Transformers One, recensione: l'amicizia prima della guerra

Transformers One torna alle radici di un mondo che gli appassionati conoscono bene, presentando un viaggio fra ingenuità e amicizia.

Autore: Nicholas Massa ,

Nell'iconografia infantile di tantissime persone, i Transformers occupano ancora un posto di tutto rispetto, connettendosi a un amore indubbiamente cross-generazionale. Questo fenomeno si collega direttamente al lavoro cinematografico di Michael Bay e a quell'universo narrativo che, sul grande schermo, ha plasmato la concezione contemporanea che le persone hanno di questi personaggi e del loro mondo. Sono proprio loro a fare la differenza in termini di riconoscibilità e iconicità creativa, aprendo nuove possibilità, anche oltre quanto visto fino ad oggi. Transformers One, nuovo lungometraggio animato disponibile nei cinema dal 26 settembre 2024 (in anteprima il 21 e il 22 settembre) e diretto da Josh Cooley, coglie l'opportunità per creare qualcosa di nuovo, pur rimanendo fedele a ciò che i fan conoscono molto bene.

Megatron, Optimus Prime, Bumblebee sono nomi che riecheggiano nella memoria pop di tantissimi appassionati. Transformers One parte dalla fama di questi per esplorarne le ipotetiche origini, lavorando su un contesto narrativo estremamente riconoscibile attraverso una scrittura che torna alle radici, con una leggerezza generale, ma non ingenua, fusa alla cura attenta e all'identità di un contesto narrativo che trova nuova linfa vitale. 

Dalla "ricostruzione narrativa" di alcuni dei personaggi più conosciuti di sempre, Transformers One coinvolge in un racconto che combina elementi classici con aspetti "rinfrescanti", specialmente alla luce degli ultimi sviluppi cinematografici della saga Transformers.

Transformers One: origin story e universi paralleli

Prima di entrare nella trama di Transformers One, è bene precisare che il film non dovrebbe collegarsi direttamente ai lungometraggi live-action, trattandosi di un racconto ambientato in un universo parallelo rispetto agli eventi visti al cinema. Transformers One torna proprio alle radici della storia come i fan la conoscono, introducendo il pubblico alla nascita di Cybertron, mostrandone le dinamiche iniziali, per poi concentrarsi sulla vita di Orion Pax / Optimus Prime (doppiato in originale da Chris Hemsworth) e D-16 / Megatron (Brian Tyree Henry).

A causa di una crisi nell'ambito dell'Energon, gli Autobot sono stati categorizzati per contribuire, attraverso il lavoro, al fabbisogno di tutti in modo equo (è bene specificare che solo alcuni robot possiedono il potere di trasformarsi grazie a ingranaggi specifici). I nostri esordiscono quindi come due minatori, appartenenti a una delle classi più umili e bistrattate di Transformers One. Diversamente dagli altri, però, non riescono ad accettare fino in fondo la propria condizione sociale, arrischiandosi continuamente a sfidare un ordine in cui ognuno deve limitarsi a mantenere il proprio posto, seguendo il cosiddetto "protocollo".

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L’idea di mostrarci Optimus e Megatron da giovani permette immediatamente al pubblico di avvicinarsi alla loro personale inquietudine e voglia di emergere, con la tipica ingenuità della giovinezza. Quando il sogno prende il sopravvento sulla monotonia della realtà, le storie personali dei protagonisti imboccano una strada particolare, legandosi gradualmente al mito che tutti conoscono.

Un mondo che si sposa bene con l’animazione

Contrariamente a quanto realizzato dai film live-action, Transformers One conferma nuovamente quanto il mondo al suo centro si sposi bene con l’animazione e le sue possibilità creative. Non solo esplosioni e scontri spettacolari, ma una scrittura che sfoglia e spoglia i personaggi qui umanissimi nel loro incedere, ma comunque coerenti con l’immaginario da cui provengono. La regia di Cooley è l’altra grande protagonista, giocando continuamente con i dettagli di un viaggio dal ritmo sempre alto e avvolgente, lavorando il lato divertente con quello più spettacolare e "violento" in un processo immediato e serio quando serve.

Andando oltre il percorso dei futuri Optimus e Megatron, è proprio il loro stesso mondo a incuriosire e affascinare, presentandosi attraverso dettagli, regole e idee sicuramente non del tutto inedite, ma comunque avvolgenti e divertenti, donando quel mistero in più all’insieme. Come anticipato, l’idea di tornare alle origini funziona piuttosto bene in Transformers One. Spogliando la "leggenda" che questi personaggi rappresentano della loro irraggiungibilità, riusciamo persino a coglierne nuove sfumature, in un processo di riconoscimento e ricerca che culmina nella dimensione della nostalgia.

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Così ci ritroviamo al fianco di due robot impegnati a mettersi alla prova, dimostrando di avere un valore oltre il posto assegnato loro dalla società. Non solo però: Transformers One è anche mistero e oscurità, storia e un particolare amore per questi personaggi, che però culmina in un racconto non troppo originale nell’insieme, ma comunque divertente. Gli eventi principali del film, se si ha un minimo di esperienza, risultano abbastanza prevedibili, come anche la svolta finale e alcuni momenti chiave. Il target del lungometraggio è più chiaro che mai, e in una proiezione del genere troviamo la giustificazione per alcune ingenuità generali e facilonerie del caso.

Il lavoro in termini di caratterizzazione intima resta comunque la parte più forte di un lungometraggio che andrebbe sicuramente visto se si è fan dei Transformers. Nulla di inaspettato o di sconvolgente nell'insieme, ma comunque funzionale a un mondo che ultimamente non ha brillato troppo sul grande schermo. L'attrattiva di un cast di voci di questo calibro, inoltre, invita a vedere il film in lingua originale, con nomi come Chris Hemsworth, Brian Tyree Henry, Scarlett Johansson, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm.

Vale la pena andare a vedere Transformers One al cinema?

Se si è fan, la risposta è sì. Anche se il racconto presenta svolte e vicissitudini non troppo originali nel suo insieme, vale la pena seguire le vicende dei giovani protagonisti, scoprendone forse lati inediti e del tutto nuovi. L'animazione diventa, in Transformers One, il motore di una creatività che in futuro potrebbe offrirci, sul grande e piccolo schermo, opere più sperimentali e meno "scolastiche" nel loro approccio, puntando a un pubblico adulto che non si accontenta solo di esplosioni, combattimenti colossali ed effetti speciali all'avanguardia.

Commento

Voto di Cpop

76
Transformers One fa un passo indietro e affida la propria voce creativa all'animazione e a una scrittura sia semplice che ritmata. Nel tratteggiare le origini dei suoi iconici protagonisti, la pellicola di Josh Cooley cerca di trovare il proprio spazio fra una resa generale convincente, una regia ritmata e una scrittura che alterna momenti interessanti a svolte abbastanza prevedibili. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da un lavoro del genere, però, il lungometraggio fa quello che deve rinfrescando un mondo che trova nuova linfa vitale nella creatività animata, sperando che si prosegua in futuro lungo questa strada, magari sperimentando un minimo di più.

Pro

  • Il lavoro con animazione, ritmo e regia.
  • La scrittura dei protagonisti.

Contro

  • La prevedibilità di certe svolte chiave.
  • Alcuni momenti troppo sbrigativi, anche importanti.
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