Una vita da underdog, in credito con fortuna e tempismo. L'arte - o per certi versi la sfiga - di essere Jeff Bridges. Ovvero, come ho imparato ad arrivare a 70 anni senza essere glorificato come i grandissmi (colleghi) della mia generazione e, ciò nonostante, essermela comunque goduta.
L'attore di cult come Il grande Lebowski e Tron ha ricevuto un Oscar solo dopo quasi quarant'anni di carriera, spesa tra sci-fi, commedie nere e western. Prima di stringere in mano la statuetta dell'Academy, però, Bridges ha masticato amaro in altre quattro occasioni, vedendosi superare al fotofinish da gente come De Niro o del Toro.
Con Crazy Heart, dopo anni vissuti da outsider fedele ai pronostici della vigilia, ha messo d'accordo un po' tutta la critica, suggellando una carriera fatta di alti e bassi ma soprattutto di ruoli (e film) entrati a far parte dell'immaginario collettivo e proprio per questo amatissimi, capaci in più di un'occasione di travalicare la dimensione cinematografica per abbracciare un qualcosa di superiore, a metà strada fra lo stile di vita e l'esistenzialismo tout court. Il riferimento, nemmeno a dirlo, e al "drugo" Lebowski, icona anni '90 senza ambizioni, sacerdote - in accappatoio e White Russian in mano - che diffonde il verbo del dolce far nulla.
I 10 migliori ruoli e film di Jeff Bridges
Per festeggiare colui che ha da poco spento le 70 candeline, ecco i 10 migliori ruoli/film di Jeff Bridges (in ordine cronologico), senza tuttavia dimenticare interpretazioni comunque degne di nota come quella di un ingegnere che insegue il suo sogno (Il Tucker di Francis Ford Coppola), un dongiovanni brillante al piano bar (I favolosi Baker), un genitore intento ad elaborare un lutto tuffandosi nel lavoro (The Door in the Floor):
1)Tron
Kevin Flynn, programmatore di software, esperto dei neo settore dei videogame. Un destino digitale lo attende. C'è da combattere il sistema, a cavallo di motociclette virtuali sfavillanti dalle forme ellittiche. Tron è figlio di quella curiosità genuina verso il simulato che animò i primi anni '80. Il film Steven Lisberger è una vera e propria opera d'avanguardia che si affaccia al videoludico e che ci consegna un giovane Jeff Bridges alle prese con bit e sensori luminosi. Un esperimento cinematografico che con fare pioneristico guardava al futuro.
2) Starman
Ancora fantascienza per Bridges. Stavolta la cibernetica lascia il passo al favolistico e al mondo extra-terrestre. Diretto da uno dei maestri del brivido (John Carpenter), l'attore impersona Starman, l'uomo delle stelle che David Bowie cantava in una delle sue hit più celebri. Il protagonista è un alieno caduto dallo spazio che incontra sulla sua strada una vedova, alla quale chiederà aiuto per fare ritorno al proprio mondo. La pellicola è un dimenticato road movie intriso di buoni sentimenti e speranze ritrovate. Non uno dei Carpenter più in forma, ma Bridges offre comunque un'ottima prova recitativa, assecondata da una colonna sonora di tutto rispetto.
3) La leggenda del re pescatore
Un fantasy firmato Terry Gilliam che sviscera temi importanti come la redenzione e l'amicizia incondizionata. Bridges incarna una figura negativa, con la quale a prima vista appare impossibile empatizzare. il suo Jack Lucas è infatti un dj tronfio sulla cresta del successo in quel di New York. Travolto da un tragico evento, l'uomo cadrà in una spirale depressiva prima di incontrare un clochard (Robin Williams, immenso) che gli farà aprire gli occhi con i suoi strambi modi.
Cuore e favola si uniscono al fantastico in questo racconto, per certi versi unico, in cui vale la pena ricordare Bridges col codino che fa una dichiarazione d'amore senza trovare il coraggio di incrociare lo sguardo della sua donna, finendo per osservare uno scaffale di riviste patinate. Chapeau.
