Lo Hobbit, la storia editoriale italiana e le migliori edizioni acquistabili

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Autore: Federica Polino ,
Libri e fumetti
14' 15''
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Questa è la storia di come un Baggins ebbe un'avventura e si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili.

Per gli estimatori della trilogia cinematografica sarà parso strano, ai tempi, assistere ad un sequel intitolato Lo Hobbit che, in realtà, non era altro che un prequel della storia di Frodo, Samvise e la Compagnia: tuttavia, Lo Hobbit, capolavoro letterario fantasy di J.R.R. Tolkien, custodiva in sé il seme della gloria, introducendo il lettore ad Arda, con i suoi meravigliosi luoghi, eterei paesaggi ed indimenticabili personaggi.

Tolkien pubblicò Lo Hobbit o La Riconquista del Tesoro (The Hobbit. There and Back Again) il 21 settembre 1937, introducendo il protagonista morale e deus ex machina dell’intero racconto: Bilbo Baggins.

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Dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari, ecco come il professore usa definire i suoi Hobbit, una razza piccina, poco più piccola dei nani, che tendono a condurre una placida esistenza all’insegna del cibo, leggerezza e relax, il tutto all’interno della loro amata Contea. 

Anno 2941, la vita tranquilla ed ordinaria del mite Bilbo Baggins viene turbata dall’arrivo di Gandalf che lo convince ad abbandonare temporaneamente la sua terra per tuffarsi in una nuova avventura che lo spingerà a fronteggiare il temibile Smaug, il drago d’oro: il tutto per recuperare un antico quanto leggendario tesoro.

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Curiosità su Lo Hobbit

Lo Hobbit s’inserisce perfettamente nel ciclo delle opere ambientate nella Terra di Mezzo: il legendarium tolkeniano rappresenta, di fatto, un unico grande racconto diviso in Ere.

  • Alla prima Era, Tolkien riconduce Il Silmarillion, introducendo la genesi del mondo e delle razze che lo abitano, eccezion fatta per gli Hobbit: gli abitanti della terra di Arda, qui, affrontano Melkor, il primo Signore Oscuro;
  • Alla seconda Era il professore introduce il lettore all’ascesa e al declino del regno degli Uomini di Nùmenor, alla creazione degli Anelli del Potere e al nuovo signore Oscuro, Sauron;
  • Alla terza Era risalgono gli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit: è durante questi anni che spuntano i piccoli Hobbit;
  • Alla quarta Era, infine, Tolkien riconduce l’Era degli Uomini post incoronazione di Aragorn, mentre le altre razze man mano scompaiono: il professore non dedica alcuna opera letteraria o racconto alla Quarta Era in quanto, con la scomparsa degli Elfi, la Terra di Mezzo perde tutto il suo fascino.

Ne Lo Hobbit vi sono molti elementi riconducibili alle altre opere di Tolkien: le spade elfiche di Gondolin si rifanno a Il Silmarillion (incompiuto e pubblicato post-mortem), mentre l’Unico Anello sarà protagonista indiscusso de Il Signore degli Anelli, ma anche personaggi quali Gondolin e Elrond che ritroveremo man mano nei libri.

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Ricordiamo, inoltre, che il capolavoro di Tolkien non è solo una fiaba da narrare ai bambini, bensì un’opera maestosa, che raccoglie riferimenti, fatti e parole derivanti dalla mitologia: rune, leggende nordiche ed anglosassoni, descrizioni dettagliate di paesaggi e luoghi, nonché informazioni sul calendario usato dagli abitanti della Terra di Mezzo.

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Lo Hobbit, la genesi dell'opera

Anni 20, estate, un professore di filologia anglosassone di Oxford scarabocchia di getto sul test di un alunno un incipit che recita:

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In una caverna sottoterra viveva uno hobbit.

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[In un buco del terreno viveva un hobbit: In a hole in the ground, there lived a hobbit]

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Ed così nacque Lo Hobbit, in un’aula del Pembroke College dell'Università di Oxford.

