Quando si parla di cult horror è impossibile non pensare, per prima cosa, a L’esorcista (The Exorcist). Diretto dal compianto William Friedkin, il film del 1973 è stato tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, il quale si occupò anche della sceneggiatura della pellicola. L’impatto culturale del film fu notevole, così come l’accoglienza da parte della critica.
Il successo fece sì che nascessero sequel, prequel e spin-off come L'esorcista II - L'eretico (Exorcist II: The Heretic) nel 1977, L'esorcista III (The Exorcist III) nel 1990, L'esorcista - La genesi (Exorcist: The Beginning) nel 2004, Dominion: Prequel to the Exorcist nel 2005, la serie TV The Exorcist prodotta per 2 stagioni, dal 2016 al 2017, e il film del 2023 L'esorcista - Il credente.
Non tutti, però, sanno che film e libro de L’esorcista sono stati, in realtà, ispirati da fatti realmente accaduti. Scopriamo insieme la storia vera che si cela dietro L’esorcista.
- La storia di Roland Doe
- L’esorcismo del 1949
- Il diario di Padre Raymond J. Bishop
- Cosa è accaduto realmente a Roland
- Il romanzo di William Peter Blatty e il film di William Friedkin
- Curiosità su L’esorcista
La storia di Roland Doe
Per scrivere il romanzo L’esorcista – da cui in seguito venne tratto il famoso cult anni 70 – Blatty prese ispirazione da una storia vera, di cui venne a conoscenza quando era solo uno studente universitario alla Georgetown University. Un caso di possessione che avvenne a Cottage City, nel Maryland, nel 1949 e che vide protagonista un ragazzo di 14 anni.
Dell’allora quattordicenne non è mai stata rivelata la vera identità ma, per riferirsi a lui, venne utilizzato il nome fittizio di Roland Doe (a volte, Robbie Manheim). Cresciuto in una famiglia tedesca luterana, a Roland venne insegnato l’uso della tavola Ouija e come contattare le anime dei defunti dalla zia Harriett, una spiritualista. Dopo la morte della zia in questione, nel 1949, il ragazzino cercò di mettersi in contatto con la parente proprio tramite la tavola.
Da quel momento iniziarono a verificarsi diversi fenomeni strani che vennero notati dai genitori del ragazzino: i mobili della stanza di Roland si spostavano da soli, il letto si muoveva, rumore di graffi proveniva dai muri e il tutto mentre il ragazzino divenne inspiegabilmente aggressivo - nonostante prima fosse tranquillo – iniziando anche (pare) a parlare in latino. Come riportato dal quotidiano britannico Mirror, vi furono diversi testimoni dei fatti esterni alla famiglia: un amico vide Roland, prima seduto su una sedia, balzare velocemente in aria e atterrare a metri di distanza, mentre a scuola banco e oggetti iniziarono a muoversi.
In un primo momento, la famiglia fece controllare la casa per assicurarsi che non vi fossero i topi e pensò anche a una possibile malattia psichiatrica. Ma sembra che le cure provate dai medici non sortirono alcun effetto anzi, gli eventi si intensificarono. La madre di Roland provò, persino, a parlare con lo spirito della zia del ragazzo, implorando di smetterla e pensando che fosse lei a fare tutto ciò.
L’esorcismo del 1949
Preoccupati per quanto stava accadendo e per i fenomeni in aumento, i genitori di Roland decisero di rivolgersi a un pastore luterano, Luther Miles Schulze. Il quale, dopo aver visto levitare alcuni oggetti in casa del ragazzo e aver provato un rito luterano fallendo, consigliò ai genitori di chiamare un prete cattolico: Padre Edward Albert Hughes. Quest’ultimo spiegò ai genitori che quello di Roland era un caso di possessione, per cui chiese il permesso per praticare un esorcismo con consenso ricevuto dato dal Cardinale O'Boyle.
L’esorcismo si sarebbe dovuto tenere presso il Georgetown University Hospital, ospedale gesuita, anche per effettuare delle valutazioni mentali e fisiche prima dell’esorcismo. Ma Padre Hughes venne ferito durante il rito, mentre Roland non permetteva a nessuno di tenerlo a bada e il rito fu annullato. Roland venne, dunque, portato a casa e i genitori decisero di farlo battezzare, ma testimoni riferirono di aver visto Roland agitarsi durante il battesimo e andare su tutte le furie, quando gli venne chiesto di rinunciare al diavolo.
Qualche tempo dopo, la famiglia si trasferì a St. Louis, nel Missouri. Qualunque cosa possedesse Roland sembrò essere d'accordo sul cambio di residenza, dato che il nome della città apparve scritto sul petto del ragazzo nonostante quest’ultimo fosse costantemente controllato. Nella nuova casa, però, gli strani fenomeni proseguirono: tra le altre cose, della frutta volò per una stanza di casa, un tavolo della cucina si capovolse, latte e cibo vennero gettati a terra, un cappotto si staccò da una gruccia e una Bibbia atterrò ai piedi del ragazzo, oltre al fatto che Roland iniziò a girare vorticosamente su una sedia.
Il ragazzo venne, quindi, trasferito presso l’Alexian Brothers Hospital, nel reparto psichiatrico, grazie all’intervento di Padre William Bowdern. Ciò che accadde all’interno restò un segreto, fino alla scoperta del diario di uno dei preti che presenziarono all’esorcismo finale e ai suoi tentativi precedenti.
