Chi sono i Mandaloriani: i letali guerrieri di Star Wars

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Autore: Manuel Enrico ,

Hanno seminato guerra e distruzione per la galassia, arrivando a creare un impero capace di contrastare persino la Repubblica. Nemmeno i Jedi sono riusciti a sconfiggerli, scoprendo come i loro poteri non fossero nulla contro un addestramento marziale impeccabili. Mandaloriani sono uno dei miti più affascinanti dell’universo di Star Wars , entrati quasi in punta di piedi nel franchise in L’Impero Colpisce Ancora.

Introdotti sul grande schermo nella trilogia originale grazie alla presenza di Boba Fett, i Mandaloriani sono stati in seguito sviluppati in modo più approfondito all’interno del fu Universo Espanso, il contorno di storie a fumetti e romanzi che oggi è noto come Legends. A consolidare il loro mito ha contribuito il loro ingresso nel Canon a partire dalla serie animata Clone Wars e, infine, con l’uscita della prima serie di Star Wars, The Mandalorian, le cui tre stagioni sono disponibile su Disney Plus. 

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Mandaloriani: da guerrieri spietati a figure centrali del nuovo corso di Star Wars

La nascita dei Mandaloriani

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Ai tempi in cui si stavano avviando i primi lavori per L’Impero Colpisce Ancora, Lucas aveva immaginato di introdurre una squadra di supersoldati caratterizzati da armature altamente tecnologiche, capaci di contrastare persino i poteri di un Jedi. Questi letali guerrieri, nativi del pianeta Mandalore, sarebbero stati contraddistinti da una forte etica guerriera e divisi in clan, ognuno caratterizzato da particolarità dell’armatura e simboli tribali specifici.

Venne richiesto a Joe Johnston di realizzare diversi bozzetti per caratterizzare i diversi clan, e infine vennero realizzati anche dei prototipi dei gadget delle diverse armature. Norman Reynolds, responsabile del dipartimento costumi della produzione, fu incaricato di realizzare un prototipo dell’armatura di questi mandaloriani, che ben presto vennero però depennati, scegliendo di ricorrere alla presenza di uno solo dei guerrieri di Mandalore.

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Star Wars Hasbro The Black Series Boba Fett (Re-Armored)

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L’armatura realizzata era inizialmente totalmente bianca, ma si decise di spezzare questa monocromia in modo da non legare il personaggio alle fila degli stromtrooper. L’intenzione era di trovare una colorazione che echeggiasse l’aspetto di ambigua moralità di questi guerrieri, unendo a questo la sensazione di un’armatura che abbia attraversato diversi scontri e battaglie.

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Questo recupero non voleva, almeno nelle intenzioni di Lucas, essere l’origine di un personaggio iconico come Boba Fett, come confermò lo stesso regista nei commenti dell’edizione in DVD de L’Impero Colpisce Ancora:

Boba Fett doveva esser semplicemente un altro scagnozzo, l’ennesimo cacciatore di taglie e pericoloso avversario. Invece, divenne una delle figure più amate, e per avere una parte così piccola, ha mostrato una grande presenza scenica

L’idea di avere un cacciatore di taglie come parte della storia di Star Wars era presente da sempre nei piani di Lucas. Inizialmente, questo ruolo era stato pensato per Darth Vader, ma quando il ruolo del Signore Oscuro dei Sith iniziò a prendere altre direzioni, questa figura rimase vacante. 

E quindi, si apriva un posto per una figura moralmente dubbia e di grande fascino: Boba Fett

Boba Fett, il primo mandaloriano

Lucas immaginava per questo personaggio una personalità simile a quella dell’Uomo senza Nome interpretato da Clint Eastwood in ll Buono, il Brutto e il Cattivo. Per dare vita a questo personaggio, si lavorò velocemente e senza addentrarsi troppo nella caratterizzazione e creazione di un background, in quanto Lucas lo voleva presentare all’interno di uno dei capitoli più bui di Star Wars: lo Star Wars Holiday Special.

