Halloween Kills, la recensione: Michael Myers a un punto di non ritorno

Autore: Elisa Giudici ,

I secondi capitoli delle trilogie sono tradizionalmente considerati l’anello debole delle sequenze trine di cui fanno parte: non hanno il vantaggio di avere un punto di partenza preciso, il foglio bianco sui cui disegnare, né la potenza narrativa di una conclusione. Il problema di Halloween Kills però non è la sua partenza nel bel mezzo di un nuovo Halloween a Haddonfield, nell’Illinois, dopo la presunta uccisione di Michael Myers da parte di Laurie e della sua famiglia. 

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Halloween Kills è un film talvolta sconcertante per come mescoli intuizioni tutt’altro che ordinarie a passaggi snervanti nella loro intrinseca stupidità. Secondo capitolo della nuova trilogia dedicata al villain cult creato da Debra Hill e John Carpenter (qui coinvolto per realizzare la notevole colonna sonora del film), Halloween Kills vede alla barra del timone David Gordon Green, estimatore della saga ancora una volta nelle duplici vesti di regista e sceneggiatore

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Halloween Kills: la prospettiva del sopravvissuto 

Sin dal suo avvio il film tenta il salto prospettico, diventando una pellicola che riflette sulla trappola a lungo termine che Michael Myers fa scattare per le sue vittime ancora in vita. All'inizio del film, personaggi come Tommy Doyle, Lindsey Wallace e Karen si ritrovano infatti in un pub per festeggiare la battaglia temporaneamente vinta contro Michael: sono sopravvissuti alla sua furia. La pellicola pian piano svela come la loro posizione psicologica (e quella di Laurie e delle sue discendenti) sia molto precaria, in una vita dominata dagli strascichi dell’incontro fatale con il killer, proprio mentre questi torna a insanguinare le strade della città. Halloween Kills sembra suggerire che un sopravvissuto di Myers sia una vittima in attesa del prossimo Halloween, che decida di lottare o tenti di nascondersi. 

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La pellicola lavora egregiamente su due ottimi spunti narrativi. Il primo è appunto quello che riguarda l’incapacità dei sopravvissuti di aprire un nuovo capitolo nelle loro vite: che siano aggressivi o impauriti, che vogliano cacciare Michael sul suo territorio o cerchino salvezza nascondendosi o rivolgendosi alle autorità, non sono in grado di lasciarsi alle spalle (psicologicamente o geograficamente) la maledizione che grava su Haddonfield. Sfuggendo a Myers si cade in una trappola ancora peggiore: una vita perennemente condizionata dalla sua ombra, così sinistra da alterare la psicologia dei sopravvissuti, da guidarli verso scelte sbagliate.  

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Laurie in ospedale
Halloween Kills riflette su come sopravvivere a Michael Myers abbia impattato tragicamente sulla vita di Laurie

Il secondo spunto è molto attuale: il film infatti traccia un esplicito parallelismo con il clima dell’America trumpiana, con la sua ossessione per un nemico invisibile ma sempre presente e capace dei peggiori complotti. Con la sua maschera che ne nasconde l’identità (identità che non è mai stata occultata né tutto sommato interessante), Michael Myers è incarnazione perfetta di un pericolo costantemente invocato ma spesso mal interpretato, che trasforma la paura più o meno giustificata in un giustizialismo spiccio e capace di atroci errori. Rendere le vittime di Myers una folla agitata dalla sete di rivalsa e violenza è la scelta migliore del film, che in questi frangenti appare maturo e fecondo di riflessioni (anche politiche) interessanti. 

Peccato che questo approccio - così come quello di mantenere gli effetti speciali al minimo, riproducendo la violenza efferata di Myers in maniera artigianale e tattile, quindi più palpabile - cozzi con delle scelte da horror d’antan francamente fuori tempo massimo, incongruenti e fastidiose. Prendere uno scorcio così realistico, parlare di problemi così attuali e poi portare i protagonisti ad essere affetti dalla solita stupidità da film horror (che ti porta a fare le scelte peggiori e meno realistiche, anche se dettate dalla paura) solo per assistere a un’ammazzatina in più è svilente per un film che non ha bisogno di ricorrere a questi mezzucci. Halloween Kills dimostra di aver tutti gli elementi per non dover ricorrere ai jump scare per intrattenere il pubblico, salvo poi svilire l'intelligenza stessa dei protagonisti (e del pubblico) in nome di qualche scena splatter in più.

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La metamorfosi di Myers in Halloween Kills

Per i fan della saga e del suo antologico cattivo l’aspetto più interessante della pellicola, ancorché solo abbozzato, è la metamorfosi a cui viene sottoposto il villain. Laurie (Jamie Lee Curtis) sembra convinta che Myers non sia più in alcun modo umano, bensì abbia una forza e una resistenza sovrumane, demoniache, rafforzate dall’odio o dalla paura con cui viene affrontato a ogni Halloween. 

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Michael Myers fugge da una casa in fiamme
Halloween Kills suggerisce con forza una componente sovrannaturale della storia di Myers

Tesi corroborata dalle fasi finali del film, in cui Myers riesce a fronteggiare una violenza cieca e comunitaria che nessun corpo umano, per quanto possente, potrebbe affrontare sopravvivere. Sarà interessante capire se il terzo e ultimo capitolo di questa nuova trilogia vorrà fornire qualche spiegazione in merito. 

Halloween Kills è in sala dal 21 ottobre 2021. 

Commento

Voto di Cpop

55
David Gordon Green ha il coraggio di apportare cambiamenti sostanziali alla saga di Halloween e al protagonista Michael Myers. Il film ha delle idee interessanti, ma non riesce a svilupparle bene.

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