L'immaginario collettivo è un variopinto mosaico composto da comparti culturali diversi ma al tempo stesso complementari come per esempio musica, letteratura, cinema. Nel dettaglio generi musicali capaci di interpretare la loro contemporaneità, romanzi figli del tempo che li ha visti nascere, film che hanno definito vere e proprie epoche.
E poi, come tassello fondamentale del nostro immaginario, ci sono i mostri.
Ogni periodo storico ha generato i proprio mostri. Bram Stoker ha tracciato le coordinate del letterario del vampiro occidentale, Murnau con il suo Nosferatu ne ha interpretato le suggestioni portando il Conte vampiro al cinema e così via. Poi sono arrivati gli anni '80 e con loro la nascita di icone horror come Freddy Krueger, Jason Voorhees, Michael Myers, Leatherface. Chi ha raccolto questo spaventoso testimone?
Il cinema horror non è riuscito a generare, nel decenni successivi agli anni '80, simboli altrettanto convincenti ma l'equazione emotiva che richiede la presenza della paura e del mistero nel nostro quotidiano è riuscita un qualche maniera a bilanciarsi trovando un nuovo meccanismo di diffusione attraverso: nel web, nuovo canale privilegiato di comunicazione, nascevano i creepypasta, una sorta di leggende metropolitane ad alto tasso di viralità web. Con essi uno dei massimi rappresentati di questa categoria: lo Slender Man.
La genesi del mito
Vi avevo già parlato qualche tempo fa della nascita dello Slender Man: compare per la prima volta nel giugno del 2009 come immagine inquietante pubblicata da Victor Surge (pseudonimo di Eric Knudsen) sul forum Something Awful e dimostra di avere una forza emotiva tale da diffondersi nell'universo creepypasta con una rapidità impressionante. Anche perché i suoi poteri di controllo mentale, di teletrasporto e la sua icona horror che mescola mito e pop sono caratteristiche troppo ghiotte per passare inosservate.
Le fiction online sono il suo trampolino di lancio che viene alimentato anche da successive fanart e dall'ingresso nel mondo dei cosplay. Poi approda su Youtube, Minecraft e gli viene dedicato persino un videogioco.
Se la celluloide non riesce a generare nuovi miti horror convincenti, il web e le sue dinamiche creepy sembrano aver trovato una nuova via per colmare l'orrore vacante lasciato da Freddy e soci. E allora perché non tentare di portarlo sul grande schermo?
L'orrore di Waukesha
Nel 2018 il regista Sylvain White tenta l'impresa e realizza un film dedicato proprio allo Slender Man (qui trovate la recensione). La pellicola ha più di qualche problema ma al di là della qualità intrinseca del film c'è un brutto episodio di cronaca risalente a quattro anno prima che getta la sua ombra su tutta la produzione e che fa scattare le cesoie della auto-censura. Di che si tratta? Un fatto sconcertante e macabro che ha per protagoniste tre ragazzine di dodici anni.
Siamo nel giugno del 2014 a Waukesha, in Wisconsin, e tre ragazze decidono di fare una passeggiata tra gli alberi del parco. Anissa Weier e Morgan Geyser convincono l'amica Peyton Leutner e non appena il piccolo gruppo si addentra nel parco, la giovane Geyser pugnala diciannove volte Peyton Leutner mentre Anissa, la terza delle tre, incita la compagna a sferrare colpi sempre più violenti.
Payton viene lasciata nel parco: le ferite sono gravi ma nessuna di queste ha raggiunto organi vitali. In qualche modo la ragazza riesce ad alzarsi, annaspa usando gli alberi come stampelle, cerca di qualcuno che possa aiutarla e viene trovata da un ciclista che stava attraversando il parco. È salva.
Anissa e Morgan vengono catturate e la loro confessione ha qualcosa di incredibile: è stato lo Slender Man a spingerle verso quel baratro di violenza. L'assassinio per fortuna fallito di Peyton era una sorta di iniziazione, un rito che avrebbe reso le due ragazze degne di servire lo Slender Man oltre che una garanzia di protezione per le famiglie di Anissa e Morgan.
Le due giovani vanno a processo e viene loro riconosciuta una sorta di infermità mentale che si tramuta in tre anni di reclusione a cui faranno seguito lunghi anni (25 per Anissa e 40 per Morgan) di terapia psicologica in istituto psichiatrico, fino a che non verranno riconosciute guarite.
