Se la mia Idol preferita arrivasse al Budokan morirei 1, recensione: non il classico manga sulle idol

Autore: Federica Polino ,

L’opera Se la mia idol preferita arrivasse al Budokan, morirei, scritta e disegnata da Auri Hirao, ha una storia di serializzazione decennale: sin dal lontano 2015, ancora in corso, conta 10 volumi in Giappone. 

Il successo del manga ha fatto sì che venisse realizzato anche un adattamento animato di ben 12 episodi andati in onda da ottobre 2022 a dicembre 2022, disponibili su Prime Video e Crunchyroll

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L’edizione italiana del manga è curata da Saldapress, che ci delizia con una carta di prima qualità, necessaria ed indispensabile per permettere alle illustrazioni a colori dell’autrice di risaltare ed incantare il lettore: il primo capitolo è totalmente a colori, a riprova che lo stile di Hirao, l’inezia dei dettagli e le sue splendide tavole sono il punto di forza dell’opera.

Se anche voi siete affascinati da questo (a tratti) bizzarro mondo, ma cercate quel qualcosa in più che non faccia risultare la storia una mera copia di Oshi No Ko, allora questo seinen è proprio ciò che fa per voi: indossate il vostro vestiario più comodo, imbracciate le vostre King Blade colorate (una marca di lightstick, utili ai concerti delle Idol per dare man forte alla propria beniamina), e preparatevi a fare il tifo per Eripiyo e Maina! 

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Pagina a colori di Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei

Se la mia Idol preferita arrivasse al Budokan, morirei: il sogno di Eripiyo per Maina

Eripiyo è una normalissima teenager: indossa abiti alla moda, un filo di make-up, frequenta chiassosi amici e vive una vita abbastanza ordinaria, tuttavia, quando un giorno il suo sguardo di posa su una Idol in erba, Maina, tutto cambia.

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Eripiyo subisce una strana metamorfosi, abbandonando abiti femminei e delicati, smette di truccarsi il viso, trasformandosi nella

Fan Veterana, l’Unica Vera di Maina.

Con indosso la sua tremenda tuta fucsia, inizia a sgomitare tra i fan per accaparrarsi un posto in prima fila ai concerti delle Cham Jam, un gruppo idol di seconda categoria composto da quattro belle ragazze: Reo Igarashi, la più famosa del gruppo, Sorane Matsuyama, Maki Hakata, Maina Ichii.

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Tra sudore e sangue versato (letteralmente), attese infinite assieme ai suoi due compagni di avventura, Kumasa e Motoi, corse massacranti da un luogo all’altro, interminabili viaggi e spostamenti per raggiungere luoghi improbabili in cui si esibiranno le idol, la folle vita di Eripiyo scorre inesorabile, mentre tenta impacciatamente ed in ogni modo di attirare l’attenzione della sua amata Maina.

Tuttavia, quest’ultima non sembra essere interessata alle attenzioni della sua fan numero uno, malgrado quest’ultima acquisti perennemente tutti i biglietti disponibili ai meet and great, per sostenerla: infatti, Maina è la meno famosa del gruppo, e nessun fan delle Cham Jam scalpita per incontrarla.

La timida idol finisce sempre con l’ignorare Eripiyo, trattandola con non poca freddezza. Tuttavia, quest'ultima non è il tipo d’arrendersi, e continuerà a supportare la propria beniamina, anche se in lontananza, non volendo infastidirla ulteriormente: Eripiyo, infatti, sogna di poter un giorno vedere Maina esibirsi al Budokan (il più famoso palazzetto di Tokyo).

Ma al lettore sarà subito chiaro quanto tutto ciò sia solo un enorme malinteso, poiché a conti fatti anche Maina non fa altro che cercare in lontananza la propria fan, attendendo di poterla nuovamente incontrare, ma provando un forte imbarazzando quando si tratta di parlarle. 

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Eripiyo perde sangue dal naso alla vista di Maina

Non la classica storia sulle idol

Se la mia idol preferita arrivasse al Budokan, morirei potrebbe sembrare la classica storia di idol belle e dannate, ragazze scagliate in un mondo a tratti disturbante, difficilmente comprensibile da chi non vi è dentro, risultando la solita solfa che cavalca il successo di Oshi No Ko.

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In realtà a noi non è sembrato affatto così. Certo, la componente “Mondo Idol” è presente, con i loro concerti, le coreografie, lo scambio di foto, gli stereotipati fan sudaticci, ma l’aspetto su cui si focalizza l’opera è un altro: la quotidianità, i gesti, i comportamenti di una idol al di fuori del palcoscenico, osservato dagli occhi di una fan innamorata.

