Nathan Never/Justice League - Doppio Universo, recensione: grande, spettacolare e anni 90

Autore: Domenico Bottalico ,

Nathan Never/Justice League - Doppio Universo è il secondo evento di crossover tra gli eroi DC e quelli della Sergio Bonelli Editore. Segue il fortunato Zagor/Flash - La Scure e il Fulmine e vede Nathan Never, il personaggio che incarna lo spirito più sperimentale dell'editore milanese, unire le forze con la mitica Justice League ovvero il gruppo di eroi che comprende tra gli altri Batman, Superman e Wonder Woman. Il volume è firmato da Michele Medda, Bepi Vigna e Adriano Barone mentre i disegni sono affidati a Sergio Giardo e i colori sono curati da Daria Cerchi, Virginia Chiabotti e Mariano De Biase.

Di cosa parla Nathan Never/Justice League - Doppio Universo

Bloccati in un futuro remoto e sull'orlo dell'estinzione, Selena e i Tecnodroidi vorrebbero vendicarsi di Nathan Never e l'Agenzia Alfa. Uranus, braccio destro di Selena, individua su una Terra parallela a quella del loro detestato nemico, Cyborg, un essere metà uomo e metà macchina, facente parte di un gruppo di eroi dotati di straordinarie abilità fisiche e morali: la Justice League. Il piano è semplice: infettare Cyborg, prenderne il controllo e sfruttare le sue incredibili capacità affinché Selena faccia un salto indietro nel tempo e guidi così un'invasione di Tecnodroidi. Questo non solo garantirebbe l'a vendetta, ma assicurerebbe anche la sopravvivenza della sua specie.

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Il piano, tuttavia, genera delle anomalie spazio-temporali che non sfuggono né all'Agenzia Alfa, rappresentata da Sigmund, né alla stessa Justice League. Quest'ultima, allarmata dal comportamento insolito di Cyborg, avvia un'indagine sui segnali di fondo delle anomalie, intercettando così la realtà parallela di Sigmund e Nathan Never. Un improvviso attacco dei Tecnodroidi costringerà la League, utilizzando il mitico Cosmic Treadmill, ad aprire un varco verso l'universo di Nathan Never per soccorrere l'Agente Alfa e Sigmund.

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Per la prima volta, gli agenti dell'Agenzia Alfa si trovano di fronte a autentici supereroi, individui dotati di straordinarie capacità superumane. Sciolta l'iniziale riserva e risolto alcune inevitabili divergenze, i due gruppi cominciano a condividere le informazioni in loro possesso e a elaborare un piano per contrastare l'invasione. Toccherà viaggiare nel futuro remoto dei Tecnodroidi per manipolare la macchina che consente loro di aprire varchi spazio-temporali. Ma non prima di essere caduti in una trappola: Selena apre ben tre nuovi varchi nell'universo di Nathan Never, distribuendoli in tre diverse zone del globo, inclusa una all'interno dello stesso Alfa Building, costringendo gli eroi a dividere le forze in tre squadre distinte.

Le battaglie si prospettano durissime poiché Selena ha un altro asso nella manica legato all'evoluzione definitiva dei Tecnodroidi. Gli eroi saranno quindi costretti a sfruttare tutte le loro risorse, sia fisiche che mentali, compresi alcuni interventi provvidenziali da parte di inaspettati alleati, per riuscire a sconfiggere i Tecnodroidi e la loro Regina.

Nathan Never/Justice League - Doppio Universo: ritorno al futuro

Senza dubbio, durante lo sviluppo del soggetto di Michele Medda e Bepi Vigna, Adriano Barone ha ponderato quale versione di Nathan Never e Justice League volesse rendere protagonisti di Nathan Never/Justice League - Doppio Universo dimostrando non solo di essere un conoscitore dell'universo di Nathan Never, come è naturale che fosse, ma anche un appassionato lettore e fan DC. Questo ha portato l'autore lombardo a trovare nell'idea del blockbuster di fantascienza la chiave di volta per rendere coerente un incontro fino a questo momento altamente improbabile.

