È morto Gigi Proietti: l'attore e comico italiano se ne va nel giorno del suo ottantesimo compleanno

Per una complicazione cardiaca se ne va il grande attore, doppiatore e comico italiano. Gigi Proietti ci lascia proprio nel giorno in cui tutto il mondo dello spettacolo si preparava a celebrare i suoi 80 anni d'età.

Autore: Elisa Giudici ,

In passato lui stesso ha più volte ironizzato sul giorno del suo compleanno, associato alla festa per i defunti. Il destino ha voluto che Gigi Proietti spirasse proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno, quando l'intero mondo dello spettacolo italiano si preparava a celebrare un talento ineguagliabile dalla carriera sterminata e impossibile da riassumere. Sin dagli anni '60 Proietti ha spaziato dalla TV al teatro, dal doppiaggio cinematografico alla commedia musicale, passando per letture pubbliche, spettacoli teatrali, film per il grande schermo, spot televisivi e tanto altro. Dai contenuti popolari a Shakespeare, non sono mancate ovazioni e tutto esaurito nella sua carriera, alternate a qualche delusione e a progetti divenuti cult solo negli successivi.

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La notizia di un aggravarsi delle sue condizioni era circolata già il 1 novembre 2020 in tarda serata: l'attore era stato ricoverato già qualche giorno prima in una clinica romana per seri problemi di natura cardiaca. Nonostante l'intervento dei medici, Gigi Proietti non ce l'ha fatta a festeggiare il suo compleanno. Al suo fianco negli ultimo momenti c'erano la moglie Sagitta Alter e le due figlie. 

Dal teatro al cinema, la geniale carriera di Gigi Proietti

Impossibile riassumere in poche righe la sterminata carriera di un uomo che è stato attore teatrale, televisivo e cinematografico, regista, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo e scopritore di talenti. Per l'interprete romano tutto comincia durante dell'università. Il giovane Gigi è uno svogliato studente romano di giurisprudenza alla Sapienza di Roma che si esibisce la sera in particine teatrali e spettacoli di cabaret. Il teatro gli piace, gli amici gli confermano che ha un grande talento per la recitazione: il giovane si rende conto di aver trovato la sua vocazione e tenta la strada del palcoscenico, nonostante la preoccupazione del padre per la solidità del suo futuro professionale. 

Parte dopo parte, negli anni '60 si fa un nome sulla scena teatrale romana, dimostrandosi abilissimo sia nella commedia sia nel musical. La grande occasione arriva nel 1970, quando serve un sostituto di Domenico Modugno nel musical Alleluja brava gente: Proietti ottiene la parte e riscuote un enorme successo. La sua ambizione non si ferma qui. Vuole essere più di un attore: insieme all'amico Roberto Lerici comincia a scrivere e dirigere spettacoli di successo: con A me gli occhi, please sbanca, ottenendo un autentico trionfo che verrà replicato per tutti gli anni '90. Lo spettacolo segnerà il numero record di cinquecentomila presenze nelle rappresentazioni al Teatro Olimpico di Roma.

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Sempre negli anni '70 si avvicina al cinema e Steno gli regala il suo ruolo più iconico, anche se riconosciuto dalla critica a scoppio ritardato. È lui a interpretare Bruno Fioretti detto Mandrake in Febbre da cavallo, un classico alternativo del cinema italiano incentrato sul vizio delle scommesse sportive. Proietti interpreta un attore squattrinato che insieme a Francesco De Rosa ed Enrico Montesano inventa qualsiasi sotterfugio pur di poter scappare all'ippodromo a spendere i pochi soldi a disposizione in puntate su cavalli e fantini.

Primex / Euro International Film
Mandrake si agita dagli spalti
L'espressione

Il film non viene accolto bene dalla critica, ma negli anni diventa un assoluto cult, complici di numerosi passaggi televisivi che lo rendono familiare al pubblico. Il suo personaggio è così celebre che diviene d'uso comune il termine mandrakata: l'espressione è utilizzata per intendere una furbata, un colpo di mano, derivante proprio dal nome del suo personaggio. 

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Proietti continua a recitare in film italiani e internazionali, finendo per prestare la voce ai colleghi di Hollywood; anche quelli che gli soffiano le parti. Nell'oscurità della sala di doppiaggio presta la sua voce a tutti i grandi: Marlon Brando, Charlton Heston, Kirk Douglas e anche quel Donald Sutherland che gli aveva soffiato la parte da protagonista nel Casanova di Federico Fellini. Nell'edizione italiana è proprio lui a lanciare l'urlo più celebre della storia del cinema - Adrianaaaa! - doppiando Sylvester Stallone in Rocky. 

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Ormai affermato attore e regista, negli anni '90 Gigi Proietti diventa una star della fiction italiana. Il ruolo da protagonista affabile e gentile ne Il maresciallo Rocca, in cui interpreta un carabiniere e padre di famiglia diviso tra quotidianità e crimini, lo porta a raggiungere nuove vette di popolarità.

Rai
Il maresciallo Rocca osserva una foto
Negli anni '90 raggiunge nuove vette di popolarità grazie al ruolo del maresciallo Rocca

La fiction rimarrà uno dei successi più grandi in termine di ascolto e indice di gradimento del pubblico di tutti gli anni '90 in Rai. Nel 1992 viene scelto per doppiare il Genio di Aladdin, dimostrandosi all'altezza di sostituire nella versione italiana il talento rutilante di Robin Williams. La sua interpretazione rimane una delle più iconiche dell'intera storia dei doppiaggi italiani dei film Disney. 

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Il teatro però rimane la sua grande passione, da Shakespeare alla tradizione romana di Rugantino. Fonda anche una scuola di recitazione che scopre molteplici talenti, tra cui Flavio Insinna e Giorgio Tirabassi. Intanto continua ininterrotta la scia di successi, dalla TV al cinema: il suo ultimo ruolo su grande schermo è stato quello di Mangiafuoco nel Pinocchio di Matteo Garrone.

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Prima che la pandemia bloccasse il circuito teatrale italiano, stava cercando di tornare in scena con uno spettacolo di Molière. 

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