I migliori videogiochi di Indiana Jones

Città perdute, macchine infernali e mattoncini: ecco i migliori videogiochi ispirati a Indiana Jones, il celebre archeologo del cinema

Autore: Manuel Enrico ,
Videogames
8' 45''

Non sono gli anni, sono i pixels. Leggendarie città perdute, reliquie al centro di incredibili cacce al tesoro e regni perduti non potevano che essere il perfetto teatro delle avventure in chiave videoludica di Indiana Jones. Non pago di dominare il grande schermo, l’archeologo avventuriero reso celebre dal sorriso sornione di Harrison Ford si è ritagliato una discreta carriera nel mondo dei videogiochi, che si arricchisce ora di un nuovo capitolo, Indiana Jones and the Great Circle.

La nuova impresa di Indy, realizzata da MachineGames, promette di essere il titolo natalizio, ma non dobbiamo scordare come in passato la frusta del professor Jones abbia già fatto sentire il proprio schiocco in giochi divenuti veri e propri cult. Le potenzialità di Indy come protagonista di videogames nasce nel 1982 con Raiders of the Lost Ark per Atari 2600, che si rifaceva al primo film della saga, I predatori dell’Arca Perduta, diventando il primo videogioco tratto da un film della storia, ma la grande consacrazione di Indiana Jones all’interno del panorama videoludico arrivò in seguito.

Indiana Jones in the Lost Kingdom (1984)

Titolo sviluppato per Commodore 64, questo titolo di Mindscape è il classico platform dell’epoca, con un omino stilizzato che rappresenta Indy. Diverse stanze richiedono diverse azioni, e la presenza di creature e pericoli assortiti rendono più intrigante il gioco.

Indiana Jones and the Temple of Doom (1985)

All’uscita di Indiana Jones e il Tempio Maledetto, Atari realizzò un titolo arcade con cui rivivere il film su PC e successivamente su NES.

Il giocatore assume il ruolo di Indiana Jones mentre si infiltra nel covo del malevolo culto Thug, armato della sua frustata distintiva. I comandi consistono in un joystick a otto posizioni e un pulsante per utilizzare la frusta. L'obiettivo finale del giocatore è liberare i bambini che il culto ha rapito come schiavi, recuperare le reliquie rubate conosciute come Pietre Sankara, fuggire dal tempio e sconfiggere il leader del culto, Mola Ram.

Dopo aver selezionato uno dei tre livelli di difficoltà, il giocatore progredisce attraverso tre fasi basate su diverse scene del film: salvare i bambini prigionieri dalle miniere, fuggire dalle guardie nella celebre scena sui carrelli minerari, recuperare una Pietra Sankara dall'altare sacrificale Thug.

Si perde una vita ogni volta che Indy tocca un pericolo o un personaggio nemico, cade da un'altezza eccessiva, schianta il suo carrello minerario o cade nella lava. La frusta può essere utilizzata per distruggere o stordire i nemici e per dondolarsi sopra gli spazi delle miniere.

Indiana Jones and the Last Crusade (1989)

Dopo il grande successo di Indiana Jones e l’UItima Crociata, anche per Indy era arrivato il momento di tornare nel mondo dei videogiochi, dopo la sua precedente esperienza su Atari 2600. Seguendo lo schema dei platform in voga nel periodio, LucasFilm Games si lancia in questa impresa, realizzando un titolo che prende alcune delle scene più dinamiche della pellicola per sfidare i giocatori, portando questo gioco su una grand varietà di piattaforme, sia home computer che console.

Nei panni di Indy, affrontiamo la ricerca la ricerca della Croce di Coronado, la funambolica passeggiata sul treno del circo, l’esplorazione del castello di Grunwald , la fuga sullo Zeppelin e infine le sfide finali per raggiungere il Sacro Graal, In alcune versioni per consolle era presente anche la ricerca della seconda parte dello scudo del crociato nelle catacombe di Venezia.

Titolo divertente, in linea con i tempi, da non confondere con Indiana Jones and The Last Crusade: The Graphic Adventure, che si rivolgeva espressamente ai giocatori PC, seguendo uno dei filoni più cari alla LucasFilm Games, ovvero le avventure grafiche, i punta-e-clicca. Non una delle migliori produzioni della software house, ma comunque più vicina all’avventura cinematografica di Indy

Indiana Jones and the Fate of Atlantis (1992)

A tenere vivo il mito di Indy dopo la sua ricerca del Santo Graal furono i romanzi e i videogiochi, e in questo ambito nel 1992 LucasArts, nuovo nome di LucasFilms Games, presenta un vero e proprio cult: Indiana Jones and the Fate of Atlantis.

Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Indy e Marcus Brody ritrovano una strana statuetta in un museo, su incarico di un certo Smith, che possiede una chiave che potrebbe aprire l’artefatto. Quando questo ritrovamento porta alla scoperta di una piccola sfera di un raro metallo, Smith minaccia i due archeologi e fugge con il tesoro.