Eric Knudsen, il creatore dello Slender Man, non appena saputo di questo dramma manifesta tutto il suo sgomento e il suo dispiacere.
E Peyton? La ragazza è sopravvissuta, deve fare i conti con le proprie cicatrici ma la tragedia non si è esaurita con il processo. Almeno non del tutto.
Il film e la censura
Nel 2018, poco prima che il film di Sylvain White debuttasse nelle sale, Bill Weier (il padre di Anissa Weier) scrisse una lettera piuttosto accorata a Screen Gems (casa di produzione affiliata di Sony) e chiese ai cinema di non mettere in palinsesto lo Slender Man di White.
È assurdo che vogliano fare un film come questo. Così facendo spettacolarizzano una tragedia. Non mi sorprende, mia penso che questo sia un autentico disastro. Quello che stiamo facendo è protrarre il dolore che hanno dovuto sopportare tutte e tre le famiglie coinvolte
Ecco le parole di Bill Weier (stando a quanto riportato dall'Hollywood Reporter), parole a cui Sony non ha mai risposto ufficialmente così come non ha mai risposto alle domande dei giornalisti in merito al film, alla sua distribuzione, al suo contenuto.
Seppure la storia raccontata dal film prende direzioni differenti rispetto alla cronaca di Waukesha, la scelta di protagoniste adolescenti e gli la somiglianza tra gli schizzi dello Slender Man mostrati film e quelli refertati come prove nell'accoltellamento di Peyton Leutner hanno fatto suonare più di un campanello di allarme.
Ad ogni modo che siano state le rimostranze di Bill Weier, che stia stata la volontà di rispettare di quanto accaduto a Waukesha o la necessità di Screen Gems di ottenere un rating PG-13 (o forse un insieme di tutte queste cose), il film di White andò incontro a una frammentata, destrutturata e piuttosto violenta auto-censura.
Forse non era nelle intenzioni di White, Sony e di Screen Gems di spettacolarizzare una tragedia (il film sembra più un omaggio al personaggio creepypasta, la protagonista porta il cognome Knudsen, come il creatore dello Slender Man), ma come ormai il dado era tratto.
Le scene tagliate
Chiunque abbia visto il film si è reso conto di come i tagli siano entrati a gamba tesa sulla coerenza della pellicola a volte anche creando brutti cortocircuiti narrativi.
Eclatante, più di tutte, la faccenda del portatile di una delle ragazze vittime dello Slender Man: i protagonisti dicono che di certo la polizia lo avrà preso per fare dei controlli ma senza alcuna spiegazione il laptop ricompare nella scena successiva.
Tutti gli altri tagli (forse li vedremo nel Blu-ray? Sony è stata piuttosto parca di dettagli in merito) sembrano allineati alla volontà di Screen Gems di rendere lo Slender Man adatto a un pubblico più giovane unita ai timori di una sollevazione pubblica contro scene che troppo richiamavano la tragedia di Waukesha.
Di fatto la maledizione a posteriori che ha colpito questo film può persino lasciare intendere che Screen Gems avesse l'intenzione di dimenticare il più in fretta possibile tutta la faccenda, a costo di mandare in sala un film che di certo non è quello girato da White. Un'altra prova? Alcune scene tagliate che non si trovano nel film sono proprio mostrate nel trailer ufficiale come l'automutilazione degli occhi di una delle ragazze e la giove che esce dal bosco, la bocca piena di sangue.
Queste ultime due brevi sequenze, in qualche maniera, avrebbero potuto richiamare gli orrori subiti da Payton Leutner e vista la sensibilità della comunità e il timore di una recrudescenza polemica legata agli orrori di Waukesha, non è affatto improbabile che Sony e Screen Gems abbiano optato per una mediazione portando in sala un film monco. Anche perché, oltre i tragici eventi che hanno coinvolto Anissa, Morgan a Peyton, lo Slender Man ha allungato i suoi oscuri tentacoli anche su altre giovani impressionabili.
Le cronache del 2014 parlano di una ragazza di 13 anni di Hamilton County (Ohio) che, pochi giorni dopo gli eventi di Waukesha, attacca la madre con un coltello. Nel settembre di quello stesso anno (2014) una quattordicenne di Port Richey (Florida) dà alle fiamme la propria cosa. In entrambi i casi, stando alle testimonianze raccolte, le ragazze avevano sviluppato una forma di ossessione per lo Slender Man.
Secondo voi Screen Gems ha fatto bene a togliere dal film le scene più violente?
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