Harley Quinn è entrata a far parte della schiera dei personaggi più pop e iconici dopo Suicide Squad, ispirando travestimenti di Halloween e trend modaioli. Questo successo però, secondo molti, non c'entra nulla con il giudizio negativo della critica (e di molti fan) sul film del 2016 firmato da David Ayer.
Dopo quattro anni, Ayer si è scusato pubblicamente per il modo in cui ha raccontato Harley Quinn. Inizialmente, sempre nella primavera 2020, aveva pontificato sul modo in cui era stata ritratta l’antieroina adducendo come motivo alcune pressioni politico-istituzionali.
Si era scatenata una bufera di commenti social e di commenti sulla complessità del personaggio interpretato da Margot Robbie, che secondo molti, a prescindere dalle pressioni politiche, era stato inquadrato e dipinto in modo inadeguato da Ayer stesso.
The Notorious LHB ha argomentato così su Twitter.
Un personaggio femminile impegnato in una relazione violenta è già [qualcosa di] politico. Il modo in cui la macchina da presa la raccontava era politico. Lo stile che hai scelto di usare è politico. L’hai trattata come un oggetto ma lei è riuscita comunque a emergere. Anche questo è politico.
Ayer a questo punto ha deciso di scusarsi pubblicamente, forse anche per spegnere le polemiche. Ha retwittato il post, con un commento annesso.
Retwitto, perché questa osservazione è scritta in modo molto ponderato. Grazie per averla condivisa. Sto crescendo e imparando in un mondo che cambia.
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David Ayer nel corso degli ultimi anni non ha mancato di sottolineare quanto si sentisse insoddisfatto del suo film, e il suo disagio è perfettamente percepibile. Ha parlato più volte di pressioni politiche e non ha nascosto di non essere riuscito a gestirle.
Ci ho provato. Ho provato a essere accurato con il fumetto di Harley. Ma ora è tutto politico, qualunque cosa. Voglio solo intrattenere [il pubblico]. Lavorerò meglio.
È chiara la volontà di Ayer di lasciarsi alle spalle dibattiti e polemiche, ma probabilmente questo non succederà mai. E non solo per il ciclone Birds of Prey, arrivato nelle sale a febbraio, film di genere molto diverso rispetto a Suicide Squad. È stato definito una “banana-comedy”, divertente senza essere pretenziosa, ma con il merito di aver mostrato un’Harley Quinn estremamente meno statica e in balia del Joker. A partire dal titolo stesso, lo spin-off prodotto da Margot Robbie stessa parla dichiaratamente di violenza fumettosa ed emancipazione femminile.
In ogni caso non era un compito facile parlare di Harley Quinn in Suicide Squad, dribblando le trappole esplicitate da The Notorious LHB.
A questo punto gli occhi sono puntati su James Gunn, che firmerà il sequel del cinecomic, in arrivo nell’estate del 2021.
Questo non spegnerà comunque le critiche su Ayer, che ormai – nonostante le sue scuse e i suoi dietrofront dopo l’uscita del film nelle sale – è destinato a convivere con quella che lui per primo considera un’occasione sprecata.
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Voi cosa ne pensate? Quanto pesano le sue responsabilità sulle "scivolate" di Suicide Squad?
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