Quando le prime sperimentazioni sulla squadra speciale non trovarono modo di trovarsi uno spazio in Star Wars, le idee di Johnson trovarono una nuova forma proprio nella figura di Boba Fett. Questo riciclo, in un certo senso, è stato successivamente motivato su un piano narrativo creando un legame di sangue tra Boba Fett e i Cloni, come abbiamo scoperto in L’Attacco dei Cloni, dove viene rivelato che tanto l’armata della Repubblica quanto Boba Fett siano figli in provetta del cacciatore di taglie mandaloriano rinnegato Jango Fett

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Dopo l’uscita de L’Impero Colpisce Ancora, tuttavia, Boba Fett assunse una popolarità incredibile, sopravvissuta alla sua tutt’altra che eroica dipartita nelle scene iniziali de Il Ritorno dello Jedi. La successiva vita del franchise svoltasi nel mondo crossmediale, tra videogiochi, romanzi e fumetti, diede sempre più risalto a questa figura, facendo crescere in modo esponenziale la curiosità relativa alla cultura mandaloriana.   

In quello che viene oggi chiamato Legends, la società mandaloriana venne costruita secondo un canone etico fondato sul valore in battaglia e sull’onore, mostrando una rivalità atavica con i Jedi. Che si tratti di cicli fumettistici storici come Le Cronache dei Jedi o romanzi più articoli come il ciclo di The Bounty Armour War, tutti questi dettagli non sono divenuti ufficiali in quanto l’arrivo del Canon ha cancellato la validità nella continuity attuale del franchise. 

Ma l’ingresso dei mandaloriani nel Canon non poteva certo esimersi dal recuperare elementi essenziali della cultura mandaloriana anche per la loro nuova esistenza. 

I Mandaloriani nel canon

Furono proprio le idee messe in scena nel Legends che diedero importanti spunti nella creazione dei Mandaloriani per il Canon. 

A dare il via a questo atteso ingresso nel nuovo corso di Star Wars furono Dave Filoni e George Lucas, che decisero di rendere i Mandaloriani centrali all’interno della serie animata The Clone Wars, che nella seconda stagione vide i clan guerrieri di Mandalore entrare in scena. Come accaduto per altri recuperi eccellenti dal Legens, anche per la definizione della ‘nuova’ cultura mandaloriani furono riadattati al Canon. 

Filoni intendeva rendere i Mandaloriani una casta guerriera dal sapore nordico. Seguendo questa idea, venne preso come base del design mandaloriano l’armatura di Boba Fett e la sua spigolosità, trasformandola nella base dell’estetica e della cultura mandaloriana.

La convinzione di Filoni e Lucas era di rendere i Mandaloriani una casta di guerrieri, non una banda di sbandati con qualche arma speciale. Seguendo questo principio, la Death Watch viene immaginata come un corpo militare unito, con tanto di divisa simile ad un’uniforme, contribuendo a mantenere l’unicità dell’armatura di Boba Fett.

Prima della chiusura di The Clone Wars, si era immaginato di mostrare l’assedio di Mandalore durante le Guerre dei Cloni, con l’invasione delle truppe della Repubblica, poco prima della comparsa dell’Impero. Un momento centrale nella storia mandaloriana, raccontato in seguito in Rebels tramite alcuni flashback legati alla figura di Sabine Wren, e con alcune memorie mostrate da protagonisti di The Mandalorian

Mandalore: costruire una società

La cultura mandaloriana è profondamente stratificata, con al vertice un capo, noto come Mand’alor, sotto cui operano i Protettori, che ne eseguono gli ordini. La divisione in caste della società mandaloriana prende la forma delle Casate, grossi agglomerati di clan che condividono un ideale.

I Mandaloriani hanno sviluppato un assetto sociale fortemente influenzato dalla loro prodezza marziale. Il combattimento corpo a copro è una parte essenziale della crescita dei giovani mandaloriani, a cui si associa un rigido codice d’onore che ne governa le relazioni, al punto di poter essere utilizzato anche per dirimere controversie personali o vecchie ruggini tra clan. L’ossessione culturale per il combattimento individuale è stata una forza motrice per la società mandaloriana, che in diverse occasioni ha scelto di confrontarsi con avversari letali come i Cavalieri Jedi.