Malgrado J.R.R. Tolkien riprenderà il racconto solo in seguito, egli non smise mai di rimuginarci, arricchendo di nuovi elementi ed informazioni il proprio universo della Terra di Mezzo, all’epoca in forma embrionale.

Già da giovane, l’autore espresse a più riprese la sua passione per le lingue, tant’è che iniziò presto a ponderare se crearne una: pertanto, prese ad ideare il popolo della Terra di Mezzo, narrando storie fantastiche e pregne di magia ai suoi figli, dando vita a personaggi iconici quali Tom Bombadil, o ancora delineando la geografia di Arda, come la mappa di Thror. 

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Il suo genio ed estro creativo gli permisero di dar vita a Le Lettere di Babbo Natale e il Cacciatore di Draghi, racconti che gli consentirono di ideare e mixare miti e leggende, traendo ispirazione dal Beowulf, dalle storie fantastiche dei fratelli Grimm, o ancora da William Morris ed Edward Wyke-Smith (tant’è che gli hobbit sono considerati i diretti eredi dei protagonisti di The Marvellous Land of Snergs: chiassosi e bassi, amanti del cibo e delle feste).

Di lì a poco, il professore inforcò la propria penna e, come un fiore che spunta dal terreno florido, comparvero su carta le prime righe de Lo Hobbit. Un libro per tutte le età, una fiaba per bambini, come indicato dallo stesso Tolkien, approccio intuibile anche dal tono colloquiale usato, malgrado quest'ultimo scompaia successivamente.

Al termine della stesura del dattiloscritto, non si sa con certezza come, ma una bozza di quest’ultimo giunse all’editore: la versione più accreditata è che uno studente ed impiegato presso l’ufficio della Allen & Unwin, casa editrice britannica, trovò l’opera (con annesse illustrazioni create dallo stesso Tolkien) e la consegnò al superiore.

L’opera fu, dunque, pubblicata col titolo di Lo Hobbit (The Hobbit, or There and Back Again), nel 1937. L'idea di creare un unico grande Universo Tolkeniano fu perseguita solo successivamente: l’autore decise di inserire Lo Hobbit nel medesimo ciclo de Il Silmarillion a seguito del successo editoriale e della richiesta di un sequel.

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Lo Hobbit, il problema del doppio

Bilbo Baggins era uno Hobbit che viveva in una caverna Hobbit e non aveva mai avventure, un giorno lo stregone Gandalf lo persuade a partire. Ha delle eccitanti avventure con orchi e mannari. Alla fine arrivano alla Montagna Solitaria; Smaug, il drago che vi abita è ucciso e dopo una terrificante battaglia ritorna a casa - ricco!! 

Questo libro con l'aiuto di mappe, non richiede nessuna illustrazione è buono e può interessare bambini dai 5 ai 9 anni.

Questa la prima recensione della prima versione dell’opera, quella di Rayner Unwin, figlio di 10 anni dell’editore Stanley Unwin, socio della Allen & Unwin. La prima stampa de Lo Hobbit ammonterà a sole 1500 copie, con illustrazioni in bianco e nero per mano dello stesso autore: pubblicata nel 1937, agli albori della guerra, fu esaurita nel medesimo anno.

L’opera fu un successo, tuttavia, a causa della scarsità di carta dovuta all’imminente guerra, le successive edizioni tardarono ad arrivare: dovremo attendere il 1951 per assistere alla seconda ristampa de Lo Hobbit.

Al Memorial Library Archives della Marquette University (Milwaukee) sono gelosamente conservate le 6 versioni dattiloscritte del romanzo, a riprova degli innumerevoli ripensamenti dell’autore, bozze e modifiche.

Eccezion fatta per correzioni riguardanti i nomi dei personaggi (come gli gnomi, in seguito denominati Noldor; il nome del capo della spedizione dei nani, chiamato Gandalf) ed altri dettagli utili a conformarsi a ciò che aveva scritto ne Il Silmarillion, l’unica reale revisione di spicco fu quella riguardante le azioni di Bilbo in merito all'appropriazione dell’Anello, una modifica necessaria per allineare Lo Hobbit al racconto di Gandalf ne Il Signore degli Anelli (pubblicato di lì a poco).