Il diario di Padre Raymond J. Bishop
Il diario in questione pare sia stato scritto da Padre Raymond J. Bishop e racconti la storia di Roland Doe, nel dettaglio. Come riportato anche dalla testata Daily Mail, durante le settimane seguenti i fatti prima citati e dopo parecchi tentativi falliti, nove sacerdoti gesuiti - tra cui Padre Raymond J. Bishop e Padre William Bowdern – si occuparono dell’esorcismo sul ragazzo, che poi confermò di essere finalmente libero.
Durante l’esorcismo finale, Padre Bowdern lesse il rito, mentre Padre Walter Halloran - ex giocatore di football - tenne fermo il ragazzo, che si contorceva e urlava oscenità contro di loro. Sulla pelle di quest’ultimo, apparvero scritte macchiate di sangue. Roland vomitò sui preti e sputò loro anche in faccia. Durante il rito, poi, il ragazzo disse:
Satana! Io sono San Michele! Ti comando di lasciare questo corpo ora!
Dopo uno spasmo violento, restando immobile e sorridendo, Roland confermò che il diavolo aveva lasciato il suo corpo. Roland pare tornò, quindi, a una vita normale – si è sposato e ha avuto tre figli - senza ricordare nulla di ciò che accadde nel periodo di possessione.
Cosa è accaduto realmente a Roland
Ci sono molte teorie su ciò che accadde realmente a Roland Doe. Chi ha letto i documenti e ascoltato la storia pensa che si trattasse di un ragazzo profondamente disturbato che aveva bisogno di un aiuto psichiatrico; altri, invece, sono fermamente convinti che si tratti di un vero caso di possessione.
Ciò che, sicuramente, rende particolare questo caso è il fatto che furono molte le persone ad affermare di aver assistito ai fenomeni: non solo preti, ma anche famiglia, amici e studenti, oltre a infermieri e personale medico per un totale di 48 persone. Tuttavia, è plausibile pensare che, nell’America degli anni 40, si conoscessero poco malattie mentali come la schizofrenia o la Sindrome di Tourette.
Sebbene la discussione resti ancora oggi aperta, in un articolo su Strange Mag del 1998, si parla della tesi dello scrittore Mark Opsasnick che, dopo aver condotto alcune indagini, sarebbe arrivato alla conclusione che il caso di Roland fosse frutto di suggestione e della voglia del ragazzino di ricevere attenzioni. L’uomo, infatti, intervistò i vicini di casa, amici e altre persone a lui vicine che raccontarono come il ragazzo facesse continuamente scherzi. Opsasnick rintracciò lo stesso Doe, ma questo si sarebbe rifiutato di parlare.
Il romanzo di William Peter Blatty e il film di William Friedkin
Il romanzo di William Peter Blatty, L'esorcista (The Exorcist), venne pubblicato nel 1971 e fu – come scritto – ispirato dal caso di possessione demoniaca di Roland Doe, avvenuto nel Maryland e risolto nel Missouri. Nel 1973, dal libro venne tratto l’omonimo film cult di William Friedkin, entrato nella storia del cinema come il film più spaventoso di tutti i tempi.
La trama del libro di Blatty narra, però, la storia di una bambina di 12 anni, Regan MacNeil (Linda Blair), che vive a Georgetown, a Washington e che diventa improvvisamente violenta, perché posseduta dal demone Pazuzu. La ragazzina viene seguita da medici e psichiatri, senza alcun risultato. Questi ultimi consigliano, quindi, alla madre – l’attrice Chris MacNeil, interpretata da Ellen Burstyn – di rivolgersi a un esorcista: secondo i medici, essendo Regan convinta di essere posseduta, quest’ultima potrebbe essere aiutata da un vero esorcismo che le faccia credere di essere guarita. Anche se atea, la donna accetta e si rivolge a Padre Damien Karras (Jason Miller), laureato anche in psichiatria; l’uomo, però, vorrebbe non ricorrere all’esorcismo perché, dopo la morte della madre, sta vivendo una crisi di fede.
La situazione, però, precipita e Padre Karras chiede l’autorizzazione del vescovo per poter procedere con l’esorcismo e in aiuto gli viene, quindi, mandato un esperto di esorcismi, Padre Lankester Merrin (Max von Sydow). Durante il rito, avvengono alcune delle più famose scene del film: quella della testa che ruota sul collo, del vomito verde o quella in cui Regan parla al contrario. Durante l’esorcismo, a perdere la vita per salvare la bambina sono sia Padre Merrin – per un infarto – che Padre Karras, il quale viene posseduto dal demone - su sua richiesta per liberare Regan – e si lancia dalla finestra.
Curiosità su L’esorcista
Negli anni, sono circolate diverse voci riguardanti dei fatti avvenuti sul set o inerenti agli attori del cast. Come riportato anche da Ranker, non tutti forse sanno che, due giorni dopo l’inizio delle riprese, un incendio scoppiò sul set del film, distruggendo quasi tutto tranne la camera di Regan e provocando un ritardo del lavoro e danni per migliaia di dollari.
Ci sono state ben nove persone legate ad alcune morti avvenute durante e dopo le riprese de L’esorcista. Tra queste, quella del fratello di Max Von Sydow, del nonno di Linda Blair e dell’addetto alla refrigerazione, mentre il figlio di Mercedes McCambridge (Pazuzu) si suicidò dopo aver ucciso moglie e figlie. Anche Jack MacGowran (Burke Dennings) e Vasiliki Maliaros morirono poco dopo la fine delle riprese.
Una tredicenne Linda Blair fu, invece, vittima di minacce di morte tanto che, per la sua sicurezza, venne scortata da alcune guardie del corpo nei primi mesi dopo l’uscita del film.
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