I film di Wes Anderson da non perdere: tra magnifici colori ed entusiasmanti storie

Autore: Biagio Petronaci ,

Quando ci si interfaccia per la prima volta con il cinema di Wes Anderson si provano molteplici sentimenti e sensazioni. Sembra quasi di trovarci dentro una coloratissima fiaba illustrata, in cui ogni singolo colore ha la naturale capacità di suscitare uno o più sentimenti. Quel suo eccentrico cinema fatto di colori, avventure e personaggi è riuscito a conquistare il pubblico e la critica.

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Alcuni cani, all'interno di una logora strttura, stanno guardando in una direzione

Chiariamo subito una cosa: tutti i film del regista sono di alta qualità. In questa lista analizzeremo le sue pellicole più importanti e che riescono a descrivere un profilo di Wes Anderson. Il regista, classe 1969, è riuscito a definire un’estetica unica e immediatamente riconoscibile. Il campo di indagine in molti film di Anderson è la famiglia: padri assenti, figli estremamente riservati e nuclei famigliari riorganizzati.

Nelle sue pellicole vengono rappresentati degli universi surreali e fantastici, spesso generati dalla fantasia dell’autore. Questi riconoscibili universi creati da Wes Anderson sono anche segnati dalla presenza di vestiti particolari e irresistibili, come dimostrato anche in Grand Budapest Hotel (che vinse il Premio Oscar per i migliori costumi, realizzati da Milena Canonero).

Lucky Red
Un personaggio di Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore guarda con un binocolo sopra un faro

Il fascino evocato dal suo cinema è anche riconducibile alle narrazioni: storie uniche e interessanti, di semplice fruibilità e assimilazione. Nei suoi film difficilmente troveremo spietati nemici, bensì alcuni mascalzoni. “Villain” non mossi dalla crudeltà, ma dalla debolezza in mondi non conflittuali.

Grand Budapest Hotel (2014)

Grand Budapest Hotel è quasi un manifesto dell’intero cinema di Wes Anderson: in questa pellicola è possibile scoprire alcune delle sue caratteristiche fondamentali. Il regista è riuscito, durante gli anni, a conservare un proprio stile, senza cedere davanti alle “linee guida” spesso proposte dall’industria cinematografica. Il film è riuscito a conquistare ben 9 candidature agli Oscar, vincendone quattro.

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Questo lungometraggio è ideale per avvicinarsi ad Anderson, che riesce a creare non solo un hotel, ma un intero paese. Il cineasta, da sempre attento all’utilizzo dei colori, scegliere delle tonalità pastello che creano un’atmosfera che sembra emulare quella dei sogni.

Ambientato nella Repubblica di Zubrowka, il film segue le vicende del concierge, Monsieur Gustave, di un lussuoso hotel che riceve in eredità un prezioso dipinto da una ricca donna con la quale ha avuto una relazione. L’uomo viene però incriminato di aver assassinato la signora e finisce in prigione. Il suo legame con il neoassunto portiere Zero lo aiuterà a riemergere.

Wes Anderson fa sorridere il pubblico con i fatti che accadono ai personaggi, ma vuole anche offrire una riflessione sul “narrare”.

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I Tenenbaum (2001)

Il cinema di Wes Anderson non si ferma solo alla forma, ma presenta delle storie dotate di “cuore”. Un esempio è I Tenenbaum, film uscito nel 2001. Questa pellicola è un tra quelle più mature del regista, in cui convergono tutte le sue caratteristiche predominanti che sono state sviluppate nei precedenti lavori.

In questo lungometraggio, Royal ed Etheline Tenenbaum hanno avuto tre figli:

  • Chas, un piccolo genio della finanza;
  • Richie, un abile giocatore di tennis;
  • Margot, figlia adottiva che si occupa di drammaturgia e che è depressa.

Dopo la separazione dei genitori, i tre iniziano ben presto a perdere questi talenti, diventando depressi e malinconici. Loro padre - in questa psico-commedia grottesca, malinconica e divertente – decide di comparire diversi anni dopo, si finge malato terminale per riconquistare l’ex moglie e per appacificarsi con i figli. I protagonisti tornano nella casa di famiglia, in cui scoprono i loro ricordi e una dimensione confezionata dallo stesso Anderson.

Il cineasta riesce qui a rappresentare delle persone dotate di diverse caratteristiche che, pur sembrando uscite da un cartone animato, riescono a rappresentare perfettamente la realtà.

