Taika Waititi ritorna sul grande schermo con Chi segna vince, disponibile nei cinema italiani a partire dall'11 gennaio 2024. Ispirandosi al documentario del 2014 Next Goal Wins e a una storia vera, questa pellicola si basa sull'esperienza calcistica della nazionale di calcio delle Samoa Americane, partendo da una sconfitta che ha fatto la storia del calcio, per poi rielaborare il tutto in una storia dalle tinte sia leggere che profondamente umane. Ancora una volta lo sport diventa un veicolo esistenziale, nonché un mezzo attraverso cui fare i conti con se stessi e con quello che si vuole dalla vita.
Nel costruire il lungometraggio, Waititi mescola il reale con la finzione filmica, proiettando agilmente gli spettatori all'interno di un contesto sia colorato che complesso, sfaccettato in un certo qual modo, giocando continuamente coi cliché dei film sportivi per illudere e riflettere anche sulla stessa vita, lavorando su un linguaggio per immagini sia familiare che curiosamente introspettivo nel suo insieme.
Chi segna vince: perdenti e sognatori
La storia di Chi segna vince si sviluppa da una delle più grandi sconfitte nella storia delle nazionali di calcio mondiali, quando la nazionale di calcio delle Samoa Americane venne battuta dall'Australia 31 a 0 l'11 aprile del 2001. Stiamo parlando di un team che, anche in seguito a un risultato del genere, non si è mai del tutto ripreso, non figurando quasi mai fra le squadre da temere, o anche su cui puntare, negli anni successivi. In parallelo, troviamo la storia di Thomas Rongen (interpretato da un magnifico Michael Fassbender), un famoso allenatore e commissario tecnico che, dopo alcuni scarsi risultati nel campionato di calcio under-20 nel 2011, non ha altra scelta lavorativa se non quella di allenare la squadra delle Samoa Americane.
Dal carattere scontroso, arrogante e introverso, l’incontro fra Rongen e i giocatori non sarà dei migliori, trasformandosi ben presto in uno scontro culturale e verbale lontanissimo dalle speranze che Tavita (interpretato da Oscar Kightley), il Capo della Federcalcio delle Samoa Americane, aveva riposto nell’acquisto del nuovo allenatore. L’obiettivo della squadra, infatti, non è quello di vincere a tutti i costi, ma di risollevarsi in qualche modo, facendo almeno un gol in campionato. La visione e la percezione dello sport del calcio, da parte dei membri della squadra, è ben diversa da quella di Rongen, il quale si troverà proiettato in un contesto culturale e sportivo lontanissimo da quello cui è abituato da sempre, cercando di far sentire la propria e rabbiosa voce a un gruppo di persone con lo sguardo puntato in tutt’altra direzione.
Chi segna vince: andare oltre lo sport del calcio servendosene
Uno dei lati più interessanti di Chi segna vince risiede nella sua struttura narrativa, e nel gioco continuo che costruisce con gli spettatori in sala. Partendo dal trailer e dalla sinossi ci si aspetterebbe il classico film in cui i protagonisti cercano una sorta di rivalsa sul mondo che li ha derisi, sfruttando il calcio come mezzo motivazionale per propri risultati. Invece, la pellicola di Taika Waititi ruota costantemente intorno a questa dinamica narrativa (citando palesemente dal cinema e dalle pellicole che in precedenza si sono mosse nel mondo dello sport) per poi trovare gradualmente una propria strada e soprattutto una voce fuori dal coro.
Il ragionamento principale di Chi segna vince, infatti, non parte e non si sviluppa solamente dallo sport, ma dagli stessi personaggi e dal loro percorso fino al momento in cui entriamo in contatto con loro. Sono le singole storie in atto e quello che scelgono di raccontarci a catturare l’attenzione del pubblico e a costruire un vero e proprio dibattito sull’azione in corso sul grande schermo. Partendo da una serie di modelli facilmente riconoscibili, il regista tratteggia un racconto dall’anima principalmente umana e soltanto in seguito sportiva.
Nel percorso di coaching centrato su Thomas Rongen, troviamo tantissime riflessioni connesse con il luogo, la cultura e il folklore locale, ad esempio, in perfetta ed equilibrata contrapposizione allo spirito più agonistico che ci si possa immaginare in questo senso. La voglia di vittoria non è l’unica strada per la felicità e la realizzazione personale, e questo il film lo mette in chiaro fin da subito, cercando di sviluppare una narrazione in cui la sconfitta diventa sia un punto di partenza tangibile che, soprattutto, introspettivo. Così, una storia di perdenti si prende il proprio spazio cercando di spiegare le proprie e profonde ragioni, traslando la mentalità moderna in termini di realizzazione e raggiungimento continuo di nuovi obiettivi, in una lettura del reale che non ha nulla a che fare con questo genere di cose.
Vale la pena guardare Chi segna vince?
La risposta, in questo caso, è assolutamente sì. Chi segna vince non è solamente una storia leggera e dai tratti ispiratori, ma un racconto che intrattiene e sa come coinvolgere dall’inizio alla fine. Complice di ciò, oltre alla regia di Waititi, troviamo anche un cast convincente e divertente composto da: Michael Fassbender, Frankie Adams, Elisabeth Moss, Oscar Kightley, Will Arnett, Rachel House, Rhys Darby, Angus Sampson, Uli Latukefu, Beulah Koale, e David Fane. Ognuno di loro si fa mezzo espressivo di un contesto narrativo che convince ed emoziona, mescolando agli elementi più comici pure alcuni sviluppi più seri e fondamentali, e ispirando riflessioni che vanno oltre la stessa narrazione del film.
Chi segna vince non è una pellicola dai tratti inediti, né un capolavoro in questo senso, piuttosto uno spaccato realistico e convincente in cui un gruppo di sportivi cerca di trovare un equilibrio personale e la propria identità in un mondo che li ha dati già per spacciati. La voglia di rivalsa più classica possibile, quindi, si muove di pari passo con una specifica e profonda lettura umana che, bene o male, coinvolge tutti loro, gettando le basi di un viaggio non imprevedibile ma comunque emozionante e incisivo a modo suo.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- L'interpretazione di Michael Fassbender.
- L'impatto del reale che si fonde col cinema fa un effetto difficile da descrivere e assolutamente positivo.
- La caratterizzazione dell'ambientazione in cui si svolge la narrazione e l'attenzione in questo senso.
Contro
- L'anima sportiva alla base della storia è piuttosto prevedibile se si è avvezzi a questo genere di film.
- Alcuni cliché che avrebbero potuto essere ulteriormente approfonditi.
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