Il posto delle bambine, recensione: 5 storie di coraggio e speranza

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Autore: Livia Soreca ,

Presentato al Napoli Comicon 2024 e Vincitore del Premio Tezuka Osamu 2023, Il posto delle bambine è il nuovo manga di Yamaji Ebine, artista che dagli anni '90 non ha mai smesso di raccontare emozionanti storie sull'identità di genere, la sessualità, l'amore tra ragazze, con uno sguardo sempre attento alla società.

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Il posto delle bambine è finalmente giunto in Italia grazie a Coconino Press a partire dal 26 aprile 2024, inserito nella collana Coconino Doku, ed è pronto a raccontare la storia di cinque bambine coraggiose, con un piede in un mondo opprimente e contraddittorio ma con lo sguardo verso un futuro migliore che è già nelle loro mani.

Di cosa parla Il posto delle bambine?

Il posto delle bambine è un manga antologico, in cui ogni capitolo corrisponde a un racconto autoconclusivo. Ciascuno di questi è ambientato in una parte diversa del mondo. Cinque bambine di 10 anni vivono rispettivamente in Arabia Saudita, Marocco, India, Giappone e Afghanistan e affrontano le conseguenze del gap generazionale e, soprattutto, della discriminazione di genere.

In quest'opera Yamaji Ebine offre un panorama sfaccettato della condizione femminile, denunciando il sistema oppressivo con cui ciascuna piccola protagonista è costretta a scontrarsi, ma senza mai abbandonare la propria fiducia nei confronti della nuova generazione.

Ed è proprio lo sguardo delle bambine - quello coraggioso di Salma, Kanti, Habiba, Marie, Mursal e Nafisa - che riempie queste storie di speranza.

Ciascuna breve storia è sempre inserita in un contesto familiare, sicuramente una ripetizione massiccia ma, al tempo stesso, Yamaji Ebine riesce comunque a trovare cinque spunti diversi al suo interno da analizzare. La mangaka sa coniugare l'esigenza di sviscerare problematiche radicate in profondità alla capacità di raccontarle mantenendosi su uno strato sottile e delicato che, in fin dei conti, rappresenta proprio il punto di vista di ciascuna bambina.

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Le protagoniste de Il posto delle bambine sono spettatrici di ingiustizie e incoerenze della generazione che le ha precedute o, in certi casi, di realtà che in alcuni Paesi sono tuttora in vigore. La loro ingenuità non riesce a trovare un senso in tutto questo, e ci si rende conto che più che ingenuità si tratta di una visione pura e naturale delle cose che gli adulti hanno perso - e purtroppo il mondo è fatto soprattutto di adulti.

Una caratteristica che accomuna i cinque racconti è il finale aperto che crea occasione per il lettore di immaginare il futuro delle protagoniste, di sperare anzi che la morale che ogni storia racchiude sia utile tanto a sé quanto a loro. Nel mondo c'è davvero una bambina come Salma che desidera semplicemente giocare a calcio, o una come Habiba che stringe i denti verso un padre malevolo o ancora una come Kanti che desidera studiare per diventare una persona di cultura tanto quanto un uomo: questa consapevolezza è la chiave di lettura che Il posto delle bambine richiede e merita.

Tutti possono leggere Il posto delle bambine

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Al netto di un'edizione di Coconino Press curata nei minimi dettagli, Il posto delle bambine si distingue per lo stile inconfondibile di Yamaji Ebine, con il suo tratto dolce ma deciso e netto. È un peccato, però, che il suo character design riconoscibile, ormai la sua firma, sia qui percepito come un elemento più omologante che unificante, soprattutto trattandosi di personaggi di più nazionalità.

È piuttosto improbabile, infatti, che si tratti di una scelta apposita per simboleggiare un senso di condivisione e di unione che appiattisca le diversità. Concettualmente potrebbe funzionare la decisione di rappresentare le protagoniste come parte di un unico grande mondo, ma è più probabile che questa sia una possibile sovrastruttura d'interpretazione anziché un'intenzione a priori.

Ancora, dispiace il fatto che le tavole non riescano a restituire perfettamente le ambientazioni - ad eccezione di quelli che nel cinema chiameremmo estabilishing shots - le quali, di fatto, si diversificano di volta in volta tanto quanto i personaggi. Certo, l'indicazione per ogni capitolo è funzionale ma l'essere didascalici prende talvolta il sopravvento e sarebbe meglio se le parole non finissero per sostituire le immagini.

Oltre ai cinque racconti, Il posto delle bambine presenta una postfazione di Yamaji Ebine in cui ella spiega parte del suo processo creativo, dalla scelta dell'idea insieme all'editor all'enorme studio che si cela dietro quest'opera, tant'è che nelle ultime pagine è indicata la bibliografia: una prassi necessaria e doverosa ma anche occasione per il lettore di ampliare la propria conoscenza e capire come il manga sia nato un pezzo alla volta.

Disegnare un'opera che si basa sull'attualità, su qualcosa che per convinzione condivisa non possiamo ignorare, è una questione piuttosto complicata. Dopo una lunga riflessione, ho composto una storia che risaliva al 2002, disegnando la condizione del periodo in cui l'Afghanistan era stato liberato dal regime talebano in modo da poterla collegare al presente. Questo capitolo ha uno stile diverso dagli altri per questa ragione.

In effetti, il quinto e ultimo capitolo de Il posto delle bambine è inserito dopo la preziosa postfazione, ed è anche l'unico a presentare elementi di violenza, come armi e feriti di guerra. Fatta questa eccezione, Yamaji Ebine riesce a raccontare difficili realtà in modo che, a dispetto della classificazione come seinen, sia comunque una lettura adatta a tutti, anche ai più piccoli che possono - e anzi devono - interfacciarsi con tematiche d'attualità tanto quanto un lettore adulto.

Commento

Voto di Cpop

75
Nonostante, a livello stilistico, il punto cruciale della diversificazione sia passato da elemento forte a quello debole, Il posto delle bambine è un dolce atto di coraggio: cinque racconti di cinque protagoniste giovanissime con lo sguardo sempre verso l'orizzonte, un futuro nelle loro mani e tanta speranza nel cuore.

Pro

  • Edizione curata nei minimi dettagli
  • È una lettura adatta a tutti
  • Lo stile di Yamaji Ebine è un piacere per gli occhi, ma...

Contro

  • ...il character design è fin troppo omologante
  • Nonostante lo studio pregresso, c'è poca esplorazione delle diverse ambientazioni
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