Le migliori serie TV sci-fi: la top 20

Da Star Trek a Doctor Who, da X-Files a Battlestar Galactica: ecco le serie che hanno fatto la storia della fantascienza in TV. E che hanno cambiato il mondo...

Autore: Chiara Poli ,

Istruzioni per l’uso: qui parliamo di fantascienza vera. Pura. Niente commistioni col genere fantasy, o con le serie sui supereroi, o con le serie “miste”.

#Lost, #Fringe, Il prigioniero, L’uomo da 6 milioni di dollari, #Agents of S.H.I.E.L.D. e #Stranger Things, tanto per fare qualche esempio, rientrano tutte in queste categorie. #X-Files, invece, si basa interamente sulla presenza aliena sulla Terra, privilegiando altre tematiche in molti episodi ma senza mai perdere di vista il filone narrativo principale. Quindi, è adatta alla classifica. 

Ho scelto di dedicarmi alla fantascienza“dura e pura”, cioè quella la cui premessa narrativa parte appunto dalle tematiche classiche del genere, per celebrare alcuni dei prodotti più fortunati del piccolo schermo. Le migliori serie di fantascienza di sempre.

Perché se è vero che al cinema la fantascienza è sempre stata snobbata dalla critica mainstream (che per decenni l’ha considerata un genere “minore” insieme all’horror), è anche vero che alcuni dei più grandi successi di tutti i tempi (cito giusto Guerre stellari e Ritorno al futuro) sono film di fantascienza.

Il genere sci-fi interpreta da sempre i sogni e le paure dell’uomo. Gli incubi tecnologici, il futuro oscuro, la lotta per la sopravvivenza in un mondo che si allarga all’universo intero, mentre il progresso rischia di portarci sull’orlo del baratro, anziché verso un mondo migliore.

La fantascienza è uno dei generi più dark, in questo senso: ci fa sognare con le invenzioni tecnologiche (alcune delle quali diventano anche realtà) ma ci spaventa con lo spettro di quel futuro distopico che i grandi autori hanno saputo raccontare.

Ecco quindi i requisiti delle serie per rientrare nella selezione che segue: essere ambientate nello spazio o nel futuro, privilegiare le tematiche sci-fi classiche, raccontare di alieni, tecnologia futuristica, viaggi nel tempo a patto che il punto di partenza sia il futuro. Anche prossimo.

20. Sliders - I viaggiatori (1995-2000)

Un giovane Jerry O’Connell interpreta Quinn Mallory, un brillante studente che durante una ricerca crea involontariamente un portale affacciato su un universo parallelo. Intrappolato in mondi alternativi, insieme a un gruppo di amici (i viaggiatori, appunto) cerca disperatamente di ritrovare la via di casa… Finendo per imbattersi in scenari sempre diversi.

Il portale creato da Quinn è un po’ come uno Stargate: consente a chi lo attraversa di ritrovarsi in un attimo dall’altra parte dell’Universo. Con una fondamentale differenza: la volontà di rivolgersi a un pubblico giovane, dando vita a un’avvincente serie sci-fi per ragazzi. Prodotta con successo per 5 stagioni.

19. Lost in Space (1965-1968)

La famiglia Robinson - l’omaggio a uno dei romanzi più celebri di Daniel Defoe è voluto - vive sulla colonia Alpha Centauri. La Terra è sovrappopolata e l’umanità cerca nuove case. Alcune famiglie vengono selezionate per essere i primi coloni di nuovi mondi, ma qualcuno ha deciso di sabotare la missione dei Robinson. Così, la loro casa - la nave spaziale Jupiter 2 - si ritrova sperduta nello spazio.

Cercando di ritrovare la strada di casa e di sopravvivere alle avventure più incredibili, i Robinson vagabondano per lo spazio sotto l'occhio vigile del creatore Irwin Allen (Kronos, Viaggio in fondo al mare).

Inedita in Italia - io ho avuto l’opportunità di vederla e di apprezzarla per motivi di studio - la serie è stata portata al cinema nel 1998 con l’omonimo (e terribile, va detto) film inspiegabilmente interpretato da un grande cast (Mimi Rogers, William Hurt, Gary Oldman…). La serie TV fa parte della storia del genere. E si trova qui perché ha stabilito molti dei parametri narrativi ripresi dalle serie sci-fi successive.

