Silo 1, recensione: il prezzo della sopravvivenza

Dal 5 maggio su Apple TV+ è disponibile Silo, miniserie sci-fi in dieci episodi tratta dalla Trilogia del Silo di Hugh Howley

Autore: Manuel Enrico ,

Nel momento in cui Hugh Howley conquistò la sci-fi letteraria con la sua Trilogia del Silo (Wool, Shift, Dust) la profonda caratterizzazione di un’umanità giunta al suo crepuscolo si era impose immediatamente come un’ambientazione estremamente attraente per il mondo del cinema. La complessa architettura dell’opera di Howley non poteva tuttavia trovare una degna rappresentazione all’interno della narrativa del grande schermo, nonostante un iniziale interesse di Ridley Scott, risultando invece perfetta per dare vita a una serie, un’affinità che ha trovato corpo all’interno di Apple TV. È proprio sul servizio streaming di Apple che dal 5 maggio è disponibile Silo, serie ispirata alla trilogia di Howley, la cui prima stagione si è conclusa il 30 giugno.

I dieci episodi che compongo la prima stagioen di Silo non possono contenere l’interezza della Trilogia, ma le prime battute della serie hanno dimostrato di voler preservare lo spirito autentico dell’opera di Howley, adattando la scansione temporale dell’originale cartaceo al medium seriale. La concezione della Trilogia del Silo era legata al mito della caverna di Platone, metafora con cui si può spiegare come la realtà può essere erroneamente percepita in base alla percezione della medesima tramite dei filtri deformanti, come l’imposizione di una visione unica voluta da un regime dispotico, un incipit ideologico che viene perfettamente recepito dalla produzione di Apple TV, che lo rende ancora più centrale.  Pur essendo un tratto caro alla sci-fi, che in diverse occasioni ha sviluppato storie fondate su questo concept mancando di coglierne pienamente la valenza critica, in Silo questa analisi della percezione della realtà sembra trovare una nuova vitalità, grazie a un complesso ma convincente gioco di incastri tematici.

Quando esce Silo?

Silo esce il 5 maggio 2023

Dove si può guardare Silo?

Silo è disponibile su AppleTV.

Quanti episodi ha Silo?

Silo è una miniserie da 10 episodi.

Di cosa parla Silo?

Il Silo è l’ultimo avamposto della razza umana, una bolla di vita nascosta nelle profondità di una Terra devastata da un non meglio precisata apocalisse. Un ambiente claustrofobico e simile a un girone dantesco, in cui i sopravvissuti conducono un’esistenza finalizzata a preservare lo status quo imposto da un governo di orwelliana memoria, in cui tutto ruota attorno a una visione focalizzata sul presente e scarsamente interessata al domani.

I diecimila sopravvissuti che vivono nel Silo sono eredi di una società scossa, centoquarant’anni prima, da un’insurrezione sedata con estrema violenta, al termine della quale il potere costituito ha deciso di cancellare ogni informazione sul mondo pre-apocalisse, rendendo il reperimento e la conservazione di vestigia del passato un crimine contro la società.

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Wool. il primo capitolo della Trilogia del Silo

In questa atmosfera oppressiva e cupa, il dogma assoluto è dimenticarsi del mondo all’esterno, da considerarsi come una landa desolata e mortale, esperibile solamente tramite un gigantesco schermo che ricorda agli abitanti la letalità dell’esterno. L’unico modo per scoprire realmente la condizione della Terra fuori dal Silo è venire condannati all’esilio oppure dichiarare di voler abbandonare la sicurezza di questa oasi di vita. Coloro che varcano la porta del Silo hanno un compito: pulire il vetro della telecamera che trasmette il mondo esterno.

Ma come potrebbe cambiare la vita all’interno del Silo se si scoprisse che quanto viene affermato dal governo è in realtà una menzogna? Un interrogativo che si abbatte sulla famiglia dello sceriffo Holston (interpreato da David Oyelowo), che dopo aver assistito alla scelta della moglie Allison (interpreta da Rashida Jones) di lasciare il Silo in seguito a una sorta di crollo psicotico, inizia a maturare dubbi sulla verità della società che rappresenta dopo l'incontro con la tecnica informatica Juliette Nichols (interpretata da Rebecca Ferguson), arrivando a una scelta impensabile: varcare le porte del Silo e scoprire la verità.

La sorprendente decisione di Holston mette in moto una serie di eventi che porta proprio Juliette, figlia dei bassifondi del Silo ed elemento di rottura con le linee di comando della struttura, a essere nominata Sceriffo. Una posizione che consente alla donna di poter indagare sulla morte dell'uomo amato, un decesso sospetto le cui vere motivazioni potrebbero mettere in crisi l'intera società del Silo. Sostenuta da un'autorità a scadenza garantita dal suo distintivo, Juliette si ritrova a dovere lottare contro le leggi della società in cui vive e contro coloro che vorrebbero imporre un silenzio che preservi il loro potere. 

Perché guardare Silo?

Su queste basi prende vita Silo, la nuova produzionedi AppleTV. Premessa interessante, per quanto non pienamente originale, ma che con sente allo sceneggiatore Graham Yost di rendere il Silo una graffiante allegoria della contemporaneità. Difficile non vedere nell’immagine del mondo esterno proiettata nella sala mensa una critica all’estraniamento dovuto alla percezione della realtà tramite device elettronici, inquietante consuetudine del nostro presente, ma la cura con cui viene ritratta la società del Silo si spinge anche oltre.

