Sleepy Boy, recensione: può una tazza di caffè salvare la realtà dal mondo dei sogni?

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Autore: Federica Polino ,

Global manga scritto e disegnato dalla talentuosa Marika Herzog ed edito Star Comics, Sleepy Boy è la miscela perfetta tra uno stile artistico che strizza l'occhio al manga giapponese ed una narrazione originale, coinvolgente, più occidentale. 

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La storia ruota attorno a Nate, un giovane affetto da una stanchezza perenne autoindotta, poiché il solo atto di dormire lo renderebbe protagonista di situazioni insolite, pericolose, e avventure surreali.

Alternando momenti esilaranti, al limite dell'assurdo, ma anche drammatiche e con un tocco di mistero che avvolge la storia, Sleepy Boy è un perfetto shonen nostrano che esplora temi profondi, quali la lotta contro le proprie debolezze e l'accettazione di sé, in un mondo sospeso tra sogno e realtà.

I sogni hanno invaso la nostra realtà.

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Nate è un normale liceale, per i suoi standard: frequenta la scuola, ha hobbies, degli amici, due genitori ed una sorellina minore cui è molto affezionato. Tuttavia, una peculiarità insolita lo rende un tantino diverso dalla massa: il giovane non può mai addormentarsi, o i suoi terrificanti incubi prenderebbero vita.

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Ed è così che Nate si ritrova quotidianamente a lottare contro una condizione a noi estremamente familiare qual è la sonnolenza perpetua, e ciò lo rende immediatamente simpatico e amabile agli occhi dei lettori, che si identificano in lui senza alcuno sforzo.

In cerca perenne di caffeina, il nostro protagonista si caccia costantemente nei guai, ma della sua insolita condizione sono a conoscenza esclusivamente i suoi famigliari, anch'essi sempre stanchi e spossati a causa sua: questi, malgrado amino Nate, sono costretti ad affrontare sfide giornaliere costanti, dormire ad orari improponibili, rinunciare al proprio lavoro.

La singolarità di Nate è stata accompagnata dalla comparsa di alcuni stravaganti orologi immobili in città, ma anche dall'apparizione di innocui pesci volanti: silenti stranezze sottovalutate dalla popolazione, ma inquietanti bizzarrie che Nate non può fare a meno di notare.

Il tempo pare scorrere inesorabile, gli abitanti procedono con le loro vite, Nate e Becky tornano a casa dopo una dura giornata di scuola, quando il nostro protagonista, colto da un'improvvisa sonnolenza, si addormenta: ciò causerà una serie di sfortunati eventi che porteranno a conseguenze tanto disastrose, quanto esilaranti.

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Quella stessa notte, l'orologio volante suona per la prima volta. Quella stessa notte, un gigantesco mostro mangiauomini ha attaccato la famiglia di Nate, distruggendo la loro casa e causando danni permanenti: a salvarli, tuttavia, sarà un inaspettato alleato.

Il demone del riflesso, colui che, da anni, terrorizza Nate con la sua presenza costante e prorompente, un oscura entità che non attendeva altro che questo momento,  intrappola Nate e prende il suo posto, battendo il mostro e salvando la situazione, ma terrorizzando i genitori del ragazzo.

Ciò basterà affinché il giovane, col cuore spezzato, si allontani dai suoi cari, lasciandogli una lettera che recita

Mamma, papà, Becky,

mi spiace di avervi messo in pericolo. Non venitemi a cercare, tornerò quando avrò trovato una soluzione.

baci, Nate

Il giorno seguente, il giovane viene attaccato dall'ennesimo mostro, ma a salvarlo stavolta sarà Lucien, un bizzarro essere umano a 6 braccia (normali, 4 scheletriche), una delle Dream Entities entità nate dai sogni di esseri umani, ma rimaste intrappolate nel nostro mondo. 

Lucien e il suo collega Chris prenderanno Nate sotto la loro ala, offrendogli un posto dove stare e rassicurando la famiglia del giovane che sarà al sicuro d'ora in poi, mentre in città una terribile Malattia del Sonno si sta diffondendo a vista d'occhio, colpendo centinaia e centinaia di sfortunati.

