La Favorita è il primo film nella carriera di Yorgos Lanthimos in cui fa da regista ma non da sceneggiatore: il soggetto è infatti stato scritto da Deborah Davis e Tony McNamara. Il film si discosta dai suoi altri lavori, in particolare per l'ambientazione, la corte inglese del diciottesimo secolo. Con tre donne come protagoniste, La Favorita riesce ad essere sia dramma che commedia, proponendo delle riflessioni spietate sulle relazioni umane e sulla natura del potere. Con questo film, Olivia Colman ha ricevuto il premio Oscar come Miglior attrice protagonista.
La trama
Nell’Inghilterra del 1708, la regina Anna (Olivia Colman) si ritrova ad essere la prima a governare dopo l’Atto di Unione del 1707 (con cui Scozia e Inghilterra si univano nel Regno di Gran Bretagna). Il paese è in guerra con la Francia e la donna sembra non essere particolarmente predisposta al comando o alla politica. Durante tutto il film, infatti, Anna appare come una donna la cui salute fisica e mentale sono abbastanza cagionevoli.
È manipolata da Sarah Churchill, detta Lady Marlborough (Rachel Weisz), la Keeper of the Privy Purse. Sarah è la sua consigliera più fidata e la spinge ad appoggiare il Primo Ministro Godolphin, dello schieramento whig, in opposizione al suo nemico politico, Harley, un proprietario terriero tory. A corte arriva però Abigail (Emma Stone), una lontana cugina di Sarah il cui padre è caduto in disgrazia. La ragazza è determinata a riconquistare una posizione sociale alta e non tarda a mettersi d’accordo con il tory Harley. Vivendo a palazzo, la nuova arrivata non tarda a scoprire un segreto per i tempi scandaloso: la sovrana e Sarah Churchill hanno una relazione intima. Con l’appoggio di Harley, Abigail inizia a macchinare un piano a vantaggio di entrambi; visto il periodo politico, che rende Sarah molto indaffarata, utilizza l’assenza della donna per avvicinarsi sempre più alla regina, che le si affeziona sempre di più, sino a nominarla Lady of the Bedchamber. Sarah e Abigail iniziano dunque a contendersi in modi sempre più estremi le attenzioni di Anna (e dunque, il potere che da queste deriva).
Le due continuano a lottare silenziosamente, tra intrighi, avvelenamenti e ricatti, ma Abigail ha la meglio e riesce a destituire Sarah, presentando alla regina le prove che la donna e il marito (impegnato nella guerra di Francia) le hanno sottratto dei soldi di nascosto. La ragazza prende definitivamente il posto di Sarah, che viene bandita dal regno insieme al marito. Ormai senza rivali, Abigail inizia a mostrare presto la propria natura: assolutamente incompetente dal punto di vista politico, pigra, superficiale e in una certa misura sadica. Anna si rende presto conto di aver fatto un errore nel preferire Abigail a Sarah, ma è pur sempre la regina, e Abigail una sua sottoposta.
I fatti storici
La storia de La Favorita è ispirata a eventi storicamente documentati, ma con delle differenze sostanziali rispetto alla realtà dei fatti, che sono servite al regista greco per creare un'atmosfera inedita e una trama particolare. Ecco i fatti storicamente accurati rappresentati nel film:
- La regina Anna era molto depressa e ammalata di gotta.
- I diciassette figli della regina, come nel film, sono tutti morti.
- Anche nella realtà è documentato come la regnante facesse affidamento sui consigli di Sarah Churchill (Lady Marlborough) per scelte politiche ed economiche (d’altronde proprio il ruolo di Keeper of the Privy Purse consiste nell’amministrare le finanze della famiglia reale).
- Sarah e la regina Anna hanno interrotto i loro rapporti (di qualsiasi natura fossero, romantica o amicale) dopo l’ingresso di Abigail Hill a corte.
