Loki Stagione 2, anteprima: il ritorno del dio dell'inganno

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Autore: Manuel Enrico ,

Gloriosi propositi. Quando Loki fece la sua apparizione nel Marvel Cinematic Universe, il dio dell’inganno era un villain in cerca di vendetta contro coloro che, a suo dire, lo avevano privato della sua magnificenza. Sono passati anni, film e momenti particolarmente toccanti che hanno dato al dio norreno interpretato da Tom Hiddleston la possibilità di evolversi ben oltre la facile patina di cattivo.  Una crescita che è culminata in Loki, serie del Marvel Cinematic Universe, che si appresta a conquistare gli appassionati del franchise con la sua seconda stagione, di cui abbiamo visto i primi quattro episodi in anteprima.

Marvel Studios
Loki
Loki

Loki è una serie apprezzata ma sfortunata, arrivata all’interno di quella Fase Quattro che viene ricordata come il momento più fragile del franchise, totalmente fondato sul concetto di multiverso. La prima stagione di Loki, in tal senso, è stata il primo, autentico momento in cui il multiverso del Marvel Cinematic Universe è stato nettamente percepito dagli spettatori. 

Loki Stagione 2: salvare il multiverso o lasciarlo morire?

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Una coraggiosa impresa, degna dei grandiosi propositi di cui il Dio dell’Inganno vaneggia sin dalla sua prima apparizione. Il multiverso non nasce con Loki, ovviamente, era già stato introdotto nell’MCU, basta pensare al dialogo tra Banner e l’Antico in Endgame, ma ciò che mancava era il concretizzare questo concetto, renderlo da ipotesi a pietra angolare del nuovo corso narrativo della saga. 

Serviva dunque un ‘qualcosa’ che ne fosse piena incarnazione, soprattutto sul piano emotivo. D’altronde, parlando di multiverso difficilmente si può andare oltre aspetti filosofici, che in Loki sono perfettamente incarnati dall’asgardiano interpretato da Tom Hiddleston. La scelta di offrirci un Loki ‘variante’, diverso da quello conosciuto nel corso degli ultimi anni, è una perfetta chiave di lettura di tutto quello che il multiverso del Marvel Cinematic Universe dovrebbe essere, ma ancora non è stato.

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Loki St 2
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Loki ne è la dimostrazione, ritratto di un personaggio complesso e incapace di trovare la propria natura, da sempre strattonata da emozioni contrastanti. Questo è Loki, villain che lentamente cerca una redenzione, ma che ora, nella serie di Disney+, viene radicalmente cambiato grazie a un interrogativo: quale versione di te vuoi essere? 

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Quesito fondamentale della prima stagione di Loki, grazie alla scelta di mettere questa variante dell’asgardiano di fronte a quello che sarebbe dovuto essere il suo futuro, mostrandogli dolori e fallimenti che divengono una sorta di catarsi morale che lo porta a scegliere finalmente chi vuole essere. Se filosoficamente questa sua crescita è appassionante, va riconosciuto che la sua liceità poggia proprio sul concetto di multiverso inteso come possibilità infinite, un’occasione di grande libertà ma anche di caos.

Ed è proprio su libertà e caos che si fonda Loki, una contrapposizione ideologica che viene lentamente arricchita e valorizzata, tramite un cast di primo livello che vede in Tom Hiddleston, Sofia di Martino e Owen Wilson degli interpreti impeccabili. La loro caratterizzazione dei personaggi, infatti, non delude mai, è sempre specchio perfetto delle loro emozioni e delle loro frustrazioni, contribuendo a consolidare il mutamento che sta avvenendo nell’MCU. Michael Waldron, creatore di Loki e nome legato ai capitoli più addentro al multiverso marveliano, ha dimostrato di possedere una visione precisa di quanto fosse necessario dare una forma e, soprattutto, un’origine al multiverso del franchise. 

La prima stagione di Loki era fondata su questo principio, con il mantra della Sacra Linea Temporale da proteggere a ogni costo. La TVA (Time Variance Authority) era la forza incaricata di proteggere la linea temporale, impedendo a varianti come Loki di stravolgere l’ordine prestabilito. Un intento venuto meno quanto il dio norreno e la sua variante Silvye hanno ucciso Colui che Rimane, l’essere che controllava il tempo e la TVA, dando vita a una diramazione della linea temporale, in cui infiniti universi convivono in modo in precedenza impedito. 

