Più passano gli anni, più cose succedono, e più posso apprezzare ciò che ho davanti agli occhi.
Ina Soraho, autrice e disegnatrice giapponese originaria della prefettura di Shizuoka, ci regala con Giornate Tranquille un'opera toccante e delicata, portata in Italia da Toshokan in un volume unico e con prefazione di Davide Castellazzi: un'edizione che si distingue non solo per la sua cura editoriale, che include anche un’interessantissima intervista all’autrice, ma anche per la splendida sovracoperta che si trasforma in un piccolo poster, peculiarità della casa editrice.
- Il trionfo della quotidianità: un sottile filo rosso che lega le storie.
- Omen nomen
- Che meraviglia la mediocre ordinarietà.
- Stile semplice, purezza del contenuto
Il trionfo della quotidianità: un sottile filo rosso che lega le storie.
Nonni alle prese con nuove tecnologie, nipoti che s'affacciano al mondo reale, primi e vecchi amori, il senso di essere madre: eccolo, il mondo dorato di Ina Soraho.
L'opera della mangaka, un volume unico di 120 pagine, non ci propone una storia singola, bensì tanti piccoli racconti all'apparenza slegati tra loro, ma che - a conti fatti - viaggiano sul medesimo binario: l'amore.
La trama, pertanto, punta il focus su scene di vita quotidiana, dipingendo con delicatezza (e attraverso uno stile altrettanto delicato) le vicende di personaggi ordinari e di umana bellezza: una coppia di anziani, una liceale, una casalinga, un bambino, un lavoratore part-time.
Ogni storia cattura quei momenti semplici che, pur privi di eventi unici e fuori dal comune, rivelano un animo straordinario: una profondità e semplicità in grado di toccare le corde del cuore, infondendo serenità persino nel lettore affetto dal germe del cinismo.
Il nonno sorride sempre alla nonna, che relazione stupenda... anch'io voglio una storia del genere...
Soraho ci invita a osservare la bellezza del quotidiano, fatta di rapporti familiari, amicizie e piccole interazioni con i vicini, colleghi e genitori. La maestria della mangaka risiede nel trasformare quelle che potrebbero sembrare coincidenze in episodi veri e propri, situazioni con cui il lettore può facilmente empatizzare poiché ci parlano di connessioni umane universali, della nostra quotidianità, capaci di evocare non poche riflessioni.
Ed è forse proprio questa la potenza di quest'opera: non un manga che punta a narrare situazioni assurde e amori proibiti, bensì il quadro reale e puro dell'umana abitudine.
Omen nomen
Giornate Tranquille, omen nomen: un titolo che non lascia spazio a molteplici interpretazioni, un'opera atta a descrivere piccoli frammenti di vita che, nella loro apparente semplicità, nascondono emozioni profonde, in grado di infondere un senso di meraviglia dinanzi a scene di quotidiana banalità.
Ciascun episodio è una celebrazione del presente e di quelle piccole cose che spesso trascuriamo, di cui non avvertiamo la mancanza o l'immenso valore finché non le ritroviamo in un libro, un fumetto, una serie TV. Gesti semplici, ma pregni di significato.
Ci siam ritrovati a sorridere dinanzi ad una nonnina che scatta una foto con lo smartphone al proprio marito, sempre damigello e mai sposo nei ritratti di famiglia: esempio lampante di un legame che resiste al tempo e che sfrutta la fotografia per immortalare un sorriso prezioso. Abbiamo riso nell'assistere ai primi amori di un adolescente, ai suoi dubbi, agli imbarazzi.
Abbiamo pianto dinanzi alla scena di una donna che si prende cura della propria bambina, ma anche di una nonna che si prende cura di sua figlia, in un momento catartico che ci ha ricordato che non si smette mai di essere madri.
Che meraviglia la mediocre ordinarietà.
Giornate Tranquille nasce come una serie di post sui social, un modo per esercitarsi nel disegno senza un vero filo conduttore o legame tra storie: questo si riflette nella struttura a episodi che riprende lo slice of life puro e crudo, un modus operandi abbastanza raro nella fumettistica occidentale, ma che trova una risonanza profonda nei lettori di ogni cultura ed è particolarmente caro ai mangaka nipponici.
Uno degli elementi più significativi dell'intera opera, oltretutto, è l'uso dello smartphone, onnipresente nella narrazione, eppure non visto dall'autrice come uno strumento alienante o tossico, bensì come un mezzo in grado di assottigliare le distanza e arricchire le relazioni tra umani: videochiamate per condividere momenti indimenticabili con sorelline malate, foto per immortalare l'amore, un utilizzo della tecnologia che invita grandi e piccini a non demonizzarla solo in quanto tale, ma a riflettere su quanto fondamentale sia al giorno d'oggi.
Oltretutto, trattandosi della narrazione della quotidianità, la Soraho finisce col narrare episodi interessanti relativi alla cultura nipponica: difatti, sapevate che i giapponesi vivono San Valentino in modalità differente dalla nostra?
Ebbene, in Giappone questa ricorrenza assume un significato diverso e, addirittura, più inclusivo: durante San Valentino, sono le ragazze e le donne a prendere l’iniziativa, regalando dolciumi non solo al proprio partner, ma anche ad amici, colleghi e familiari. I regali possono essere di due tipi: i giri choco (cioccolatini obbligati, presenti anche in alcuni manga e anime) per esprimere cortesia verso conoscenti o colleghi, e honmei choco (cioccolatini del cuore) riservati alla persona amata.
Un mese dopo, il 14 marzo, arriva il White Day (da tradizione prende il nome dall’usanza di avvolgere i regali in carta bianca, un simbolo di purezza), ed è lì che gli uomini ricambiano i doni ricevuti: dolci come marshmallow, biscotti e cioccolato bianco, spesso accompagnati da accessori o gioielli, come accennato in Giornate Tranquille nel capitolo La scommessa della cioccolata di San Valentino.
Stile semplice, purezza del contenuto
Come già accennato, il tratto grafico di Soraho rispecchia la semplicità e la purezza dei racconti: le tavole sono lineari e pulite, essenziali, certo, ma mai banali. La scelta di usare il colore solo in alcune vignette – prediligendo toni leggeri della palette autunnale – aggiunge un tocco di calore e si sposa perfettamente con l’atmosfera intima del racconto, come dichiarato dalla stessa autrice:
Quello che spero si possa percepire è una sensazione di tepore e stagionalità.
In conclusione, Giornate Tranquille è una lettura che mantiene fede al suo titolo: un invito a rallentare in un mondo che ci impone di essere scattanti, sempre pronti, ad apprezzare la tranquillità e a riscoprire la bellezza delle piccole cose. Questo volumetto, nella sua semplicità, commuove ed emoziona, rammentando al lettore che la felicità è spesso nascosta nella quotidianità: ed eccovi il trionfo dell'ordinario, delle umane abitudini.
Perfetto per ritagliarsi un momento per sé stessi, lontani dal caos e dalla frenesia del mondo esterno.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Empatico, emozionante, profondo.
- Perfetto per prendersi una pausa.
- Infonde serenità e invita ad apprezzare il quotidiano.
Contro
- Non adatto a chi non ama le storie lente e prive di trame complesse.
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