Quando la gente muore, i ricordi se ne vanno con loro. I segreti scompaiono, come se non fossero mai esistiti. Forse possiamo chiamarlo un "lusso".
Alcune storie restano sulla pelle: incise a fuoco, tatuate a freddo, narrano la realtà delle cose scevre da filtri, esenti da forzature patetiche.
In questo Angolo di Mondo, scritto e disegnato da Fumiyo Kouno, fa senza dubbio parte di quell’universo storico di carta e china che non necessita di esagerazioni e stravolgimenti per arrivare al cuore del lettore: un contenitore di storie, la testimonianza di un’esperienza traumatica, attraverso gli occhi di una giovane giapponese nata poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Edito in casa Planet Manga, In Questo Angolo di Mondo – New Edition è un volume unico immenso, una chicca per appassionati del genere, nonché racconto di una profondità disarmante.
- Grazie per avermi trovata, in questo angolo di mondo.
- Tu che hai letto questa lettera, morirai.
- Anche in guerra le cicale friniscono e le farfalle volano.
- La discesa negli Inferi.
- Come bambini: lo stile morbido e pulito di Kouno
- Narrare l’orrore: tra nichilismo e speranza
Grazie per avermi trovata, in questo angolo di mondo.
Gennaio 1934, scorre serena la vita ad Hiroshima, mentre la giovane Suzu Urano trascorre le giornate avvolta da un caos calmo, una quotidianità a lei ben nota, ma mai noiosa. Figlia di mezzo di una famiglia di umile estrazione sociale, Suzu corre tra i campi, accompagnata dalla sorella minore Sumi ed il fratello-demone Yoichi, approfittando dei momenti di relax per manifestare la propria vena artistica e dar vita a piccoli capolavori.
Disegna, Suzu, disegna i monti, disegna conigli a mo’ di spuma del mare, disegna le avventure del fratello-demone, disegna anime che traboccano di vita, mentre gli anni scorrono lenti ed amici e parenti vanno e vengono.
Suzu è una normale bambina, con sogni, poche ambizioni, ma dalla spiccata sensibilità: è una sognatrice, ha spesso la testa tra le nuvole, è un po’ sbadata, distratta ed impacciata, ma tenace, buona, astuta, quando serve.
L’idillio giovanile della piccola, tuttavia, viene spezzato all’improvviso: raggiunta ormai l’età adulta, le viene comunicato di essere stata scelta da un giovane di Kure (una cittadina vicina, posta al di là dei monti) come promessa sposa.
Come da consuetudine, malgrado Suzu non abbia mai incontrato prima il rampollo della famiglia Hojo, la giovane abbandona la propria città natale e viene accompagnata da genitori e sorella a Kure: così, il suo viaggio ha inizio.
Un viaggio che ha dell’incredibile e che, nel bene e nel male, cambierà per sempre la sua ordinaria, semplice, bucolica esistenza.
Accolta a braccia aperte – anche se non da tutti - dalla famiglia Hojo, Suzu sposa Shusaku Hojo, un giovane un po’ timido e dai modi gentili che, come scoprirà più avanti, aver già incontrato in precedenza: i due erano stati rapiti da un demone anni ed anni prima, ma Suzu era stata in grado di liberarli con un astuto stratagemma.
L’esistenza degli abitanti di Kure scorre tranquilla, serena: i contadini lavorano i campi, i marinai affollano il porto, donne e uomini si scambiano sguardi e sorrisi, mentre i bambini osservano il mare, sognando un futuro roseo.
Finché, tutto cambia, tingendosi di grigio: i giovani di Kure non osserveranno più le imbarcazioni dei pescatori, bensì indicheranno straniti le gigantesche navi da guerra giapponesi, un via vai che - come dirà la stessa Suzu - sarà un sogno per alcuni, un incubo per molti altri.
La sposa è parte integrante, ormai, della famiglia Hojo e, mentre la guerra incalza, stringe legami ed amicizie, affezionandosi in particolar modo alla piccola Harumi, figlia della sorella di Shusaku: Harumi che guarda la Yamato salpare e rientrare al porto, Harumi dalle piccole e candide dita, Harumi dai sogni infantili di una bambina di 6 anni.
Allo sviluppo del legame tra figlia e nipote corrisponde un drastico aumento dei bombardamenti perpetrati ai danni del popolo nipponico. La guerra pare fagocitare tutto ciò che trova, come un buco nero di terrore, morte e distruzione.
Eppure, la società non crolla: le famiglie si rimboccano le maniche, creano rifugi, diventando un tutt’uno, mutano le proprie abitudini per abbracciarne di altre, diverse, ma pur sempre degne di un essere umano.
Certo, la militarizzazione del Paese tramuta il vivere in sopravvivere, ma gli animi delle persone, seppur piegati, non si spezzano mai del tutto: come una canna di bambù, Suzu si mostra tenace e coraggiosa, affrontando a testa alta le problematiche dettate da razionamenti, case ridotte in macerie e cari perduti…
Finché non sopraggiungerà il 6 agosto 1945. Little Boy cade su Hiroshima.