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Nella pratica emerge il Nathan Never della Saga Alfa, della Guerra contro le Stazioni Orbitanti e della Guerra dei Mondi, inevitabilmente richiamando anche l'epoca dei mitici albi Giganti pubblicati tra il 1995 e il 1998 - sebbene la Selena protagonista qui sia diversa da quella presente nella serie regolare, come specificato dallo stesso Barone nei contributi redazionali del volume. Tuttavia, il faro che guida lo scrittore è la serie JLA di Grant Morrison, la cui influenza si manifesta in modo potente nella portata delle vicende così nella sua risoluzione che culmina in uno spettacolare scontro finale. Nel corso dei capitoli, l'aggressione dei Tecnodroidi è percepita come una minaccia totale, simile a quelle affrontate dalla League di Morrison in saghe come Nuovo Ordine Mondiale o La Pietra delle Ere.

Si tratta di una avventura che, sin dalle primissime pagine, spinge al massimo sul pedale dell'azione coniugando in modo magistrale gli aspetti spiccatamente fantascientifici del personaggio bonelliano con quelli più spettacolari e supereroistici, nel senso più ampio del termine, del gruppo DC.

Barone dimostra di sapere anche caratterizzare in modo puntuale e preciso i personaggi attraverso le loro interazioni soprattutto nei momenti di svolta per il plot, giocando con le loro emozioni e le diverse visioni del mondo, focalizzandosi su concetti fondamentali come eroismo, giustizia e dovere. Da un primo e più semplice livello, ovvero il confronto fra professionisti della sicurezza come gli agenti dell'Agenzia Alfa e quello dei supereroi, si passa al vero cuore narrativo ed emozionale del racconto.

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Da un lato, la "malinconia" e l'introspezione profonda di Nathan Never sono messe a dura prova nel confronto con il solare Superman e, successivamente, con l'implacabile Batman. Dall'altro lato, la scelta di caratterizzare i Tecnodroidi come sull'orlo dell'estinzione, insieme al confronto finale tra Batman, Nathan Never e Selena conferisce alla lettura un tono vivo e vibrante, quasi attuale e "realistico".

Il merito più grande di Adriano Barone rimane però senz'altro quello di aver saputo equilibrare una componente di accessibilità per tutti i tipi lettori, anche e soprattutto quelli casuali, con quella del fan che trova in numerose citazioni e easter-egg la sua cifra. Dalla scelta di una specifica incarnazione di Selena, all'inserimento di Atom nella trama (per richiamare il più possibile la formazione Silver Age della Justice League), dal recupero della Macchina del Tempo di Sheckley fino al riconoscibile suono "hh" tipico del Batman di Morrison.

Lo stile widescreen al servizio di un blockbuster

Dalla presenza di stili di disegno fortemente influenzati dal fumetto americano o giapponese fino al rimaneggiamento, se non addirittura all'esplosione, della cosiddetta gabbia bonelliana per organizzare la tavola, storicamente, le maggiori sperimentazioni e innovazioni grafiche nel contesto del fumetto popolare italiano si sono attuate su Nathan Never. Questa sfida viene ancora una volta affrontata in Nathan Never/Justice League - Doppio Universo dall'eccezionale Sergio Giardo, diventato negli ultimi anni un vero e proprio pilastro della produzione neveriana, nonché uno disegnatori in forza all'editore milanese dallo stile più riconoscibile.