18. Il pianeta delle scimmie (1974)

Derivata dai film (a loro volta tratti dall’opera letteraria di Pierre Boulle), racconta del futuro - siamo nell’anno 3085 - in cui si ritrovano sbalzati a causa di un incidente gli astronauti Pete Burke (James Naughton) e Alan Virdon (Ron Harper). Un futuro in cui a dominare sono le scimmie, mentre gli esseri umani sono tenuti in schiavitù, rinchiusi in gabbie e trattati come “animali domestici”.

Mentre cercano il modo per ritornare al loro tempo, i due protagonisti vengono salvati da una scimmia e iniziano a combattere al fianco dei ribelli che vorrebbero trattare gli esseri umani con la stessa dignità riservata a gorilla e scimpanzé. Un classico di fantascienza che, in versione televisiva, nonostante una sola stagione di 14 episodi, ha modo di esplorare più a fondo la tematica ambientalista e animalista alla base della trama: rispetto per tutte le creature viventi in grado di provare gioia e dolore.

17. Babylon 5 (1994-1998)

Cinque stagioni per raccontare la vita sulla stazione spaziale Babylon 5, crocevia di razze e culture. Ultima rimasta di cinque colonie Babylon (le precedenti sono state distrutte e una sembra essere sparita nel nulla), la 5 ha lo scopo di far incontrare i terrestri e diverse razze aliene allo scopo di mantenere la pace fra i popoli. Perché il passato non si ripeta più.

Ma il passato, quando gli interessi individuali e i pregiudizi la fanno da padrone, non può che riemergere. La stagione 5 è l’ultima spiaggia. L’ultima speranza per mantenere la pace nell’Universo. Se volete sapere com’è finita, non dovete far altro che recuperare questa serie che molti hanno accostato a Star Trek: Deep Space Nine (antecedente di un anno) e che, proprio come DS9, di solito non lascia spazio ai dubbi: si ama o si odia. Io l’ho amata.

16. Spazio 1999 (1975-1977)

La base lunare Alpha, sede di un importante progetto di ricerca, è guidata dal comandante Koenig (il grande Martin Landau). Ma il 13 settembre del 1999, una terribile esplosione generata da scorie nucleari sbalzano la Luna fuori dall’orbita terrestre. Isolato, perso nello spazio ma determinato a sopravvivere, l’equipaggio agli ordini di Koenig si destreggia fra alieni ostili e nuove potenziali catastrofi.

Amatissima in Italia (nacque da una co-produzione italo-britannica), la serie è famosa perché i protagonisti - Koenig e la dottoressa Russell (Barbara Bain) - erano interpretati da una coppia sposata nella realtà. Ma il personaggio più amato resta senza dubbio quello di Maya (Catherine Schell), aliena mutaforma in grado di assumere le sembianze di qualsiasi creatura vivente. Cult.

15. Falling Skies (2011-2015)

Noah Wyle nei panni di Tom Mason, professore di storia, guida la Resistenza terrestre nella guerra contro gli alieni che hanno invaso il pianeta e sterminato gran parte della popolazione. Qui tutti gli incubi sci-fi più sfruttati ci sono tutti: gli alieni invasori, la guerra come unico “dialogo” con un’altra specie, la superiorità tecnologica che fa sembrare impossibile resistere e, naturalmente, la fine del mondo.

Il mondo conosciuto lascia spazio a nuovi orizzonti morali, sociali e ambientali. In un survival drama fatto al cento per cento di citazioni, omaggi e riferimenti alle più grandi opere di genere. Non a caso, a firmare da produttore è Steven Spielberg, che in fatto di alieni ostili e di fantascienza classica la sa lunga…

14. Zaffiro e acciaio (1979-1982)

"Tutte le anomalie verranno regolate dalle forze che controllano ogni dimensione. Ovunque ci sia vita non verranno usati elementi transuranici pesanti. Sono disponibili pesi atomici medi: Oro, Piombo, Rame, Giaietto, Diamante, Radio, Zaffiro, Argento e Acciaio. Sono stati assegnati Zaffiro e Acciaio”...

Le parole d'apertura di una delle serie più amate di sempre ci raccontano di Zaffiro e Acciaio, i due protagonisti: due misteriosi agenti col compito di preservare lo spazio-tempo dalle manipolazioni esterne. Ogni minimo indizio di cambiamento indirizza la coppia interpretata da David McCallum e Joanna Lumley verso una nuova missione. Non sappiamo molto di loro, né dei loro superiori, ma non importa: le avventure in perfetto british style sono così affascinanti che la curiosità passa in secondo piano.

Grandissimo successo di pubblico in Italia, nonostante la messa in onda incompleta da parte della RAI. Assolutamente da recuperare (disponibile in DVD).