Tu che hai letto questa lettera, morirai.
Come fosse un diario, la storia di Suzu ci viene narrata giorno dopo giorno, a partire da gennaio 1934: per coloro che conoscono la storia del mondo, il countdown della morte procede lento e inesorabile, mentre la consapevolezza di stare assistendo all’ennesima fiaba dell’orrore matura nel lettore onnisciente.
Eppure, malgrado consapevoli circa cosa accadrà il 6 agosto del 1945, proseguiamo, inarrestabili ed incuriositi, nell'avventurarci tra campi, di porto in porto, di luogo in luogo, seguendo le orme di Suzu e lasciandoci, talvolta, distrarre dalle disavventure di una giovane sposa.
Sì, perché In Questo Angolo di Mondo non è solo la disamina di una triste storia, bensì un tripudio d’insegnamenti, alla stregua di un docente severo, ma giusto: e, come ogni buon insegnante che si rispetti, anche il manga di Kouno ha molteplici lezioni da impartire.
Prima fra tutte, l’importanza di narrare la quotidianità della tragedia, assorbire le storie degli abitanti di Hiroshima e dei villaggi vicini, lasciando che i lettori comprendano di avere a che fare con essere umani senzienti, anime non lontane dalle nostre: non meri protagonisti di una pagina di storia, non megaliti che, come antichi geroglifici, testimoniano l’umana aberrazione.
Persone e non numeri, sguardi vividi e non soldati, gente come noi che, in pieno conflitto mondiale, tentava di vivere la quotidiana normalità, mutando di giorno in giorno, adattandosi ai cambiamenti e convertire le nuove abitudini in routine.
Il clima di terrore è palpabile nel corso dell'opera, eppure le realtà che ci viene mostrata non è quella tipica dei film o libri che trattano di quel periodo nero: Kouno preferisce narrare l’umanità che si cela dietro la guerra, le piccole cose che fanno di noi ciò che siamo, piuttosto che concentrarsi su aerei, soldati e bombardamenti.
Perché in circostanze simili si impara a vivere in comunità. Ci si abbraccia col pensiero, ci si accarezza con la mente, si apprendono abilità nuove, talvolta incredibili, utili al fare quotidiano, mentre fuori dalla finestra lampi accecanti delle bombe incendiarie squarciano il cielo.
Anche in guerra le cicale friniscono e le farfalle volano.
Lentamente, tre famiglie si sintetizzano in una, vivendo tutte sotto lo stesso tetto: tuttavia, tristemente, il numero dei componenti non muterà di uno. Erano in 7, restano in 7: volti differenti seduti sui zabuton.
Suzu è un’eroina ordinaria, agli occhi della Cognata risulta quasi banale, noiosa, troppo goffa per stare con il fratello: tuttavia, sarà proprio la sua caratteristica a darle la spinta necessaria per affrontare le atrocità della guerra.
La verve artistica della giovane Urano le permetterà di vivere e sopravvivere, alla morte, alla tristezza, al dolore, ai bombardamenti, alla perdita del conflitto: la sua testa perennemente fra le nuvole le concederà di assaporare quel che resta della vita, guardare al futuro e ai suoi sogni, rimodellare la realtà a suo piacimento, disegnandola e ridisegnandola.
Sarà il suo ingegnoso cuore d’artista a salvarla.
La sua personalità allegra e gioviale, il suo modo di essere, la spingeranno a stringere amicizia con molteplici personaggi, individui che, pur apparendo in pochi panels, risultano perfettamente caratterizzati ed inquadrati: Rin, la prostituta ed ex amore di Shusaku, ma anche Mizuhara, suo amico d'infanzia e interesse amoroso, partito per la marina ancora troppo giovane.
Entrambi rappresentano due step della vita di Suzu: la dolce e saggia Rin, incontrata per caso in un quartiere a luci rosse, la mette dinanzi ad una amara realtà, verità scomoda quanto inconfutabile che permetterà alla novella sposa di crescere ed affrontare un dolore nuovo, un tormento interiore in grado di sciogliere alcuni dubbi che la attanagliano sin da prima che convolasse a nozze.
Mizuhara, di contro, rappresenterà per lei la svolta: innamorati l'un l'altro sin da bambini, il loro è un sentimento acerbo, infantile, che non resisterà al tempo e alle circostanze. Malgrado i due si rincontrino più volte nel corso dell'opera, non accadrà mai nulla di significativo, anzi: sarà la presenza di Mizuhara nel capanno a far comprendere alla giovane Suzu quanto lei sia realmente innamorata di suo marito.
La discesa negli Inferi.
La vita di Suzu è, inizialmente, un povero quanto umile idillio: il suo amato Paese, la sua ancor più amata Hiroshima, è come un bucolico quadro che attende solo di essere esposto. I paesaggi immersi nella natura incontaminata, la quotidianità rasserenante, l’accoglienza del suo popolo, tutte fotografie sbiadite di un Giappone-che-fu.
