Una figura incede a passi lenti in una landa desolata. Protetta da un’ingombrante tuta e armata di una strana balestra, si avvicina guardingo al suo obiettivo, speranzosa di poter riportare al suo rifugio un ghiotto bottino. L’arma viene caricata, la mira è salda, ma poco prima di scoccare l’arpione, l’ambita preda viene catturata da un’altra creatura, costringendo il cacciatore a una disperata lotta. Una sfida tra uomo e natura, in questo modo ci viene presentato Kaina, il giovane protagonista di Kaina of the Great Snow Sea, nuova proposta shonen del catalogo Planet Manga, che unisce la sceneggiatura di Tsumotu Niehi al racconto visivo di Itoe Takemoto.
Contrariamente ad opere passate, come l’acclamato Blame! o il marveliano Snikt!, Niehi non si presenta ai lettori come autore completo, ma si riserva il ruolo di sceneggiatore. Le citate opere di Niehi erano caratterizzate da un approccio sci-fi moderno e industriale, con una particolare attenzione alla soverchiante oppressività di dedali metallici e claustrofobiche ambientazioni. Con Kaina of the Great Snow Sea, Niehi abbandona le sue consuetudini, lasciandosi sedurre da atmosfere meno compresse da metallo e sangue guardando a una narrativa che risente delle influenze di Miyazaki.
Kaina of the Great Snow Sea 1, l'inizio di una grande avventura
Kaina è l’ultimo nato in una comunità che vive sulla membrana celeste, sottile cupola sostenuta dai giganteschi alberi celesti. Le sue giornate lo portano a cacciare gli insetti che popolano la superfice, cercando i loro nidi scrutando attraverso le spaccature: se da un lato queste ultime consentono di individuare le prede, dall’altro sono indice di come la membrana stessa vada pericolosamente sempre più assottigliandosi.
Per il popolo di Kaina, una piccola comunità di anziani, questi segnali sono preoccupanti, soprattutto perché indicano come il giovane potrebbe non avere un futuro. È questo il principale pensiero della famiglia di Kaina, che sente come un fardello il non poter dare al giovane una compagna, inducendolo a un’esistenza fatta di ripetitività e condannata a un triste epilogo.
A cambiare radicalmente questa rassegnazione è il salvataggio, da parte di Kaina, di una misteriosa ragazza, arrivata alla membrana celeste dal mondo di sotto. Unica sopravvissuta di una coraggiosa squadra di esploratori, la giovane si presenta come Ririha, principessa di un regno del mare di neve, che è in missione per trovare il grande saggio, colui che potrebbe rivelare i segreti di un’antica tecnologia che consentirebbe di produrre il bene più prezioso: l’acqua.
Per la comunità di Kaina, l’arrivo di Ririha sembra la risposta a una preghiera. La felicità di poter dare al giovane una compagna viene però spezzata quando Ririha racconta la sua storia, non solo sorprendendo tutti rivelando che esiste ancora un’umanità che vive alle radici dei giganteschi alberi celesti, ma che è in corso una guerra per il possesso delle poche risorse rimaste. Colpito da questa rivelazione, Kaina decide di voler aiutare la ragazza a tornare a casa, affrontando un’avventura che lo porterà ad abbandonare il nido.
Kaina of the Great Snow Sea riprende un tema caro alla narrativa fantascientifica, quel mondo alla fine del mondo che, specie nelle produzioni nipponiche, ha portato alla creazione di un concept venato di nostalgico rimpianto, reso centrale da opere come Conan, il ragazzo del futuro o Nausicaa nella Valle del Vento. In questa grammatica narrativa il futuro è sempre macchiato da una malinconia, una perdita di conoscenza che viene a coincidere con un’umanità frammentata e, sovente, retrocessa a una visione quasi medievale.
