Kung Fu Panda 4, recensione: avere il coraggio di farsi da parte e crescere secondo DreamWorks

Kung Fu Panda 4 sposta nuovamente in avanti la storia di Po, ponendolo davanti a una scelta con cui non sembra facile fare i conti.

Autore: Nicholas Massa ,

L'approdo al cinema di Kung Fu Panda ha cercato fin da subito di catturare una o più generazioni precise di spettatori, trasformando l'epica e la poetica dei film di arti marziali in una rielaborazione narrativa che sfrutta la dimensione animata per parlare anche d'altro, affrontando argomenti interessanti e delicati come la ricerca e l'accettazione di sé. In questo, il primo film della serie è stato molto incisivo, lanciando, nella sua semplicità, una manciata di modelli sul grande schermo e personaggi estremamente riconoscibili e facili da ricordare, che sia per la storia o anche solamente per la caratterizzazione estetico-caratteriale. L'evolversi nel tempo, però, non ha mai del tutto riconfermato il tocco iniziale, proponendo una serie di seguiti e altri lavori che il 21 marzo 2024 sono arrivati a Kung Fu Panda 4.

Questo quarto capitolo sarà riuscito a confermare le impressioni precedenti, o si è dimostrato l'ennesimo tassello di una saga che diverte senza trasmettere molto di più? Quando si affronta la visione di un film del genere, ovviamente, si deve tenere anche conto del target a cui è mirato e verso cui alcune delle battute, anche le più semplici, sono indirizzate. Nella semplicità generale di una pellicola che parla a un pubblico preciso, quindi, si cela l'intento di espandere ulteriormente il viaggio di Po facendolo crescere di nuovo, così da imprimere, attraverso la sua esistenza, nuovi insegnamenti e una maturazione anche interessante.

Kung Fu Panda 4: qual è la strada del Guerriero Dragone?

Kung Fu Panda 4 si apre su una Valle della Pace che sembra versare in una situazione di equilibrio finalmente. I piccoli problemi quotidiani, infatti, vengono prontamente affrontati e risolti dal leggendario Guerriero Dragone, colui che ha più volte salvato le sorti del posto, sconfiggendo ed esiliando i grandi pericoli del passato. Così ritroviamo il caro Po totalmente preso dalla propria posizione e attuale fama, trasportato da un evento all'altro e sempre pronto a mettersi a disposizione per aiutare il prossimo, e a crogiolarsi nella sua attuale e sconfinata fama. Qual è il prossimo passo quindi? Cosa resta da fare al panda più famoso di sempre oltre allo scongiurare i pericoli di tutti i giorni? Semplice: mettersi da parte.

La crescita che Po ha vissuto nel corso dei precedenti film, e i grandi traguardi che è riuscito a perseguire, lo hanno portato su una sola strada: quella della "Guida Spirituale della Valle". Per adempiere a un destino così grande, però, il nostro dovrà evolversi ulteriormente rinunciando alla sua carica di Guerriero Dragone, per poi cercare un degno erede da plasmare e preparare affinché possa prendere il suo posto. Un cambiamento del genere, però, non è facilissimo da accettare, e l'indecisione riguardo a un successore spingerà il protagonista verso un'incertezza interrotta solamente dall'improvviso attacco di quella che sembra essere una sua vecchia conoscenza. Mentre la Valle si prepara a trovare la sua nuova Guida Spirituale, infatti, una nuova minaccia sorge all'orizzonte, un nemico che attinge al passato per infiammare il presente e conquistare il futuro.

Da tutto ciò si sviluppa un viaggio dalle tinte divertenti e dagli scontri epici, in cui Po dovrà fare i conti col suo attuale ruolo, con i prossimi passi in questa direzione, e con l'accettazione di una maturazione a cui probabilmente non aveva ancora pensato. Personaggi nuovi e vecchi torneranno sul cammino del panda, ora concentrato verso una pace interiore combattuta.

La comfort zone in Kung Fu Panda 4

Come già avvenuto con i precedenti capitoli, anche Kung Fu Panda 4 si costruisce intorno a un messaggio profondo capace di rapportarsi con chiunque in sala. La storia di Po, non a caso, si distingue da sempre per una serie di momenti chiave, in termini di scrittura, che riescono a lasciare il segno sia sul pubblico adulto che sui più piccoli, lavorando continuamente sul binomio leggerezza/crescita. Il quarto capitolo non fa eccezione in questo senso, presentandoci il grande Guerriero Dragone in procinto di affrontare un altro passo avanti nella sua vita. In questo caso, l'evolversi della serie lo ha spinto a un'ennesima trasformazione personale, a un'evoluzione che si centralizza attorno a un argomento complesso: il cambiamento.