La disamina bellica de In Questo Angolo di Mondo si differenzia da quella offerta nel corso degli anni da anime, manga e film nipponici.
Le peripezie di Suzu, difatti, vengono narrate da un punto di vista singolare: nel corso della narrazione di episodi legati all’orrore della guerra, al lettore sembrerà di essere seduto sul sedile di un aereo immerso in una coltre di fumo, ma appena giungerà il momento di assistere alla consueta sbadataggine della protagonista, alle risa di gioia, alle carezze e i baci rubati, parrà che il velivolo si innalzi al di sopra della nube tossica.
Per poi, d’improvviso, immergercisi nuovamente.
L'opera di Kouno si rivela, quindi, un roller-coaster di emozioni, un racconto che si allontana dalle banalizzazioni, dalla retorica spicciola de buoni contro cattivi, invitando i lettori a scoprire il vero volto della guerra.
Come bambini: lo stile morbido e pulito di Kouno
Lo stile di Kouno è pulito, morbido, con qualche imprecisione qua e là, poiché figlio del suo tempo: i personaggi hanno fattezze bambinesche e richiamano al tratto di Miyazaki, a sottolineare l’orrore del paesaggio che muta e da Idillio della Natura si trasforma in Inferno di fuoco.
Gli sfondi delle vignette più piccole non sono particolarmente curati, tant’è che compensano le splash page disseminate qua e là, celate tra pagine che narrano la storia ed inserti didascalici che tendono ad approfondire le circostanze vissute dalla famiglia Hojo: diari di guerra che illustrano – in tutti i sensi – abiti, alimenti, oggetti, strumenti quotidiani, testimoniando al lettore il cambiamento in atto e accompagnandoci nel conto alla rovescia.
Notevole attenzione Kouno rivolge alle scene intrise di vita domestica e famiglia, a mo’ di ricordi che la dolce e sbadata Suzu ha impresso a caldo nella sua memoria: sorrisi, gioie condivise, aneddoti divertenti, passeggiate in riva al mare, lezioni di cucina, una bambina che indica la Yamato.
Memorie spesso dal sapore dolce-amaro.
Il racconto parte lento, narra con pacata dolcezza le abitudini della famiglia di Suzu e degli Hojo, mostrando un quadro armonioso del Giappone pre-bellico: malgrado ciò, pian piano il ritmo appare più frenetico, sino ad esplodere giungendo all’inevitabile epilogo.
Malgrado la storia proceda scorrevole, talvolta risulta frammentaria e costellata da flashback: di episodio in episodio, Suzu cresce e passa dall’essere una bambina spensierata ad una moglie, poi una donna e membro attivo della comunità.
Narrare l’orrore: tra nichilismo e speranza
Come ne La tomba per le Lucciole di Isao Takahata (tratto dal soggetto di Akiyuki Nosaka) e realizzato dallo studio Ghibli, anche la storia narrata ne In Questo Angolo di Mondo si approccia alla Seconda Guerra Mondiale, ma analizzando gli effetti del conflitto con un filtro differente: entrambe storie di sopravvissuti, due giovani protagonisti, l’uno costretto a crescere troppo in fretta e vestire i panni dell’adulto, l’altra un po’ sbadata, in grado di distaccarsi dal presente grazie ad un’arma potente, la sua creatività.
Tuttavia, mentre il film del 1988 di Takahata pare chiudere le porte al futuro, mostrando allo spettatore una visione pessimistica del destino della società nipponica, il meraviglioso manga di Fumiyo Kouno dona speranza: nonostante Suzu perda una parte del suo cuore, nonostante il dolore, la disperazione, la giovane pare credere ancora nell'inarrestabile impeto della vita.
E non è l’unica analogia tra le due opere: in primis, è necessario ricordare che In Questo Angolo di Mondo ha ricevuto un adattamento cinematografico nel 2017 ad opera di Sunao Katabuchi, assistente alla regia di Kiki – Consegne a domicilio, uno dei primissimi successi ghibliani.
Analizzando nel dettaglio il film, dal character design ai paesaggi, sino alle musiche, sarà chiaro sin da subito quanto dell’insegnamento dello studio Ghibli ci sia ne In questo Angolo di Mondo: in 2 ore e 10 minuti, Katabuchi riesce a colpire il cuore degli spettatori, così come l’autrice Fumiyo Kouno è stata in grado di trasmettere emozioni contrastanti ai propri lettori, avvalendosi non di gesti platealmente patetici e stucchevoli, ma narrando con una semplicità e sincerità disarmante la quotidianità degli individui, facendo appello ad una precisione storica che si riflette anche nell’adattamento cinematografico anime.
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Commento
Voto di Cpop
95Pro
- Storia reale, vera, che non necessita di gesti sensazionalistici e stravolgimenti patetici.
- Tratto morbido e rotondo, piacevole da guardare.
- Emozionante, profondo, ricco di insegnamenti di vita.
- Testimone del cambiamento in atto, sino a raggiungere il triste epilogo.
- Contenitore di storie, ma anche di insegnamenti.
Contro
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