13. I sopravvissuti (1975-1977)

Il 99% della popolazione mondiale è stato sterminato da un virus. I pochi sopravvissuti vagano alla ricerca di altri superstiti, sperando di trovare fra loro i amici e famigliari. La serie, come Zaffiro e Acciaio, ottenne un grande successo di pubblico in Italia. E, proprio come Zaffiro e Acciaio, venne trasmessa in maniera incompleta. Per fortuna, l’edizione integrale è reperibile in DVD.

Nel 2008 ne è stato prodotto un remake, di due sole stagioni, firmato da Adrian Hodges (Primeval). Cult post-apocalittico. 

12. Buck Rogers (1979-1981)

Ero indecisa fra U.F.O. (menzione d’onore) e Buck Rogers. Avete visto chi ha vinto. Perché? Facile: il secondo è ancor più cult del primo.

Buck Rogers infatti nasce da un personaggio a fumetti degli anni ’20. Il grande Glen A. Larson ne trae un film, Capitan Rogers nel XXV secolo, che ottiene grande successo al botteghino. Così trasforma il film nell’antefatto della serie TV trasmessa a partire dal settembre del ’79. Una serie in cui il protagonista (Gil Gerard) è un astronauta vittima di un incidente che, ibernato, gli permette di risvegliarsi 500 anni avanti nel tempo. Per la precisione nel 2491. In un’epoca in cui la Terra, tanto per cambiare, è reduce da una guerra atomica che l’ha quasi distrutta ed è minacciata dall’impero Draconiano.

Il capitano Rogers entra nel Direttorato della Difesa, con lo scopo di preservare la Terra dagli attacchi alieni. In seguito viaggerà nello spazio su un’astronave, alla ricerca di colonie terrestri superstiti. Ad affiancarlo la bella Wilma Deering, colonnello interpretato da Erin Gray (Il mio amico Ricky). La serie venne prodotta per due stagioni e premiata con un Emmy per la colonna sonora.

11. Stargate SG-1

Ispirato al celebre, omonimo film, la serie di Brad Wright e Jonathan Glasser è stata prodotta per 10 stagioni e ha generato ben due spinoff: Stargate: Atlantis e Stargate: Universe.

Il portale che consente di viaggiare nello spazio, raggiungendo in un baleno pianeti sconosciuti per incontrare nuove razze aliene è l’Enterprise della situazione: fa viaggiare il colonnello O'Neal (Richard Dean Anderson) verso strani, nuovi mondi. Mondi con alieni ostili (venerati come dèi e legati alla nostra storia passata) e con battaglie senza quartiere.

Un’infinità di mondi, di tematiche, di declinazioni della fantascienza classica. In chiave moderna e con una sana dose di ironia. Imperdibile.

10. Firefly

Penserete che la mia devozione a Joss Whedon sia il vero motivo per cui questa serie si trova qui. Ma vi sbagliate: Firefly, cancellata dopo una sola stagione, ha influito profondamente sulla storia della TV e su quella della fantascienza.

Grazie all’impegno dei fan - innamorati di questa serie di fantascienza “pura” sapientemente mescolata con un altro genere-principe del piccolo schermo, il western - Firefly è tornata a vivere. Al cinema, con un film intitolato Serenity che ha avuto un grande successo e che ha permesso a Joss Whedon, nei contenuti extra del DVD, di dire a chi di dovere che “non può fermare il segnale”… Così si fa: quando la qualità c’è, i risultati arrivano. E Firefly, di qualità ne ha da vendere. Con un impagabile protagonista: il capitano Mal Reynolds (Nathan Fillion)

9. Quantum Leap - In viaggio nel tempo (1989-1993)

Il viaggio nel tempo è uno dei temi più cari alla fantascienza. In questo caso, tocca al dottor Sam Beckett (Scott Bakula). A capo di un gruppo di eminenti scienziati ricercatori, il dottor Beckett è costretto ad accelerare il suo esperimento e si ritrova intrappolato nel tempo, sbalzato dal corpo di un’altra persona all’altra, da un’epoca all’altra. Per cercare di tornare a casa, può contare solamente sull’aiuto di un ologramma, Al (Dean Stockwell), spesso più portato a prenderlo in giro che ad aiutarlo sul serio…

Divertente, sorprendente, imprevedibile: Quantum Leap è una di quelle serie che non annoiano mai. Grazie al rapporto fra i due protagonisti, basato su una pungente ironia, i viaggi nel tempo di Sam - che ha le stesse probabilità di finire nel corpo di una nobildonna e in quello di un soldato - fanno riflettere su come un atteggiamento e una mentalità moderni possano rendere difficile rispettare un passato costruito su idee e regole impossibili da accettare per chi ne ha studiato le conseguenze sui banchi di scuola. La fantascienza che intrattiene e fa riflettere: il meglio della fantascienza.

