Jihad Butleriano: il passato di Dune

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Autore: Manuel Enrico ,

Dune, l'immaginario futuro creato da Frank Herbert, si è affermato come uno dei simboli principali della space opera letteraria, plasmando elementi fondamentali dell'immaginario condiviso. Molta della fantascienza contemporanea, soprattutto nel cinema, è indebitata a Dune, soprattutto per quanto riguarda il fallimento della trasposizione cinematografica di Alejandro Jodorowsky. Tuttavia, all'interno di questo universo, particolarmente nel nucleo principale dei libri, emerge un'interessante peculiarità che sembra contraddire il concetto stesso di fantascienza: l'assenza di macchine pensanti. Herbert, nel plasmare il suo futuro narrativo, scelse deliberatamente di non rendere la tecnologia un elemento centrale. Per eliminare questo aspetto, introdusse un lontano avvenimento del passato galattico: il Jihad Butleriano.

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Quando si parla di Dune, è cruciale distinguere tra la serie originale dei sei libri scritti da Frank Herbert e l'ulteriore espansione di questo universo proposta dal figlio Brian Herbert insieme a Kevin J. Anderson. Nel dipingere la società futura di Dune, Herbert padre non sentì il bisogno di dettagliare particolarmente il passato dell'impero in cui si svolgevano le vicende dei suoi personaggi. Questo approccio lo spinse a introdurre l'elemento del Jihad Butleriano come motore di una condizione socio-tecnologica che comprendeva l'assenza di macchine pensanti e la presenza dei Mentat, senza però fornire un contesto storico preciso all'interno della saga.

Dune: il Jihad Butleriano e le intelligenze artificiali

In effetti, per Frank Herbert, il Jihad Butleriano rappresentava principalmente un monito, attraverso il quale lo scrittore americano intendeva lanciare un avvertimento sulla crescente dipendenza delle menti dalla sempre più avanzata tecnologia. Vedeva nella dipendenza passiva dalle macchine e nell'abbandono degli sforzi mentali i precursori di un declino della società umana. Questa prospettiva sembra richiamarsi al romanzo Erewhon di Samuel Butler, da cui probabilmente deriva il nome di questa ribellione umana contro le macchine. Pubblicato nel 1872, il romanzo immaginava un'umanità che decideva di distruggere le macchine, anche se all'epoca erano ancora elementari, per timore che, evolvendosi, potessero superare l'intelletto umano. Questa concezione sembra richiamare la filosofia luddista, ancora presente nella società vittoriana dell'epoca.

Il Jihad Butleriano nella saga di Dune

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Un accenno al conflitto futuro tra l'uomo e le macchine di Dune emerge nel corso della trama della saga, soprattutto nei libri successivi al primo capitolo della saga. Il ruolo delle macchine pensanti viene rivisitato in un'ottica in cui la loro presenza avrebbe ostacolato l'evoluzione umana, nonostante fossero considerate necessarie. Questo ha portato alla creazione di sostituti, come i Mentat, le Bene Gesserit e i Navigatori, incaricati di svolgere i compiti tradizionalmente affidati alle macchine nella narrativa di fantascienza. Questa concezione affascinante, tuttavia, genera una nuova problematica: la possibile disumanizzazione dei sostituti delle macchine pensanti.

Nel romanzo L'Imperatore-Dio di Dune, Leto II, mentre conduce l'umanità lungo il Sentiero Dorato, ricorda il Jihad Butleriano come il momento in cui l'umanità prese consapevolezza di essere stata controllata e guidata dalle macchine. Questo evento vide la creazione della Bibbia Cattolica Orangista, contenente precetti morali che richiamavano a una condizione tecnologica retrograda, ma concentrata sulla valorizzazione dell'umanità. Quest'ultimo aspetto diventò uno dei tratti essenziali della visione dialettica di Herbert.

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Leggende di Dune

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Leggende di Dune - Jihad Butleriano

Nell'esalogia originale di Dune, dunque, il ruolo della Jihad Butleriana risultava essere un dispositivo narrativo atto a giustificare un sistema tecnologico essenziale e distante dall'immaginario classico della fantascienza, dove le macchine pensanti erano completamente assenti. Il Jihad Butleriano, infatti, non escludeva ogni forma di macchina, ma solamente quelle che, dotate anche di una rudimentale intelligenza artificiale, potevano operare autonomamente e sviluppare una forma di auto-coscienza. In questa prospettiva, nell'ambito della fantascienza, sarebbero banditi tutti i robot alla maniera di Asimov, ma non le immense astronavi che Herbert invece affidava ai Piloti della Gilda. 

