Sono passati tredici anni da quando il sergente Titus ha conquistato il mondo dei videogiochi a suon di colpi di requiem e con l’assordante colonna sonora della sua spada a catena. Warhammer 40k: Space Marines si è ritagliato uno spazio nel cuore degli appassionati del 41esimo millennio di Games Workshop, che proprio in quegli anni stava presentando il suo aspetto tattico con la serie di Dawn of War.
Per rivedere in azione il granitico Ultramarine abbiamo dovuto pazientare, siamo passati attraverso svariati titoli che hanno mostrato altri aspetti di Warhammer 40k, raccontando le imprese dei tecnopreti marziani (Mechanicus) o le indagini a base di violente repressioni dell’Inquisizione (Warhammer 40k: Inquisitor – Martyr) sino al recente rogue like Warhammer 40k: Rogue Trader. Mancava, però, la sensazione di essere protagonisti di un’epica in prima persona, ed ecco quindi che il ritorno di Titus con Warhammer 40k: Space Marine 2 soddisfa questa necessità.
- Il ritorno di Titus
- Rispettare l’ambientazione
- Come dispensare la giustizia dell'Imperatore?
- Uccidi, uccidi e...uccidi ancora!
- In guerra col nostro Capitolo
- Perché giocare Warahmmer 40: Space Marine 2?
Il ritorno di Titus
Una squadra della Deathwatch, il braccio armato dell’Ordo Malleus dell’Inquisizione, viene inviata a compiere una missione suicida: fermare un’invasione tyranide. Questi temerari Space Marines devono armare un missile con un composto che, se lanciato nell’atmosfera, fermerà i devastanti xenos, ma quando la loro Thunderhawk viene abbattuta, solamente uno degli Adeptus Astartes sembra potere adempiere a questo fondamentale incarico.
In una corsa contro il tempo, questo eroe riesce ad armare il razzo e affrontare instancabilmente orde di tyranidi, venendo quasi sopraffatto e rimanendo in fin di vita. Prima di morire, questo soldato si toglie il casco della sua armatura e possiamo nuovamente vedere il volto amico di Titus, il protagonista del primo Warhammer 40k: Space Marine. Ma come è finito nella Deathwatch?
Al termine del precedente capitolo, Titus non era riuscito a confutare i dubbi dell’Inquisizione e, a quanto pare, l’unica soluzione è stata quella di servire come membro della Deathwatch, con un incarico lungo un secolo. Nel momento della sua apparentemente inevitabile morte, Titus viene però soccorso da una squadra di Ultramarines, il suo vecchio capitolo, che non solo lo salva, ma lo sottopone anche a una procedura per renderlo un Primaris, ovvero una versione ancora più potente di Adeptus Astartes.
Con questo suo rinnovato vigore e reintegrato nei ranghi dei figli di Roboute Guilliman come tenente, Titus viene immediatamente affidato al comando del capitano Acheran, impegnato nella difesa di alcuni modi da un’invasione tyranide. Titus, con il supporto dei veterani Charion e Gadriel, viene schierato in prima linea, pronto a far echeggiare nuovamente la sua spada catena.
Come pretesto narrativo, Warhammer 40K: Space Marine 2 non brilla per originalità, ma questo difetto è in realtà un segno di aderenza al canone narrativo del 41esimo millennio. Nella vita degli Astartes c’è solo guerra, senza troppe elucubrazioni ed elaborazioni, perché il fulcro di questo universo futuro è racchiuso nell’etica militare di questi supersoldati, nel loro credo incrollabile e nella loro inarrestabile forza.
Rispettare l’ambientazione
Warhammer 40k è un assoluto, per la sua natura concettualmente critica e iperbolica, una sublimazione del concetto di guerra che viene spesso dimenticato in funzione della sua natura più ludica. Un tratto specifico che viene quindi assimilato anche in questa versione in pixel, che trae il meglio dell’ambientazione rielaborandola in una dinamica gaming.
Saber Interactive dimostra di avere capito come gli scenari e il world building siano un tratto specifico irrinunciabile per un titolo di Warhammer 40k. Ne risultano location che riecheggiano dell’estetica gotica tipica dell’ambientazione, in cui si muovono personaggi che incarnano al meglio lo spirito di questo universo, non solo per impatto visivo ma anche, e soprattutto, per il loro carattere, trasmesso tramite dialoghi imperiosi e perentori.
A questo si unisce il senso di guerra eterna, tipica del grim dark future di Warhammer 40k. Le orde di nemici che ci assaltano sono manifestazioni concrete di scene viste in fumetti o lette nei romanzi, le gesta di Titus e compagni sono degne di una battaglia con le nostre miniature e si respira pienamente la lore di Warhammer 40k.
Come dispensare la giustizia dell'Imperatore?
Ondate di tyranidi, visuale in terza persona, poco supporto e tanta violenza. Si potrebbe riassumere così l’anima di Warhammer 40K: Space Marine 2, che rimane fedele al concept del titolo di Relic Entertainment, pur portando i suoi punti essenziali nel panorama gaming contemporaneo.
A dominare la scena è il combattimento melee. Warhammer 40k: Space Marine 2 è sostanzialmente un action con elementi di TPS, in cui lo scontro all’arma bianca domina le nostre imprese, grazie a una prova convincente di Saber Interactive nel realizzare un combat system che, per quanto poco innovativo, si dimostra estremamente appagante. Le mosse di Titus sono spettacolari, trasmettono la potenza di una Adeptus Astartes nella sua fierezza. Muoversi attraverso intere orde di nemici è adrenalinico e galvanizzante, soprattutto quando si impara a padroneggiare il meccanismo di schivata e parata, che consente non solo di evitare di subire danni devastanti, ma di inanellare delle combo devastanti.
