Romeo è Giulietta, recensione: una commedia sul teatro e la ricerca di sé

Giovanni Veronesi torna sul grande schermo con Romeo è Giulietta, una commedia che rinfresca dimostrando come questo genere abbia ancora qualcosa da dire.

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Autore: Nicholas Massa ,

Se ci ritroviamo ancora oggi, nel 2024, a parlare, citare, lavorare e riflettere su Shakespeare, ci sarà un motivo. Il materiale teatrale del suo genio, non a caso, risuona attraverso un'universalità tematica con sbocchi fuori dal tempo e dallo spazio, consentendo agli autori di tutte le generazioni di costruire qualcosa, adattandone la voce anche al proprio periodo storico di appartenenza. Romeo è Giulietta, il nuovo film di Giovanni Veronesi, disponibile al cinema dal 14 febbraio 2024, attinge direttamente dall'immaginario romantico di uno dei più grandi drammi romantici di tutti i tempi e ne modifica le modalità in una narrazione in cui da un minuscolo cambiamento si sviluppa una voragine tematica dai tratti divertenti e piuttosto inaspettati.

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Già, perché nell'ispirazione diretta al teatro shakespeariano, Romeo è Giulietta trasforma le proprie origini trasponendo qualcosa di lontano e allo stesso tempo vicino alla verve creativa del leggendario drammaturgo, imbevendo gli eventi della sceneggiatura con una tonalità di voce esuberante e piuttosto interessante (abbiamo avuto modo di approfondire alcuni aspetti del film anche insieme al cast e al regista, durante la conferenza stampa di Romeo è Giulietta).

Romeo è Giulietta: un dramma che si fa commedia

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Il leggendario regista teatrale Federico Landi Porrini (Sergio Castellitto) vuole mettere in scena, a tutti i costi, il Romeo e Giulietta di Shakespeare, andando contro le reazioni di settore in questo senso. La sua è una determinazione arrogante che non guarda in faccia a nessuno, fiducioso del proprio genio personale e ispirato dall'idea romantica di un addio al proprio lavoro attraverso lo stesso spettacolo. La storia di Romeo è Giulietta, quindi, si sviluppa partendo dalla ricerca spasmodica del regista e del suo seguito, impegnati a scovare i perfetti protagonisti per una delle storie più celebri di tutti i tempi. L'impresa, però, si rivelerà più complessa del previsto, complice lo stesso carattere e visione di Porrini e il suo approccio professionale alla dimensione teatrale.

Tra i candidati alle parti, speranzosi di poter lavorare con un vero e proprio maestro vivente, troviamo Vittoria (Pilar Fogliati) e il suo fidanzato (Domenico Diele), entrambi attori in ricerca di una svolta definitiva in un settore difficile e apparentemente senza cuore. La risolutezza presuntuosa di Porrini, però, e alcune dinamiche personali, saranno gli ostacoli principali ad allontanare la coppia da questa possibilità, ispirando Vittoria per una vendetta dal sapore surreale.

Enrico De Luigi (Courtesy of Fosforo ufficio stampa).
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Aiutata dalla sua amica truccatrice (Geppy Cucciari), la ragazza si travestirà da uomo, costruendosi addosso una vera e propria identità temporanea, per poi presentarsi al provino per il ruolo di Romeo. Le sue doti sul palco, contrariamente ad ogni aspettativa, verranno immediatamente notate dal regista che, rapito dall’interpretazione le darà subito la parte. L’inaspettato di questa svolta, però, dovrà vedersela anche con il fatto che lo stesso fidanzato di Vittoria verrà in seguito preso… ma per il ruolo di Mercuzio. Come riuscirà la nostra a gestire una situazione personale e professionale così complicata?

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Identità, ricerca di sé e consapevolezza

Romeo è Giulietta è innanzi tutto una storia d’identità, intesa soprattutto dal punto di vista più introspettivo della parola. Tutti i personaggi che vediamo a schermo combattono per ottenere qualcosa, affrontando un viaggio in cui le scelte del passato diventano ben presto qualcosa da superare, o arginare, crescendo e maturando, anche nelle modalità più inaspettate. La Vittoria portata sul grande schermo da Pilar Fogliati è una donna che sta cercando di capire cosa vuole essere, tormentata dai fantasmi di alcune scelte che in passato hanno messo in ombra il suo nome. La sua scelta di vendetta, dalle caratteristiche inizialmente infantili, le darà ben presto la chance di imboccare un percorso in cui, attraverso una maschera, potrà fare i conti con se stessa e con quello che vuole ottenere nella vita; il tutto relazionandosi con la spietatezza di un mondo dello spettacolo che non dimentica e non vuole farlo.