Il resto è per la maggior parte frutto della fantasia degli sceneggiatori; una discrepanza notevole riguarda il re Giorgio di Danimarca, che in questa versione della storia sembra deceduto, ma che ai tempi degli eventi narrati era ancora vivo. Non è raro che i filmmaker rimaneggino eventi storici per renderli più interessanti o adatti alla narrazione che hanno in mente. Rispetto alle storie delle monarchie inglesi che siamo più abituati a vedere (come quelle dei Windsor e dei Tudor), Anna di Gran Bretagna è una delle meno raccontate sul grande schermo. Malgrado questo, il film di Lanthimos non ha alcuna pretesa di fedeltà storica ma è, piuttosto, un modo di usare il passato per raccontare cose che appartengono all’essere umano da molto tempo: la depressione, il trauma, le dinamiche di potere, il successo sociale.
Il significato del film
Il film si apre con la cerimonia di spogliatura della Regina. La scena è regale ma la sovrana, una volta tolte le proprie eleganti vesti e indossata la camicia da notte, sospira di sollievo. Sembra evidente che questo genere di incombenze appesantiscano l'animo già vessato di Anna. In contrasto alla sua costante inquietudine, troviamo il mondo della corte, che viene subito presentato come un luogo fatto di frivolezze assordanti e passatempi vacui (come la gara di anatre) conditi da discussioni politiche.
In questo contesto, più che il triangolo amoroso la tra la regina Anna, Lady Sarah e Abigail, quello che sembra il tema centrale del film sono le dinamiche di potere tra le tre. Sarah ha un ascendente decisivo sulla regina, che invece sembra totalmente assoggettata, più che da Sarah, dalla propria emotività. Abigail, per quanto assetata e di potere e calcolatrice, è sempre in qualche modo assoggettata: dal padre e dall’uomo a cui è stata venduta, da Harley, da Sarah e infine dalla regina. Come fatto notare da Savina Petkova nella sua recensione del film per Cinea:
Tutti i personaggi hanno una relazione totalmente disfunzionale col cibo. Nessuno si gode un vero e proprio pasto. L’unica volta che viene mostrata una tavola imbandita è durante una festa sgregolata, piena di ubriachezza. Tutte le altre volte, l’atto del nutrirsi è sostituito dal trandugiare, dal rubare dai piatti, strafogandosi, dal lanciare il cibo ad altre persone.
Non è mai nutrimento, ma intrattenimento e un sostituto emotivo. Nel suo tentativo di riempire un vuoto, la regina mangia un’intera torta e la vomita, per poi iniziare a mangiarne un altro pezzo. Una metafora che indica il tentativo di reprimere le proprie dirompenti emozioni, che in qualche modo vengono sempre fuori, copiose e terribili, come il vomito.
Il corpo della regina è un altro elemento fondamentale della trama: vessato dalla gotta e soprattutto sterile. Un corpo che ha perso 17 figli, sostituiti da altrettanti conigli. Un corpo oggetto di lotta tra Sarah ed Abigail, che rappresenta il fascino del potere, di un’autorità incontestabile. Un corpo che per Abigail diventa l'occasione per farsi notare, dandogli sollievo con degli impacchi di erbe. Anche in questo si vede la differenza tra le due favorite: Abigail si concentra sull'appagare la regina fisicamente, mentre Sarah la spinge ad avere responsibilità etica e politica.
La regina non sopporta più nessuna rappresentazione di gioia intorno a sé: la musica e il ballo e la urtano. Ogni dimostrazione di vivacità e allegria che non siano i momenti passati con la propria amante o i propri conigli risulta insopportabile. La solitudine umana e la profonda depressione della regnante sono messe in risalto da inquadrature ampissime in cui la donna sembra sola e spaesata in stanze che sembrano troppo desolate e troppo lussuose.
