Un'orfana circondata da cane, un golem protettore, spiriti divini, demoni e una città che affoga nelle proprie esalazioni: Samurai Gunn, il nuovo fumetto dalle tinte nipponiche di casa Toshokan, è un volume unico perfetto per immergersi in atmosfere a cavallo tra Occidente e Oriente. Una storia semplice che racchiude un cuore grande, ricco di riferimenti al folklore nipponico, ma con una costruzione tipica del bande dessinée.
Gunncity, una città avvelenata

Gunncity è una città nuova, originale, un faro di modernità in una landa desolata, immersa nella feconda Natura. O almeno, questo è ciò che raccontano i cartelloni pubblicitari, i manifesti sbiaditi incollati sui muri anneriti, e la propaganda che riecheggia tra gli alti palazzi. La verità, però, è ben diversa: a Gunncity una nube verdastra e densa avvolge ogni cosa, impregnata di esalazioni tossiche che si insinuano nei polmoni e nell’anima, soffocando sogni e coscienze.
Ricominciamo.
Gunncity non è altro che il parto deformato della mente dell’Imperatore Gunn, figura corrotta, ridotta a marionetta da un consiglio oscuro di esseri demoniaci che si cibano della disperazione umana. Gunn stesso è schiavo della Gunnpowder, una droga che si assume come un semplice tè o un drink in lattina, un veleno che brucia lentamente dall’interno, legando chi la beve a un bisogno che non conosce tregua. La città cresce, si espande verso il cielo in una corsa frenetica e senza fine, sorretta dal lavoro incessante di uomini, donne e bambini che costruiscono edifici sempre più imponenti:
Ad ogni metro guadagnato verso il cielo, la fiamma che c'è in lui si ravviva... E l'imperatore per un breve istante prova di nuovo la gioia di vivere.

Per riuscire a reggere ritmi tanto disumani, i lavoratori sono costretti a ingerire enormi quantità di Gunnpowder: la droga li rende instancabili, ma finisce anche per trasformarli in creature irriconoscibili, preda di una furia cieca e distruttrice. Quando ciò accade, non c’è cura ufficiale che tenga, e l’unico modo per fermarli è eliminarli. È il Giustiziere a portare a termine questo compito ingrato: un cavaliere mascherato che uccide per salvare ciò che ancora può essere salvato. In mezzo a questo mondo in completa agonia troviamo Red, una giovane sopravvissuta dei bassifondi, cresciuta tra i vicoli, protetta da un branco di cani randagi. Sola sin da bambina, i genitori di Red sono morti per overdose di Gunnpowder: pertanto, la giovane prova un odio viscerale per quest'ultima, tenendosene alla larga.
La sua vita cambia tutta d'un tratto. Mentre vaga per le strade di Gunncity, rimane ferita nello scontro tra un artigiano impazzito e il cavaliere. Spinta da forza d'animo e gentilezza, chiede al Giustiziere di avere pietà per il pover'uomo, vittima di un sistema corrotto e votato allo spasmodico desiderio di potere. Tuttavia, le sue urla soffocano in un'esplosione verdognola. Portata d’urgenza in ospedale, Red incontra la brillante Akahime, un'enigmatica dottoressa dai metodi poco ortodossi, la cui intelligenza è pari solo al numero dei segreti che custodisce. Sarà proprio lei a cambiare il destino di Red, sottoponendola ad una nuova cura che le consentirà di sfruttare il suo potere sopito.

