Era destino che t'incontrassi 1, recensione: un manga per i sognatori

Era destino che t'incontrassi 1 è una delle ultime novità manga di Star Comics: una commedia romantica piacevole che riesce a distinguersi a modo suo.

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Autore: Livia Soreca ,

Se siete degli inguaribili romantici, Era destino che t'incontrassi 1 di Star Comics non può mancare al vostro scaffale: questo manga è una delle sorprendenti novità del 2023, scritto e illustrato da Anashin - già nota per la serie Waiting for the spring conclusa nel 2019 (inedita in Italia).

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Yuuki si è appena trasferita a Tokyo ed è in cerca della sua anima gemella, così una sera la sua migliore amica la porta in discoteca per fare nuove conoscenze. L'incontro casuale con Iori, un ragazzo che non le fa subito una buona impressione, dà inizio a una serie di eventi che condurranno la giovane protagonista verso il suo dolce destino.

Questo primo volume, ben confezionato da casa Star Comics, si è subito rilevato una piacevole sorpresa oltre ogni aspettativa, nonché una sfida creativa per la stessa mangaka: scopriamo in che modo l'artista si è superata.

Era destino che t'incontrassi 1: uno shōjo sorprendente

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Il primo volume di Era destino che t'incontrassi è il corposo e intenso inizio di un'avvincente commedia romantica, più precisamente uno shōjo che, teoricamente, ha come target principale un giovane pubblico femminile. Se questo è facilmente confutabile, in quanto adatto a un gruppo di lettori ampio ed eterogeneo, c'è da dire che in quest'opera troviamo quelle che storicamente sono le caratteristiche principali degli shōjo: i coinvolgimenti sentimentali, una protagonista femminile e soprattutto la presenza dei bishōnen (letteralmente "bei ragazzi"), tra cui proprio Iori in copertina, una scelta piuttosto audace per la stessa Anashin:

Iniziare con un ragazzo in copertina è una sorpresa anche per me, ma sono molto felice di poter sperimentare cose nuove!

Anashin, Star Comics / Livia Soreca
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Era destino che t'incontrassi 1 - Iori

In effetti, la stessa mangaka ha più volte espresso nero su bianco impressioni positive e speranzose - talvolta anche autoironiche - nei confronti del proprio lavoro con Era destino che t'incontrassi, posizioni più che condivisibili. Infatti, già solo alcune scelte di sceneggiatura trasmettono un'attenzione in più e una voglia di creare qualcosa di più maturo, non solo nelle tematiche ma anche dal punto di vista prettamente creativo, artistico e soprattutto di scrittura.

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Per esempio, una scelta interessante è stata quella di raccontare uno stesso evento più volte all'interno dei 4 capitoli del primo volume, giocando con i dettagli e le prospettive e quindi dandone sempre una versione differente. Anashin, quindi, non racconta le vicende da un punto di vista esterno e imparziale - che talvolta rischia quasi di cadere nella didascalia - bensì lascia che i suoi personaggi costruiscano poco a poco la storia, con tutti i fraintendimenti e le false verità che una versione soggettiva e personale dei fatti può provocare. Ancora, ella ha dichiarato che:

Il mio precedente lavoro, Waiting for the spring, parlava di amore e di basket. Questa storia invece è in testa a testa in una sfida d'amore e voglio continuare a far crescere la tensione con entusiasmo disegnando tutte quelle cose che mancano nella mia opera precedente!

Imparare a credere nell'amore

Semmai vi steste chiedendo se valga la pena leggere Era destino che t'incontrassi 1, la risposta è sì, specialmente se siete dei sognatori immuni a un'idea dell'amore disillusa. Il manga di Anashin è noto in inglese con il titolo How I Met My Soulmate (vi ricorda qualcosa?), mentre l'edizione italiana ha posto maggiormente l'attenzione sulla parola "destino" ancor più che "anima gemella".

Anche se a livello pratico i due concetti coincidono, di fatto è affascinante notare la differenza tra l'obiettivo da perseguire e il percorso con cui viene fatto, come a voler specificare anche solo una minima cura in più nei confronti del "viaggio" della protagonista Yuuki.

Quando si pensa alla commedia romantica nel panorama giapponese degli ultimi anni, si tende a prendere l'operato del maestro Aka Akasaka come uno dei paradigmi: naturalmente, si tratta di Kaguya-sama: Love is War, edito in Italia sempre da Star Comics.

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Sebbene il design delle rispettive copertine sia curiosamente quasi identico, è una delle rare volte in cui il confronto nasce più da una diversificazione che da una comparazione (come invece è stato fatto nella recensione di Watanare 1 di Planet Manga), poiché l'elemento della sfida d'amore non vuole più mettere a nudo le schiette dinamiche dei rapporti sentimentali, bensì cavalcare l'onda di un sentimento poco ragionato e molto più spirituale.

Certo, è sempre vivo il tema della competizione, ma nei termini di contesa, di conseguenza è soddisfacente trovare una commedia romantica che sappia distinguersi - nonostante qualche elemento della trama prevedibile - staccandosi da un concept che, invece, altre opere contemporanee tendono spesso a ricalcare, rischiando di essere solo una brutta copia dell'iconico mondo di Akasaka. Inoltre, si perde quasi del tutto anche l'ambientazione scolastica spesso fin troppo abusata in molteplici titoli romcom, che in Era destino che t'incontrassi vive solo in alcuni flashback dei personaggi.

Anashin, Star Comics / Livia Soreca
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Era destino che t'incontrassi 1 - Iori e Yuuki

Nonostante si noti una leggera ripetitività in alcune tavole, Anashin non trascura la centralità delle sue illustrazioni: infatti, riesce a trasmettere i sentimenti e le sensazioni soprattutto attraverso il disegno, quando i volti dei personaggi si avvicinano per caso l'uno all'altro o una mano sfiora una guancia: piccoli gesti e lievi espressioni del viso ci raccontano l'amore visto con gli occhi di Yuuki. Il character design dolce, dal tratto delicato ma mai approssimativo, fa sì che i protagonisti sembrino sospesi in un'atmosfera sognante, quasi come se ciò a cui il lettore assiste fosse la visione di Yuuki, perennemente innamorata dell'amore.

 

Commento

Voto di Cpop

80
Era destino che t'incontrassi di Star Comics è una piacevole sorpresa nel panorama manga e, in particolare, degli shōjo: pur con qualche elemento di trama molto classico, si dimostra un notevole esercizio di scrittura per Anashin e stuzzica la curiosità, spingendo a continuare la lettura.

Pro

  • Racconto avvincente
  • Sceneggiatura brillante in alcuni casi
  • Personaggi interessanti
  • La scelta di personaggi over 20 guarda a un target più eterogeneo

Contro

  • Alcuni risvolti di trama un po' prevedibili
  • Ogni tanto qualche illustrazione appare poco diversificata
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