Il tempo alla fine dei tempi

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A buon titolo, Loki si era presentato come il vero punto di partenza del multiverso marveliano, sino a quel momento paventato ma mai mostrato. Anche capitoli successivi del franchise, come Doctor Strange nel Multiverso della Follia o Ant-Man and the Wasp: Quantumania, non sono riusciti a cogliere l’essenza del multiverso, che invece è centrale nella serie con protagonista Loki. E non stupisce, dunque, che la seconda serie di Loki rappresenta il ritorno del multiverso come elemento narrativo basilare, asservito alle esigenze della storia ma mai banalizzato. 

E ancora una volta, Loki diventa il punto di (ri)partenza di un franchise sempre più in crisi. Se nella Fase Quattro la serie dedicata al dio dell’inganno era stata vista come il vero inizio della dimensione cosmica della saga marveliana sul grande schermo, pare che anche la Fase Cinque, avviatasi in modo tutt’altro che incoraggiante, si affidi al talento di Hiddleston e alla perfetta dinamica di una serie che unisce fantascienza, ironia e grandi ritratti emotivi. 

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Loki St 2
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Dopo aver portato il multiverso in primo piano con la prima stagione, gli eventi dirompenti legati alla morte di Colui che Rimane (Jonathan Mayors) diventano un nuovo punto di svolta per l’evoluzione di Loki. L’ottenuto libero arbitrio ha consentito a Loki, Sylvie, Mobius e tutti i loro compagni di poter finalmente vivere la propria vita. Ma non tutti sono soddisfatti di questa possibilità, tanto che in seno alla stessa TVA si formano fazioni, divise su come operare in questo nuovo scenario. 

Diversamente da altre serie del franchise, non ultima la deludente Secret Invasion, Loki convince grazie alla sua capacità di trovare una sinergia tra la valorizzazione dei temi fondati sull’individualità dei personaggi (in primis, l’essere chi si vuole realmente essere) e un’aderenza quanto più possibile solida al canone marveliano sul grande schermo. Una natura che consente di apprezzare la profonda diversità tra Silvye e Mobius, interpreti della voglia di esperire la propria individualità e del timore di essere improvvisamente liberi di poterlo fare, lasciando a Loki la possibilità di affrontare le conseguenze delle proprie azioni, ma soprattutto consentendogli di comprendere chi egli sia realmente: eroe o villain?

L'eroismo del villain

Loki sembra essere nuovamente il vero spartiacque tra passato e futuro del Marvel Cinematic Universe, è qui che tutto cambia. Le altre serie del Marvel Cinematic Universe viste sinora si basano principalmente sul presente, su un’evoluzione di due personaggi raccontata tramite una narrazione godibile anche come stand alone, inserita nella continuity della saga ma senza sconvolgerla. Loki ha rivoluzionato tutto, giocando sul concetto di tempo lineare e univocità dell’esistenza con la stessa sicurezza con cui nei comics abbiamo visto dilettarsi Busiek, Simonson e Lein. 

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Loki St 2
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L’anteprima della seconda stagione di Loki ci ha sedotti con la stessa formula vincente del precedente arco narrativo, arricchita da nuovi personaggi e da un moto costante della trama. Ogni elemento di Loki sembra convergere verso la realizzazione di una serie coinvolgente e dai toni velatamente drammatici, spezzata dalla pungente ironia del duo Hiddleston-Wilson, con una manifesta intenzione di dare finalmente senso al tanto blasonato multiverso marveliano. 

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Al termine di questa seconda stagione delle avventure soliste del dio dell’inganno potremo, forse, avere un’idea più chiare di quale sia la reale funzione del multiverso, ma in compagnia di Loki e dei suoi compagni d’avventura abbiamo, quantomeno, avuto modo di scoprire quanta umanità si nasconda dietro gli altisonanti proclami di un dio. 

Commento

Voto di Cpop

85
L’anteprima della seconda stagione di Loki ci ha sedotti con la stessa formula vincente del precedente arco narrativo, arricchita da nuovi personaggi e da un moto costante della trama. Ogni elemento di Loki sembra convergere verso la realizzazione di una serie coinvolgente e dai toni velatamente drammatici, spezzata dalla pungente ironia del duo Hiddleston-Wilson, con una manifesta intenzione di dare finalmente senso al tanto blasonato multiverso marveliano.

Pro

  • Loki è in costante evoluzione
  • Interazione tra Hiddleston e Wilson perfetta
  • Trama avvincente e ben inserita nella continuity del MCU

Contro

  • Alcuni personaggi meritano maggior spazio
  • Il Multiverso dell'MCU si vede solo in Loki
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