Il tratto distintivo dei Mandaloriani è la loro armatura, caratterizzata dagli elmi con il visore a T. Le armature mandaloriane nascono come arma contro i Jedi ai tempi dell’alba della Vecchia Repubblica. I numerosi dispositivi installati nelle armature comprendono jetpack, stivali magnetici, display tattici e guanti dotati lanciarazzi e lanciafiamme. Partendo dalle armature, i Mandaloriani hanno sviluppato uno stile di combattimento avanzato che li rese un temibile avversario dei Jedi.

Già spietati combattenti, i Mandaloriani iniziarono ad introdurre routine di addestramento che comprendevano un mix di lotta corpo a corpo, a distanza e tecniche di combattimento individuale. A queste capacità vennero unite le potenzialità tecnologiche che consentirono di introdurre l’utilizzo di armi devastanti inseriti negli avambracci delle armature. Le capacità di combattimento dei Mandaloriani, nate per contrastare i Jedi, divennero il tratto distintivo di quella che divenne la casta guerriera più temuta della galassia.

Anche se sono rinominati per la loro abilità nel combattimento, i Mandaloriani erano una società che comprendeva numerosi artisti. L’arte espressiva mandaloriana è una sorta di cubismo, in cui prevalgono linee dure e angoli rigidi, che nell’architettura, nel taglio degli abiti e nella forma dei veicoli prende la forma di esagoni e diamanti. L’arte figurativa , comunque, rimase la migliore espressione del talento artistico mandaloriano, utilizzato per realizzare imponenti murali in cui erano narrate le grandi battaglie vinte dai letali guerrieri di Mandalore.

La massima autorità della società mandaloriana è il Mand’alor, una figura che incarna i principi fondanti della società di Mandalore: onore e forza. Ad interpretare il suo volere e fungere da tramite con i diversi clan, ci sono i Protettori, che hanno anche il ruolo di mantenere sotto controllo il potere del Mand’alor. La figura del Mand’alor è stata particolarmente importante per la società mandaloriana durante la Vecchia Repubblica, specialmente grazie alla figura di Tarre Vizla, l’unico Jedi di origine mandaloriana, che tornò su Mandalore per unificare i clan e portare unità e forza sul suo mondo.

La prima apparizione del titolo di Mand’alor è in Tales of the Jedi: The Sith Wars 1: Edge of the Whirlwind, il primo capitolo della serie a fumetti pubblicati da Dark Horse Comics che narrò le vicende della guerra tra Jedi e Sith. Questa serie divenne Canon quando fu citata all’interno della seconda serie di The Clone Wars.

L’origine della fama di potenti guerrieri dei Mandaloriani ha origini antiche, antecedenti alla nascita della stessa Repubblica Galattica.

Originari di un pianeta dell’Orlo Esterno, Mandalore, questi guerrieri hanno sempre basato la propria società su principi di onore e valenza bellica. Non paghi delle guerre combattute sul proprio pianeta, ben presto i Mandaloriani presero a guardare le stelle come un ideale campo di battaglia, in cui adempiere al loro desiderio di espandere i propri domini. Fu grazie ad un gruppo di intraprendenti Mandaloriani, i Crociati (Crusaders), che questa spinta verso la conquista prese vita, arrivando all’annessione di settori confinanti e di pianeti che divennero roccaforti mandaloriane, come Concord Dawn e Krownest. Nel corso dei secoli, i Mandaloriani si scontrarono con altre potenze galattiche, come la Repubblica o l’Impero, spesso perdendo territori importanti, ma Concord Dawn e Krownes rimasero sempre saldamente in mano ai guerrieri di Mandalore.

La spinta espansionistica dei Crociati li portò a rivolgere il proprio sguardo anche verso i pianeti dell’Anello Interno. Quando la minaccia mandaloriana si rivolse ai territori della giovane Repubblica Galattica, il conflitto che ne scaturì mise a confronto due delle caste guerriere più letali della Galassia: Mandaloriani e Jedi.

Mandaloriani contro Jedi: una rivalità storica

I Cavalieri Jedi, in quanto custodi della Repubblica, scesero in prima linea per fermare l’avanzata mandaloriana. I primi scontri tra i due eserciti vennero vinti dalle armate della Repubblica, complice l’utilizzo della Forza da parte dei Jedi, un’arma che colse totalmente di sorpresa i Mandaloriani. Convinti a non cedere alla sconfitta, i soldati di Mandalore fecero appello alla loro competenza marziale, ed inizizarono a sviluppare nuove armi e strategie che riuscissero a contenere i poteri della Forza e riportare lo scontro su un terreno di parità. Fu così che nacquero parti essenziali del futuro arsenale mandaloriani, in particolare le celebri armature, che divennero il simbolo stesso dei Mandaloriani.

