Darksaber: i segreti della spada laser mandaloriana

Darksaber: dalle guerre contro la Vecchia Repubblica sino all'ascesa della nuova Mandalore, come un'arma ha forgiato una civiltà

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Autore: Manuel Enrico ,

Qualunque mandaloriano sa che esiste un simbolo inconfondibile del potere del Mand’alor: la sua spada laser, la Darksaber. Brandita per secoli dai grandi condottieri mandaloriani, la Darksaber è una reliquia di grande potere, al centro di lotte tra clan e di machiavellici piani finalizzati a rendere i mandaloriani pedine nelle manie di pericolose figure del mondo di Star Wars.  

Arma, simbolo di potere e rinascita di un popolo: la Darksaber, la spada laser mandaloriana

La nascita della Darksaber

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Nel vedere in azione la Darksaber, i fan di Star Wars possono avere un senso di familiarità con le vibrolame, armi diffuse nel fu Universo Espanso, caratterizzate da un suono vibrante e utilizzate per diversi scopi, grazie alla loro capacità di penetrare materiali solitamente resistenti.

Quando si trattò di sviluppare questa arma, inizialmente il pensiero degli sceneggiatori fu proprio di renderla una vibrolama, ma George Lucas impose che un’arma che avrebbe rivestito un ruolo così importante avesse una propria identità, eliminando quindi l’idea delle vibrolame. Da questa richiesta di Lucas, si passò a sviluppare una nuova arma che fosse unica e rappresentasse al meglio lo spirito di un mandaloriano che fosse al contempo un Jedi.

Motivo per cui si decise di trasformare la vibrolama che animava l’arma in una spada laser, rendendola al contempo unica e dandole un aspetto e capacità che non erano mai state usate prima per altre armi Jedi. Questi studi portarono alla nascita della Darksaber, che fece il suo esordio nel dodicesimo episodio della seconda stagione di Clone Wars, La Ronda della Morte, dove era brandita da Prez Vizsla.

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Da questa prima apparizione, la Darksaber divenne un elemento essenziale della cultura mandaloriana, entrando a far parte anche della continuity di Star Wars. Al punto che quando si iniziò a lavorare a Solo: A Star Wars Story, nel momento in cui si doveva mostrare, nelle scene finale, Darth Maul si pensò inizialmente di fargli sfoderare la sua prima spada laser, vista in La minaccia fantasma

Sam Witwer, doppiatore di Maul in The Clone Wars, confidò che valutarono anche altre opzioni, come la Darksaber o la spada laser utilizzata dal sith nella serie animata. Alla fine, fu proprio l’arma brandita da Maul in The Clone Wars a comparire nella scena in cui Maul si presenta a Qi’ra.

Ma la Darksaber era destinata ad arrivare in una produzione live action, cosa che avvenne in una serie che fa della cultura mandaloriana la sua base narrativa: The Mandalorian.

La storia della Darksaber

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Per comprendere l’importanza della Darksaber nella società mandaloriana, bisogna tornare ai tempi della Vecchia Repubblica. Durante queste ere remote, i Jedi, tutori e protettori della Repubblica, si scontrano sovente con i mandaloriani, gli unici guerrieri apparentemente in grado di tener loro testa. Pur essendo su diversi schieramenti, in particolare durante le Guerre dei Sith, tra i guerrieri in armature e i Jedi di sviluppò anche una forma di particolare rispetto, nata dall’essersi affrontati spesso in battaglia.

Una condizione che permise a un bambino mandaloriano, Tarre Vizsla, di venire accolto tra i Jedi, diventando il primo della sua ragione a venire addestrato nelle vie della Forza, ottenendo il rango di Cavaliere. Come si richiede a ogni Jedi, anche Vizsla dovette creare la propria spada laser, ma anziché seguire lo stile tradizionale delle spade Jedi, il mandaloriano creò una lama sottile e di colore nero, dando vita a una vera rarità.

La Darksaber, come presumibile, non era un’armarara solamente per il suo colore, ma altri aspetti contribuivano a renderla inusuale. La sua lama, infatti, era più corta della norma e aveva una forma più simile a quella di una spada tradizionale, una particolarità legata al suo creatore, che nel realizzarle tenne a mente le prerogative tipiche di un’arma mandaloriana: elsa squadrata e una guardia che proteggesse la mano.

Il cristallo che animava la Darksaber era un kyber come per le spade laser dei Jedi, ma questo alimentava in modo unico la spada, risentendo in modo particolare delle emozioni e dei pensieri dell’utilizzatore, influenzandone la potenza, al punto che nei momenti più intensi, le forti emozioni del possessore potevano generare della scariche elettriche lungo la lama.