Come già menzionato, la perdita dei suoi 17 figli non è un aneddoto inventato ai fini della narrazione. Sarah critica aspramente la decisione di Anna di prendere un piccolo coniglio per ognuno di questi lutti. Abigail, d’altro canto, dimostra per queste creature una sorta di tenerezza, col chiaro intento di ingraziarsi la regina. In un certo senso, anche lei inizialmente sembra un piccolo coniglio: delicata, dolce, innocente e soprattutto innocua. Sembra capace di dare alla regina ciò di cui ha bisogno: un amore incondizionato che sembra non aver ricevuto per tutta la vita. Anna, dopo aver ripudiato Sarah, pensa di averlo trovato in Abigail.
Quello de La Favorita è un mondo di donne, diverse tra loro (e non a caso è stato scritto ed ideato da donne). Donne che si combattono, si amano e fanno sesso. Gli uomini sono solo macchiette quasi parodiche sullo sfondo, inconsapevolmente manipolate o assecondate. La sessualità è esplicita e i riferimenti ad essa (oltre che alle scene) sono spesso altrettanto espliciti. La passione tra donne, la violenza e la seduzione sono il filo conduttore di tutta la vicenda. Quando Lord Masham, l’ammiratore di Abigail, entra nelle sue stanze di notte, lei gli chiede: “Siete qui per sedurmi o per stuprarmi?”. Quando l’uomo afferma di essere un gentiluomo, la ragazza gli risponde: “Stupratemi allora”. E il loro flirtare, nei giorni successivi, non è meno predatorio o violento. Ma, per l'appunto, questa è una storia di donne.
All’apparenza, la vincitrice finale della contesa tra le due dame è Abigail. Sarah, allontanata dalla corte e accusata di tradimento, sembra aver perso, mentre la nuova Lady Masham è la favorita della regina, e vive nel lusso della corte, rispettata dai suoi pari e dotata di un nuovo tipo di potere. Gli eventi storici verificati, che vanno oltre il film, raccontano però una storia diversa: alla morte della regina, Abigail fu allontanata dalla corte e si ritirò in campagna, e il nuovo re Giorgio I riabilitò il nome di Lady Marlboroughs.
Di fatto, ad oggi, Abigail e la regina Anna rimangono figure storicamente e politicamente irrilevanti, mentre Sarah e le sue scelte politiche hanno dato forma a quella che sarebbe stata la politica inglese per gli anni a venire.
Durante tutto il film, vediamo spesso Abigail interrogarsi sulla propria morale, concentrata nel giurare di non tradire la propria (personale) coscienza. Alla fine, è chiaro che la sua vittoria è avvenuta proprio per l’abbandono di ogni scrupolo e di qualsiasi tipo di etica. Lanthimos, dalla prima all’ultima scena, riesce a dare la chiara impressione di quanto sia stata fragile la politica inglese in quel periodo, e di come bastino delle pochezze a ribaltare le sorti di un paese. La guerra è sempre presente, ma sempre lontana, e una firma, un permesso o un comunicato (cose astratte, che sembrano più noie burocratiche) hanno il potere di sconvolgerne gli esiti. L’unica che sembra esserne perfettamente a conoscenza è Sarah. Sin da subito, il suo personaggio ci viene presentato come molto pratico, onesto, ma anche spietato e a tratti ruvido. La sua onestà e la sua visione chiara della situazione geopolitica inglese sono salvifiche per la credibilità della regina Anna, tenuta solo marginalmente in considerazione nella vita politica e di palazzo.
Abigail, d’altro canto, è tutto ciò che una persona fragile, insicura e profondamente depressa come la regina cerca: è dolce, accomodante, sembra avere a cuore il sollievo momentaneo della sovrana più delle sorti del paese. I suoi intenti sembrano candidi e genuine quando, sin dall’inizio, percepiamo chiaramente che il suo unico obiettivo è l’ascesa al potere. A differenza di Sarah, ignora totalmente la politica e mente spesso. Sa come ottenere il potere, lo brama, ma poi non ha idea di come gestirlo e mantenerlo: è una donna fatta di appetiti.