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Ed è da qui in poi che ha inizio la vera avventura di Nate, un percorso ad ostacoli ricco di azione, pericoli e mistero, mentre il giovane, supportato dalla sua nuova famiglia surrogato, la giovane orfana Alenia e Pillow (un cuscino animato, dalle caratteristiche di un cucciolo perennemente affamato), dovrà impegnarsi a combattere non solo gli incubi che - man mano - prenderanno vita, bensì anche i suoi stessi demoni: un riflesso oscuro e giudicante, che fatica ad abbandonare l'idea di prendere il suo posto.

Riuscirà Nate a trovare una soluzione alla sua condizione? Cosa accadrà varcando il portale comparso in città? La malattia del sonno e gli orologi sono collegati? Ma, soprattutto, Nate è davvero umano?

Un riflesso che non ci appartiene: l'invito a combattere i propri demoni interiori

Sleepy Boy, il global manga scritto e disegnato da Marika Herzog, è un'opera che si distingue per un mix intrigante di leggerezza e introspezione, in cui il protagonista, affetto da una stanchezza cronica, trascina il lettore in un mondo sospeso tra sogno e realtà. L’idea alla base della trama, semplice ma innovativa, riesce a esplorare tematiche profonde come la vulnerabilità, la necessità di affrontare i demoni interiori e il valore dell’amicizia, senza mai risultare eccessivamente pesante.

Dal punto di vista visivo, Sleepy Boy colpisce per il suo stile grafico ed un design dei personaggi unico: il tratto tondeggiante della Herzog, ispirato al manga giapponese, è pulito e curato nei dettagli, ma possiede una buona dose di originalità che rende l’opera unica nel panorama dei global manga. 

I disegni paiono voler esplodere ed erompere dalle pagine, prendendo vita in un caotico turbinio di forme e dimensioni, grazie all'attenzione dell'autrice riposta nello studio della cinetica del movimento (di esseri viventi e non): apparentemente, il lettore si ritroverà ad immaginarne anche i colori, senza alcuno sforzo.

Le espressioni dei personaggi sono particolarmente riuscite, in grado di comunicare una vasta gamma di emozioni, contribuendo a immergere il lettore nella storia e a farlo sorridere o commuovere quando necessario: oltretutto, la Herzog non trascura mai i suoi sfondi, che risultano sempre ultra-dettagliati e, anzi, donano ulteriore corposità alle tavole.

World-building e profondità

Un altro punto di forza di Sleepy Boy è certamente il world-building: l'autrice crea un’ambientazione che alterna momenti di vita quotidiana con atmosfere più che oniriche, dove realtà e sogno si fondono in modo fluido, mentre la prima tenta di prevalere sulla seconda: incubi oscurità si alternano a innocui pesci volanti, orologi alati, funghi e piante animate. 

Nonostante la sua apparente semplicità ed un incipit tipico di alcuni shonen, come il demone che prende il sopravvento e possiede il corpo del protagonista in determinate occasioni (dinamica in linea, ad esempio, con quella che si viene a creare tra Asta e Liebe in Black Clover), Sleepy Boy rielabora questi temi e li restituisce al lettore arricchiti di complessità, toccando corde emotive profonde ed esplorando la fragilità umana attraverso un racconto dal tono leggero

Scene esilaranti ed esagerate si alternano a momenti action, commoventi e che ci mostrano la quotidianità del protagonista, in un'opera che invita a riflettere su come affrontiamo le difficoltà quotidiane e su quanto sia importante l'accettazione di sé, nonostante le imperfezioni: proprio come Nate che dovrà accogliere la propria natura, il proprio riflesso demoniaco, oscuro e malcelato.

Commento

Voto di Cpop

80
Marika Herzog ha saputo creare una storia che sa divertire, commuovere e far riflettere, rendendo Sleepy Boy un manga capace di attrarre lettori di tutte le età: un piccolo gioiello narrativo che unisce la morbidezza del tratto grafico alla profondità della storia, con un protagonista dolcemente imperfetto in grado di lasciare un’impronta duratura nel cuore di chi la legge, costretto ad affrontare il proprio riflesso demoniaco: una metafora di quanto sia difficile avere a che fare con i nostri demoni interiori.

Pro

  • Stile grafico unico.
  • Cura nei dettagli, sia per personaggi, sia per sfondi.
  • Padronanza della cinetica del movimento.
  • World-building intrigante.
  • Tematiche profonde.

Contro

  • Dinamica protagonista-demone già vista.
  • Rischio di un sovraccarico visivo: alcune tavole sono troppo caotiche.
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