Manca poco: alle 11.30 del 24 aprile inizierà su SkyAtlantic Maratone (canale 111 di Sky) la messa in onda di tutti gli episodi di #True Detective 3.
La terza stagione, dopo il grandioso esordio con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, torna a viaggiare nel tempo raccontandoci una storia con tre diverse ambientazioni temporali.
Fra attori da Oscar e un caso investigativo di quelli che, purtroppo, non si riusciranno mai a dimenticare, la serie antologica di Nic Pizzolatto torna a regalarci una storia coinvolgente con protagonisti destinati a lasciare il segno nella nostra memoria di spettatori. E nei nostri cuori.
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True Detective: la trama della stagione 3
Ambientata sull'altopiano di Ozark, la storia ruota attorno a un terribile fatto di cronaca risalente al novembre del 1980. I fratellini Purcell, un bambino e una bambina, escono per fare un giro in bicicletta e non fanno ritorno.
Sul caso della scomparsa vengono chiamati a indagare i detective della Polizia di Stato: Wayne Hays (il doppio Premio Oscar Mahershala Ali, migliore attore per Moonlight e Green Book) e Roland West (Stephen Dorff, Star, Blade).
Il punto di vista sulla narrazione è quello di Hays, la cui vita è stata profondamente segnata dal caso Purcell.
Nel 2015, quand'è ormai molto anziano, Hays ripercorre le indagini per un programma televisivo che lo intervista. Nel 1990 aveva fatto la stessa cosa, naturalmente con ben altri dettagli, quando una novità sul caso aveva fatto sì che i suoi colleghi della Polizia di Stato lo richiamassero per avere informazioni sulle indagini condotte nel 1980 (ed ecco la prima finestra temporale: quella ai tempi della scomparsa).
Quando un caso ti cambia la vita
Tutti i crimini che cinema e TV ci raccontano, così come quelli di cui ci informa la cronaca nella realtà, sono orrendi.
Ma quando c'è di mezzo un bambino - o addirittura due, come in questo caso - si passa dall'orrore a qualcosa di intollerabile.
Il caso dei Purcell - uno dei due viene ritrovato, purtroppo, cadavere, mentre dell'altra non c'è traccia - si trasforma in una vera e propria ossessione per Hays.
Nonostante si tratti del suo lavoro, il detective non riesce a tenere l'oscurità di quel caso lontano dalla propria anima.
Perché proprio come i protagonisti delle stagioni precedenti, anche quelli di questa terza stagione ci dicono la stessa cosa: ciò che di peggiore, più terrificante e più sconvolgente rispetto a qualsiasi cosa che un autore di fantasia possa immaginare, viene dalla realtà.
Il mostro che si annida nell'ombra, capace delle azioni più spregevoli, è sempre e solo uno: l'uomo.
E proprio il doversi confrontare con l'oscurità e la malvagità in grado di abitare l'animo umano spingono il detective Hays a perdere quel distacco che, per molti suoi colleghi, significa mantenere ben separati gli incubi dalla realtà.

Un racconto corale, un punto di vista unico
True Detective con questa terza stagione ci prende per mano e ci porta alla scoperta di come un'intera cittadina, nel mezzo dell'Arkansas, si trova a convivere con il più inimmaginabile dei crimini.
Interrogando i testimoni, raccogliendo le prove e provando a delineare una linea d'indagine, il detective Hays e il suo collega si trovano a dirigere una sorta di orchestra di voci: ciascuno ha il proprio punto di vista sull'omicidio e il rapimento, ciascuno ha dei sospetti, ciascuno ha qualcosa da dire... Tranne quando è il momento di parlare davvero.
In questo senso, Wayne Hays si trasforma nel direttore di un'orchestra folle, piena di stonature, attraverso la quale ascoltare l'unica musica che conta davvero, quella della verità, diventa sempre più difficile.
E per questo, trentacinque anni dopo essersi imbattuto nell'indagine che l'avrebbe segnato per sempre, Wayne Hays si ritrova sui luoghi dell'indagine del 1980.
Senza ricordare come ci è arrivato... Un po' come noi, che lo seguiamo fidandoci del suo istinto e condividendo la sua angoscia fra presente, passato e passato remoto.
True Detective affronta il tabù dei tabù: l'omicidio degli innocenti.
E lo fa per un solo motivo: perché può permetterselo. Grazie alla profondità dei contenuti e alla qualità della scrittura, che trasformano l'inferno della realtà in un inferno di follia.
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