Nella prima versione dell’opera Bilbo vince l’Unico Anello in una gara di indovinelli con Gollum, messo in palio da quest’ultimo di sua spontanea volontà.

Malgrado l’autore non fosse proprio convinto della modifica, inviò il capitolo di prova all’editore per ricevere un parere: di tutta risposta, scoprì che nelle bozze della nuova edizione era stata incorporata suddetta modifica.

Pertanto, nella seconda versione l’evento è descritto alla stregua di un furto ai danni di Gollum. Di fatto, Tolkien chiarì che le due differenti versioni di come Bilbo avesse ottenuto l’Anello fossero una menzogna del nuovo proprietario, causata dagli effetti malevoli dell’oggetto magico su di lui: Bilbo stesso confesserà di aver ingannato Gollum al Consiglio di Elrond.

In seguito, l’autore riconoscerà di aver iniziato a scrivere Il Signore degli Anelli pensando a Bilbo come un eventuale protagonista, per poi cambiare idea.

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Qual è la prima edizione italiana de Lo Hobbit? 

Nel 1973, la casa editrice Adelphi pubblica in Italia Lo Hobbit tradotto da Elena Jeronimidis Conte: intitolato Lo Hobbit o la riconquista del tesoro, il volume è corredato di mappe ed illustrazioni ad opera di Tolkien stesso.

Quante traduzioni/curatela esistono?

In seguito alla prima edizione a cura di Adelphi del 1973, la medesima casa editrice pubblica nel 1989 una edizione in brossura con copertina rossa, ristampata circa 36 volte e, attualmente, l'unica non più disponibile.

Nel 2012 il titolo cambia: la nuova edizione Adelphi riporta Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, richiamando al film di Jackson.

Nel frattempo, la casa editrice Bompiani acquisisce da Rusconi i diritti delle opere di Tolkien nel lontano 2000: dal 2003 stampa ben 9 edizioni in appena 15 anni.

L'editore, tuttavia, non si limita a pubblicare l'edizione del 1973, bensì decise di stampare entrambe le versioni:

  • Lo Hobbit nel 2003, 2012 e 2013;
  • Lo Hobbit Annotato, a opera di Douglas A. Anderson, nel 2000, 2004, 2005.

In seguito alle prima pubblicazioni di Adelphi e Bompiani, quest'ultima pubblicò nel 2012 una nuova versione del romanzo nella collana Tascabili Narrativa, corredata di una nuova traduzione a cura di Caterina Ciuferri, con la collaborazione di Paolo Paron della Società Tolkieniana Italiana ed illustrazioni di Alan Lee.

Cos'è Lo Hobbit annotato

Ideato per celebrare la commemorazione del 50° anniversario dalla pubblicazione americana, Lo Hobbit Annotato fu pubblicato nel 1988 per mano di Douglas A. Anderson: nel 2002 viene rivista dallo stesso autore, tant’è che ne è stata pubblicata anche una seconda edizione che, differentemente dalla prima, riporta le note incorporate al testo.

Le note hanno il compito di approfondire la vita e i collegamenti tra elementi, luoghi e personaggi dell’opera tolkeniana, puntando il focus sulle modifiche apportate nel corso degli anni dell’autore: correzioni, variazioni ai nomi, aggiunte e ripensamenti dell'autore.

Lo Hobbit - Amazon
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Traduzione italiana de Lo Hobbit Annotato

Come per l'edizione standard de Lo Hobbit, anche la versione annotata vide il susseguirsi di numerose traduzioni differenti.

In particolare, mentre nell'edizione del 2000 Bompiani si limitò a sostituire il logo del  volume Rusconi con il logo Bompiani, l'edizione del 2004 subì alcune sostanziali modifiche.