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Una distinzione di rilievo che sottolinea il significato del Jihad Butleriano all'interno delle dinamiche delle diverse forze sociali presenti in Dune. Questo breve accenno al Jihad Butleriano è stato così poco approfondito che non ha trovato spazio neanche nella trasposizione cinematografica di Dune del 1984 di David Lynch, la quale non si è addentrata nell'esplicare questo dettaglio della saga. Una breve e superficiale spiegazione è stata introdotta nella versione estesa di Dune, firmato come Alan Smithee da Lynch, nella quale viene presentata questa guerra come la Grande Rivolta, ambientata circa 4050 anni prima degli eventi di Dune.

Per ottenere un resoconto accurato del Jihad Butleriano e della sua influenza sulla società galattica, è stato necessario attendere decenni, fino a quando il figlio di Herbert ha dato vita a Leggende di Dune, una serie di archi narrativi che hanno delineato il passato dell'universo di Dune.

Partendo da materiale non esplorato dal suo padre, Brian Herbert ha enfatizzato i retroscena dell'universo di Dune, scegliendo il Jihad Butleriano come punto di partenza della narrativa della saga. Con un approccio diverso da quello del padre, più orientato alla filosofia, Herbert e Anderson hanno modellato il loro lavoro su un piano più dinamico, ritenuto essenziale per stabilire le fondamenta cronologiche dell'universo di Dune.

La lotta tra umani e Macchine Pensanti

L'umanità si trova coinvolta in una feroce battaglia contro i Pianeti Sincronizzati, mondi popolati da macchine pensanti guidate da Omnius. Questa intelligenza artificiale è stata creata dai Cymeks, umani che hanno trasferito i propri cervelli in corpi robotici indestruttibili, rinunciando alla mortalità per conquistare un'immortalità e governare la galassia. Dopo aver creato Omnius come mezzo per controllare i pianeti conquistati, i Cymek ne sono diventati schiavi, noti come Titani, che operano come generali nelle armate di Omnius.

Nella resistenza contro le armate robotiche, l'umanità è guidata da diverse casate, una specie di nobiltà pre-imperiale al comando della Lega dei Nobili. Tra queste, le casate Harkonnen e Butler si ergono al vertice, cercando di motivare l'umanità a non subire passivamente gli attacchi, ma a reagire. Xavier Harkonnen, uno dei comandanti militari, guida le armate umane per proteggere il futuro della sua amata Serena Butler, attiva nel sensibilizzare l'opinione pubblica a livello politico. Durante un attacco, Serena, incinta del figlio di Xavier, viene catturata da uno dei Titani e consegnata come esperimento al robot Erasmus, desideroso di comprendere il comportamento umano. Durante la prigionia, Serena incontra il figlio biologico del comandante dei Titani, Vorian Atreides, inizialmente sostenitore della società delle macchine, ma il cui punto di vista cambia radicalmente quando assiste alla crudeltà di Erasmus, il quale non esita ad uccidere il figlio di Serena davanti ai suoi occhi. Questo evento diventa la scintilla del Jihad Butleriano.

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Fuggendo dalla Terra, capitale dei Mondi Sincronizzati, Vorian e Serena si fanno portavoce della necessità di combattere le macchine. Questa guerra perdura per decenni e Vorian, grazie alla longevità derivante dalla tecnologia dei Titani, continua a combattere al fianco degli Harkonnen, assumendo la tutela del giovane Abulurd. Durante lo scontro finale con Omnius e i Titani sul pianeta Corrin, tuttavia, Abulurd decide di utilizzare armi atomiche sulla Terra, nonostante la presenza di milioni di schiavi umani, che vengono uccisi durante il bombardamento. Quest'azione avventata porta Vorian a dissociarsi dalle azioni di Abulurd, che viene fortemente condannato dalla Lega dei Nobili, causando la rovina della casata Harkonnen. Questo evento segna l'inizio della faida tra le due casate, un conflitto che si riflette anche in Dune.

La sconfitta dei Mondi Sincronizzati porta alla creazione di un nuovo ordine sociale. La crescente opposizione a qualsiasi forma di macchina pensante porta alla distruzione di computer troppo avanzati. La Battaglia di Corrin segna il predominio della famiglia Butler nella Lega dei Nobili, che viene rinominata Landsraad, e viene riformata su un modello imperiale, con la famiglia Butler al potere in virtù del suo ruolo nella guerra. Questa famiglia sceglie un nuovo nome per sé stessa: Corrino, in onore della battaglia finale contro le macchine.

La nascita delle Scuole

Durante il Jihad Butleriano, su Rossak, un pianeta, un gruppo di donne con poteri mentali particolari usava computer nascosti nelle foreste per perseguire un progetto eugenetico mirato alla creazione di una razza di telepati. Con il divieto delle macchine pensanti, questi computer diventano una minaccia per le donne, ribattezzate Streghe di Rossak, le quali iniziano a seguire un rigoroso programma di eugenetica, sfruttando i loro poteri sempre più sviluppati grazie alle sostanze estratte dalle piante velenose del pianeta. Le Streghe di Rossak diventano il nucleo originario delle Bene Gesserit.

