LEGO. Una storia di famiglia, recensione: la storia di una vita, un mattoncino dopo l’altro

Sapete qual è la storia dietro il mattoncino colorato più famoso al mondo? Ce la racconta Jens Andersen, autore di Lego. Una storia di famiglia.

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Autore: Sara Formisano ,

Ogni anno la mattina di Natale, in tutto il mondo ci sono milioni di bambini che si alzano presto, saltano giù dai loro lettini e corrono sotto l’albero per vedere se Babbo Natale gli ha portato i regali sognati e di cui hanno scritto nelle loro letterine. Nel corso dei decenni dagli anni Cinquanta in poi sono state comprate confezioni LEGO di tutti i tipi da milioni di famiglie nel mondo. Dopo anni di giochi è arrivato il momento di conoscere la storia che c'è dietro e a raccontarcela è Jen Andersen con la biografia LEGO. Una storia di famiglia

Cosa racconta il libro

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Per molte generazioni il “sistema LEGO” e i suoi mattoncini colorati ci sono sempre stati e almeno una volta nella vita ci abbiamo giocato tutti. Li aveva il vicino di casa, il cugino, la sorella, l’amico, insomma decine di generazioni hanno amato LEGO, al punto che oggi perfino gli adulti comprano le famose costruzioni per riprodurre a casa i modellini iconici di film e saghe cinematografiche come: Star Wars, Harry Potter, Il signore degli anelli e così via.

Ma come nasce LEGO? Chi è la mente dietro il sistema di mattoncini in plastica colorati? E a chi è venuta l’idea di produrre uno dei giochi più famosi al mondo? A raccontare questa storia è Jens Andersen già biografo di Hans Christian Andersen, di Astrid Lindgren e dei membri della famiglia reale danese. Anche la storia di LEGO inizia in Danimarca e precisamente negli anni Venti, con una piccola falegnameria a conduzione familiare portata avanti da Ole Kirk Kristiansen, che potremmo definire il “signor LEGO” e il cui volto in primo piano possiamo vedere nella copertina di LEGO. Una storia di famiglia, edito da Salani Le stanze. 

In pochi conoscono l’incredibile storia di questa multinazionale, caratterizzata da sorprese, intuizioni, crisi profonde e un grande coraggio. Tutto ha origine nel 1916 in un piccolo laboratorio di falegnameria nella campagna danese, dove il giovane artigiano Ole Kirk Kristiansen, con il suo carattere instancabile e generoso, costruisce case di legno per i contadini locali. Nonostante il suo spirito positivo, Ole è colpito dalla sfortuna: per ben due volte la sua attività viene distrutta, prima a causa di un incendio, poi per un fulmine, e, quando finalmente sembra andare tutto per il verso giusto, arriva la Grande Depressione a bloccare ogni slancio. Ole, però, non si lascia scoraggiare; con la crisi economica e la scarsità di legno, decide di orientarsi verso la creazione di mobili in miniatura e giocattoli come macchinine, paperelle e yo-yo. Questa scelta si rivela vincente, e nel 1934 nasce ufficialmente LEGO. Il vero momento di svolta, però, arriva dopo la guerra, quando Ole scopre le potenzialità della plastica e sviluppa un sistema innovativo per incastrare i mattoncini, rivoluzionando per sempre l'industria dei giocattoli. 

Una biografia sui generis

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La prima cosa da dire sulla biografia scritta da Andersen è che non sembra una biografia. Non lasciatevi ingannare dal genere e dalla trasposizione degli eventi reali, leggerla vi trasporterà in una vera e propria avventura e sarà come vedere un film epico nel quale imparerete a conoscere le persone prima dei mattoncini e poi i mattoncini stessi che non vi sembreranno più dei semplici giochi in plastica. Non è solo la storia di un’azienda infatti, ma di tre generazioni che portano avanti un sogno: permettere a tutti i bambini di giocare ma soprattutto di “giocare bene”.
Il significato della parola LEGO, infatti, in danese Leg godt, vuol dire “Gioca bene” e l’obietto è proprio questo: giocare bene e giocare meglio. 

Andersen racconta l’evoluzione della fabbrica, dividendo gli eventi principali della storia in decenni, dagli anni Venti fino ai Duemila così da rendere più semplice la lettura degli eventi e inserirli nel contesto storico. 

Una fiaba come quelle di una volta

Lo stile del racconto di LEGO. Una storia di famiglia è come quello di una favola e come in tutte le favole ci sono i buoni e i cattivi, l’eroe cerca di realizzare un sogno ma qualcuno o qualcosa gli rema contro e in questa storia di cattivi ce ne sono tanti: le due guerre, il crollo del ’29, la depressione e qualche incendio che abbatte più di una volta la fabbrica, ma Ole Kirk non si arrenderà mai, sempre fedele alla provvidenza, la stessa di cui ci parlava Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, che da sola poteva rimescolare le carte e riportare l’eroe in partita. 

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Oltre ai riferimenti letterari già citati, un’ulteriore analogia, quantomeno nelle atmosfere la possiamo trovare con Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg. Sembra strano accostare i due titoli così diversi ma dopo la lettura noterete delle somiglianze, per esempio nel senso di comunità di Billund (cittadina danese dove tutto è cominciato), il fatto che i personaggi della storia si conoscano tutti tra loro e che la fabbrica e Legoland (il parco divertimenti creato per consentire alle persone di vedere come si realizzano i mattoncini) siano stati un luogo di riferimento e di coesione per i personaggi mentre sullo sfondo avvengono alcuni momenti storici chiave. Dopo la lettura della biografia dei Kristiansen, che a questo punto possiamo chiamare “la famiglia LEGO” di certo guarderete il gioco che avete sempre amato in modo diverso e saprete che dietro un oggetto semplice come quello c’è tanta storia. 

Commento

Voto di Cpop

80
Jen Andersen affronta la scrittura di questa biografia come se fosse una fiaba con tutti gli elementi narrativi che la caratterizzano. Per rendere la lettura più scorrevole divide la storia in decenni, così da collocare in un preciso contesto storico gli avvenimenti della famiglia Kristiansen e della fabbrica Lego.

Pro

  • Il libro ci dà la possibilità di conoscere la storia di un'impresa e di una famiglia
  • Dopo la lettura del libro si guarda Lego con occhi diversi
  • Si ripercorrono alcune tappe importanti del Novecento

Contro

  • Si tratta di un libro settoriale. Se l'argomento non interessa la lettura non è piacevole
  • Si sofferma molto sui dettagli relativi all'evoluzione tecnica del prodotto
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