Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, recensione della serie TV Disney Plus

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Autore: Nicholas Massa ,

Dal 20 dicembre 2023, Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo è arrivato su Disney Plus con una nuova serie TV tratta direttamente dai celeberrimi ed omonimi lavori cartacei firmati da Rick Riordan. Non è la prima volta che la storia di Percy tenta di uscire dai propri libri originari rivolgendosi a un pubblico più ampio (ricordiamo i due film usciti al cinema rispettivamente nel 2010 e nel 2013). Questa volta, però, sembra che la musica sia molto diversa dal passato, proponendo un progetto che si prende il proprio spazio e tempo per raccontare una storia dalle caratteristiche sia ampie che complesse al meglio delle proprie possibilità.

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Differentemente dai precedenti tentativi in questo senso, il prodotto su Disney Plus si sviluppa attraverso una coerenza diversa, tentando di fondere una rinnovata fedeltà al materiale di partenza, per poi rielaborarne le possibilità in un prodotto sia simile che inedito. Come anticipato, il 20 dicembre c'è stata la pubblicazione dei primi due episodi, seguiti successivamente dall'uscita settimanale degli altri 8 su Disney Plus.

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo: simile e differente

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Partendo dalle reazioni piuttosto contrastanti, e generalmente negative, ispirate dalle trasposizioni cinematografiche uscite in passato, risulta coerente un generale interesse, e forse anche timore, nei confronti di un nuovo adattamento di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo. I fan storici dei libri di Rick Riordan (a tal proposito, se siete amanti della lettura e avete voglia di approfondire le avventure di Percy oltre il piccolo schermo, vi segnaliamo che in vista della nuova serie tv la Mondadori Ragazzi riporta nelle librerie la famosa saga in un'edizione in hard cover con la traduzione di Loredana Baldinucci e la sopraccoperta illustrata da Victo Ngai, spettacolare, imperdibile e perfetta per immergersi nel magico mondo costruito da dallo scrittore statunitense) conoscono bene il mondo ideato dal loro autore preferito e nel tempo hanno sviluppato un particolare affetto sia per Percy che per tutti gli altri protagonisti, difficile da sostituire con qualcosa che non ne rispetti le caratteristiche principali o quantomeno l’anima.

Courtesy of Office The Walt Disney Company (DISNEY ITALIA)/Disney Plus
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La serie tv di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, quindi, impara dai tentativi precedenti e tratteggia una storia episodica elaborata in modo tale da conservare la propria identità letteraria. Certo, stiamo pur sempre parlando di due linguaggi differenti con possibilità creative ed espressive molto diverse. Riferendosi a un pubblico più generalista, è normale che non ci si limiti a un copia e incolla dall'originale, e questa cosa si palesa fin dai primissimi minuti del primo episodio. 

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Come avviene anche nel primo volume, la presentazione del protagonista segue una strada precisa e diretta, senza troppi giri. Così impariamo a conoscere Percy (interpretato da Walker Scobell), Grover (Aryan Simhadri), Annabeth (Leah Jeffries) e tutti gli altri protagonisti principali di un racconto fantastico che non aspetta altro che essere scoperto ancora e ancora. Partendo dalle vicende quotidiane nella vita di un ragazzino qualunque, si svilupperà una storia dai tratti magici e fantastici in cui le origini familiari e l'identità in questo senso alimenteranno un viaggio alla scoperta di sé e del mondo oltre le cose, con le divinità greche più famose e tutte le leggende epiche ed eroiche studiate a scuola pronte ad assumere un significato diverso, più diretto, avventuroso e anche spaventoso.

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Gli dei dell'Olimpo non sono scomparsi, ma si sono trasferiti a New York. Percy Jackson lo scopre quando la sua professoressa, trasformata in una Furia, tenta di ucciderlo. E sarà proprio lui a indagare sul furto della Folgore di Zeus e a provare l'innocenza di Poseidone, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio. Età di lettura: da 12 anni.