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Ed è così che la storia ci viene narrata dalla prospettiva di Eripiyo, una ragazza come tante che, dopo aver incontrato Maina, si lascia fagocitare da tutto ciò che ruota attorno al suo mondo: smette di indossare abiti decenti, è una freelance e quel che guadagna lo spende unicamente per sostenerla.

Prodotto Consigliato

Se la mia idol preferita arrivasse al Budokan morirei

Primo volume del manga di Auri Hirao edito Saldapress

D’altra parte, Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei potrebbe essere letta anche come la semplice storia di due ragazze, Maina ed Eripiyo.

Eripiyo è sfacciata e maldestra, e vive quasi ed esclusivamente in funzione di Maina, e la sua è una vera e propria ossessione. Ad un tratto, però, avverte una palese freddezza nei modi della sua beniamina, e temendo di averla importunata eccessivamente, sceglie di continuare a sostenerla, ma da lontano.

Maina, timida ed introversa, non ama le attenzioni, ma si sforza di allentare le sbarre della gabbia dorata che si è costruita attorno: malgrado sembri fredda nei confronti di Eripiyo, in realtà si preoccupa per lei, la cerca con lo sguardo quando non la scova nel pubblico, arrivando sino a domandarsi 

È giusto innamorarsi di un fan?

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Eripiyo

Entrambe, a conti fatti, desidererebbero stare l’una accanto all’altra, respirando il medesimo ossigeno, abbattendo il muro invisibile che le separa, sfiorandosi per congiungere la punta delle dita e formare un cuore con le loro mani. Un rapporto controverso, che incappa in una serie di incomprensioni e malintesi.

Il primo volume introduce, quindi, temi profondi come le insensate insicurezze che attanagliano la mente di giovani donne circondate da un mondo tossico, nascosto dietro una patina color pastello, cuoricini e stelline.

Tuttavia, gli innumerevoli imprevisti, le strambe circostanze, l’ironia e le brillanti battute, rendono la storia a tratti molto divertente, malgrado si tratti di sorrisi che celano una profonda amarezza: le vicende narrate, lo stalking, l’inopportuna onnipresenza di Eripiyo, la dipendenza e lo stress cui sono sottoposte le idol è una piaga sociale, che spesso porta a conseguenze drammatiche e gravissime.

Se la mia idol preferita arrivasse al Budokan, morirei è, a tutti gli effetti, una sorta di rovesciamento della medaglia di una storia di ossessione patologica nei confronti di un idol: vi invitiamo ad andare oltre, a raschiare il primo strato narrativo del manga, tenendo bene a mente quanto disturbante possa essere per una ragazzina di 17 anni ritrovarsi perennemente circondata dai propri fan, privata delle basilari libertà e spazi privati, in una società come quella giapponese che è una continua contraddizione.

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Il primo incontro tra Eripiyo e Maina

Delicatezza, armonia e colori pastello

Lo stile di Auri Hirao è molto pulito, armonioso, il tratto delicato e tondeggiante, con una meticolosa cura dei dettagli: il risultato sono tavole disposte ordinatamente, chiare, che stimolano anche un lettore disinteressato ai “manga idol” a giungere alla conclusione dell’opera.

Occhi grandi e luminosi, nasini appena accennati, labbra piccole e delicate, tutto ci ha riportato indietro nel tempo, ai primissimi manga shojo e josei, uno stile un po’ “antiquato”, che però funziona e scalda il cuore.

La narrazione prosegue senza intoppi, è lineare, e i pochi eventi secondari s’intersecano perfettamente alla trama principale del manga. Una storia non particolarmente esaltante, ma abbastanza originale per appartenere ad un genere ultimamente così abusato.

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei x Saldapress
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei
Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN morirei sovracopertina

Commento

cpop.it

70

Se la mia Idol preferita arrivasse al BUDOKAN, morirei potrebbe sembrare la classica storia di idol belle e dannate, ragazze scagliate in un mondo a tratti disturbante, difficilmente comprensibile da chi non vi è dentro, risultando la solita solfa che cavalca il successo di Oshi No Ko. In realtà a noi non è sembrato affatto così. Certo, la componente “Mondo Idol” è presente, con i loro concerti, le coreografie, lo scambio di foto, gli stereotipati fan sudaticci, ma l’aspetto su cui si focalizza l’opera è un altro: la quotidianità, i gesti, i comportamenti di una idol al di fuori del palcoscenico, osservato dagli occhi di una fan innamorata.

Pro

  • disegni ed illustrazioni bellissimi
  • originale il punto di vista del fan di un idol
  • divertente, ironico
  • si presta a più letture

Contro

  • a tratti disturbante
  • personaggi volutamente stereotipati (quindi è un contro a metà)
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