4) Fearless - Senza paura
Uno schianto in un campo. Una tragedia dei cieli che ricorda da vicino la cronaca di fine anni '80 (il volo United Airlines 232). Fearless - Senza paura di Peter Weir, tratto dal romanzo omonimo di Rafael Yglesias, descrive i mesi successivi ad un disastro aereo vissuti da due passeggeri di quel volo, entrambi alle prese con un disturbo post-traumatico da stress. Mentre l'architetto Max Klein (Bridges) affoga il trauma nella convinzione di essere immortale, Carla accarezza l'idea del suicidio perché preda dei sensi di colpa per la morte del figlioletto, anche lui sul volo.
Fearless - Senza paura mette in scena la vulnerabilità dell'essere umano dinanzi al fato, confezionando un ruolo ad hoc per l'eclettico Bridges.
5) Il grande Lebowski
Senza mezzi termini il ruolo della vita. Jeff Bridges non fa il drugo. È il drugo. Accappatoio e fuga dalle responsabilità, col bowling come mezzo per riempire la noia del tempo. "The dude" (così nell'originale) finirà suo malgrado al centro di in un complicato intrigo che sconvolgerà la sua routine quotidiana da perdigiorno. Il grande Lebowski è molto più di una commedia nonsense condita da black humour. È una riflessione sui tempi moderni, sul senso della vita stessa, in cui il protagonista è quanto di più lontano ci sia dal bigger than life hollywoodiano.
6) The Contender
Bridges for president. Per davvero. Il capo dell'esecutivo a stelle e strisce ha il volto massiccio e lo sguardo enigmatico dell'attore di Tron, che nel film del 2000 diretto da Rod Lurie se la gioca a bravura con Gary Oldman e Joan Allen. Non a caso arriverà una nomination agli Oscar, la quarta di una carriera vissuta quasi sempre da outsider.
7) Iron Man
Tra i più sottovalutati villain del Marvel Cinematic Universe, forse per via di una battaglia finale di film non proprio da 10 e lode (Bridges non sembra a proprio agio in una corazza di ferro) e per il minutaggio leggermente esiguo. Ma l'Obadiah Stane dell'attore è un miscuglio di malvagità e doppiogioco. Rasato a zero, Bridges è perfetto nel ruolo del socio di Tony Stark che trama nell'ombra. Col solo, diabolico sguardo provoca più di un brivido.
8) Crazy Heart
Bridges che canta (divinamente) e porta la croce, quella dell'alcolismo. Il risultato? Un Oscar meritatissimo. Crazy Heart racconta la vita devastata di un cantante country alla ricerca di una seconda occasione. Dirige Scott Cooper, bravo a tratteggiare la tendenza autodistruttiva del protagonista. Farà lo stesso anche in Out of the Furnace - Il fuoco della vendetta.
9) Il grinta
Bridges nel ruolo che fu di John Wayne. Un marshall anziano - ma svelto col grilletto - che porta una benda come i pirati e che cavalca, senza eroismo, verso una banda di fuorilegge. L'attore nel 2010 ritrova con Il grinta i fratelli Coen e per poco non bissa l'Oscar dell'anno precedente.
10) Hell or High Water
Un western moderno, di frontiera, in assonanza con uno dei must del cinema moderno, Non è un paese per vecchi. Hell or High Water parla della crisi americana, dell'uso di armi e di una disuguaglianza sociale che in molti non sembrano voler ammettere. È un film crudo, quello diretto da David MacKenzie a partire da una sceneggiatura esplosiva di Taylor Sheridan, e Jeff Bridges è il volto di una generazione al tramonto che sembra chiedersi quand'è, esattamente, che tutto è andato in malora.
Un nichilismo di fondo e un senso di miseria affiorano sul volto del ranger Hamilton (Bridges) ancor prima che nel film, sorretto anche dai validissimi Chris Pine e Ben Foster.
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