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo: attinenza poco avvincente

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo fila dritta per la propria strada, trasponendo una storia dalle caratteristiche adolescenziali, per poi canalizzare il tutto attraverso un progetto televisivo con palesi richiami ad Harry Potter et similia. Le cose da introdurre, sia agli spettatori che allo stesso piccolo protagonista, sono molte, e in questo la serie sceglie di muoversi agilmente mescolando alcune carte e nozioni che gli appassionati conoscono bene, con qualche cambiamento che potrebbe non convincere fino in fondo. Le interpretazioni del piccolo cast, ad esempio, funzionano piuttosto bene, risultando coerenti con l'immaginario narrativo in questo senso, e restituendo fin da subito una manciata di protagonisti con cui sarà semplice entrare in contatto (alcune scelte prettamente estetiche risultano interessanti e, come avvenuto anche con le trasposizioni cinematografiche, piuttosto lontane da quelle originali nei libri).

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In ogni caso, Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo risulta curiosamente avvolgente fin dai primissimi minuti di storia, riuscendo a introdurre agilmente al materiale narrativo in gioco e a coinvolgere grazie alla generale cura in termini di scenografie e costumi. In questo senso, l'attinenza col materiale originale è quasi maniacale, rivolgendo ai nuovi e vecchi appassionati un mondo che non attende altro che essere esplorato, giocando con una delle iconografie teologiche più famose di sempre. La commistione fra realtà contemporanea e antica Grecia, con tanto di divinità, funziona molto bene e sa come divertire e affascinare nel suo insieme, restituendo un'avventura lastricata di simbolismi e un oscuro mistero che deve essere svelato, con il giusto coraggio.

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Il vero limite di fondo si riscontra nella scrittura e nel modo in cui alcuni momenti della storia sono stati adattati (specialmente se si conoscono i libri). È come se Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo mancasse di elementi avvincenti, concentrandosi principalmente sui dialoghi (veramente tanti) e su alcune modifiche interessanti (sia in senso negativo che positivo) nella caratterizzazione dei personaggi principali e in alcuni eventi chiave della narrazione. Una scelta del genere impatta inevitabilmente col ritmo generale di un prodotto relativamente semplice nel suo insieme, e allo stesso tempo manchevole di qualcosa, lontano da alcuni elementi di tensione, ad esempio, che sviluppano la trama del libro da cui è tratto. 

Se dal punto di vista tecnico-estetico la serie su Disney Plus convince parecchio (anche solamente nella caratterizzazione e costruzione del Campo Mezzosangue, portato alla luce in maniera affascinante e iconografica) è proprio nel modo in cui disegna gli eventi principali che lascia interdetti, proponendo un racconto che sembra avvalersi di un'epica di fondo abbastanza sbrigativa e, in alcuni casi, lontanissima dai fasti letterari originari (i paragoni sono inevitabili in questo senso).

Resta curioso vedere come gli appassionati reagiranno ad alcuni cambiamenti, seppur minimi, in funzione del linguaggio televisivo. Nulla di grave o travolgente come accadde coi film, per fortuna, e niente che infici troppo con l'anima sottocutanea di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo. La storia resta quella ma... le modalità d'esecuzione spingono verso una lingua tutta nuova.

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Commento

Voto di Cpop

65
In questa prima stagione, Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo cerca di trovare una propria direzione, mantenendosi sia vicina che lontana al materiale letterario di appartenenza. Quello che stanno facendo con la nuova serie tv di Disney Plus è differente dalle passate trasposizioni, e in questo caso si percepisce che l'obiettivo primario si lega a una fedeltà al materiale originale, ovviamente rielaborata attraverso il linguaggio della serialità. Non un copia e incolla, ma un lavoro che si rivolge alle nuove generazioni di adolescenti, rielaborando la propria anima letteraria in un prodotto sia vicino che lontano ai libri.

Pro

  • Cura generale nella messa in scena e nella costruzione del mondo.
  • L'intento di mantenersi vicini al libro da cui è tratto.
  • Le interpretazioni dei piccoli protagonisti.

Contro

  • Qualche cambiamento forse obbligato e dovuto al linguaggio televisivo e seriale e all'attuale sensibilità degli spettatori.
  • Il ritmo generale della serie viene rallentato da una scrittura che si avvale troppo spesso dei dialoghi.
  • Gli scontri (a parte uno) non risultano mai avvincenti o memorabili.
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