Tutti cambiamo, tutti, durante la crescita, facciamo delle scelte e viviamo esperienze che ci trasformano e insegnano qualcosa sulla vita e sugli altri. Evolversi, infatti, significa proprio lasciare il percorso precedente per intraprenderne uno nuovo. Può essere una fase automatica o un momento chiave nella nostra esistenza. In Kung Fu Panda 4, Po si troverà proprio obbligato in questo senso. La sua vita come Guerriero Dragone è finita e la valle ha bisogno di un suo successore. Accettare una cosa del genere, per lui, significa abbandonare qualcosa che ama e in cui si trova perfettamente in equilibrio e a suo agio, per lanciarsi praticamente nel vuoto. L'abbandono della propria comfort zone in cambio del buio più totale, e la crisi esistenziale in questo senso, dunque, muovono gli sviluppi principali di una narrazione che diverte sicuramente dall'inizio alla fine, dando anche qualche spunto di riflessione interessante.

Come in passato, non c'è molto da dire per quanto riguarda la costruzione tecnica del film, ancora una volta fluidissima e piena di dettagli ovunque si posa lo sguardo. Il divertimento, anche visivo, quindi, è sicuramente assicurato con Kung Fu Panda 4, ritrovando la stessa comicità del passato e ampliandone la portata con trovate del tutto nuove, pronte a strappare qualche sorriso oltre gli eventi principali del racconto. La qualità generale della pellicola torna anche in termini di regia e scontri, dando nuova linfa vitale alle arti marziali sul grande schermo e proponendo una rielaborazione animata che ancora adesso riesce a lasciare il segno grazie ad alcune scelte formali che valorizzano ogni cosa, andando di pari passo con la cura nell’animazione.

Un'idea non troppo nuova

Se dal punto di vista tecnico Kung Fu Panda 4 lascia il segno, è proprio nel complesso della sua riflessione di fondo che non sorprende troppo, aggiungendoci anche un'antagonista principale abbastanza semplice e non troppo originale in generale. Il tema del cambiamento, infatti, non è per nulla nuovo in questa serie di film, specialmente perché già nel terzo capitolo era stato centrale. Il fatto di evolversi cercando di migliorare se stessi non è inedito al percorso del protagonista (in Kung Fu Panda 3, infatti, doveva diventare maestro e quindi imbarcarsi in qualcosa che non conosceva affatto).

L'unica sostanziale differenza che trasforma questo "passo" nel quarto capitolo risiede nel fatto di "mettersi da parte". Po deve mettersi da parte e cedere il suo posto a qualcun altro e tutto ciò è sicuramente interessante anche se familiare, in un certo senso.

Parlando del villain principale, la Camaleonte, purtroppo non c'è molto da dire, considerando che quasi tutti gli avversari principali di Po non sono stati troppo caratterizzati nel corso del tempo, con alcune eccezioni ovviamente.

In questo caso, tutto risulta molto semplice e stereotipato, presentando una strega metamorfa che vuole "rubare il kung fu" ai maestri, in una dinamica narrativa che ricorda troppo l'antagonista del film precedente.

Commento

Voto di Cpop

75
Kung Fu Panda 4 ci riporta nella vita di Po, presentandocelo in un momento delicato della sua vita/carriera nella Valle. Dopo gli scontri precedenti, adesso la grande sfida risiede nel mettersi da parte. Un vero e proprio salto nel vuoto che il film sa calibrare piuttosto bene, plasmando la semplicità del materiale narrativo di fondo attraverso una cura formale di tutto rispetto, pur con qualche limite nella scrittura e caratterizzazione in generale, specialmente lato villain principale.

Pro

  • La carica emotiva che Po riesce ancora a trasmettere.
  • La regia e la cura in termini di animazione.
  • L'appeal immediato dei nuovi ingressi nel racconto.

Contro

  • Non ci sono dei veri e propri passi in avanti nella serie.
  • L'antagonista principale fin troppo semplice e stereotipata.
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