Da ciò si origina la ricerca di una seconda chance plasmata dalla determinazione di una donna con cui è facile entrare in contatto, leggendo nelle sue imperfezioni un’umanità che appartiene a tutti noi, a tutte le persone che si sono trovate, almeno una volta nella loro vita, a sbagliare qualcosa cercando di rimediare con tutte le proprie forze. In Romeo è Giulietta, però, risulta fondamentale anche la tematica della trasformazione, sia estetica che interiore. Dalla voglia di dimostrare tutto il proprio valore a teatro, nasce un tentativo di rivalsa in cui le apparenze artificiose della finzione diventano un mezzo ulteriore per raccontare le proprie possibilità.

In questo Pilar Fogliati risulta estremamente convincente, trasformando l'iniziale verve leggera in una doppia interpretazione sicuramente non semplice sul grande schermo. Così Romeo è Giulietta si trasforma in una vera e propria commedia delle maschere in cui tutti danzano e giocano seguendo delle regole universali e personali, e accodandosi, ancora una volta, agli approcci shakespeariani in questo senso. Il film, però, partendo da una scrittura del genere, amplia ulteriormente la sua voce raccontando dell’identità dei suoi altri protagonisti, avvalendosi pure della grande interpretazione di un Sergio Castellitto perfettamente in parte. In questo modo ingloba, al racconto di Vittoria e del suo compagno, pure una serie di riflessioni strettamente connesse col regista in questione e con la stessa dimensione teatrale in relazione alla sua contemporanea percezione.

Il teatro e il pubblico moderno

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Inutile girarci troppo intorno, il teatro è il vero e proprio cuore pulsante di Romeo è Giulietta. Fin dalla sua primissima sequenza in apertura è possibile respirare la potenza immortale di un’arte che ancora oggi ha qualcosa da dire e trasmettere, pur se proiettata in un presente apparentemente concentrato altrove. In tutto ciò troviamo un’altra questione centrale nella narrazione del film, portando all’attenzione degli spettatori le dinamiche, anche incoerenti, di una dimensione teatrale che deve scendere a patti con sé stessa per attirare il pubblico a teatro. Quale idea migliore, quindi, se non quella di coinvolgere una star del web per conquistare più attenzioni su un progetto del genere?

Così entra in scena il personaggio di Gemma (Serena De Ferrari), una web star che ottiene il ruolo di Giulietta più per ragioni commerciali che per altro. La scaltrezza di una scelta del genere, però, evidenzia ulteriormente l'anima critica di una pellicola in cui la freschezza della De Ferrari funziona e veicola qualcosa di forte ed estremamente contemporaneo, avvalendosi di un volto che incarna in tutto e per tutto alcune letture del presente fuori e dentro internet. Peccato per la scelta di limitare il personaggio ad alcuni stereotipi che ne limitano la caratterizzazione.

Enrico De Luigi (Courtesy of Fosforo ufficio stampa).
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In Romeo è Giulietta, quindi, l'espediente teatrale diventa anche il veicolo di qualcosa che supera i limiti del grande schermo, proponendo una commedia romantica dai tratti inaspettati e soprattutto universali. La voce di Giovanni Veronesi è più chiara che mai fra le pieghe figurative della pellicola, come anche quella di Pilar Fogliati (insieme a Nicola Baldoni) nella scrittura e costruzione dei personaggi a schermo. Il risultato si manifesta in un'esperienza leggera e incisiva, a modo suo, avvolgendo con una dolcezza che riesce a coinvolgere proprio grazie alla voglia di raccontare qualcosa dai tratti sia familiari che curiosamente inaspettati.

Commento

Voto di Cpop

70
Con Romeo è Giulietta Giovanni Veronesi torna sul grande schermo, costruendo una commedia dal sapore sia familiare che nuovo, a modo suo. La freschezza credibile del cast in generale, e il lavoro di Pilar Fogliati e Sergio Castellitto nello specifico, alimentano una narrazione dai tratti universali e umanamente sensibili, capaci di coinvolgere dall'inizio alla fine. Alcune sbavature in termini di ritmo e scelte fuori fuoco, insieme a scelte stereotipate, non minano comunque la resa di un racconto per immagini divertente e interessante da vedere.

Pro

  • Il cast e le interpretazioni dei personaggi principali.
  • La regia di Giovanni Veronesi.
  • La critica di fondo e la scrittura.

Contro

  • Alcuni momenti abbastanza poco chiari.
  • Alcune scelte stereotipate in termini di caratterizzazione.
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