IF - Gli amici immaginari, recensione: John Krasinski sforna un film che parla al cuore di tutti

Contrariamente a ogni aspettativa, IF - Gli amici immaginari è un film che diverte, coinvolgendo anche i più grandi in un intimismo di natura soggettiva.

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Autore: Nicholas Massa ,

Tutti quanti, più o meno, abbiamo avuto degli amici immaginari da bambini. Si tratta di un processo socio-psicologico normale, di una fase della crescita in cui la creatività infantile prende forma e colore, trasformandosi in un’esperienza che, volenti o nolenti, resterà per sempre dentro a coloro che l’hanno vissuta in prima persona. Ma quanto peso può avere, nell’immaginario personale e collettivo, una dinamica infantile come questa, e quanto può diventare importante ricordarne le origini in una società che nell’età adulta ti mette continuamente sotto pressione cancellando quello che si è stati da bambini? IF - Gli amici immaginari, il nuovo film scritto e diretto da John Krasinski, si sviluppa proprio mettendo in relazione la genuina creatività dei bambini, i ricordi in questo senso, e l’impatto inevitabile dell’età adulta sulla nostra stessa vita.

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Con un cast di voci stellari che comprende Steve Carell, Phoebe Waller-Bridge, Emily Blunt, Matt Damon e altri, IF - Gli amici immaginari si pone al pubblico al cinema costruendo un racconto per immagini universale. Non una storia con il preciso obiettivo di coinvolgere solamente il target infantile, quindi, ma anche e specialmente quello adulto, proponendo una vicenda dalle sfumature sia dirette, divertenti e spigliate, che sottilmente nostalgiche ed emotive. Disponibile nei cinema italiani dal 16 maggio 2024, IF - Gli amici immaginari presenta pure le performance di Ryan Reynolds, Cailey Fleming, Fiona Shaw e dello stesso John Krasinski, fra gli altri attori coinvolti direttamente.

IF - Gli amici immaginari: una storia di legami

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Bea (Cailey Fleming) è una ragazzina con una storia familiare alle spalle in cui il dolore della perdita sembra aver trovato posto piuttosto presto. Dopo la scomparsa della madre la troviamo a vivere con la nonna (Fiona Shaw) in attesa che il padre (John Krasinski) torni a casa dall’ospedale, ricoverato per un problema al cuore non ben precisato. Un giorno però, la protagonista di IF - Gli amici immaginari scorgerà una strana figura aggirarsi per le scale del suo palazzo e, seguendola ostinatamente, farà la conoscenza di Blue, Blossom e di Cal, un uomo dal fare misterioso che vive proprio sopra il suo appartamento insieme a questi mostriciattoli definiti IF (imaginary friends).

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Gli IF altro non sono che gli amici immaginari creati, nel corso del tempo, dai bambini di tutto il mondo e in seguito dimenticati durante la crescita, seguendo un processo naturale per tutti noi ma, a quanto pare, piuttosto traumatico per loro. Non potendo più essere visti dai loro infanti originari, ora adulti, si ritrovano in una sorta di situazione sospesa in cui la mancanza primordiale dell’umanità alla loro base li ha praticamente confusi e rattristati. Bea e Cal, quindi, riuscendo entrambi a vederli tutti, cosa non comune, decideranno di organizzarsi per aiutarli a ritrovare se stessi e quei bambini che, molto tempo prima, li hanno creati.

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IF - Gli amici immaginari: ricongiungersi e ritrovare una parte di sé

L’idea alla base di IF - Gli amici immaginari è estremamente interessante non soltanto per il potenziale comunicativo a livello generazionale, ma, soprattutto, per la sua insita e inevitabile universalità. In ciò il film di John Krasinski risulta essere fin da subito sia divertente e creativo per il pubblico più piccolo in sala, che curiosamente familiare, emotivo e nostalgico per tutti gli adulti. Da questo binomio si sviluppa una doppia riflessione di fondo che avvolge continuamente gli eventi in corso. Il viaggio affrontato dalla piccola Bea coinvolge per i momenti più colorati e creativi, divertendo i bambini in sala, e allo stesso tempo getta una serie di riflessioni che solamente i più grandi possono cogliere pienamente e fino in fondo, definendo fin da subito gli equilibri di un lavoro praticamente rivolto a tutti.

