Nel mondo creato e costruito da Il Regno del Pianeta delle Scimmie la storia che tutti i fan hanno conosciuto prosegue lungo binari narrativi e contestuali del tutto inediti.
Proiettando in avanti il racconto di un posto che si sta evolvendo e si è evoluto dagli eventi visti nella trilogia precedente, delle vicende di Cesare ci resta ben poco se non un alone epico e leggendario di aperta interpretazione fra le attuali generazioni di primati sul grande schermo. Nella storia di Noa, una giovane scimmia che si è vista togliere tutto nel modo più violento possibile da un altro gruppo di simili, troviamo il pretesto perfetto per curiosare in un pianeta ben differente da quello che ricordavamo aver visto e assorbito prima di oggi, richiamando a un futuro attualmente ancora tutto da scoprire.
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Dopo aver affrontato in fase di recensione Il Regno del Pianeta delle Scimmie, ci apprestiamo a raccontarne gli anfratti finali, in una spiegazione e analisi intenzionata a trarre dagli ultimi istanti della pellicola una qualche lettura specifica, anticipando magari quello che potremmo vedere nel futuro cinematografico della saga. Per fare ciò, ovviamente, entreremo nel dettaglio, e per tanto vi avvisiamo fin da subito che questo articolo è zeppo di spoiler, sconsigliandone dunque la lettura a tutti coloro che non hanno ancora avuto modo di vedere il lungometraggio diretto da Wes Ball, con Owen Teague, Freya Allan, Kevin Durand, Peter Macon e William H. Macy, al cinema. La nostra spiegazione del finale de Il Pianeta delle Scimmie è indirizzata a chi ha visto il film.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie: imparare ricadendo negli stessi errori
Nel corso dell’avventura al centro de Il Regno del Pianeta delle Scimmie, ci uniamo al viaggio tutto personale di Noa, una giovane scimmia che ha perso il proprio clan, cancellato dalla fame di conoscenza e potere di Proximus, un primate che ha riunito tantissimi suoi simili sotto al proprio dominio con la forza e la manipolazione del messaggio lasciato anni prima da Cesare. Autoproclamatosi Re e fautore di un regno che vorrebbe imprimere per sempre il potere della sua razza su un pianeta in rovina, l’obiettivo ultimo di questo è quello di aprire un gigantesco bunker militare nel quale si vocifera gli umani abbiano lasciato alcune fra le armi più potenti da loro mai create.
Quando il nostro giovane protagonista inizia il suo viaggio, inoltre, s’imbatte anche in una umana diversa da tutti gli altri esemplari sul pianeta. Mae (Freya Allan) è intelligente ed è in grado di parlare e comprendere l’attuale situazione della sua specie. Non solo, una volta catturata insieme a Noa si rivela avere uno scopo ben preciso: quello di bloccare ogni tentativo di Proximus di ottenere il potere offensivo custodito all’interno del suddetto bunker. Così nell’ultima parte de Il Regno del Pianeta delle Scimmie la vediamo organizzare un piano di fuga e distruzione con il protagonista maschile della storia; insieme dovranno aprire il portone interessato apparentemente indistruttibile e, sfruttando l’esplosione della diga marina immediatamente vicina al bunker, fuggire e al tempo stesso distruggere ogni cosa.
Una volta entrati passando da un ingresso nascosto su una scogliera vediamo Mae prendere una sorta di scheda da uno dei server lì abbandonati da tempo. Quando i nostri riescono ad aprire l’ingresso del bunker, però, vengono improvvisamente sopraffatti da Proximus e dai suoi che tendono loro un’imboscata. In una situazione di stallo l’umana si troverà costretta a prendere in mano la situazione facendo saltare in aria la diga e condannando potenzialmente tutti i presenti. Il caos generato dall’acqua porterà agli scontri finali e alla definitiva sconfitta dello stesso Proximus in favore di un Noa che sfrutta le proprie origini per avere la meglio, riportando il suo clan a casa.
Negli ultimissimi minuti de Il Regno del Pianeta delle Scimmie ritroviamo Noa e Mae in un confronto finale. Lei è più guardinga per via di quello che ha fatto passare all’amico e ai suoi cari, mentre lui si rivela estremamente emotivo e proiettato verso un discorso in cui mette in evidenza gli insegnamenti ricevuti da questa esperienza. La sua maturazione prosegue. Dopo il confronto fra loro finalmente scopriamo le reali origini e motivazioni del viaggio di Mae, indubbiamente il personaggio più misterioso e silenzioso dell’intero lungometraggio.
Dopo il saluto con la scimmia la scorgiamo raggiungere un gigantesco avamposto umano nel quale si trovano tanti suoi simili rimasti immuni al virus che imperversa nel mondo, concentrati a tenere viva la memoria della propria passata grandezza attraverso tecnologia e oggettistica specifica. L'obiettivo della ragazza era quello di consegnare la scheda trovata nel bunker a queste persone, che in seguito vediamo usare per alimentare un sistema di parabole giganti con lo scopo di cercare di contattare altre forme di vita simili sul pianeta.
L’intera missione segreta di Mae sembrerebbe essersi rivelata un successo, dato che gli umani lì nascosti ricevono quasi subito una risposta da un altro ipotetico avamposto. Una sequenza del genere, ovviamente, non può che rimandare a un seguito de Il Regno del Pianeta della Scimmie, in qui forse vedremo una sorta di disperato tentativo umano di rimettere in piedi quello che hanno perduto negli anni, e un rimando diretto a ciò che sarà, forse, una nuova guerra.
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