8. V - Visitors

L’abbiamo già celebrata nella classifica delle serie degli anni ’80 più influenti. Perché ha contribuito a scrivere la storia del piccolo schermo da molto punti di vista: reclutando attori che lavoravano principalmente nel cinema, assegnando alla produzione un budget mai visto prima, introducendo effetti speciali innovativi per la TV.

I visitatori alieni arrivano a bordo di enormi astronavi piazzate sulle principali città del mondo. Si spacciano per amici (“Veniamo in pace”), ma le loro intenzioni sono tutt’altro che amichevoli. Come il loro vero aspetto. Toccherà a un gruppo di uomini e donne coraggiosi sfidarli perché il mondo conosca la verità sul loro arrivo. Mentre la popolazione adotta comportamenti che richiamano alla memoria il peggio della storia dell’uomo… Imperdibile. Imprescindibile. Da vedere, rivedere e rivedere.

7. Star Trek: The Next Generation

La mia serie trek preferita è Voyager, non ne ho mai fatto mistero. Ma senza The Next Generation non solo non avremmo avuto le avventure del capitano Janeway, ma nemmeno gran parte della successiva produzione televisiva di genere. Per non parlare dei film - Star Trek nasce in TV ma “spacca” anche al cinema - che hanno avuto per protagonisti il capitano Picard (Patrick Stewart) e il suo equipaggio.

Sul ponte dell’Enterprise c’è un equipaggio fatto di uomini, donne, alieni e androidi. La Federazione ha fatto molto progressi, ha concluso efficaci negoziati di pace e ha esplorato molti nuovi pianeti. Ma gli alieni ostili sono sempre in agguato. Si chiamano Borg e sono destinati a cambiare per sempre la storia della fantascienza. "La" serie trek per definizione. Dopo quella classica, naturalmente.

6. Black Mirror (2011)

Sebbene non venga immediatamente percepita come una serie sci-fi, la serie antologica Black Mirror - capolavoro britannico del piccolo schermo attualmente ancora in produzione - ha tutto il diritto di entrare in questa classifica. Perché gli episodi, incentrati su tematiche attuali molto scottanti (dai limiti della tecnologia a quelli dei social network, dall’influsso dei media sulla vita dei cittadini al delicato tema della privacy) fanno riferimento a un futuro non troppo lontano in cui il senso della misura è andato completamente perso.

Osannata da critica e pubblico in tutto il mondo, Black Mirror è una serie sci-fi certamente atipica, ma al contempo ancorata a quell’incubo tecnologico che il genere ha fatto suo fin dal principio.

Irriverente, provocatoria, a volte crudele, la serie gioca coi sentimenti dei telespettatori mentre li stimola a riflettere sui rischi di un progresso basato sulla superficialità, le apparenze, la facilità di ottenere tutto e subito. Un must.

5. Battlestar Galactica (2004-2009)

Dalla miniserie del 2003 nascono le 4 stagioni del remake di Battlestar Galactica, originariamente creata nel 1978 da Glen A. Larson. La serie originale, pur “mitica” per la mia generazione, accennava solamente gli aspetti più interessanti di una storia che raccontava il conflitto fra gli uomini e una razza aliena di robot. Ripresa dallo stesso Larson (grazie all’entusiasmo dell’ex protagonista Richard Hatch), la nuova serie identifica nei Cyloni dei robot creati dall’uomo e poi ribellatisi (vi ricorda qualcosa?).

Tutte le declinazioni più classiche della fantascienza trovano spazio in questa serie, che unisce agli aspetti materiali quelli spirituali (sì, anche i robot hanno qualcosa di simile all’anima), ideologici e religiosi. Una prospettiva intimista sulla grande guerra che vorrebbe sterminare la razza umana.

Un capolavoro televisivo imprescindibile per gli amanti del genere, ma anche per chi ama le serie TV di qualità. A prescindere dal genere sci-fi.

Una rielaborazione delle avventure del comandante Adama (Edward James Olmos), di Apollo (Jamie Bamber), di Starbuck (Katee Sackhoff) con il dottor Baltar (James Callis) e una strepitosa Numero 6 (Tricia Helfer). Con una sola, vera domanda: vale davvero la pena di salvare quel che resta dell'umanità?