Akahime, che utilizza la Gunnpowder in modi completamente diversi, salvando vite invece di annientarle, ha un obiettivo che va ben oltre la medicina: aiutare la figlia dell’Imperatore a rovesciare il regime e restituire equilibrio a una città sull’orlo del collasso. La dottoressa in Red scorge una scintilla, qualcosa che nessun veleno ha ancora corrotto, e decide di prenderla sotto la propria ala, diventando sua guida e mentore. La giovane orfana, difatti, non è un'ordinaria ragazza di strada, bensì una cacciatrice di demoni, portatrice di un potere antico e legata a un passato ormai dimenticato.
Riuscirà Red a cambiare Gunncity?
Critica sociale e folklore nipponico

Samurai Gunn non si ferma alla superficie fantasy, ma affonda le sue radici in temi profondi. Al centro del manga c'è il discorso sulla gunnpowder, una sostanza che sembra innocua ma che rivela ben presto la sua natura distruttiva. Come una droga commerciale, la gunnpowder ha il potere di trasformare gli abitanti che ne fanno abuso in mostri, incapaci di comprendere la realtà e travolti da una rabbia incontrollabile. A nostro parere, tale dinamica sta a simboleggiare le conseguenze avverse dell'eccessivo lavoro e burnout, mentre l’Imperatore veste i panni di un individuo pronto a tutto per aumentare profitto e potere, diventando emblema di un male insidioso, schiavo della propria dipendenza.
L’intero mondo di Samurai Gunn diventa così una riflessione su come l’abuso di potere e sostanze possa consumare l’animo umano e distruggere le fondamenta di una società. Tuttavia, a stemperare la strenua critica troviamo elementi che arricchiscono l'opera di echi mitologici e nipponici: la presenza del Golem e delle divinità del cane e della volpe. Il tutto inserito in atmosfere che strizzano l'occhio sia al Giappone feudale, sia al fantasy occidentale: dopotutto, non dobbiamo dimenticare che il mondo di Samurai Gunn è un intreccio di culture.
La nota dolente? Si tratta di un volume unico: ciò implica una narrazione frettolosa e situazioni poco approfondite. Un vero peccato, considerando la bellezza delle tavole e l'uso magistrale del colore.
Nato da un videogioco indie

Se il titolo Samurai Gunn vi è familiare, non siete impazziti: le origini del nuovo fumetto in casa Toshokan sono da ricercare nel videogioco del 2013 realizzato da Beau Blyth. L'idea, nata durante la visione di The Room, prende vita dalla volontà di realizzare un progetto che si sarebbe rivelato tanto insolito quanto affascinante. Nel giro di qualche anno, grazie alla collaborazione con il fumettista Valentin Séiche, è nato il volume unico Samurai Gunn.
Come abbiamo già accennato, Séiche ha dato forma alla visione di un mondo che mescola tradizione nipponica e influenze occidentali, realizzando un’opera che si impregna profondamente della cultura giapponese. Influenzato dall'arte di Miyazaki e Fumiyo Kono, l'autore è emblema e risultato di quella contaminazione che ha segnato intere generazioni di autori cresciuti negli anni 80 e 90, affascinati dalle storie e dallo stile dei manga.
Chi è Valentin Séiche
Valentin Séiche, nato in Francia nel 1987, è l’autore che ha dato vita a questo mondo affascinante. Con uno stile che fonde la bande dessinée (espressione usata in gergo per indicare fumetti francesi) con l’estetica e la sensibilità del manga, Séiche è stato influenzato sia nel tratto, sia nella sensibilità artistica da maestri come Hayao Miyazaki e Fumiyo Kono (In questo angolo di mondo), autori che hanno saputo intrecciare la nostalgia con l’avventura.
L'autore ha spesso dichiarato di lasciarsi dai paesaggi che scorrono fuori dal finestrino dei treni, quei frammenti di realtà che catturano la sua immaginazione e che danno vita a cavalieri, demoni e città decadenti. La sua visione del mondo è un continuo flusso tra il reale e il fantastico, e questo si riflette perfettamente nel suo lavoro.
Le opere di Séiche sono molteplici e attraversano tutte mondi diversi. Tra i suoi lavori più noti ci sono Pocket Knight (2017), The World (2019) e Darkworld (2024).
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- Stile evocativo e nostalgico.
- Splendido e calibrato uso delle sfumature del rosso e del verde.
- Storia interessante.
Contro
- È un vero peccato si tratti di un volume unico.
- Poche pagine e una storia che avrebbe richiesto maggiore approfondimento.
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