Nella nostra prova su Playstation 5 abbiamo sperimentato una gustosa e appagante frenesia, a volte macchiata da una gestione della camera non sempre attenta ma mai traditrice, complice la possibilità di personalizzare anche le informazioni a schermo in merito alla posizione dei nemici.
Visivamente, il combattimento melee è perfetto. Titus domina il campo di battaglia, ampie falciate della sua spada catena o rapidi movimento del coltello da combattimento hanno ragione delle ondate di xenos, con momenti di alta spettacolarità in presenza di parate perfette, con godurioso smembramento del malcapitato alieno di turno, o di esecuzione di alieni più corpulenti, la cui morte concede dei bonus. Fondamentali, considerato la comprensibile rarità di medikit durante i combattimenti.
Probabilmente, Saber Interactive si è concentrata così tanto sul combattimento melee da non realizzare un altrettanto convincente ranged combat. Lo spartano arsenale è comunque sufficiente a consentire diverse interpretazioni tattiche, non fosse che pur variando tra requiem carabina e versione lunga gittata automatica la sensazione è che non ci sia grande differenza sul piano dei danni inflitti e delle specificità del combattimento. Si salvano solamente le armi al plasma, ben caratterizzate nei loro punti deboli, e i fucili da cecchino.
Uccidi, uccidi e...uccidi ancora!
Il vero pericolo di titoli come Warhammer 40k: Space Marine 2 è la ripetitività, il riproporsi di un pattern in cui il giocatore viene imprigionato. Nel caso della seconda avventura di Titus, questa pecca prende la forma di un comparto avversari poco nutrito, in cui a nemici basilari si alternano pochi avversari superiori, che da boss alla loro prima apparizione vengono degradati a carne da bolter rapidamente.
Sia chiaro, questo è un dettaglio minore ai fini di un gioco in cui l’adrenalina è garantita dalla quantità dei nemici piuttosto che dalla loro varietà, complice una certa rigidità del materiale narrativo originale. Rimane però una sensazione di mancanza di originalità nella gestione dei boss fight, ripetitivi e poco avvincenti alla lunga.
Non aiuta una gestione della IA non sempre illuminata. Se per i nemici questo risulta meno evidente, dovendo gestire dei veri e propri tsunami di xenos, questa fragilità appare evidente nei nostri due compagni, che spesso sembrano mancare di lucidità nell’affrontare i nemici, nonostante la possibilità di impartire basilari indicazioni.
Eppure, nonostante arsenale da rivedere e meccanica sin troppo tradizionale, le nove ore della campagna di Warhammer 40k: Space Marine 2 regalano soddisfazioni, proprio perché, anche nei suoi difetti, riflette al meglio il core del 41 esimo millennio.
In guerra col nostro Capitolo
Non paghi della campagna, possiamo anche calarci, come nel precedente capitolo, nell’arena del multiplayer. Se Guerra Eterna è un classicismo PvP in cui si affrontano sei giocatori, più interessante è la realizzazione delle Operazioni, che rappresentano il vero plus multiplayer del titolo di Saber Interactive.
Queste sei missioni, giocabili con partner umani o con bot, consentono di selezionare diverse classi e di accumulare esperienza da investire per migliorare i nostri alter ego digitali, divisi in sei classi, puntando quindi a una longevità interessante. Va premiato l’idea della software house, che non si limita a riproporre le meccaniche della campagna nelle Operazioni, ma mette in mano al giocatore sei diverse modalità di affrontare il 41esimo millennio, con specificità che ben si adattano a diversi stili di gioco, che saranno messi a dura prova, considerata la difficoltà decisamente elevata sin dalle prime battaglie.
Evidente la volontà degli sviluppatori di spingere i giocatori a fare squadra e combattere più e più volte, accumulando esperienza e soprattutto le risorse utili a potenziare i propri soldati. Alter ego digitali personalizzabili al dettaglio, grazie a un editor del personaggio davvero ricco e accurato, che rischia di portarci a perdere molto tempo nel creare il nostro Adeptus Astartes perfetto.
Perché giocare Warahmmer 40: Space Marine 2?
Dopo aver indossato la nostra armatura potenziata su Playstation 5, possiamo ritenerci più che soddisfatti per quanto vissuto in Warhammer 40K: Space Marine 2. Non solo per aver respirato pienamente l’atmosfera del 41esimo millennio e aver percepito il dovuto rispetto della lore dell’ambientazione, ma anche per la resa grafica, seppure va notato che, causa la moltitudine dei nemici a schermo, si riscontrano alcuni cali di frame rate evidenti nelle fasi più concitate.
Pur riconoscendo che i visi e le espressioni facciali dei personaggi presentino spesso delle fatture non proprio eccelse, va riconosciuto che Saber Interactive si è prodigata nel creare un universo futuro dettagliato e vivo, anche spettacolare in alcuni passaggi
Warhammer 40K: Space Marine 2 racchiude, quindi, l’essenza dell’ambientazione e la presenta tanto agli appassionati, che rivedranno peculiarità di questo mondo, quanto ai neofiti, che possono godersi tranquillamente questo gioco anche non conoscendo Warhammer 40k o senza aver giocato il precedente capitolo.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Rispetto dell'ambientazione
- Gameplay avvincente
- Le Operazioni sono ben strutturate
Contro
- Combattimento ranged non convincente
- Boss fight poco soddisfacenti
- Telecamera non sempre in focus
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