Non è un caso che le credenze delle due differenti comunità, gli abitanti del mare di neve e quelli della membrana celeste, siano fondate sulla ricerca di reliquie del passato, con una vera e propria venerazione per un mondo perduto la cui sapienza dimenticata pare ora essere la sola speranza. Il Saggio che tutti cercano diventa una figura mitologica che racchiude un sapere antico, idealizzato come la salvezza, al punto che mettersi alla sua ricerca, come fatto da Ririha, assume i toni di una cerca, una missione quasi sacra e salvifica. Nihei enfatizza questo aspetto, rende la scienza perduta una magia che tutti cercano, mostrandone un lato meno mistico nei cartelli raccolti da Nonno Cartello, resi un oggetto di culto sempre meno efficaci per via del progressivo senso di sfiducia di una generazione, ma rendendola al contempo l’ultima speranza per un altro mondo, rappresentato da Ririah. Niehi crea questa dicotomia legata alle conoscenze perdute rendendola il fulcro del primo arco narrativo di Kaina of the Great Snow Sea, affidandosi a un incipit narrativo che torna ai citati mondi di Miyazaki.
Kaina of the Great Snow Sea eredita questa natura, assimilandone i tratti fondamentali e portandoli all’interno di una ritrattistica emotiva ben tarata. Le prime pagine ritraggono la solitudine di Kaina e la sua determinazione, facendolo muovere in questo mondo diviso in cui la desolazione è imperante, animata da una natura matrigna che sferza i sopravvissuti portandoli al limite. Niehi punta a far sentire il lettore avvolto da questo mondo, non solo visivamente, grazie all’ottimo lavoro di Takemoto, ma ad ogni livello, lasciando che sia l’empatia verso il protagonista a guidarci all’interno della sua realtà.
Il mondo alla fine del mondo
Il silenzio imperante nelle prime tavole, prive persino di vocalizzi onomatopeici e interrotte solo dalla voce interiore di Kaina, consente di veicolare l’essenza di questo mondo, se ne percepisce l’immensa desolazione e al contempo viene enfatizzata la faticosa ricerca di cibo dei sopravvissuti. Un primo passo nella vita di Kania che si rivela ottimo per esaltarne poi la vita familiare, fatta di felicità per le piccole conquiste quotidiane, cui si contrappone l’amara rassegnazione degli anziani che riescono solo a vivere tutto questo come un percorso entropico verso la fine dell’umanità.
Niehi costruisce questa contrapposizione emotiva rendendola parte di una meccanica di dualismi che ritorna spesso in Kaina of the Great Snow Sea. Speranza opposta a rassegnazione, sopra e sotto, Niehi sembra voler attrarre il lettore in una trama di contrasti, mostrando antitesi che cercano di trovare un punto di incontro, incarnato dalla decisione di Kaina di aiutare Ririha. Una decisione maturata dopo che Ririha ha conosciuto il mondo di sopra, per lei una leggenda, venendo accolta, quasi rapita dalle anziane affinché diventi la sposa di Kaina. Nihei si ritaglia i giusti tempi, con siparietti di genuina comicità, per avvicinare Kaina e Ririha.
Merito anche dei disegni di Takemoto. Le due diverse società sono ritratte con un’attenta caratterizzazione che rispecchia i rispettivi mondi, tanto rustica e minimal quella di Kaina quanto ricca di dettagli e più imponente quella del mondo del mare di neve da cui proviene Ririha. Il tratto di Takemoto mostra una vivace interpretazione nel ritrarre gli interni, indugiando su sfondi e piani secondari, che appaiono ben dettagliati, seppur non particolarmente ricchi in coerenza con un mondo fatiscente. Particolarmente ben riuscito è il trasmettere il senso di organicità delle creature e dei giganteschi alberi celesti, questi ultimi soggetti dell’unica splash page, utilizzata ottimamente per valorizzare il sense of wonder della storia.
Pubblicato in Giappone nel febbraio del 2022 all’interno di Monthly Shonen Sirius e divenuto in seguito un anime, Kania of th Great Snow Sea viene pubblicato in Italia da Panini nella sua collana Planet Manga. Il primo volume viene presentato nel tradizionale formato dell’editore, con una sovracopertina dominata da un ritratto di Kaina che rende pieno omaggio al giovane protagonista.
Kaina of the Great Snow Sea è uno shonen che unisce un incipit classico a una valorizzazione emotiva dei personaggi particolarmente curata, avvolgendo il lettore in una storia avventurosa e con momenti di delicata ironia. Visivamente appagante, per quanto debitore di un immaginario ben consolidato, Kaina of the Great Snow Sea è un’intrigante proposta di Panini Planet Manga.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- World building curato
- Personaggi ben delineati
- Visivamente avvolgente
Contro
- Incipit narrativo non innovativo
- -
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