Il regista di Thor: “abbiamo tagliato un bacio gay"

Autore: Mauro G. Pozzuoli ,

In una intervista con The i sulla rappresentazione LGBTQ+, il regista Taika Waititi ha svelato che per il film Thor: Ragnarok aveva girato una scena di una donna che lasciava l'appartamento di Valchiria, suggerendone l'orientamento queer. Questa scena è stata successivamente tagliata. Valchiria è un personaggio importante del Marvel Cinematographic Universe (MCU), una delle guerriere più coraggiose e forti, ed è interpretata dall'attrice Tessa Thompson, bisessuale dichiarata.

Taika Waititi ha spiegato come è andata:

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Abbiamo testato quella scena. Le persone erano molto confuse. Penso che fossimo troppo sottili sull'argomento, al punto che per la maggior parte del pubblico era tipo 'Chi era quella? Una coinquilina?' La gente non univa i puntini - o comunque non abbastanza. Quindi aggiungeva confusione per il pubblico. Avremmo dovuto semplicemente farla uscire, farle dare un bacio [a Valchiria] e poi andare via.

In Thor: Ragnarok, Valchiria è una donna sfiduciata e alcolizzata, che dopo aver lasciato l'ordine delle guardie personali di Odino, va a nascondersi sul pianeta Sakaar per poi iniziare a lavorare per il Gran Maestro.

Thor: Love and Thunder, qualcosa è cambiato

Il personaggio di Valchiria è bisessuale nei comics Marvel. La sua relazione più nota è quella con l'archeologa Annabelle Riggs.

La sua sessualità queer non aveva trovato spazio nel montaggio finale di Thor: Ragnarok. Le cose sono però andate diversamente nella nuova pellicola Thor: Love and Thunder. Dare a Valchiria l'occasione di parlare della propria sessualità è stato un argomento di discussione importante per il team creativo, come spiega l'attrice Thompson intervistata da Yahoo Entertainment

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Ne abbiamo parlato tanto [...]. Perché penso che giustamente ci sia un vero desiderio del pubblico di vedere personaggi che sono molto chiari sul loro essere LGBTQIA. E penso che sia enormemente importante essere rappresentati. Però penso anche che come essere umani, non siamo definiti dalla nostra sessualità. E quindi penso che a volte basare la narrazione solo su quell'aspetto è un modo di ridurre l'umanità del personaggio. 

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