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In questo contesto, Giardo assimila in modo eccellente l'insegnamento dello stile widescreen di colleghi come Bryan Hitch, trovando una sintesi altamente efficace con la leggibilità caratteristica dell'impostazione tradizionale del fumetto Bonelli. In pratica, il disegnatore piemontese espande la tavola, riducendo al minimo qualsiasi schema fisso e persino la stessa suddivisione in riquadri, a meno che non sia strettamente necessaria per l'interazione dei personaggi. Da un lato, è centrale la figura, la corporeità e la fisicità dei supereroi, nonché degli eroici Agenti Alfa, diventando il fulcro delle tavole sia dal punto di vista grafico, con sbordature e inquadrature che esaltano la plasticità dei movimenti, sia dal punto di vista narrativo, lasciando allo scrittore il compito di condensare il maggior numero possibile di informazioni direttamente nel disegno, senza eccedere nei testi.

In questo contesto, gli inserti risultano cruciali, specialmente nelle splash-page (vale la pena notare che, nonostante l'ispirazione "cinematografica" dello stile widescreen, sono presenti pochissime doppie splash-pages) che diventano la vera cifra stilistica del volume. I tagli e le ripartizioni geometricamente più regolari si alternano poi in modo efficace a tagli trasversali più dinamici e inquadrature più audaci.

Va segnalato l'eccezionale lavoro del team di coloristi composto da Daria Cerchi, Virginia Chiabotti e Mariano De Biase. I tre gestiscono con sicurezza le palette e le texture per differenziare i protagonisti: utilizzano tinte piatte e texture più ricercate per Nathan Never e gli Agenti Alfa, mentre sfruttano maggiori sfumature e colori più vivaci per la Justice League. Da questo punto di vista, è stata cruciale la capacità di sintetizzare diversi aspetti dello storytelling come evidenziato dalla soluzione ricca di effetti utilizzata in modo davvero efficace nell'ultimo atto del volume.

Il volume

Sergio Bonelli Editore presenta Nathan Never/Justice League - Doppio Universo in volume cartonato dimensioni 20x26.5 cm. La resa grafica è eccellente grazie alla carta patinata lucida dall'ottima grammatuira che valorizza i colori. La cura cartotecnica è assolutamente impeccabile: la rilegatura a filo e la rifilatura delle pagine consentono una lettura agevole anche nelle tavole a vivo o nelle splash-page. Il volume è disponibile sia con la copertina regolare, firmata dallo stesso Sergio Giardo, sia con la copertina variant, firmata invece da Massimo Carnevale.

Dal punto di vista redazionale, è lo stesso Adriano Barone a firmare tre contributi. Il primo consiste in una vera e propria introduzione per presentare i protagonisti del racconto e non solo. Infatti, mentre gli antagonisti principali dell'avventura sono i Tecnodroidi, l'autore approfondisce spiegando chi sia esattamente Selena, con precisi e puntuali riferimenti alla continuity neveriana, indicando persino il numero degli albi di Nathan Never a cui fare riferimento. In chiusura del volume, trovano spazio, tra alcuni suggestivi bozzetti legati alle copertine, gli altri due contributi. Il secondo esplora il rapporto tra Nathan Never e Legs Weaver con Superman, Batman e Wonder Woman, mentre l'ultimo, in maniera ancora più intrigante, fa un confronto tra l'Agenzia Alfa e la Justice League, mostrando le diverse prospettive tra eroi professionisti ed eroi per "vocazione".

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Commento

cpop.it

80

Nathan Never/Justice League - Doppio Universo richiama alla mente sia le epiche saghe di Nathan Never che quelle firmate da Grant Morrison a metà degli anni 90 sulla testata JLA. Si tratta di una avventura che, sin dalle primissime pagine, spinge al massimo sul pedale dell'azione coniugando in modo magistrale gli aspetti spiccatamente fantascientifici del personaggio bonelliano con quelli più spettacolari e supereroistici, nel senso più ampio del termine, del gruppo DC.

Pro

  • l'atmosfera è quella di una grande saga anni 90
  • ottime interazioni fra i personaggi orchestrate da Adriano Barone
  • lo stile widescreen di Sergio Giardo

Contro

  • qualche passaggio è eccessivamente didascalico
  • non tutti i personaggi godono della stessa attenzione
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