Jinbocho Sisters 1, recensione: uno slice of life che insegna l'amore per i libri

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Autore: Livia Soreca ,

Se siete amanti della lettura, tanti e svariati potrebbero essere i consigli adatti a voi... Ma se siete innamorati dell'odore dei vecchi libri, del rumore che fanno le pagine ingiallite una volta sfogliate e se per voi avere una libreria è il lavoro dei sogni, allora il titolo che fa al caso vostro è uno solo: Jinbocho Sisters.

Si tratta di una delle novità Planet Manga degli ultimi mesi, un seinen di genere slice of life scritto e illustrato da Kei Toume, mangaka che ha cominciato la sua carriera nel 1995, nota al pubblico soprattutto per la serie Sing "Yesterday" for me.

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Pubblicato per la prima volta in Giappone nel 2021 e tutt'ora in corso, è giunto in Italia nella primavera del 2024 con il volume n.1: una prima finestra sulla vita delle sorelle Karakida, il cui destino le porterà alle prese con tanti, tantissimi libri.

Di cosa parla Jinbocho Sisters 1?

Jinbocho si trova a Tokyo ed è in questo luogo che le sorelle Karakida si trasferiscono per prendersi cura della libreria del nonno, inseguendo sogni e sfide personali. Sarà Tsugumi, introversa e un po’ schiva, a gestirla…

Le sorelle protagoniste rientrano in tre distinte fasce d'età, diverse quanto basta per rappresentare fasi emblematiche della vita di una persona: la piccola Minoru è un'adolescente ribelle che frequenta il liceo; Tsugumi, sorella di mezzo, è una giovane adulta che si approccia per la prima volta al mondo del lavoro; la più grande, Ichika, è matura, indipendente e lavora da tempo presso una redazione.

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Ciascuna di loro è fortemente caratterizzata tanto nell'aspetto quanto nel carattere, formando un trio variegato ed eterogeneo, ma sono proprio le loro diversità ad affiatare il loro amorevole rapporto: le mancanze di una sono sopperite dalle capacità delle altre, e le sorelle Karakida formano così un nucleo perfetto, come una figura che non può stare in piedi se non possiede almeno tre lati.

Planet Manga, Livia Soreca
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Jinbocho Sisters 1

Per il momento, Jinbocho Sisters 1 sceglie di focalizzarsi un po' di più sulla sorella di mezzo Tsugumi, poiché è colei che decide di farsi carico della libreria di famiglia lasciata dal loro nonno e, dunque, di continuare l'attività. La ragazza, però, non sa ancora che la passione per la lettura non basta per poter gestire al meglio un negozio, soprattutto quando si tratta di una libreria con una lunga storia alle spalle, diventata punto di riferimento nel noto quartiere dei libri di Tokyo.

Per svolgere al meglio il suo lavoro, Tsugumi apprende quanto più possibile, spiegando "ad alta voce" nozioni precise su come riconoscere il valore dei libri, pratiche di compravendita e tanto altro che concerne questo meraviglioso mondo. Dato che i pensieri dei personaggi sono esplicitati ed essendo il racconto spesso narrato il suo punto di vista di Tsugumi, chi legge Jinbocho Sisters 1 può imparare usi e tradizioni librarie giapponesi, conoscere opere specifiche e non solo, senza cadere nel didascalismo, ma direttamente attraverso la protagonista.

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C'è un'altra serie manga che compie un'operazione simile: si tratta di Akane Banashi (qui la recensione del primo volume) di Yuki Suenaga e Takamasa Moue, dove attraverso la storia, i dialoghi e i pensieri del personaggi il lettore può apprendere nozioni sul rakugo, una forma teatrale diffusa in Giappone e molto poco conosciuta in occidente, a meno che non si possegga un interesse personale particolare.

Planet Manga, Livia Soreca
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Jinbocho Sisters 1

In Jinbocho Sisters 1 si parla di okinyusatsu, un sistema di compravendita di libri usati per cui ad aggiudicarsi il tomo è colui o colei che ha scritto in una bustina - da lasciare tra le pagine insieme a quelle degli altri, impossibili da scrutare - l'offerta più alta. Una sorta di "asta silenziosa", a differenza dei furiichi in cui tutto avviene a voce e non in forma scritta.