Durante la guerra contro le macchine, Aurelius Venport, un magnate, scopre su Arrakis una sostanza con straordinarie proprietà. Chiamata spezia melange, questa droga diventa sempre più preziosa e, per soddisfare la domanda, la società di trasporto di Venport, guidata dall'inventore Tio Holzman e dalla sua assistente Norma Cenva, crea motori in grado di piegare lo spazio. Incapaci di utilizzare computer per calcolare le complesse rotte spaziali, Aurelius e Norma scoprono che l'uso della melange amplifica le capacità dei loro navigatori, che, assumendola, ottengono poteri di navigazione spaziale, anche se il loro corpo subisce mutazioni orribili. Da questa scoperta nasce la Gilda dei Navigatori.

Con il divieto delle macchine pensanti, diventa cruciale trovare un sostituto organico per le loro funzioni. Su un pianeta remoto, esiste una scuola in cui le menti dei giovani sono addestrate a diventare computer viventi, chiamati Mentat. A capo di questa istituzione c'è Gilbertus Albans, un ex-schiavo delle macchine che ha subito esperimenti da parte del robot Erasmus, che ha salvato durante la distruzione del suo centro di ricerca. È proprio Erasmus, ora ridotto al solo cervello elettronico e conservato all'interno della scuola, a fornire a Gilbertus istruzioni su come addestrare le menti umane a diventare computer viventi.

Il Jihad Butleriano ha segnato la fine delle macchine pensanti, ma non della tecnologia in sé. L'universo successivo alla guerra contro i Mondi Sincronizzati non ha privato l'umanità di astronavi o apparecchiature semplici. Specialmente nei secoli successivi al termine del Jihad Butleriano, la tecnologia ha iniziato gradualmente a riprendere un cammino evolutivo, sempre considerando i limiti imposti. Su IX, ad esempio, sono stati sviluppati macchinari non intelligenti che contribuiscono alla vita e allo sviluppo della società imperiale, come narrato nei prequel House Atreides, House Harkonnen e House Corrino. Inoltre, su Tleilax, il Bene Tleilax possiede incredibili conoscenze mediche e tecnologie biologiche, inclusa una forma particolare di clonazione.

Perché il termine Jhad?

Quando nel 1956 Frank Herbert scrisse Dune, la percezione del mondo islamico era differente rispetto alla visione attuale. Quest'ultima è stata segnata da eventi tragici e da un contrasto ideologico che ha reso complessa l'interpretazione dell'islam anche in trasposizioni come quella di Dune realizzata da Villeneuve. 

All'interno dell'esalogia di Herbert, il termine "Jihad" era concepito nel suo significato più autentico, rappresentando uno sforzo incredibile oltre i limiti dell'individuo. La decisione di utilizzare un termine islamico, relegando l'uso di crociata a poche occasioni, rifletteva la visione di Herbert riguardo all'umanità futura e al suo rapporto con la sfera religiosa. Questa scelta era strettamente legata al fatto che, nel delineare i Fremen, Herbert aveva già introdotto termini derivati dalle radici islamiche, come Muad’Dib o Shai-Hulud.

L'intento di questa scelta era quello di trasmettere un senso di familiarità nei confronti di quelle che venivano considerate, dai lettori dell'epoca, le popolazioni del deserto per eccellenza, al fine di delineare in modo più completo la figura dei Fremen, come rivelò in un'intervista nel 1976:

Se si vuole dare al lettore un sensazione credibile che non si trovi qui e ora, ma che qualcosa del presente sia stato portato lontano nel tempo e nello spazio, quale modo migliore del dare a questa realtà la lingua di un posto preciso…questo strumento orale, ha la sua forza inerziale, aiuta a formare la mente mentre la stessa mente lo usa

Particolarmente, Herbert aveva l'intenzione di creare un futuro dove la cristianità non fosse l'unica religione sopravvissuta, ma in cui si mostrasse rispetto per le diverse credenze. Durante le sue ricerche per sviluppare l'universo di Dune, Herbert esplorò religioni caratterizzate da tratti messianici. Identificò nell'Islam un elemento narrativo interessante, senza però dipingerlo in modo monolitico, ma esaminandone sia gli aspetti positivi che quelli negativi.

Per Herbert, questa fede religiosa era cruciale nel concetto di controllo assoluto, un concetto complesso che portava alla formazione di una mentalità favorevole all'emergere di figure messianiche. Tuttavia, ne mostrava anche i pericoli intrinseci nel loro ruolo. Questo si evidenzia in Dune, inizialmente con Paul e poi con Leto II, oppure con il Jihad Butleriano narrata nelle Leggende di Dune, dove Manford Torondo, leader di una setta emersa dopo il conflitto con le macchine pensanti, supera gli insegnamenti di Serena Butler trasformandola in una martire. Questo atto genera un culto centrato sulla persona che va oltre gli aspetti religiosi, diventando un esempio di potere terreno.

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