Per contrastare le abilità belliche dei Jedi e il loro utilizzo della Forza, i Mandaloriani impararono a sfruttare ogni arma al massimo, sviluppando una nuova forma di combattimento in cui le armi e le capacità delle nuove armature erano essenziali. In breve, i Jedi si trovarono a dover affrontare un nemico capace di tener loro testa, al punto di sovvertire anche l’esito di battaglie considerate già vinte. I Mandaloriani iniziarono a dare la caccia sul terreno di battaglia ai Jedi più potenti, sconfiggendoli e venendo riconosciuti in tutta la galassia come gli unici combattenti in grado di battere i potenti Cavalieri Jedi. La rivalità che nacque tra Jedi e Mandaloriani divenne leggendaria e durò per generazioni, divenendo materia per leggende, ma fu anche una prova di rispetto e di ammirazione reciproca. Le grandi battaglia tra Jedi e Mandaloriani furono ritratte nelle sale reali di Sundari, la capitale di Mandalore, e nei palazzi della vicina luna di Concordia.

Ci furono anche momenti di distensione tra Mandaloriani e Jedi, possibili grazie alla reciproca stima come guerrieri maturata sui campi di battaglia. Si arrivò anche all’ingresso di un rampollo di uno dei clan più potenti di Mandalore, la Casata Vizla, all’interno dell’Ordine Jedi.

Tarre Vizsla divenne un potente Jedi, e fu lui a creare una delle spade laser più potenti della storia: la Darksaber. Tarre, dopo una lunga permanenza come Jedi, decise di tornare sulla natia Mandalore, dove assunse il ruolo di dominatore, o Mand’alor, divenendo un simbolo per la sua gente. Alla sua morte, i Jedi recuperarono la Darksaber, che venne custodita nel tempio Jedi di Coruscant sino agli ultimi giorni della Vecchia Repubblica, quando gli eredi della Casata Vizsla la trafugarono dal tempio, rendendola un simbolo con cui unificare i clan mandaloriani e riportare unità su Mandalore.

Nonostante la raggiunta unità di Mandalore ottenuta dal clan Vizsla, la società mandaloriana era così fondata sullo scontro e lotta costante che ben presto il temperamento mandaloriano riportò il caos. Nuovi signori della guerra guidarono i propri contri in continue battaglie con i Jedi e con gli altri clan, portando la devastazione su Mandalore. Lo scontro finale tra Mandaloriani e Jedi ebbe luogo sul pianeta natale dei temibili guerrieri, lasciandolo devastato e desertico.

In seguito a questa tragedia, la guerra tra Mandaloriani e Jedi terminò. La condizione di Mandalore diede alla società mandaloriana una nuova spinta, che la portò ad abbandonare la spinta espansionistica di conquista per concentrarsi sulla ricostruzione. La leggendaria adattabilità dei Mandaloriani si tradusse nella lotta per la sopravvivenza sul proprio mondo di origine, con la costruzione di immense città-cupole, come la capitale Sundari.

Alcuni dei clan scelsero di andare alla conquista dei mondi limitrofi, come Krownest, mentre i Protettori decisero di stabilire la propria base sulla luna di Concord Dawn. In questo periodo di ricostruzione, i Mandaloriani si isolarono dal resto della Galassia, mentre i Jedi aiutavano la giovane Repubblica Galattica a diventare una delle forze dominanti dell’universo. Ma lo spirito belligerante dei Mandaloriani li portò nuovamente ad affrontarsi l’un l’altro, dando vita ad una Guerra Civile.

Poco prima dell’invasione di Naboo, si creò una spaccatura nella società mandaloriana. Una fazione nota come Nuovi Mandaloriani cercava di guidare i Mandaloriani verso una mentalità meno bellicosa, sotto la guida della Duchessa Satine Kryze, a cui si opponevano nostalgici dei tempi della Crociata, che volevano invece tornare a compiere conquiste nella galassia. La Repubblica, per controllare la situazione, inviò i Jedi Qui-Gonn Jinn e Obi-Wan Kenobi, che per quasi un anno vegliarono sulla Duchessa Satine proteggendola da attentati e congiure.