Come già accennato, in seguito alla pubblicazione di Anderson circa una nuova versione de Lo Hobbit Annotato corredata di revisioni incorporate al testo ed un'appendice con La cerca di Erebor, in Italia l'edizione de Lo Hobbit Annotato fu pubblicata in versione deluxe corredata di revisioni ed 150 illustrazioni, con una traduzione a cura di Oronzo Cilli.

La revisione apportata da Cilli alla traduzione italiana fu importante poiché uniformò il contenuto con ciò che era scritto ne Il Signore degli Anelli.

Segnaliamo:

  • Smaug che era Smog, Troll che era Uomini Neri;
  • Sting diventa Pungolo (era Pungiglione), Dale è tradotto in Valle, Hobbiton è convertito in Hobbiville (era Hobbitopoli);
  • Rivendell diventa Gran Burrone (era Forraspaccata), Lake-town diviene Città del Lago (era Pontelagolungo).
  • Cambia anche l’incipit che da «In una caverna sotto terra viveva uno hobbit» diventa «In un buco nel terreno viveva uno Hobbit».
  • Cambia anche il sottotitolo del libro che corrisponde a «Lo Hobbit, o Andata e Ritorno», ed era «Lo Hobbit, o la Riconquista del Tesoro».

Inoltre, l’intestazione di certi capitoli è stata alterata: tuttavia, è innegabile che la traduzione di Cilli abbia migliorato la precedente versione.

L'edizione de Lo Hobbit Annotato del 2004 è esaurita, malgrado Bompiani l'abbia ristampata in brossura nel 2005: purtroppo quest'ultima variante presenta diverse problematiche legate a rilegatura ed illustrazioni.

Nuova traduzione de Lo Hobbit, cosa cambia?

Lo Hobbit - Amazon
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Nel 2012, Bompiani pubblica Lo Hobbit o La Riconquista del Tesoro con una traduzione tutta nuova e quanto più simile al testo originale: la traduzione di Caterina Ciuferri, in collaborazione con Paolo Paron e con illustrazioni di Alan Lee.

Segnaliamo:

  • L’incipit italiano cambia per la terza volta: da In a hole in the ground there lived a hobbit a In un buco del terreno viveva un hobbit. (Cilli) a In un buco nella terra viveva uno hobbit. (Ciuferri).
  • Il sottotitolo cambia da The Hobbit, or There and Back Again a Lo Hobbit, a  Andata e Ritorno (Cilli) a Lo Hobbit, Un viaggio inaspettato.
  • Il termine Dale (Conte) diventa Valle (Lo Hobbit Annotato, Bompiani 2004, Cilli) per poi divenire Conca (Ciuferri), modifica incomprensibile poiché valle è presente anche nel Signore degli Anelli.
  • Da Smog (Conte) si passa a Smaug (Lo Hobbit, Bompiani 2012, tr. Caterina Ciuferri).
  • Tra Pungiglione (Conte) e Pungolo (Oronzo Cilli), la Ciuferri sceglie Pungolo.
  • Da rimpinzimonio (Conte) a cram (Ciuferri).

Caterina Ciuferri, inoltre, revisiona intere sequenze testuali, quali:

Da Lo Hobbit Annotato tr. Cilli: In un buco nel terreno viveva uno hobbit. Non era una cavità brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una casa hobbit, cioè comodissima.

Lo Hobbit tr. Ciuferri: In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.

Da Lo Hobbit Annotato tr. Cilli: Per fortuna c’era molta luce, e il barile era bello grosso e avendo varie crepe aveva ora imbarcato una certa quantità d’acqua.

Da Lo Hobbit tr. Ciuferri: Per sua fortuna Bilbo era molto leggero e il barile era bello grosso e, avendo varie crepe, aveva ora imbarcato una certa quantità d’acqua.
 

Guida alla terra di mezzo - John Howe
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Quale edizione comprare de Lo Hobbit?

La nuova versione ha fatto fatica ad essere accettate dagli appassionati, malgrado la traduzione della Ciufferri sia molto vicina a quella originale inglese: tuttavia, la vecchia traduzione risulta, ad oggi, più scorrevole.

