Il tanto discusso sequel de Il Gladiatore, ancora una volta diretto da Ridley Scott, è finalmente arrivato nelle sale ed il successo al botteghino è stato travolgente; nel caso non lo aveste fatto, potete leggere QUI la nostra recensione della pellicola.
La trama, come ben sappiamo, è ambientata dopo la morte di Massimo e segue le vicende di Lucius, figlio di Lucilla (e nipote di Commodo) ormai diventato adulto.
Tanti i personaggi coinvolti nel film, tanto che il pubblico ha cominciato a chiedersi quale fossero i riferimenti storici: sono davvero esisti? A cosa si è ispirato il regista? Scopriamo insieme i retroscena dietro ai protagonisti.
- Lucius Verus (Paul Mescal)
- Lucilla (Connie Nielsen)
- Macrinus (Denzel Washington)
- Marcus Acacius (Pedro Pascal)
- Caracalla (Fred Hechinger)
- Geta (Joseph Quinn)
Lucius Verus (Paul Mescal)
Il reale Lucio Vero (Lucio Vero II), secondo riferimenti storici, era figlio di Lucio Vero, co-imperatore insieme a Marco Aurelio, e di Lucilla. Sia Lucio che sua sorella Aurelia morirono in giovane età, presumibilmente anche prima che Commodo diventasse il nuovo imperatore.
Lucilla (Connie Nielsen)
La Lucilla di Connie Nielsen, nella Storia, è in realtà Annia Aurelia Galeria Lucilla, imperatrice romana terza tra i figli dell'imperatore romano Marco Aurelio e di sua moglie Faustina Minore, nonché una delle sorelle maggiori del futuro imperatore Commodo. Sposa di Lucio Vero, che suo padre aveva associato al trono come co-imperatore, in seconde nozze sposò Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano. Dopo la congiura contro Commodo, fu esiliata insieme a sua figlia e Numidia Cornificia Faustina nell'isola di Capri.
Macrinus (Denzel Washington)
Noto come Macrino, fu imperatore per quattordici mesi, il primo a provenire da un ordine equestre e dunque di basso ceto sociale. Nominato prefetto del pretorio sotto Caracalla, diventò di fatto il secondo dell'impero; la continua derisione nei suoi confronti da parte di Caracalla portò però Macrino a complottare contro di lui. Dopo l'uccisione a tradimento dell'imperatore da parte del soldato Marziale, Macrino (non essendoci discendenti né altri candidati più autorevoli) si proclamò imperatore.
Marcus Acacius (Pedro Pascal)
Quello del personaggio di Pedro Pascal rappresenta sicuramente un caso curioso, poiché non ha una diretta controparte storica. Ovviamente, il regista si è basato su varie figure di generali militari in servizio sotto Caracalla e Geta: ad esempio, Gaio Fulvio Plauziano, consigliere prefetto, nonché altre figure fedeli alla dinastia dei Severi, i quali hanno contribuito a mantenere la stabilità in mezzo ai conflitti dinastici. Solitamente, questi generali avevano il compito di proteggere i confini dell'impero, spesso risultando mediatori tra le varie fazioni politiche.
Caracalla (Fred Hechinger)
Il personaggio è ispirato a Marco Aurelio Severo Antonino Pio Augusto, nato Lucio Settimio Bassiano ma noto a tutti con il soprannome di Caracalla, figlio dell'imperatore Settimio Severo. Storicamente, Caracalla governò insieme al fratello minore Geta per circa un anno, fino a quando non ne ordinò l'omicidio. Caracalla non si limitò però ad assassinare il fratello, ma decise anche di uccidere tutti gli uomini che lo avevano sostenuto, per un totale di circs 20.000 vittime. Il suo regno fu caratterizzato dall'emanazione dell'editto noto come Constitutio Antoniniana, che concedeva la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'Impero di condizione libera; è inoltre ricordato per la costruzione delle Terme di Caracalla a Roma, sebbene il suo regno è considerato tra i più sanguinosi.
Geta (Joseph Quinn)
Il personaggio è ispirato a Publio Settimio Geta, fu sempre in secondo piano rispetto al fratello Caracalla, anche se governò l'impero (con compiti amministrativi e burocratici) proprio insieme al padre, al fratello (vicecomandante dell'esercito) e alla madre Giulia Domna (consigliere di fiducia dell'imperatore). Morto suo padre, venne proclamato imperatore insieme al fratello, sebbene fu assassinato appena un anno dopo; a seguito della sua morte, Caracalla attuò una damnatio memoriae nei confronti di Geta.
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