Durante le Guerre dei Cloni, il governatore Pre Vizsla, erede del leggendario Tarre Vizsla, cerca di riportare in auge la cultura mandaloriana, creando la Death Watch. Vizsla intende allearsi con il Conte Dooku e i Separatisti, sperando di scatenare una reazione della Repubblica e diventare un eroe nel conseguente scontro. Il piano di Vizsla fallisce e il mandaloriano cerca di complottare contro Dooku, arrivando ad allearsi con il Collettivo Ombra di Darth Maul, con l’intenzione di guadagnarsi il supporto dei grandi clan di Mandalore. Scoperto un piano di Vizsla per eliminarlo, Maul uccide il mandaloriano, diventando il leader della Death Watch.

Il Senato della Repubblica, preoccupato della situazione su Mandalore, invia il maestro Jedi Obi-Wan Kenobi ad indagare. Dopo esser stato catturato dai mandaloriani, Obi-Wan riuscì a scappare e avvisare il Senato del pericolo che si nascondeva nella ribellione mandaloriana. Maul, a guida della Death Watch, venne catturato e arrestato, ma i suoi fedeli mandaloriani lo liberarono. In seguito al conseguente Assedio di Mandalore, il potere venne affidato a Bo-Katan Kryze, che venne detronizzata dal Clan Saxon quando questa si rifiutò di schierarsi con l’Impero alla caduta della Repubblica.

Durante l’era dell’Impero Galattico, Palpatine instaurò un governo fantoccio affidato al clan dei Saxon. Gar Saxon divenne il vicerè imperiale, continuando anche ad essere uno dei commando speciale della Marina Imperiale. I Protettori di Mandalore, guidati da Fenn Rau, rimasero invece fedeli agli ideali della Vecchia Repubblica, che avevano servito durante la Guerra dei Cloni addestrando le truppe dei cloni. Rau fu uno dei pochi sopravvissuti a scampare allo sterminio dei Protettori quando Saxon decise di eliminare l’unico ostacolo al suo dominio su Mandalore, un’azione che spinse l’ex leader dei Protettori ad unirsi alla Ribellione.

Dopo questi eventi, Sabine Wren entrò in possesso della leggendaria Darksaber su Dathomir. Su spinta di Fenn Rau, Sabine iniziò ad addestrarsi con la Darksaber, in modo da diventare il nuovo simbolo di unità di Mandalore, contro l’Impero. Iniziò un periodo travagliato di scontri e macchinazioni che portarono ad una nuova guerra civile mandaloriana.

Il clan Wren divenne il fulcro di un’unità delle Casate che intendevano ribellarsi all’impero. Durante questi anni di scontri, Sabine Wren guidò con i suoi compagni di avventura una serie attacchi alle truppe imperiali, minando l’autorità di Saxon. Alla fine, le truppe ribelli guidate dal clan Wren riuscirono a conquistare il controllo di Mandalore, con l’aiuto della Ribellione. Al termine di questa guerra civile, Bo-Katan Kryze ricevette da Sabine la Darksaber, diventando la nuova Mand’alor e unificando tutti i clan mandaloriani.

The Mandalorian: la rinascita di Mandalore

All’interno del Canon di Star Wars, i Mandaloriani sono stati introdotti nel comparto animato, ma è tramite la serie The Mandalorian. Pur essendo considerato un pariah dai sopravvissuti alla Purga di Mandalore, Din Djarin è un ferreo sostenitore della Via, una versione particolare del Credo mandaloriano tipica del suo clan. 

Le tre stagioni della serie, disponibili su Disney Plus, mirano a ricostruire la società mandaloriana, una trama che avviatasi nella seconda stagione diviene il fulcro della terza stagione. Al termine di questo arco narrativo, infatti, abbiamo modo di vedere come le forze mandaloriane comandate da Bo-Katan Kryze riescono a cacciare le truppe imperiali guidata da Moff Gideon, riconquistando il possesso di Mandalore. 

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