Quando la sua gente affrontò una delle sue cicliche condizioni di guerra civile, Tarre Vizsla lasciò l’Ordine Jedi per tornare su Mandalore e tentare di unificare tutti i clan sotto un’unica guida. Il suo tentativo coronò in un successo, Vizsla divenne il Mand’alor e la Darksaber, la sua arma, divenne un simbolo di unità per tutti i mandaloriani. Alla morte di Vizsla, la Darksaber venne presa in custodia dai Jedi, che la conservarono all’interno del loro tempio su Coruscant.

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Dover rimase per secoli, sino ai giorni della Caduta della Repubblica. Mentre su Mandalore la duchessa Satine Kryze e il suo clan cercavano di cambiare la tradizione bellica dei mandaloriani instradandoli verso una società pacifica, alcuni dei clan più tradizionalisti tentarono di impedire questa transizione. A guidare queste famiglie era il Clan Visla, con al vertice Pre Vizsla, comandante della Ronda della Morte.

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Per spodestare il clan Kryze, Vizsla decise di affidarsi agli antichi costumi mandaloriani, e vide nella leggendaria Darksaber un elemento essenziale del suo piano. Motivo per cui, con un’azione temeraria, Vizsla e il suo commando assaltarono il tempio Jedi e recuperarono la spada di Tarre. Il solo possesso della Darksaber, infatti, veniva visto dai mandaloriani come un segno di potere che rendeva colui che la brandiva degno di guidare tutti i clan come Manda’lor.

Durante la Guerra civile mandaloriana, Vizlsa usò la Darksaber, ma una volta preso il controllo di Mandalore venne affrontato da Darth Maul, suo alleato, che lo sconfisse e si impossessò della Darksabar, prendendo il controllo di Mandalore. Maul continuò a usare la spada dalla lama oscura anche dopo la sua sconfitta su Mandalore, quando Bo-Katan Kryze riuscì a spodestarlo. Il Sith utilizzò la Darksaber in diverse battaglie, ma alla fine la spada rimase in custodia alle Sorelle della Notte di Dathomir.

Fu proprio da queste streghe che Sabine Wren, membro di una delle casate vassallo dei Vizsla, ottenne la spada, durante i primi anni dell’Impero. Come simbolo, la Darksaber non era stata dimenticata dai mandaloriani, e su consiglio del Protettore Fenn Rau la giovane si addestrò al suo utilizzo sotto la guida del Cavaliere Jedi Kanan Jarrus. Grazie all’uso di questa leggendaria arma, Sabine fu in grado di sconfiggere il vicerè Gar Saxon, membro di una casata legata al Clan Vizsla e messo dall’impero a comando di Mandalore.

Terminata questa ennesima lotta intestina tra mandaloriani, Sabine decise di non tenere per sé la Darksaber, ma la affidò a Bo-Katan Kryze, che divenne la Manda’lor.

La Darksaber in live action

Apparsa nell'episodio di The Mandalorian Redezione, la Darksaber esordisce in live action apparendo in possesso di Moff Gideon, il villain della serie, intenzionata a mettere le mani sul Bambino. Il fatto che una reliquia così importante per la cultura mandaloriana sia in mano a un ufficiale imperiale, lascia intendere che anche Mandalore sia in mano a una fazione sopravvissuta delle armate imperiali.

Come abbiamo visto in L’Erede, Gideon è al centro di una caccia all’uomo per via della Darksaber, Intenzionata a riportare il suo mondo sotto il dominio mandaloriano, Bo-Katan Kryze intende recuperare la preziosa arma per potere ambire al ruolo di Manda’lor, e la sua missione è recuperare la Darksaber dalle mani di Moff Giden.

L’evoluzione della seconda stagione di The Mandalorian si è spinto in direzione di una predominanza del retaggio mandaloriano di Din Djarin, che dopo una presenza massiccia all’interno de The Book of Boba Fett, ha visto nella sua radice culturale l’essenza della terza stagione di The Mandalorian.

Dopo avere conquistato la Darksaber in duello contro Gideon nel finale della seconda stagione di The Mandalorian, apparentemente Din avrebbe potuto rivendicare il titolo di Mand’alor, ma il suo percorso, per quanto legato al suo popolo, non consente al cacciatore di taglie di essere un leader. 

Ruolo invece riservata a Bo-Katan Kryze, che dopo un’apparente rinuncia al suo ruolo di guida del popolo mandaloriano, torna a imporsi come aspirante al titolo con una grande forza. Con un passaggio narrativo alquanto discutibile, viene consentito a Din Djarin di cedere a Bo-Katan la Darksaber, rivendicando la sua ascesa a guida dei mandaloriani. 

Ascesa che viene accettata da tutti i guerrieri di Mandalore anche quando Moff Gideon riesce, durante il duello con Bo-Katan, a distruggere la Darksaber, prima di venire sconfitto. La distruzione di questa reliquia rappresenta un momento centrale per la cultura mandaloriana, in quanto il passaggio del titolo di Mand’alor non è più legato a un elemento riutale, quasi tribale, come il conquistarsi il possesso di un’arma. 

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