Depressione giovanile, senso di inadeguatezza, manipolazione: affrontare la pubertà non è affatto semplice, che si tratti di romanzi, fumetti o manga.
Plastic Girl di Usamaru Furuya, in Italia edito Coconino Press per la collana DOKU, è un’opera complessa, disturbante, eppure profondamente affascinante: l'innata capacità di Furuya di esplorare temi oscuri, talvolta scomodi ed impossibili da digerire, ci fa immergere nelle viscere di una giovane donna, esplorando i meandri della sua mente e focalizzandosi sull'amara transizione tra età fanciullesca ed adulta, la terrificante pubertà, mentre annaspa nelle acque torbide della società odierna.
Lo stile unico del mangaka arricchisce quest'opera breve ma incisiva, catapultandoci in un viaggio onirico e surreale che riflette una critica pungente alla società contemporanea e alla natura stessa dell’essere umano.
- Nulla di tradizionale.
- Uno stile solo non basta per raffigurare il disagio interiore.
- Sottotesto critico neanche troppo velato
- Non un'opera per tutti
Nulla di tradizionale.
Parlarvi di Plastic Girl risulta un percorso complesso, irto di ostacoli, poiché il breve racconto di Furuya non poggia le basi su una trama nel senso tradizionale del termine: piuttosto, ci troviamo immediatamente dinanzi ad una serie di immagini e situazioni che si sviluppano in verticale, illustrazioni potenti e dettagliate proposte nello stile visionario dell'autore, mentre la giovane protagonista sembra muoversi in un mondo indefinito, quasi onirico.
La ragazza protagonista del racconto, come suggerisce il titolo, viene rappresentata con le sembianze di una bambola di plastica, il che (a parer nostro) sta a simboleggiare l'amara condizione di oggettificazione della donna, immersa e costretta a vivere in un mondo moderno superficiale e schiavo dei social e dei modelli malsani che la TV ci propone.
La civiltà del falso e dell'artificio, in cui l’essenza stessa dell’individuo è messa in discussione.
Questo viaggio nella pubertà di una giovane donna affronta temi di tutto rispetto, forse sin troppo profondi e ai limiti della comprensione umana: la disumanizzazione dell'individuo, in primis, ma anche la manipolazione della mente dei giovani, che si risolve in una rielaborazione del corpo, non ché una serie di conseguenze psicologiche: depressione, alienazione, sofferenza.
Apparenza e conformità alla massa sono simboli della società in cui viviamo, cardini che parrebbero impossibili da sradicare, elementi imprescindibili per farsi accettare dai propri simili: il risultato? Carenza di sostanza e perdita dell'individualità, con una conseguente alienazione delle giovani menti, maggiormente manipolabili in età puberale.
La perdita di personalità e di innocenza viene sottolineata anche dall'assenza di una volontà propria nella protagonista che, al di là della sua voce e delle sue elucubrazioni, appare al lettore una marionetta (o una bambola) in balia di forze esterne, manipolata da genitori troppo distanti da lei.
Mamma mi ha dato la vita, così che potessi addossarmi tutti i suoi peccati.
L'universo di Plastic Girl è un luogo dove le regole della realtà sono sospese: le leggi della fisica non si applicano, oltretutto i confini tra sogno e realtà non sono poi così netti. Questo approccio permette all’autore di sperimentare i suoi temi, offrendo al lettore un'esperienza immersiva e totalmente alienante: quella stessa alienazione che attua la nostra società.
Uno stile solo non basta per raffigurare il disagio interiore.
Se già di per sé il tratto di Furuya è preciso, dettagliato, realistico, ma al contempo estraniante, in Plastic Girl le caratteristiche del mangaka appaiono quasi amplificate: le espressioni vuote della protagonista, i paesaggi astratti e gli oggetti che si trasformano in mostri plastificati contribuiscono a creare un senso di disagio nel lettore, un turbamento che fatica a morire.
Uno degli aspetti più impressionanti dell'opera è lo stile grafico di Furuya, in grado di combinare il grottesco con il surreale e dando vita a tavole sempre differenti, ogni volta: prima un album fotografico, poi una bacheca, poi una lavagna, un diario segreto pregno di ricordi e stati d'animo descritti dalla protagonista, in prima persona.
Tavole affascinanti, ma angoscianti al tempo stesso, dense di dettagli, ogni immagine ed illustrazione sembra celare un doppio significato, invitando così il lettore a riflettere su ogni singolo elemento.
Sottotesto critico neanche troppo velato
Come già precedentemente scritto, uno dei temi ricorrenti in Plastic Girl è la critica - neanche troppo velata - alla società dei consumi, all'alienazione degli individui e alla mercificazione del corpo femminile: la protagonista, una bambola di plastica, è emblema di come la società moderna tratti il corpo delle donne, trasformandolo costantemente in un mero oggetto del desiderio.
Oltretutto, Furuya esplora con accortezza, senza peli sulla lingua, il tema della pressione sociale che impone standard irrealistici di bellezza, evidenziando come questa ossessione per l’apparenza conduca a una perdita di autenticità.
Tuttavia, l'autore va oltre, offrendo ai lettori una riflessione più ampia sull'alienazione dell'essere umano che deriva dalla moderna tecnologia, i social e l'industrializzazione: sin da tempi non sospetti, non solo la donna, ma l'intera razza umana è ridotta ad essere pura e semplice merce di scambio, individui manipolati e controllati da forze esterne che ne determinano il valore in base all'utilità.
Non un'opera per tutti
Plastic Girl non è un'opera per tutti: la sua natura astratta, onirica e la mancanza di una trama convenzionale possono rendere difficile la lettura, oltretutto Furuya non offre ai lettori risposte facili, ma li invita a riflettere e ad interrogarsi su ciò che stanno guardando e leggendo.
Un manga di grande formato (22,5 x 29 cm), composta da 100 pagine a colori, che sfida le convenzioni del mondo manga: un'opera diversa da tutte le altre, tanto potente da essere in grado di trasmettere una critica non da poco alla società contemporanea.
Seppur breve, Plastic Girl di Usamaru Furuya ha un impatto emotivo ed intellettuale non da poco, un'opera che è al tempo stesso affascinante e disturbante, mentre il sensei esplora le viscere della mente umana, facendo luce sulla disumanizzazione ed alienazione dell'individuo nel mondo moderno, attraverso pagine apparentemente scritte ed illustrate da una ragazzina in piena età puberale.
Una lettura consigliata a chi cerca qualcosa di diverso e non teme di affrontare i lati più oscuri del proprio subconscio.
immagine in evidenza via amazon.it
Commento
Voto di Cpop
85Pro
- Pluri e multistilismo di Furuya.
- Completa alienazione dell'individuo dalla realtà circostanze.
- Tematiche profonde trattate con accuratezza.
- Illustrazioni differenti ad ogni tavola: dettagli e precisione.
Contro
- Non un'opera per tutti.
- Nonostante il formato A4, cartonato e pagine a colori, il prezzo risulta troppo alto.
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