In realtà, Smith è Klaus Kerner, agente nazista, incaricato di scoprire la verità dietro alcuni reperti scoperti in Islanda anni prima proprio da Indy e dalla sua collega Sophia Hapgood, che si ritiene possano condurre alla perduta città di Atlantide. Indy decide di correre in aiuto della collega, che rimane vittima del furto dei suoi reperti, tranne una collana che indossa sempre e che contiene l’oricalco, preziosissimo minerale che i nazisti vorrebbero usare come arma.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis viene ricordato come un cult del genere perché non si limitava a ricostruire al meglio le atmosfere delle imprese di Indy, ma consentiva al giocatore di affrontare la parte centrale dell’avventura in tre modi diverse. Dopo avere scoperto il primo indizio, infatti, si poteva decidere di seguire le successive tracce assieme a Sophia (modalità squadra) o scegliendo una strada costellata di enigmi affrontati in solitaria (modalità ingegno) oppure preferendo una storia ricca di azione e scazzottate, ma decisamente più ardua (modalità azione)

Le tre diverse strade convergono all’arrivo ad Atlantide, prima dell’ultimo atto del gioco. Per l’epoca, Indiana Jones and the Fate of Atlantis fu una vera rivelazione, non solo per gli appassionati del personaggio, e fu la riconferma della perizia delle produzioni di LucasArts, che nelle avventure punta-e-clicca era una delle realtà più apprezzate.

Era previsto anche un seguito, Indiana Jones and the Iron Phoenix, ma il progetto venne abbandonato e recuperato come storia per una miniserie a fumetti di Dark Horse.

Nello stesso periodo venne realizzato anche Indiana Jones and the Fate of Atlantis: The Action Game, un titolo più dinamico ed action, in cui venne enormemente semplificata trama e che non ebbe lo stesso successo dell’avventura grafica.

Indiana Jones’ Greatest Adventures (1994)

Concepito solo per il SuperNES di Nintendo, questo titolo raccoglieva l’esperienza dei tre film all’interno di un gioco che permetteva di rivivere alcune delle scene più emozionanti e amate dell’allora trilogia.

Il gioco è sostanzialmente basato sull'azione, e il giocatore controlla Indiana Jones attraverso i livelli ispirati agli eventi dei film. La sua arma principale è la sua frusta, ma può anche danneggiare i nemici colpendoli con dei pugni o rotolando contro di loro. Occasionalmente si può trovare una pistola con munizioni illimitate, e in alcune situazioni sono presenti delle rare granate.

Oltre ad attaccare, la frusta può essere usata anche come metodo per dondolarsi sopra ai fossati. Di tanto in tanto, il gioco si distacca dallo schema tipico dell’azione e immerge il giocatore in vari altri tipi di gameplay, come pilotare un aereo, andare su un carrello minerario e scendere una montagna su una canoa.

Indiana Jones’ Greatest Adventures utilizza lo stesso motore della serie Super Star Wars ed era suddiviso in 28 aree, molte delle quali con visuale a scorrimento laterale e altre in fasi di guida. Se Indy muore in un'area, il giocatore ricomincia dall'inizio dell'area attuale o dall'ultimo checkpoint. Tutti e tre i film sono presenti nel gioco, ma I predatori dell'arca perduta è l'unico giocabile all'inizio del gioco. Per poter giocare a Il tempio maledetto e L'ultima crociata, il giocatore deve procedere nel gioco o utilizzare una password.

Indiana Jones and the Infernal Machine (1999)

Nel 1999 Indy compie il gran passo e diventa protagonista di un titolo action adventure stile Tomb Raider, prima per i giocatori PC e in seguito per consolle.

Nel 1947, durante uno scavo nello Utah, Indy incontra una sua vecchia conoscenza, Sophia Hapgood, donna dotata di poteri psichici divenuta agente della CIA, che lo avvisa che i russi stanno seguendo una pista in Iraq che parte condurre alla leggendaria Torre di Babele. La verità è che i russi sono convinti che all’intero della Torre sia conservato un dispositivo di grande potenza, la macchina infernale, costruito nell’antichità dal re Nabuccodonosor su indicazione del dio Marduk come tramite tra il nostro mondo e quello degli dei.

LEGO Indiana Jones: the Original Adventures (2008)

Sulla scia del successo di Lego Star Wars, anche Indy diventa un personaggio Lego e diventa protagonista di un videogioco che rende omaggio ai primi tre film della saga dell’archeologo.

Il gioco era fortemente basato sui giochi di Lego Star Wars e sulle loro meccaniche. Secondo Nick Ricks, un produttore di Traveller's Tales, il team di sviluppo ha inizialmente sperimentato la creazione del gioco utilizzando la base di Lego Star Wars perché anche il franchise di Indiana Jones presentava componenti d'azione, risultando in quello che Ricks ha descritto come "LEGO Star Wars ambientato nel 1945". Traveller's Tales ha poi deciso di sviluppare Lego Indiana Jones dalle sue fondamenta, introducendo nuove caratteristiche assenti nei precedenti giochi di Lego Star Wars.

I programmatori hanno modificato il design dei puzzle a causa dell'assenza della Forza nella serie di Indiana Jones. Mentre lavoravano su armi a distanza, i programmatori si sono interrogati se le munizioni dovessero essere limitate. Nella versione ufficiale, hanno scelto di limitare le munizioni per le armi nemiche, diversificando il sistema utilizzato nei precedenti giochi di Lego

Lego Indiana Jones: Le Avventure Originali presenta le tre avventure della prima trilogia di Indy in una chiave umoristica in cui i tratti tipici del personaggio sono adatti alle meccaniche di un mondo di mattoncini. Il risultato è un gameplay in cui celebri scene dei film sono rivissute secondo prospettive differnteè un gioco d'azione e avventura giocato dalla prospettiva in terza persona, in cui il giocatore controlla una figurina Lego in aree ispirate a scene dei film di Indiana Jones. Il gioco incorpora anche elementi dei generi puzzle e platform. È una reinterpretazione umoristica dei primi tre film di Indiana Jones: I predatori dell'arca perduta, Il tempio maledetto e L'ultima crociata.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!