Partendo dal presupposto che non esista una edizione migliore di altre, la scelta dipende da molteplici fattori:

  • Per gli appassionati ed affezionati alla edizione cinematografica consiglieremmo le prime edizioni, magari l'Adelphi con copertina rossa e prima traduzione di Conte;

Lo Hobbit o La riconquista del tesoro

di John R. R. Tolkien (Autore), Elena Jeronimidis Conte (Traduttore)

Prodotto Consigliato

Lo Hobbit o La riconquista del tesoro

di John R. R. Tolkien (Autore), Elena Jeronimidis Conte (Traduttore)

  • Per i tolkeniani e puristi, di contro, l'edizione Bompiani del 2013 con nuova traduzione di Caterina Ciufferri.
  • Per quanto concerne invece le edizioni illustrate, a nostro parere è molto valido Lo Hobbit illustrato da Alan Lee, ma anche quella a fumetti di David Wenzel è valida.

Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato

di John R. R. Tolkien (Autore), Alan Lee (Illustratore), Caterina Ciuferri (Traduttore), Paolo Paron (Traduttore)

Prodotto Consigliato

Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato

di John R. R. Tolkien (Autore), Alan Lee (Illustratore), Caterina Ciuferri (Traduttore), Paolo Paron (Traduttore)

Lo Hobbit a fumetti o La riconquista del tesoro

di John R. R. Tolkien (Autore), Charles Dixon (a cura di), S. Denning (a cura di), David Wenzel (Illustratore), Caterina Ciuferri (Traduttore)

Prodotto Consigliato

Lo Hobbit a fumetti o La riconquista del tesoro

di John R. R. Tolkien (Autore), Charles Dixon (a cura di), S. Denning (a cura di), David Wenzel (Illustratore), Caterina Ciuferri (Traduttore)

  • Per Lo Hobbit Annotato, la migliore è certamente la Bompiani del 2004, oppure la Bompiani del 2012 (economica).

Lo Hobbit annotato

di John R. R. Tolkien (Autore), Douglas A. Anderson (a cura di), Caterina Ciuferri (Traduttore), Paolo Paron (Traduttore)

Prodotto Consigliato

Lo Hobbit annotato

di John R. R. Tolkien (Autore), Douglas A. Anderson (a cura di), Caterina Ciuferri (Traduttore), Paolo Paron (Traduttore)

Le migliori edizioni de Lo Hobbit

  • 1973: Adelphi pubblica Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro nella traduzione di Elena Jeronimidis Conte.
  • 1986: Arnoldo Mondadori Editore pubblica Lo Hobbit nella traduzione Conte.
  • 1990: Club degli Editori pubblica Lo Hobbit nella traduzione Conte.
  • 1991: Rusconi pubblica Lo Hobbit Annotato a cura di Douglas Anderson, nella traduzione Conte: comprende tutte le note al margine dell’autore.
  • 2000: Bompiani, che ha acquisito da Rusconi la pubblicazione delle opere di Tolkien, ristampa Lo Hobbit a fumetti.
  • 2003: Bompiani pubblica un’edizione dello Hobbit o la Riconquista del Tesoro illustrata da Alan Lee.
  • 2004: Bompiani pubblica l’edizione riveduta e corretta dello Hobbit Annotato a cura di Oronzo Cilli.
  • 2012: Bompiani pubblica una nuova traduzione de Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro da parte di Caterina Ciuferri, con la collaborazione di Paolo Paron della Società Tolkieniana Italiana.

Popolarità de Lo Hobbit

Lo Hobbit vanta una popolarità spropositata, non solo in merito alle copie pubblicate nel corso degli anni, lette e tradotte in più di 42 lingue, bensì soprattutto rispetto alle cifre esorbitanti raggiunte nel mercato collezionistico per quanto concerne le prime edizioni dell’opera: trattandosi di versioni originali e non ritoccate dall’autore, come di consueto, la somma si aggira anche attorno ai 5-10mila dollari (per un'opera in buone condizioni), ma anche oltre i 100mila (per Lo Hobbit in condizioni eccellenti).

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