The Closet, recensione: la mostruosa critica di James Tynion IV

Autore: Livia Soreca ,

James Tynion IV, vincitore di due Premi Esiner come migliore sceneggiatore, ha fatto il suo ritorno tra gli scaffali di librerie e fumetterie con The Closet, un racconto horror illustrato da Gavin Fullerton. Pubblicato per la prima volta nel 2022, è giunto anche in Italia grazie a Edizioni BD con il titolo The Closet - Mostri Nascosti, pubblicato il 4 ottobre 2023.

Conoscendo il suo notevole contributo alla DC (esordisce proprio nella serie a fumetti di Batman) e, in particolare, dopo il successo del premiato Something is Killing the Children con i disegni dell'italiano Werther Dell'Edera, le aspettative su The Closet erano certamente alte e in buona parte sono state rispettate.

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Di cosa parla The Closet

Thom sta per traslocare con la famiglia dalla parte opposta degli Stati Uniti, portando con sé un pesante fardello del passato. Suo figlio Jamie dice sempre più spesso di vedere un mostro nel suo armadio, ma il padre lo rassicura dicendogli che la creatura spaventosa resterà in quell'appartamento. Purtroppo non ha la minima idea di cosa siano capaci gli incubi di Jamie.

The Closet è un racconto horror psicologico molto breve, diviso in 3 capitoli. In origine, infatti, l'opera è stata pubblicata in 3 differenti volumi da giugno ad agosto 2022, qui accorpati in uno solo. La brevità del racconto è connessa alla particolare struttura dello storytelling: la sceneggiatura di James Tynion (noi godiamo della traduzione di Simone Roberto) si pone come obiettivo quello di esplicitare i nessi narrativi essenziali, scegliendo di tagliare tutti quei passaggi che la mente del lettore può - anzi deve - creare da sé.

Edizioni BD/Livia Soreca
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The Closet

Proprio per questo motivo, una prima lettura può dare l'impressione che The Closet sia frettoloso o addirittura monco in diversi punti, ma il senso è quello di fornire al lettore solo stretto necessario per capire alcuni sottintesi e immaginarli. C'è un caso particolare, però, in cui il racconto pecca di sovrabbondanza. Il messaggio finale dell'autore è forte e chiaro, comunicato con una sola immagine; ovviamente il merito va all'intero storytelling dei capitoli precedenti che ha ben preparato il lettore a quel preciso momento.

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A dire il vero, la chiave di lettura di The Closet era già ampiamente suggerita nelle prime pagine del capitolo 3, dunque il vero e proprio epilogo sembra voler dare più un senso di completezza che un colpo di scena finale, compromettendo però il climax e risultando ridondante.

L'irritante protagonista di The Closet

Il personaggio di Jamie, che per certi versi svolge un ruolo simile a quello di Danny Lloyd in The Shining, sembra essere il protagonista di The Closet: le tavole incentrate sulle sue visioni sembrano quelle più significative, nonché quelle più inquietanti e suggestive, e adottano persino un punto di vista quasi soggettivo. Invece il fulcro del racconto è suo padre.

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Thom è un protagonista estremamente irritante, ma deve esserlo perché il fastidio è proprio ciò che James Tynion vuole provocare. Il padre di Jamie è senza dubbio un uomo sgradevole, un pessimo genitore e marito con la sindrome di Peter Pan, ancorato alla vita "semplice" che aveva prima.

Edizioni BD/Livia Soreca
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The Closet

Quella dell'autore è una profonda critica alla figura genitoriale (non solo paterna, ma al personaggio della madre non è riservato lo stesso processo), e la pone su carta in modo schietto, cercando di suscitare un forte giudizio negativo da parte del lettore, senza alcuna compassione.

Tutto irrita di Thom, dal modo di esprimersi alla sua smania interiore, e c'è da dire che non è poi così facile proseguire la lettura se chi si avvicina a The Closet non riesce a provare la minima empatia per il protagonista. Si tratta sicuramente di una scelta azzardata, perché l'istinto è quello di terminare il racconto il prima possibile, ma superato lo scoglio ci si rende conto di poter apprezzare un'opera coraggiosa e pungente.

L'arte di Gavin Fullerton e non solo

Dal punto di vista artistico, The Closet è un vero gioiello che vede i testi di Tynion e i disegni di Fullerton unirsi ai colori di Chris O'Halloran e al  lettering di Tom Napolitano (di Maria Letizia Mirabella nell'edizione italiana): un organismo a più mani che trova un incredibile equilibrio. Il design punta tutta la sua forza sul colore nero: il classico bianco delle pagine scompare persino nel frontespizio, scelta che riesce già a comunicare le atmosfere cupe a chiunque si avvicini all'opera.

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Tutte le tavole presentano uno stile molto vicino al noir: le singole scene nascono nell'ombra e giocano sui contrasti creati dalla luce, come quella dell'armadio di Jamie nel buio della sua cameretta. Le più suggestive sono proprio quelle che ritraggono le notti insonni del bambino, terrorizzato dalla visione della creatura che si cela nell'ombra. Le singole vignette assumono un taglio fortemente cinematografico, con frequenti focus sugli occhi sbarrati e le bocche colte in un grido.

Edizioni BD/Livia Soreca
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The Closet

Questa edizione di The Closet è arricchita da alcuni artwork nelle ultime pagine: si tratta di variant delle copertine dei singoli capitoli (quando sono stati pubblicati singolarmente) realizzate da diversi artisti. In modo particolare spicca l'artwork di Fernando Blanco, il quale sembra si sia ispirato all'estetica del cinema horror degli anni 70, in particolare ad alcuni film di Dario Argento. Restano impresse anche quelle di Martin Simmonds e Tanci Zonjic, tanto minimaliste quanto viscerali e raccapriccianti. Infine, alcuni bozzetti preparatori di Gavin Fullerton chiudono l'opera, lasciando al lettore un senso di profonda inquietudine.

Prodotto Consigliato

The Closet - Mostri Nascosti

Thom è pronto a trasferirsi con la famiglia da una costa all’altra degli Stati Uniti, sperando di lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato. Compreso il mostro che Jamie, suo figlio, sostiene di vedere nel ripostiglio della sua cameretta...

Commento

cpop.it

77

The Closet di James Tynio IV è un'opera schietta e pungente, quasi sempre volutamente irritante, che nella sua eccessiva sintesi trova comunque un senso piuttosto preciso, arricchito da un bagaglio artistico non indifferente.

Pro

  • Stile grafico accattivante e suggestivo
  • Storytelling efficace
  • Protagonista ben caratterizzato ma...

Contro

  • ... Incapace di instaurare un legame con il lettore
  • Finale ridondante
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