione su cosa significhi essere una famiglia non-ideale, lontana da stereotipi idealizzati e anacronistici.
Toryumon Takeda dimostra di essere in grado di esplorare temi universali quali la lotta per la sopravvivenza, la moralità e il valore della libertà, senza mai cadere in discorsi lapalissiani, prevedibili o scontati: scene truculente e action sono intervallate da sprazzi di serenità, con i pro e i contro che caratterizzano un nucleo famigliare realistico.
Uno dei punti di forza di Badducks, difatti, è la rosa di personaggi descritta da Takeda: i protagonisti non sono eroi perfetti, al contrario risultano rudi, sboccati, con difetti marcati ed evidenti che li rendono estremamente umani, malgrado dalla società non siano considerati tali.
Questo approccio empirico e senza peli sulla lingua si traduce in un racconto che narra di individui atipici, uomini, donne e bambini che, pur vivendo ai margini della società, riescono a toccare corde profonde grazie alla loro autenticità.
Altro punto a favore dell'opera è la palpabile e neanche troppo velata riflessione su cosa siano il bene e il male, senza scadere in semplificazioni banali: Morgan è un ragazzino abbandonato che, malgrado conduca una vita retta, pagherà uno scotto altissimo per le malefatte dei suoi genitori.
Il dolore e la cattiveria del mondo non lo scalfiscono, finché qualcuno non prova a far del male alla sua nuova famiglia: è lì che Morgan si spoglia della veste da bravo ragazzo, indossando la maschera da mostro qual è descritto da Rado, macchiandosi le mani di sangue e vivendo, poi, nella vergogna di aver tolto la vita ad un altro essere umano.
Non solo Morgan, ma ogni personaggio descritto dall'autore porta con sé un bagaglio di esperienze, dolore e sofferenza che mette in discussione l'ideale contraddizione su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, spingendo il lettore a chiedersi:
Chi è il vero mostro adesso?
Un roller-coaster di emozioni, ma al contrario.
La trama di Badducks è un autentico roller-coaster di emozioni, ma... al contrario! L’inizio della storia colpisce come un pugno nello stomaco: un susseguirsi di eventi mozzafiato, il motivo costante della fuga, situazioni al limite dell'assurdo e una serie di episodi al cardiopalma, che però non culminano mai in un vero e proprio climax.
Col tempo, difatti, il ritmo si fa più lento e meditativo, concentrandosi sulle relazioni e sulla quotidianità dei protagonisti, sino a culminare in un finale privo di qualsivoglia emozione: a primo acchito, sembra quasi che all'autore sia stato imposto di mettere un punto alla sua opera mentre egli era ancora a metà.
Tuttavia, questo repentino cambio di tono permette al lettore di approfondire i personaggi - vero punto di forza dell’opera -, ma penalizza il finale: difatti, il quarto volume, pur mantenendo una certa dolcezza nella conclusione, risulta caotico e affrettato, lasciando in sospeso molti interrogativi. Una chiusura che, seppur tenera, potrebbe non soddisfare pienamente chi cerca una narrazione più strutturata.
Uno stile che ricorda il fumetto europeo
La mano di Toryumon Takeda ricorda molto lo stile di autore europei di scuola francese piuttosto che mangaka odierni (e non). Oltretutto, il tratto dell'autore è sorprendentemente maturo per un’opera d’esordio: le influenze di maestri del calibro di Katsuya Terada (Blood: The Last Vampire) sono evidenti, complici illustrazioni dinamiche e ricche di dettagli evocativi.
Oltretutto, l’evoluzione stilistica dell’autore è tangibile: nel corso della lettura dell'opera, passiamo da disegni ben realizzati all’inizio, sino a tavole che, a tratti, ricordano vere e proprie opere d’arte.
L’edizione italiana di J-POP Manga esalta la bellezza dell’opera grazie a un cofanetto di qualità: quattro volumi in formato brossura con sovraccoperta, alcune pagine a colori e un prezzo complessivo di 30 €. Un prodotto che soddisferà anche i collezionisti più esigenti.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Stile di disegno accattivante e sui generis.
- Mix di generi: action, ma anche sci-fi, avventura, mystery, con un tocco di slice-of-life.
- Affronta tematiche profonde inserite in un contesto d'azione.
- Impossibile non affezionarsi ai protagonisti.
Contro
- Finale un po' confusionario e approssimativo.
- Non raggiungiamo mai il climax della storia.
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