L’imposizione di un silenzio opprimente sul passato dell’umanità diventa uno strumento di potere che rischia di diventare l’elemento di rottura di un ordine sociale iniquo, fondato su una serie di consuetudini che ricordano una ritualità del potere di stampo dittatoriale, rivestita di speranza per un domani che non potrebbe mai arrivare.

Una sensazione acuita dalla precisa caratterizzazione visiva di Silo. L’immensa struttura è un luogo oscuro e sporco, tenuto in vita da una tecnologia prossima al collasso e disperatamente accudita proprio dalle fasce più misere della popolazione, relegate nei bassifondi del Silo. Lo spettatore diventa testimone di una vita greve e impietosa, fatta di ambiente claustrofobici e perennemente illuminati da una luce artificiale, utilizzata con intelligenza per creare giochi di ombre che rendono ancora più manifeste le tensioni interiori dei personaggi.

La minuziosa attenzione nella costruzione architettonica del Silo e l’evidenziare la sua obsolescenza sono parte integrante della definizione emotiva della serie, che sposa una narrazione compatta e priva di fronzoli, con dialoghi misurati.

Silo sembra avere appreso la lezione di maestri della sci-fi cinematografica come Terry Gilliam, conclamato maestro di questo filone della fantascienza umorale grazie a cult come Brazil o L’esercito delle dodici scimmie. La forte connotazione sociopolitica della trama si sposa con una concezione critica della fantascienza, che difficilmente lascia spazio all’azione o a trame adrenaliniche.

Non è un caso che Silo abbia una componete da crime story virata all’indagine, uno spunto narrativo che ben si concilia con tempi narrativi pacati e perfetti nel dare ampia possibilità di analisi di situazioni e personaggi, sacrificando concessioni al comparto action. A dominare il tessuto emotivo di Silo sono gli interrogativi concreti di chi cerca di scoprire quali siano le verità nascoste, una tenace lotta per la conoscenza che ha il volto di Rebecca Ferguson, magnetica nel dare alla sua Juliette una personalità spigolosa e lucidamente anarchica, o quello di Holston, diviso tra il suo ruolo di tutore dell'ordine e la pressante necessità di scoprire la verità dietro la follia della moglie, consumando un rapido arco narrativo che diventa la base su cui costruire l'intera prima stagione di Silo. 

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La cura con cui sono presentati i diversi attori di questo dramma, compresi i personaggi secondari, è ennesima testimone della scelta accorta con cui Apple seleziona i prodotti su cui investire. La potenzialità della saga letteraria di Howley viene compresa e adattata al medium seriale con rispetto del concept del romanziere, sviluppandolo verso una direzione nuova che tragga quanta più vitalità possibile da questi drammatici personaggi. Le atmosfere claustrofobiche del silo diventano eco di una chiusura interiore dei personaggi, raffinato strumento con cui ritrarre anime ricche di segreti e impegnate a preservare inquietanti segreti.

Sono questi elementi a conferire a Silo un’anima rara nel panorama seriale sci-fi contemporaneo, che ha consacrato serie più dinamiche, come The Expanse o Altered Carbon, mentre ha lasciato che approcci più strutturati, come Fondazione, si rivolgessero a una più ristretta nicchia di spettatori. 

Conclusioni: Silo non è la solita fantascienza

Per via di questa sua natura fortemente analitica, Silo non è una serie di sci-fi capace di attirare l’attenzione di tutti gli spettatori. Come la trilogia letteraria ispiratrice, la serie di Apple TV non punta a stupire con incredibili scenari futuristici o sequenze d’azione mozzafiato, ma mira a graffiare l’anima dello spettatore, complice una narrazione che si prende il rischio di seguire un intricato percorso non lineare in cui trovano posto flashback ben congeniati e mai banali.

In Silo si punta a costruire un'umanità piegata, non ci sono eroi, non si vuole trasmettere il senso di avventura, il fine ultimo di questa miniserie è interrogarsi su pressanti temi contemporanei, come ecologia o potere della conoscenza, arrivando a stimolare il pubblico stuzzicandone la curiosità tanto sul piano visivo che su quello narrativo.

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Dust, terzo capitolo della Trilogia del Silo

Difficile trovare una così invidiabile sinergia tra scenario e storia, tra spunto narrativo e interpretazione attoriale, ma il cast artistico di Silo sembra avere colto la giusta cifra emotiva per costruire una serie carica di pathos e in grado di far male allo spettatore, una violenta presa di coscienza sul nostro presente. Un disperato e stridente invito a guardare il mondo nella sua realtà, prima che ci venga mostrato tramite il tremolante filtro di un gigantesco schermo.

Commento

Voto di Cpop

90
Dal 5 maggio su Apple TV+ è disponibile Silo, miniserie sci-fi in dieci episodi tratta dalla Trilogia del Silo di Hugh Howley. Un racconto distopico sporco e graffiante, in cui estetica e narrazione danno vita a una serie di alto livello

Pro

  • Cura nella realizzazione visiva dell'ambientazione
  • Regia attenta
  • Cast impeccabile
  • Tempi narrativi ben gestiti

Contro

  • Temi impegnativi
  • Ritmo narrativo non adatto a un pubblico poco paziente
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