Loki Stagione 2: intervista al regista Dan Deleeuw

Autore: Manuel Enrico ,

Il Dio dell’Inganno di casa Marvel è tornato su Disney Plus con la seconda stagione di Loki, la serie dedicata al fratellastro di Thor che, dopo una lunga attesa, torna finalmente a mostrarci il multiverso marveliano. Con la sua prima stagione, Loki ha idealmente mostrato la nascita del multiverso in cui si sono inseriti in seguito altri capitoli della Fase Quattro, aprendo a un’attesa valorizzazione di questo elemento che nemmeno l’avvio della Fase Cinque, Ant-Man and the Wasp: Quantumania, sembra avere saputo valorizzare. 

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Dopo gli eventi della prima stagione, al termine della quale Loki e Sylvie avevano incontrato Colui che Rimane, avevamo visto la realtà collassare, in attesa di scoprire come questo gesto sconsiderato da parte di Sylvie abbia influito non solo sulla TVA ma su tutto il multiverso. 

La seconda stagione di Loki raccontata dal regista Dan Deleeuw

Dopo avere visto i primi quattro episodi della seconda stagione di Loki abbiamo potuto constatare come l’approccio del nuovo arco narrativo della serie con protagonista Tom Hiddleston sia riuscito ad andare oltre i confini emotivi della prima stagione per mostrare ora dei personaggi costretti ad affrontare la conseguenza delle proprie azioni. 

Un’evoluzione narrativa intrigante di cui abbiamo parlato con Dan Deleeuw, regista del secondo episodio della seconda stagione di Loki, in cui vedremo tornare uno dei personaggi più amati della serie.

Ed è proprio in questa puntata che diventa evidente come Loki e i suoi compagni siano ora in procinto di affrontare le conseguenze del finale della precedente stagione. Finalmente liberi dal controllo della TVA, scoprono che la libertà ha un prezzo, diverso per ognuno, richiedendo di creare una diversa reazione intima per ogni personaggio. 

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È esattamente così. Com’era Loki in Avengers ? Sai, sicuramente era molto di più, ma abbiamo auto modo di vedere come la sua vita e le sue esperienze nel corso del tempo lo hanno cambiato, nuove domande e ha cominciato a interrogarsi su se stesso. Ha agito secondo i suoi piani, ma credo ci sia molto più di un’azione legata a un interesse personale, e quello che accade nella stagione sai che è conseguenza di quello è che presente nella sua mente. 

Sai, specialmente con quello che è successo nuovamente. Essere distrutto da Sylvie, capire cosa resta dell'umanità e vedere. Loki è l’unico che sa cosa sia successo, che non l’ha fermato e salvato. E così, entrando nella seconda stagione, ora hai Loki in quello stato mentale, lo vediamo più consapevole. Nel mio episodio, si inizia a vedere come lo stato d’animo in cui si trova lo porta a interagire con gli altri personaggi in tanti, diversi modi.

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È più propenso a lasciarli entrare nel suo animo, si sente più a suo agio nell’essere se stesso e a venire coinvolto nei loro problemi e difficoltà, mentre prima il Dio dell’Inganno non ci avrebbe nemmeno pensato.  Abbiamo visto in alcuni dei trailer un po' del suo lato cattivo, ma anche vedendolo in questo suo aspetto, non puoi ignorare come stia cercando un nuovo equilibrio per affrontare questa situazione. 

L’apertura di Loki verso i suoi compagni d’avventura rende la seconda stagione ancor più corale, dando a questo nuovo arco narrativo una sua identità specifica. Questa coralità diventa una risorsa fondata sulla vicinanza di Loki a personaggi come Mobius e Sylvie. Questi due personaggi stanno soffrendo, a modo proprio, questa nuova realtà in cui ora si trovano. 

Pur essendo al centro di un multiverso, pur avendo idealmente tutte le possibili realtà tra cui scegliere, sembrano essere ancora condannati a non poter vivere l’esistenza che davvero vorrebbero.  Sylvie in particolare sembra patire maggiormente questo aspetto, mentre Mobius sembra accettare con maggior tranquillità la nuova vita. C’è un passaggio in cui Sylvie e Mobius parlano e si capisce come i due siano agli antipodi, e lo spettatore comincia a chiedersi cosa stia realmente accadendo

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I programmi in streaming ci danno maggiori possibilità, abbiamo il tempo per esplorare queste tematiche con una maggior profondità e attraverso diversi personaggi. In un film puoi concentrarti solamente sui personaggi principali, hai al massimo un arco narrativo disponibile per un personaggio secondario.

Invece, se possiamo vedere i punti di vista di Mobius, Sylvie e Brad Wolf, scopriamo che sono tutti in qualche modo delle diverse sfaccettature della stessa storia. E questo ci consente di creare un racconto che rappresenta un parterre di personaggi più ricco. 

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Parlando di Mobius, il modo in cui affronta le conseguenze della prima statione è probabilmente quella di molti altri agenti del TVA. E’ indicativo come certe persone possano scegliere di vivere i propri desideri, in un momento in cui la TVA, in pratica, viene loro tolto come un tappeto da sotto i piedi, scoprendo che tutto ciò in cui hai sempre creduto è falso. E come farai a gestirlo? Penso che questa sia probabilmente la vera importanza di questa stagione, scoprire come si sono evoluti da ciò che hanno fatto nella prima stagione, cambiando il multiverso. Non una realtà, ma l’interno universo!

E questo, li ha portati ad essere più vicini, o meglio, alcuni personaggi si allontano ed altri invece si avvicinano. È perfetto.  

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