4. X-Files (1993-2001 e poi dal 2016)

Una stagione girata a 15 anni di distanza dalla chiusura della serie, che nasce come miniserie-evento e, grazie al successo mondiale, promette di avere un seguito. Due film per il grande schermo. Una schiera infinita di fan in tutto il mondo, pronti a seguire Mulder e Scully, divenuti personaggi-icona della TV, anche in capo al mondo.

Pescando a piene mani da letteratura, cinema, folklore e leggende metropolitane, Chris Carter ha costruito una grande, grandissima serie. Una serie i cui eventi erano già stabiliti. Una serie che con 9 anni d’anticipo ci indirizza verso l’unica grande verità, ovvero l’incertezza del futuro.

X-Files ha trasformato Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) negli eroi di una generazione che vuole sapere, combattere la disinformazione, svelare i complotti. Ha creato uno dei più grandi personaggi-burattinai di tutti i tempi. E ha riunito sotto il grande segno della fantascienza l’intera storia dell’uomo.

3. Ai confini della realtà (1959-1964)

Senza Rod Serling e Gene Roddenberry, non avremmo avuto tutta la fantascienza di qualità che stiamo celebrando. Creatore e narratore di una delle più grandi serie TV di tutti i tempi (a prescindere dal genere), Serling ci accompagna in un viaggio lungo 5 stagioni, attraverso una serie antologica (cioè senza personaggi fissi) che tocca tutte - ma proprio tutte - le tematiche fantascientifiche. E molto altro.

Parabole moderne con una morale, che narrano dell’ironia del destino attribuendogli il ruolo di giudice dei comportamenti umani. Storie affascinanti, misteriose, dark, inquietanti, ironiche… Storie sul futuro di un mondo distrutto, su improbabili invenzioni tecnologiche, su incontri ravvicinati del terzo tipo destinati a cambiare per sempre la cultura popolare.

Il remake degli anni ’80 (nemmeno lontanamente all’altezza) e il film omonimo del 1983, realizzati da big del cinema come Wes Craven, John Landis, Joe Dante, John Milius e Steven Spielberg, ne testimonia l’importanza e l’influenza sugli autori contemporanei più importanti. Super-super-supercult.

2. Doctor Who (1963-1989 e dal 2005 in poi)

“Il” Dottore della TV. L’unico, il più longevo, quello indimenticabile. Nonostante l’avvicendarsi di attori che l’hanno interpretato negli ultimi decenni. Nonostante i mutamenti del ritmo narrativo e dello stile visivo. Nonostante l’esplorazione di ogni tematica sci-fi possibile e immaginabile.

Il Dottore resta un punto fermo, un riferimento nell’universo televisivo della fantascienza. Amato da milioni di persone in tutto il mondo, con due serie distinte separate da molti anni ma accomunate da protagonista e ambientazione, Doctor Who è “la” serie sci-fi. Con una lunga, inattaccabile tradizione, racconta la storia di un alieno che viaggia attraverso il tempo e lo spazio. Regalandoci avventure uniche e indimenticabili. Ultrasupermegacult!

1. Star Trek: la serie classica

Il capitano Kirk, l’Enterprise e la missione per esplorare “strani, nuovi mondi” non hanno bisogno di presentazioni. Hanno bisogno, però, di ricordare come la più grande serie di fantascienza mai prodotta abbia lasciato il segno. Non solo in TV. Non solo al cinema, con 13 lungometraggi di successo. Non solo nella cultura popolare, con i modi di dire, i personaggi, l’abbigliamento e i gadget. No. Star Trek ha cambiato il mondo. Ha dato nuovo impulso alla ricerca scientifica e tecnologica, ispirando - anticipandole di decenni - molte delle invenzioni di cui oggi non possiamo fare a meno.

Gene Roddenberry aveva una sua visione del futuro: un futuro in cui il denaro non esiste più (si torna al caro, vecchio baratto). Un futuro in cui tutto ciò di cui abbiamo bisogno può essere “creato dal nulla” da un congegno chiamato replicatore. Un futuro in cui fame e malattia sono state debellate, grazie al progresso. Quello che porta l’uomo verso la consapevolezza che l’universo è grande, troppo grande per volerne essere protagonista.

La società multiculturale e tecnologica in cui viviamo oggi è, in parte, la realizzazione del grande sogno di Gene Roddenberry. Un sogno iniziato con la serie classica, sul “piccolo” schermo, l’8 settembre del 1966. E ancora ben lontano dall’esaurirsi. 

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