La tematica più importante e complessa al centro di IF - Gli amici immaginari è sicuramente quella della crescita, con il conseguente approdo all’età adulta e a tutto quello che ne comporta. L’abbandono della dimensione infantile e la realizzazione di ciò restano due processi fondamentali nella vita di tutti noi, nonché qualcosa di estremamente soggettivo che ci pone nella condizione di dover prendere in mano le nostre esistenze, lasciandoci alle spalle alcune caratteristiche fino a quel momento considerate normalissime. Si tratta di un procedimento graduale, fortunatamente, ma nella gradualità di questa evoluzione molte cose vengono abbandonate lungo il cammino nel modo più naturale possibile, semplicemente sostituite da altro, dagli obblighi quotidiani che comporta l’assumersi alcune responsabilità personali ed esterne.

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Scegliendo proprio di tratteggiare le immaginarie conseguenze di questo processo, IF - Gli amici immaginari trova terreno fertile in quella particolare nostalgia dell’infanzia che tutti, bene o male, ci portiamo dentro ricordando qualcosa che crescendo si fa sempre più sfumato e apparentemente irraggiungibile. Ponendo il tutto in una dimensione narrativa prevalentemente leggera, John Krasinski muove i fili sottili di un racconto sì spassoso e per tutta la famiglia, ma anche, allo stesso tempo, curiosamente intimo e con due o più chiavi di lettura specifiche. Nell’intimismo che muove la sua camera da presa fin dai primissimi e introduttivi istanti, si può immediatamente intuire quella particolare e delicata emotività di fondo fondamentale nella comprensione totale di un’esperienza sempre sopra le righe, eppure anche d’impatto diretto.

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Vale la pena vedere IF - Gli amici immaginari al cinema?

IF - Gli amici immaginari è un film che lascia il segno proprio grazie alla duplice discussione che intavola, in modo diretto e indiretto, col pubblico al cinema. Pur trattandosi di un lungometraggio non esente da difetti (la troppa lunghezza generale e l’eccessiva lentezza della parte centrale sono elementi che non possiamo ignorare) resta comunque un lavoro fatto sicuramente col cuore. Proprio in questa sincerità puramente emotiva si può scorgere tutto il valore di un lungometraggio che sa come colpire, divertendo e ispirando un particolare senso di nostalgia emotiva che solamente i più grandi riusciranno a carpire e tradurre in base alle proprie esperienze di vita.

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Avendolo visto con il doppiaggio italiano, possiamo soffermarci solamente sul lavoro fatto dai nostri professionisti, tutti perfettamente in parte, spendendo due parole sui talent coinvolti: Ciro Priello e Pilar Fogliati. Le voci costruite per i loro Blue e Blossom funzionano sul grande schermo, in una mimesi che fa della riconoscibilità vocale qualcosa di ulteriormente divertente da percepire.

Commento

Voto di Cpop

78
Con IF - Gli amici immaginari John Krasinski costruisce una storia dal linguaggio universale, capace di coinvolgere sia il pubblico più piccolo, che gli adulti al cinema, in un viaggio fatto di fantasia, creatività e nostalgia. Un lavoro del genere, s'impreziosisce ulteriormente con le riflessioni di fondo di un racconto non esente da difetti, ma comunque sfaccettato, in cui la crescita che tutti noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo smuove i fili soggettivi ognuno, nessuno escluso.

Pro

  • Il modo in cui il film tratta alcune riflessioni fondamentali della vita di tutti, lavorandone anche le dinamiche più complesse e delicate.
  • L'interpretazione di Ryan Reynolds giocosa ed emotiva.
  • L'universalità del film.

Contro

  • La lunghezza del film si fa abbastanza sentire.
  • La parte centrale non è troppo chiara e coinvolgente, pur se divertente.
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