Per la popolazione giapponese queste pratiche sono più o meno note, svolte in prima persona o meno, mentre per quella occidentale si parla di usanze sconosciute, per cui non si può fare a meno di provare fascinazione e curiosità. Questo vuol dire che un'opera come Jinbocho Sisters acquista punti in più se a fruirne sono i lettori italiani, poiché alla fine del volume potranno conservare qualcosa di nuovo nel proprio bagaglio delle conoscenze.

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Jinbocho Sisters 1: uno slice of life fatto di scambi

Ciascun capitolo di Jinbocho Sisters 1 mostra al pubblico di lettori la vita quotidiana della famiglia Karakida, attraverso gesti di routine e dialoghi fitti e continui che rendono la scrittura molto realistica. Quello di Kei Toume è un racconto di scambi: libri, favori, parole, emozioni. Tutto si basa sul dare e ricevere, principio che permea anche la semplice comunicazione tra i personaggi.

Per il momento, non è una storia che chiama a sé eventi particolari o primi colpi di scena, probabilmente perché per ora Jinbocho Sisters 1 vuole semplicemente puntare una lente di ingrandimento sulla vita di tre giovani donne, cogliendone gli umori e le piccole emozioni. Si tratta di un'arma a doppio taglio, poiché potrebbe deludere chi nel primo volume cerca già avvenimenti forti che lo spingano a proseguire la lettura; d'altra parte, rappresenta un buon esercizio per saper pazientare e cogliere la bellezza nella semplicità.

L'ingresso di nuovi personaggi scatena naturalmente dinamiche interpersonali particolari che ci si aspetta saranno sviluppate nei volumi successivi, ma è piacevole constatare che la dilatazione dei tempi narrativi consente di non bruciare le tappe.

Planet Manga, Livia Soreca
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Jinbocho Sisters 1

Dopo oltre 25 anni di carriera, è naturale trovarsi a che fare con uno stile personale e riconoscibile della mangaka, il risultato di una perpetua evoluzione che, però, non ha mai tradito le origini. Il disegno di Kei Toume è dinamico, il tratto a volte si fa sporco e sfuggente, riuscendo comunque a dare una resa suggestiva delle ambientazioni: scorci di quartieri e cittadine, negozi, la casa delle sorelle.

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La cura per il dettaglio, invece, la si incontra in due casi specifici: i libri tra gli scaffali, le copertine di questi che richiamano quelle reali e le espressioni dei personaggi. Alcuni studi e bozzetti di questi ultimi sono presenti in appendice, una gradita aggiunta che trasmette al lettore tutto l'amore che Toume-sensei prova per le sue creature.

La presenza tanto testo in una sola pagina, però, distoglie spesso l'attenzione dai disegni. Addirittura, talvolta i balloon coprono quasi completamente quelli che potrebbero essere anche bei paesaggi da ammirare e non mero contesto.

L'edizione di Jinbocho Sisters 1 presenta una chicca da un milione di punti: osservando la sovraccoperta, infatti, si possono notare un finto adesivo nell'aletta posteriore e un finto timbro in quella anteriore che indica "Collezione Karakida - Ex Libris". Anche la copertina del manga ha un dettaglio particolare: una finta scoloritura lungo i bordi. Insomma, questo primo volume diventa così uno dei libri del negozio di Tsugumi, una trovata "meta" che piace tanto.

Commento

cpop.it

78

Jinbocho Sisters è un manga che parla di libri, accompagnando dolcemente il lettore nella vita di tre sorelle per cui la diversità non è mai sinonimo di distanza. È uno slice of life fatto di quotidianità, scambi reciproci e tanti dialoghi che, sfortunatamente, talvolta non consentono di prendersi quel minuto in più per assaporare i disegni di Kei Toume, con il suo stile ormai riconoscibile.

Pro

  • Riesce a trasmettere l'amore per i libri
  • Interessanti nozioni su pratiche e usanze giapponesi
  • Lo studio dei personaggi in appendice
  • Gli elementi "meta" dell'edizione cartacea

Contro

  • Racconto troppo "semplice" per i lettori più pretenziosi
  • I copiosi testi distolgono spesso l'attenzione dalle illustrazioni
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