Cos’hanno in comune le due donne? La manipolazione. In un certo senso, il potere. Il potere che hanno sulla regina e sulle sue decisioni. Ma la regina, come già citato, è emotivamente mutilata dalla propria insicurezza e dal costante bisogno di amore e rassicurazioni. Quando (ormai tardi) capisce che Abigail non è la fanciulla empatica e dolce che le si era presentata come domestica tempo prima, non richiama Sarah a sé, credendo che quest'ultima l’abbia dimenticata. Preferisce ferire Sarah (da cui si sente rifiutata) che mandare via una Abigail che adesso si mostra in tutta la sua terribile natura.
L’ultima scena dell’opera di Lanthimos è una delle più eloquenti, e dà un significato a tutti gli eventi cui lo spettatore ha assistito sino a quel momento. Dopo aver partecipato ad una festa, Abigail si reca negli appartamenti della regina per farle compagnia; mentre pensa di non essere vista, la donna schiaccia con le proprie eleganti scarpe uno degli amati coniglietti della regina, prima di lasciarlo andare via, con un ghigno sadico che deforma i suoi lineamenti delicati.
I conigli della regina sono un’invenzione di Lanthimos e non una verità storica; come già menzionato, rappresentano ognuno dei figli deceduti di Anna, e sono spesso presenti nell’inquadratura, fungendo da costante promemoria per lo spettatore: la psiche della sovrana è distrutta dai lutti, il suo bisogno di affetto è costante. Se Sarah li considera come un semplice passatempo dal retrogusto inquietante, Abigail all’inizio del film li coccola e mostra una ben architettata tenerezza. Il finale in cui la donna tortura uno di questi piccoli animali ne mette a nudo l’ipocrisia, la mancanza di scrupoli e la duplicità.
Nel vederla compiere questo atto sadico nei confronti di quello che è, a tutti gli effetti, un simbolo della propria debolezza e dei propri lutti, Anna è messa di fronte a una verità per cui prova rimorso, rabbia, vergogna: si è fidata della donna sbagliata. Ma è ancora la regina. Quando si tratta di potere, per quanto possa essere manipolabile, l’ultima parola è la sua. Ordina ad Abigail di “massaggiarle la gambe” (atto che in genere portava ad un rapporto orale) come quando era una semplice domestica. Mentre Abigail, prostrata in ginocchio di fronte alla propria regina, le massaggia la gamba, Anna le prende con forza i capelli, con un gesto all’apparenza semplice, ma violento ed estremamente eloquente. Non importa che adesso l’ex domestica si faccia chiamare Lady Marshall: sarà sempre, in modi diversi, sua schiava, e prigioniera dei suoi capricci e della sua volontà. Abigail sa che la sua fortuna dipende esclusivamente dalle voglie della regina, che, come con Sarah, ha il potere di farla cadere in disgrazia (di nuovo) a suo piacimento in qualsiasi momento.
Chi è, dunque, la vera manipolatrice?
In questa ultima scena, Lanthimos sembra offrirci la sua personale risposta. Abigail è alla stregua di uno dei coniglietti della regina: un simbolo di dolore, ma pur sempre un animale domestico; soprattutto, è in trappola. Le sue azioni, per quanto calcolate al millimetro con spietatezza, non hanno cambiato nulla della sua situazione: in un modo diverso, sarà sempre, comunque, asservita.
Sarah è stata spogliata di ogni potere ed ogni prestigio, ma nella sua ultima battuta, vedendo i cavalieri della regina alle porte della propria residenza di campagna (arrivati ad imporle l’esilio), chiede al marito se gli andasse di trasferirsi in Francia. A differenza di Abigail, Sarah ha guadagnato una nuova (per quanto non voluta) libertà.
La Favorita è un film del 2018 diretto da Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz.
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