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L'isola dei cani (2018)

Nel 2018, Wes Anderson si immerse in uno dei progetti più complessi: un film in stop motion in cui sono stati utilizzati centinaia e centinaia di pupazzi. Chiunque, almeno una volta, abbia provato a utilizzare questa tecnica capirà immediatamente la complessità nel gestire così tante figure. Questo, per un regista che cura ogni particolare, sarà certamente stata un’esperienza straordinaria. Il risultato è incredibile: un film in cui fantasia e realtà si fondono.

Anderson, nel film L'isola dei cani, decide di omaggiare i maestri del cinema giapponese, tra cui Kurosawa e Miyazaki, organizzando delle scene ricche di riferimenti alla cultura asiatica. Il film è ambientato nel 2037, in Giappone. Un decreto, dopo a un’influenza canina senza cura, ha causato l’esilio di tutti i cani, costretti a vivere a Trash Island, una grande discarica. Il dodicenne Atari Kobayashi partirà per quella località in cerca del suo fidato amico a quattro zampe. Il suo obiettivo, dopo aver conosciuto altri cani, sarà quello di salvarli.

Una pellicola che gli appassionati del Giappone o di animali non possono che amare, considerando anche la storia magistralmente scritta. L’avvenimento che ha colpito i poveri cani che vivono in questo mondo utopico sembra voler criticare chi tende ad allontanare i presunti “indesiderabili”.

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Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (2012)

1965, New England. Il caos giunge in una tranquilla comunità dopo la fuga di due dodicenni innamorati. Evento che arriva poco prima rispetto a una violenta tempesta. Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore è un film in cui Wes Anderson riesce a imprimere la sua consueta genialità narrativa e tutte quelle innovazioni visive che tanto gli appassionati amano. Il film, che parla di un avvenimento sentimentale durante la cosiddetta coming of age, offre un messaggio ben più profondo.

Wes Anderson racconta qui il primo amore in modo tenero e non banale, impacchettando il tutto in ambientazioni colorate e ricche di dettagli.

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Fantastic Mr. Fox (2009)

Nel 2009, Wes Anderson decise di realizzare il suo primo film utilizzando la tecnica dello stop motion. Il risultato è nuovamente sbalorditivo. Il regista decise di partire dal romanzo Furbo, il signor Volpe (anche se è decisamente preferibile il titolo originale, ovvero Fantastic Mr. Fox) - scritto da Roald Dahl – per creare una pellicola in cui non mancano gli ingredienti fondamentali del suo cinema. Parte del merito, bisogna dirlo, è di Noah Baumbach (oggi conosciuto per aver diretto #Storia di un matrimonio), che scrisse la sceneggiatura insieme ad Anderson.

In #Fantastic Mr. Fox il cineasta trovò un terreno fertile in cui poter seminare le proprie geniali trovate, creando un universo alternativo in cui accadono avvenimenti incredibili. Wes Anderson parte dal romanzo, ma riesce a modellare gli eventi creando non solo un film “per famiglie”, ma un film di Wes Anderson in piena regola.

I protagonisti della bizzarra storia sono i coniugi Fox – due astute volpi -, il figlio Ash e il nipotino Kristofferson. La famiglia vive dentro un grande albero, proprio davanti alla fattoria dei contadini Boggis, Bunce e Bean. Mister Fox - astuto, elegante e intraprendente (e per questo un personaggio irresistibile) – decide di entrare nel magazzino dei perfidi contadini e di rubare le loro scorte. La rappresaglia è inesorabile: le vittime decidono di vendicarsi non solo con la famiglia Fox, bensì con tutti gli animali nella zona.

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The French Dispatch: il prossimo film di Wes Anderson

Concludiamo con alcune anticipazioni di un film che, ahimè, non è ancora uscito. Si tratta di una delle vittime della precaria situazione che si è andata a creare a causa del Covid-19. #The French Dispatch sarebbe dovuto uscire il 24 luglio 2020 negli Stati Uniti d’America, ma è poi stato rimandato fino al 16 ottobre. La produzione, vista la delicata situazione, ha preferito posticipare la pellicola a “data da destinarsi”.

Questo film – che rappresenta quasi un omaggio al giornalismo – è ambientato nella città francese di Ennui-sur-Blasé. In questa città ha sede la redazione del French Dispatch, supplemento settimanale del quotidiano statunitense Evening Sun. Alla morte del direttore, i giornalisti decidono di omaggiarlo distribuendo un numero speciale in cui vengono riproposti i migliori articoli del passato.

Il film presenta un nutrito cast composto da Benicio del Toro, Frances McDormand, Jeffrey Wright, Adrien Brody, Tilda Swinton, Timothée Chalamet, Owen Wilson, Bill Murray, Edward Norton, Willem Dafoe, Christoph Waltz e molti altri.

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