La sirenetta, recensione: tornare in fondo al mar con stile

Autore: Nicholas Massa ,

Andando oltre le polemiche che hanno accompagnato ogni singolo annuncio relativo a La sirenetta negli ultimi mesi, questo nuovo film live-action (con attori dal vivo) nostalgico targato Disney potrebbe diventare uno dei migliori esperimenti realizzati fino ad ora in questo senso (guardate il trailer de La sirenetta).

Da anni, Disney continua a sfornare pellicole che vogliono conquistare i cuori delle generazioni correnti, oltre a creare nuovi modelli per i bambini di tutto il mondo, imponendosi come avvenuto in passato con storie fiabesche, personaggi memorabili e canzoni immortali.

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Il progetto de La sirenetta si muove e origina proprio in questo senso. Quando si rivolge al pubblico, adotta un linguaggio legato al passato, che lima alcuni dei suoi tratti meno moderni in modo sottile.

Non si tratta di un remake 1:1 o di un reboot (di una rifacimento o di una ricostruzione da zero), ma di una storia pressoché identica al classico di animazione uscito nel 1989, con qualche leggero cambiamento, aggiunta e tagli che, nell'insieme della trama proposta e della risoluzione tecnica generale, non stonano affatto.

In questo caso non si tratta soltanto di un'operazione nostalgia, ma di un film che conosce perfettamente le sue origini, cercando di modernizzare la propria voce senza mai intaccare l'identità cinematografica di una trasposizione che ha fatto la storia del cinema e dell'animazione mondiale.

Di cosa parla La Sirenetta di Rob Marshall

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La sirenetta - Halle Bailey in una scena iconica del film

La storia de La sirenetta è uguale a quella del classico d’animazione che tutti conosciamo, sebbene con qualche piccolo accorgimento e aggiunta. Al centro di tutto troviamo il personaggio di Ariel (Halle Bailey), la giovanissima figlia di Re Tritone (Javier Bardem) che è affascinata dal mondo in superficie e dagli esseri umani che lo abitano.

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Il padre, però, per ragioni profondamente personali e legate al suo passato, non vuole che le figlie si avvicinino al mondo fuori dagli oceani. Ariel, però, è diversa da tutti gli altri e la sua curiosità non ha limiti, al punto da spingerla ad avvicinarsi alla nave guidata dal principe Eric e la sua ciurma.

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Vedere e ascoltare, anche solo per pochi istanti, la vita del principe innescherà qualcosa nel cuore de La sirenetta, al punto da spingerla sempre più oltre e disobbedire al padre.

Al centro del film ci sono ancora le tematiche che tutti conosciamo (come il rapporto padre-figlia e i cambiamenti della crescita), questa volta accompagnate da alcuni artifici narrativi che ampliano le possibilità di questa storia, approfondendo anche gli altri personaggi intorno ad Ariel.

Così, in un racconto di ribellione e successivo amore, troviamo per la prima volta anche un mondo più sfaccettato e credibile nel suo insieme, non solo uno sfondo casuale, ma un contesto tangibile che aiuta ulteriormente l'immersione degli spettatori.

Pur presentando una trama identica al classico del 1989, Rob Marshall ha saputo calibrare il tiro, giocando anche con la favola originaria di Hans Christian Andersen, e riuscendo a trasformare alcune delle sue trovate letterarie in elementi chiave del film stesso.

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L'incontro fra letteratura e cinema si svolge in maniera sia silenziosa che diretta, proponendo alle nuove generazioni una storia dai tratti sia adulti che infantili, ricordando sempre l'immortale impatto artistico della pellicola che ha cresciuto tutti quanti.

Perché guardare La sirenetta?

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La sirenetta - Halle Bailey e Jonah Hauer-King in una scena del film

Dimenticando per un istante la trama, La sirenetta è un film estremamente coinvolgente dal punto di vista tecnico e artistico, capace di trasmettere le stesse emozioni che il classico animato aveva suscitato in passato quando uscito al cinema.

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La grande cura generale in termini estetici è in perfetta sintonia con la potenza musicale ereditata dal film dell'89, creando sensazioni forti che sanno sempre colpire al cuore.

Il fiore all'occhiello di questo lungometraggio sono le performance canore di ogni singolo attore, con Halle Bailey impeccabile nel suo ruolo, capace di modulare la propria voce con la giusta dolcezza ingenua tipica di Ariel, unita alla potenza emotiva che il personaggio richiede, sempre e comunque al servizio dell'interpretazione.

Inoltre, anche il lavoro svolto da Melissa McCarthy come Ursula è notevole. L'attrice è in grado di equilibrare perfettamente il lato malvagio con un appeal leggero che non stona affatto, muovendo la propria voce in modo identico a come si muovono i tentacoli della Strega dei mari.

Parallelamente, si nota un certo grado di attenzione nei confronti del mondo marino e dell'esterno. La CGI del film, a differenza del classico animato, sceglie un approccio incentrato sul realismo, creando un contesto maestoso in termini di dettagli, seppur diverso dallo stile artistico a cui gli amanti del film d'animazione sono abituati.

L'estetica del film può risultare inizialmente estraniante, soprattutto con la caratterizzazione di Sebastian (Daveed Diggs) e Flounder (Jacob Tremblay), ma si riscatta mano a mano che la storia avanza, grazie soprattutto al lavoro svolto nel doppiaggio (è bene precisare che la visione del film in fase di recensione è stata in lingua originale).

Un altro aspetto interessante de La sirenetta è il lavoro fatto sul personaggio di Eric, che finalmente presenta una personalità, consentendo al grande pubblico di relazionarsi con lui, anche empatizzando con i suoi crucci interiori.

Conclusioni: il passato e il presente si fondono in una storia dal sapore di nuovo

La sirenetta di Rob Marshall è sicuramente una pellicola da vedere al cinema, un'esperienza da vivere in sala sia per la sua potenza sonora che narrativa. L'impegno nel realizzare un live-action che funzioni è tangibile in ogni inquadratura, così come l'attenzione verso una storia che riesce ad assumere significati ancora più interessanti rispetto al passato.

Le musiche di Alan Menken (una vera e propria leggenda del cinema musicale) e la fotografia di Dion Beebe sono un grande valore aggiunto per questa pellicola che respira nuovo ossigeno mentre torna nei cinema di tutto il mondo.

La cura generale di Rob Marshall è innegabile nella trasposizione di un film estremamente nostalgico, con qualche interessante aggiunta e cambiamento che fanno riflettere. Non una rivoluzione, ma comunque una piacevole trasposizione che sicuramente ammalierà i cuori di tutti i bambini, ricordando anche qualcosa ai nuovi genitori.

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Commento

cpop.it

75

Il live-action de La sirenetta funziona, e lo fa proprio perché cerca di rinfrescare una storia che sa ancora come ammaliare il grande pubblico. Rob Marshall ci regala quindi un sogno d'infanzia che, sperimentando coi mezzi contemporanei, tocca le corde giuste senza risultare troppo fuori dal tempo.

Pro

  • La magia del Classico Disney resta intatta.
  • Alcune trovate inedite rinfrescano in positivo la storia.
  • Rob Marshall ha tenuto conto anche della fiaba di Hans Christian Andersen in corso d'opera.

Contro

  • La CGI incentrata sul realismo dettagliato potrebbe far storcere il naso e disorientare i puristi del film d'animazione.
  • Oltre l'effetto nostalgia non aspettatevi nulla di nuovo dalla trama.
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